mercoledì 17 dicembre 2008

Tentativo di dialogo sui “massimi sistemi”


In questa Italia sempre più “cafonal” e reazionaria, perchè non osare a raeagire proprio a Natale con un tentativo di discorso sui “massimi sistemi”?
La gente tende a contrastare l'insicurezza prodotta da questo mondo in rapida evoluzione rifugiandosi nelle presunte certezze e consolazioni delle mitologie religiose, anche perchè sul mercato non sono disponibili e non sono altrettanto a portata di mano risposte alternative.
Ma siamo sicuri che per chi abbia voglia di ricercare non vi sia di meglio e di più appagante delle mitologie religiose senza cadere dalla padella nella brace ?
Cioè abbandonare millenarie speculazioni religiose che hanno segnato in modo irreversibile tutte le culture, ma che non sono in grado di offrire un supporto logico razionale alle loro affermazioni, se non con puerili contorcimenti argomentativi, per finire dal fondamentalismo delle fedi al fondamentalismo degli ateismi militanti altrettanto indimostrabili e quindi per niente appaganti?
Non è il caso di verificare se gli assolutamente enormi progressi delle scienze e delle neuroscienze in particolare non abbiano spalancato le porte ad un proficuo dialogo con la filosofia e in parte con la teologia razionale per andare non contro ma oltre le religioni?

Qualsiasi testo di storia delle religioni dice che il problema dei problemi (ecco il dialogo sui massimi sistemi) che è alla base di ogni speculazione religiosa è quello della morte ,della assurdità della morte e quindi della ricerca di un senso della vita nell'ipotizzare una qualche possibilità della sopravvivenza dell'anima alla morte o della sopravvivenza delle persone care dopo la morte.
Le religioni monoteiste occidentali tentano di risolvere il problema ipotizzando la possibilità della sopravvivenza dell'anima (cioè della parte più qualificante dell'uomo) in un'altra vita dopo la morte.
Le religioni orientali raggiungono lo stesso risultato o ipotizzando la sopravvivenza dopo la morte tramite reincarnazione o comunque ipotizzando la sopravvivenza nella ricongiunzione delle singole personalità nella entità impersonale della madre terra.
Le religioni tradizionali e pagane sono state saccheggiate nei loro riti e credenze dalle religioni successive e quindi non sono affatto diverse nella sostanza,in quanto ipotizzano la sopravvivenza degli spiriti degli antenati e la ricongiunzione a una divinità cosmica impersonale identificata nella madre terra.
Come si vede l'approccio di tutte le speculazioni religiose si concentra nel cercare di dare un senso alla vita inattivando l'assurdità della morte e proponendo una possibilità di sopravvivenza in qualche forma dopo la morte.

Questo è l'approccio delle religioni che basa le proprie argomentazioni non su dimostrazioni razionali o logiche ma sull'autorità di presunte rivelazioni.
La debolezza di questo approccio è appunto prima di tutto nell'incapacità di presentare argomenti razionalmente solide e secondariamente l'essere costretti a ricorrere all' autorità di presunte rivelazioni, quando proprio la stessa pluralità delle rivelazioni a seconda dell'area geografica è da sola la dimostrazione della estrema fragilità dell'argomentazione e della sottostante mitologia.
Le religioni inevitabilmente cadono nel salto logico dovuto al fatto di spingere la gente a seguire fino a un certo punto argomentazioni razionalmente verosimili e poi a saltare ad affermazioni indimostrabili e quindi in contrasto con la ragione delle mitologie rivelatorie enunciando la teoria dei “due forni” secondo la quale sarebbe ovvio basare la conoscenza fino a un certo punto sulla ragione e poi saltare oltre la ragione dove la ragione non avrebbe la capacità di arrivare per fondare le fedi sulle mitologie rivelatorie e non sulla ragione.
Ma il salto logico c'è, rimane e chi lo supera non può non rendersi conto che se lo fa lo fa a suo rischio e pericolo, arrischiandosi su un terreno dove la ragione non ha spazio e quindi non esiste un criterio per distinguere i ciarlatani dai pensatori affidabili, i falsi profeti da quelli veri.
Tutti sappiamo che di conoscenza ne esiste in realtà una sola, quella basata sulla coerenza razionale e cioè la logica delle affermazioni e cioè in ultima analisi sulla scienza.

E allora non c'è speranza? Non è possibile reperire un senso della vita basandosi su argomentazioni razionali?
Gli scienziati rifuggono giustamente dal lasciarsi andare a voli pindarici sulle implicazioni delle scoperte scientifiche per fornire risposte di senso e in genere diffidano delle argomentazioni filosofiche anche perchè non c'è nel mondo contemporaneo una abitudine al dialogo fra discipline scientifiche e discipline umanistiche, ma questo è un fatto contingente che può essere superato senza incorrere in confusioni e invasioni di campo.
Alcuni scienziati sono convinti che il progresso delle neuroscienze finirà per trovare la base materiale dei fenomeni che definiamo come pensiero e sentimenti e che questo dimostrerebbe in modo incontrovertibile che tali fenomeni non sono altro che il prodotto dell'hardware cervello- mente e che quindi non esistendo la possibilità di una esistenza autonoma di pensiero e sentimenti senza il supporto dell'hardware, finita la vita fisica del mezzo finirebbero inevitabilmente anche pensiero e sentimenti e quindi in qualche modo si avrebbe la dimostrazione pratica della inconsistenza delle speculazioni religiose e filosofiche.
L'unico modo di salvare l'enorme ed evidente progresso delle acquisizioni culturali della umanità risiederebbe in una sopravvivenza non come persone, ma come specie, cioè rimarrebbe come punto fermo come acquisizione definitiva il miglioramento e l'acculturamento della specie, acquisito con l'evoluzione e tramandabile ai posteri con i meccanismi dell'evoluzione medesima.
Non è poco ed è qualcosa di acquisito,non dalle religioni ma dalla scienza moderna, è prima di tutto una dimostrazione della razionalità dell'impianto dell'universo e
dell'utilità di vivere per migliorare la specie e secondariamente è una prima forma di risposta di senso basata su argomentazioni assolutamente razionali e dimostrabili.
É un modo di dire che la vita serve a qualche cosa e vale la pena di essere vissuta.
La scienza quindi già oggi arriva molto più in là di dove le speculazioni religiose con la teoria dei due forni avessero mai supposto che arrivasse.
Gli scienziati anche quelli più aperti al dialogo con le discipline umanistiche come ad esempio in Italia Boncinelli e Veronesi non ritengono che sia produttivo andare oltre sulla base delle conoscenze oggi acquisite.

Questo filone di pensiero si incontra però naturalmente con la speculazione della teologia razionale, in Italia brillantemente e coraggiosamente sostenuta da Vito Mancuso.
Mancuso fa il percorso partendo da un punto di vista analogo e cioè dice in sostanza che la teologia e la filosofia devono decidersi a prendere atto delle implicazioni rivoluzionarie delle acquisizioni della scienza moderna ed in particolare modo della fisica della relatività e dei quanti, che ha ridisegnato la concezione della cosmologia.
Cioè tutta la teologia dei monoteismi basata sulla bibbia è insanabilmente legata alla concezione cosmologica degli autori biblici. Questi vedevano un mondo razionale, ordinato in un certo modo, lo leggevano come una contrapposizione insanabile fra materia e spirito, come una lotta fra i due elementi per portare alla vittoria dello spirito superiore sulla materia che degrada. Nelle loro diverse ma analoghe mitologie dio sommo spirito prevale e pervade la materia.
Ma la caratteristica fondamentale della vecchia cosmologia era la staticità,il concepire il cosmo come un insieme ordinato di cose in movimento ma tendenti ad un fine identificato con dio che avrebbe costituito un punto fermo, la fine di ogni dialettica. Tutte la teologia e la mistica erano orientate al raggiungere la visone di dio cioè la contemplazione definitiva di tutti gli assoluti definiti come il superamento di ogni divenire.
Questa concezione del cosmo ha influenzato la filosofia e la teologia per millenni, ma poi è arrivato Einstein e ha cambiato tutto, e purtroppo la teologia ancora oggi non ne ha preso atto e va avanti come prima.
La teologia razionale di Mancuso invece prende atto dei dati acquisiti dalla scienza moderna che hanno un impatto radicale sulla cosmologia rivoluzionando l'impianto stesso della teologia.
Se si prende atto della relazione fra massa (materia) ed energia (la realtà fisica più vicina alla nozione di spirito) scoperta da Einstein cambia tutto nel senso che si è obbligati a prendere atto che la realtà non è un movimento che tende ad un fine statico, ma è essa stessa movimento senza fine. Non esiste una contrapposizione fra materia e spirito, perchè la sostanza del mondo fisico non è materia come si pensava prima della teoria della relatività, ma è energia, è un continuo flusso di energia.
Millenni di discussioni che contrapponevano spiritualismo e materialismo saltano. Tutte le mitologie religiose sulla creazione dal nulla saltano.
Tutte le discussioni sull'immissione dell'anima spirituale nel corpo materiale saltano se si prende atto che l'essenza della realtà fisica, il mattone dell'universo non è la materia come si credeva prima, ma è l'energia (lo spirito).
Mancuso trae le conseguenze del caso da queste affermazioni prendendo atto che allora tutte le approssimative visioni di dio come del vecchio con la barba, Gesù Cristo e la Madonna come persone attualmente viventi nei cieli come riproposto da millenni fino ad aggi non hanno alcuna valenza, esistendo queste realtà, per chi vi vuole credere, esclusivamente come spirito e non come corpi. La sopravvivenza dell'anima personale quindi per Mancuso è verosimile ma solo come spirito, cioè come energia e quindi senza alcun contrasto fra scienza e teologia.
Fine della teoria dei due forni : c'è una sola forma di conoscenza.

In campo filosofico, gli studi di Emanuele Severino sulla suprema alienazione del pensiero occidentale che per millenni ha accettato il concetto di nulla, di creazione dal nulla , di nascita dal nulla e di ritorno al nulla completano il quadro perchè si svolgono su una linea parallela alle considerazioni che si sono fatte sopra.
Severino argomenta che il concetto di nulla è stato una astrazione assurda e dannosa, perchè ciò che esiste, per definizione è sempre esistito, diversamente non esisterebbe.
Di conseguenza parallelamente alla riflessione di Mancuso, nessuna creazione dal nulla e nessun ritorno al nulla che sia concepito come inferno o come si vuole.
La filosofia di Severino consente di affrontare in un altro e nuovo modo quello che fin dall'inizio abbiamo visto essere il problema dei problemi che ha innescato tutte le speculazioni religiose, cioè una giustificazione dell'assurdità della morte e un reperimento di senso per la vita umana.
Le religioni mirano tutte a dare una risposta di senso proprio affermando una possibilità di vita oltre la morte con la continuazione della persona o in un altro mondo ultraterreno o in una reincarnazione o nel ritorno ad un tutto impersonale identificato con la madre terra o madre universo.
Quindi argomentano partendo dal dopo morte.
La filosofia di Severino che sostiene l'assurdità del concetto di nulla e che quindi conseguentemente proclama l'eternità dell'esistente consente di affrontare il problema del senso della vita umana non dalla fine con la morte (problema che ha costretto l'uomo alla più atavica delle angosce) ma dall'inizio.
Cioè proviamo a non chiederci in modo angoscioso dove andremo a finire dopo la morte, ma a chiederci invece come esistevamo prima della nascita.
Mancuso attribuisce a Mozart una intuizione illuminante,quando gli fa dire di avere sempre colto nel momento dell'ispirazione artistica che gli faceva materializzare una nuova melodia, la sensazione di non scoprire nulla di nuovo ma solo di portare alla luce qualcosa che già esisteva. Qui il pensiero si ricollega alle vette del mondo delle idee di Platone e alla maieutica di Socrate.

È abbastanza chiaro che questo tipo di speculazioni rendono superflue le parallele speculazioni delle religioni, con la differenza che le speculazioni delle religioni non sono in grado di dimostrare nulla e sono costrette ad invocare presunte rivelazione di mitologie ed a ricorrere alla debolissima teoria dei due forni (ci sarebbero due modi di conoscere il reale, quella della scienza e quella della fede) mentre la scienza ,la teologia razionale e la filosofia accettano la ragione come giudice supremo.
Abbiamo visto che la scienza è in grado di dimostrare due cose che portano a una risposta di senso un tempo fornita solo dalle religioni : 1- il mondo, l'universo è costruito come una struttura razionale fondata sulla matematica e le leggi fisiche conosciute o conoscibili; 2- tutti gli apporti personali ad un miglioramento della vita umana ed al patrimonio culturale dell'umanità non sono inutili ma vengono incamerati col meccanismo dell'evoluzione come eredità della specie trasmissibile alle generazioni future.
La teologia razionale e la filosofia che prendono atto di queste acquisizioni della scienza moderna fanno intravedere non come fantascienza, ma come verosimili, sviluppi delle neuroscienze che possano dare una spiegazione della possibile esistenza di quello che intendiamo come pensiero e come sentimenti esistenti al di là della presenza dell'hardware cervello-mente.
In questo filone di pensiero le speculazioni religiose perderebbero gran parte del loro appeal a favore di ragionamenti più verificabili.

mercoledì 3 dicembre 2008

Ma dove ci porta quel poveretto di Arcore? In Argentina?


Nel post del 24 novembre scorso si era detto che l'Italia a differenza degli altri paesi non aveva fatto praticamente nulla per contrastare la crisi economica finanziaria e che in ogni caso se per gli altri la crisi era grossa per l'Italia era grossissima a causa dei problemi strutturali che noi abbiamo e gli altri non hanno.
L'immagine introduttiva rappresentava il grafico relativo al peso del debito pubblico italiano,che è il più grosso problema strutturale.
L'Italia paga decenni di malgoverno, che ora ci presentano il conto.

Gli italiani però questo non l'hanno ancora capito e continuano ad onorare coloro che ci hanno portati vicino alla bancarotta.
Andreotti e gli altri gerarchi ex democristiani, gli erede di Bettino Craxi, tutti al governo o quasi, il partito degli appalti cioè gli ex PCI alla finta opposizione e lui il poveretto di Arcore alla guida di tutti.
Cacciari in una recente intervista aveva detto, ma cosa volete aspettarvi da uno che si pittura i capelli direttamente sul cranio pelato?
La maggior parte degli italiani evidentemente si aspetta tanto che l'ha votato.
Ma se avessero votato Walter quali incisivi provvedimenti sarebbero stati presi ora?
Lasciamo perdere! Siamo messi male, però svegliamoci prima di ritrovarci nell'Argentina di 10 anni fa' ,con lo stato fallito e impossibilitato a pagare salari e pensioni come ha detto ieri il ministro Sacconi violando la campagna di ottimismo ordinata dal poveretto di Arcore.
A quel punto che si farebbe?
Si andrebbe tutti a coltivare patate cavoli e cipolle in un campetto di periferia per sopravvivere, come hanno fatto per anni milioni di persone non solo in Argentina ,ma in Russia e nell'Est europeo dopo la caduta del comunismo e l'adozione del liberismo selvaggio in tutti quei paesi.
Mi piacerebbe tanto ritrovarmi in quella situazione fianco a fianco con coloro che hanno votato Berlusconi, ma sarebbe una soddisfazione a troppo caro prezzo e poi obiettivamente ripeto se ci fosse al suo posto Walter ?
Si all'estero riderebbero un po meno di noi, avremmo un governo un po' più dignitose vecchie zie alla Rosi Bindi al posto delle veline attuali, ma niente di più temo.
E allora?
D'accordo che c'è la palla al piede del debito pubblico che è il doppio di quello dei nostri partner europei, ma un conto è essere prudenti, un conto è fare niente.
La matematica non è un'opinione.
Gli economisti della Voce hanno quantificato ieri le dimensioni della manovra governativa che sono queste :
dimensione della manovra italiana : 0,3% del PIL ;
dimensione della manovra degli altri paesi 7% del PIL.
Cosa c'è da commentare di fronte a questo squallore?
Ve lo dico io quale è stato il commento da parte di governo e opposizione : Tremonti è un genio, è lui la mente, siamo al sicuro.
E' umiliante.
In campo etico gli italiani hanno fiducia nel papa con le scarpine Prada, in politica hanno fiducia in quello che si pittura i capelli sul cranio, in economia hanno trovato il genio che genialmente decide di non fare praticamente nulla così almeno non si fanno danni, ma quando diventeremo un po' più seri?

martedì 2 dicembre 2008

Gramsci si è convertito? Ma anche se fosse vero che importanza ha?


I giornali ci hanno informato che un anziano monsignore della curia vaticana in pensione impegnato ad organizzare una specie di festival dei santini ha dichiarato di avere saputo da una suora che Gramsci in punto di morte si sarebbe convertito.
Anche i monsignori vaticani sono liberi di dire quello che vogliono daccordo, ma Gramsci ,andato completamente fuori moda in questa grigia e aculturale era berlusconiana, meriterebbe di essere citato almeno da chi ha letto qualche pagina dei suoi scritti.
E' anche vero che la sortita del monsignore non avrà entusiasmato probabilmente il Vaticano che per le conversioni dei Vip comunica solitamente attraverso a un culturalmente più attrezzato Mons.Fisichella, ma la cosa non risulta ugualmente meno squallida.
La sorte è stata feroce con questo che rimane il maggiore o comunque uno dei più determinanti intellettuali del 900 italiano.
E' stata feroce perchè come è noto oltre che perseguitato e tenuto in carcere mezza vita dal fascismo, la sorte di Gramsci è stata ignorata dai suoi compagni che avrebbero potuto aiutarlo e non l'hanno fatto, Togliatti in testa.
Non parliamo poi dell'oggi, cioè dalla grigissima classe dirigente della sinistra che lo ignora o lo ha già ripudiato come padre culturale non riconoscendo come sua la storia del comunismo ma forse nemmeno quella del socialismo o del movimento operaio.
Gramsci che si converte o no è una questione che può essere risolta solo dagli storici secondo se troveranno o meno documenti attendibili e gli storici hanno reagito alle esternazioni del monsignore dicendo che agli atti non c'è nulla che possa sostenere la sua affermazione.
Ma quand'anche avesse consapevolmente accettato le profferte di preti e suore in punto di morte, tutta la sua costruzione culturale testimonia che Gramsci è stato altro, è stato un eminente intellettuale che ha superato la dimensione cattolica romana.
Purtroppo la gerarchia cattolica in Italia che flirta da anni con la peggiore politica è animata da decenni non da spirito di dialogo con le altre componenti culturali ma da supponente arroganza per cui per chi non segue la dottrina cattolica nella loro interpretazione è prevista solo la possibiltà di conversione.
L'idea che intellettuali di altra cultura abbiano individuato vie magari più alte di interpretazione della realtà non li tocca né li turba granitici come sono nel loro fondamentalismo.
La lezione culturale di Gramsci trova la sua grandezza proprio anche nella fedeltà alla testimonianza di chi ha fortemente creduto nella possibilità del miglioramento delle condizioni umane senza necessità di appoggiarsi a rivelazioni o altre mitologie exrtraterrene.
Testimonianza messa a ben dura prova da circostanze pesantissime.
Si pensi che secondo alcuni storici ,come se non fosse bastata la persecuzione del fascismo ,quella che avrebbe dovuto essere la sua parte avrebbe interferito nella sua vita addirittura con la moglie russa ,ritenuta agente del KGB.
Gramsci credeva fortemente nella bontà del comunismo ma non era un fanatico.
Oggi dopo la caduta del muro e del comunismo sovietico la fede nel comunismo come si era realizzato allora nell'Unione Sovietica, appare nei limiti obiettivi di un'esperienza storica fallita, ma forse ancora di più perchè la causa era persa nella realizzazione storica avuta allora, risulta ancora più evidente la grandezza della sensibilità umana dello scrittore ad esempio delle lettere dal carcere.
Si pensi alla delicatezza ma anche alla forza d'animo con i quali si è rivolto per anni alla vecchia madre ed al figlio bambino.
Cosa poteva offrire loro dal carcere se non la semplice grandezza della sua umanità?
Chi come Gramsci ha regalato alla sua specie un sourplus di umanità non è servito a nulla se non era battezzato e morto con la benedizione di un prete?
Per fortuna loro e nostra anche nella chiesa italiana c'è chi la pensa molto diversamente da questo squallore culturale, ma non ha abbastanza voce perchè i media di regime non gradiscono o magari anche perchè chi la pensa diversamente non ha abbastanza coraggio per farsi sentire.
Ma al di la' della statura morale ed umana del personaggio, è la teoria politica di Gramsci che la storia sta dichiarando vincente.
Il monsignore probabilmente non è un cultore di dottrine politiche, ma uno dei suoi capi è un fine intenditore di queste cose.
Il Card. Ruini che ha retto la Conferenza Episcopale italiana per un lunghissimo periodo con idee molto chiare e mano ferma, ha dimostrato di essere un gramsciano puro.
Egli ha infatto profuso tutta la sua autorità e i sovrabbondanti mezzi dell'8 per mille nel perseguire la dottina politica gramsciana che così si potrebbe volgarmente riassumere: non cercare il potere direttamente, ma egeminizza prima la cultura e la società per gestire il vero potere.
Gramsci avrebbe ovviamente preferito avere come allievi quelli che sarebero stati i suoi nipotini naturali, gli ex PCI.
Questi purtroppo non hanno capito la lungimiranza del suo pensiero e si sono attardati a gestire appalti e seggi finendo nell'irrilevanza ai fini del potere, proprio come la teoria prevedeva.
Ruini aveva un disegno che da moderato è diventato strada facendo reazionario tout cour, ma lui Gramsci lo aveva studiato bene e diabolicamente applicato con risultati haimè efficacissimi al fine della conquista del potere.