martedì 22 dicembre 2009

La Lega solo folklore xenofobo o rappresenta qualcosa di più sostanziale?



Bossi ha sempre usato parole sprezzanti per i fascisti e quindi se ne deduce che non ritiene di essere prossimo al fascismo nè lui nè il suo movimento.

Tuttavia che la Lega coltivi idee scioviniste, xenofobe o razziste è un fatto per lei costitutivo, cioè la sua stessa esistenza politica è legata a intercettare le paure e le reazioni negative della gente verso l'immigrato o il diverso.

In campo economico sociale la lega vuole essere riconosciuta come il difensore sopratutto del lavoro autonomo nei suoi esordi ed oggi anche degli operai dalle conseguenze della globalizzazione all'esterno e dagli eccessi del fisco e della burocrazia all'interno.

Ma la sua specialità,cioè la caratteristica con la quale è riconosciuta è la territorialità, il localismo, il campanilismo, il saper coprire il territorio in tutti i sensi, sia da un punto di vista etnico-culturale, sia da un punto di vista di difesa degli interessi di chi vive in quel territorio.

Da qui nascono tutte quelle esternazioni, che tutti conosciamo e che coprono un vasto ventaglio che va da un innocuo e a volte perfino simpatico spirito popolare folcloristico -vernacolare da bar sport fino ad un preoccupante razzismo vero e proprio.

Il problema Lega sta tutto qui nei limiti che dimostra nel saper governare questo ventaglio fra un estremo e l'altro.

Bossi esercita ancora una leadership incontrastata e quindi la responsabilità di dettare la linea cade su di lui, spesso riesce a tenere la barra in un direzione equilibrata, in diversi casi però non sembra voler bloccare gli estremismi alla Borghezio e non si capisce perché, dato che non si vede di quale utilità possano essere per un movimento che è al governo e che vorrebbe rimanerci quelle follie anacronistiche e fuori misura.

I sociologi o i giornalisti di inchiesta ,che son andati a studiarsi il lavoro della lega sul territorio sono rimasti colpiti dalla effettiva capacità di presenza degli esponenti locali sia nelle sedi, sia nei bar, emblematico luogo di aggregazione leghista nei piccoli centri o nei quartieri, sia nella capacità dei suoi dirigenti e militanti di spendersi rendendosi disponibili ad incontrare la gente per ascoltare i loro problemi.

Questo osservatori professionisti hanno spesso concluso le loro indagini non nascondendo se non simpatia, almeno rispetto per il lavoro che i leghisti fanno effettivamente, deplorando il fatto che questo lavoro lo sappiano fare al momento solo loro, non certo i Berlusconiani né le opposizioni,che fanno solo vetero clientelismo.

E questo è l'altro corno del problema lega, il fatto cioè che i meriti visibili e documentabili che la Lega e solo la lega si conquista sul campo, fanno dimenticare o guardare con benevolenza gli aspetti che invece meriterebbero giudizi ben più severi.

La politica più di qualsiasi altra attività umana si gioca tutto alla ricerca di un equilibrio.

Chi vede tutto bianco o tutto nero non è un politico, è un ingenuo o un fanatico impostore pronto a portare il popolo alla rovina.

Di conseguenza un movimento politico sopratutto quando perviene alla responsabilità del governo locale o nazionale ha il dovere di lavorare per assorbire gli estremismi e questo la Lega non sembra finora stata capace di farlo abbastanza.

O almeno così si percepisce anche se alcuni esponenti per esempio Salvini sostengono che le famose esternazioni fuori misura (tram per soli milanesi etc.) non sono battute estemporanee ma verrebbero fatte a ragioni veduta per contenere gli estremismi, che la classe dirigente leghista intercetta fra la gente nella sua presenza sul territorio e quindi corrisponderebbero all'azione pedagogica che partiti di massa , sindacati e parrocchie hanno sempre fatto quando contavano ancora e riuscivano a marcare la loro presenza sul territorio.

Il discorso sarebbe interessante se seguissero fatti ed azioni politiche conseguenti ed è qui che la lega si gioca e si giocherà a sua credibilità.

Finora è stata abile a parlare alla pancia e a sfruttare l'emotività della gente, però ,se vuole un ruolo veramente di governo deve imparare a parlare anche alla testa. Dato che il Nord è molto scolarizzato e ritiene di meritare un discorso politico di maggiore livello.

Si possono perdonare gli eccessi di vernacolo-etnicismo, di folklore se questo serve per avvicinare al movimento alcuni settori dell'elettorato che rispondono più ai richiami sentimentali -emozionali che non a quelli culturali, ma non sembra che la Lega abbia ancora chiaro il fatto che ci sono fantasmi troppo pericolosi per essere evocati altre una certa misura.

La lega probabilmente non ha alcuna contiguità ideologica con il fascismo o con il razzismo come è stato coltivato dai nazisti, ma proprio per questo dovrebbe dirlo in modo più chiaro, rinunciare a esponenti impresentabili alla Borghezio, fare vedere in qualche modo che sa coniugare la difesa degli interessi del popolo di un territorio con un livello decente di solidarietà.

Le analisi sociologiche (si vedano ad esempio quelle di Ilvo Diamanti per l'Istituto Demos) hanno dimostrato che la Lega intercetta il sentire della maggioranza del popolo cattolico,che condivide il fastidio per le aperture ad esempio del Card Tettamanzi ritenute eccessive, non abbastanza meditate nelle conseguenze pratiche e sopratutto troppo a senso unico. La Lega non avrebbe il seguito che ha, sopratutto in ambiente cattolico, se fosse totalmente insensibile alla solidarietà,come viene forse frettolosamente descritta. Solo che fa un discorso elementare, ma sentito e parecchio : occupiamoci dei bisognosi, ma prima nell'ambito della nostra gente e poi degli altri, non possiamo permetterci di largheggiare con le risorse a favore di persone delle quali non siamo sicuri sulle intenzioni che hanno e sulle lealtà che professeranno.

Il discorso poi che fanno sull'Islam sarà primitivo e troppo estremista, ma meriterebbe forse una maggiore attenzione se si pensa che la quasi totalità di coloro che studiano l'Islam a livello accademico fanno voti che ci sia una evoluzione moderata, ma concordano sul fatto che oggi come oggi le correnti moderate in quell'universo culturale e politico non contano pressoché nulla e di conseguenza le possibilità di integrazione delle comunità musulmane in occidente sono pressoché nulle, è inutile coprirsi gli occhi di fronte a realtà sgradevoli.

Detto questo però l'approccio politico della Lega al fenomeno immigrazione rimane del tutto insufficiente, per il fatto che la legge Bossi Fini non ha funzionato.

La Lega non può ignorare il fatto che nei suoi territori il lavoro degli immigrati è indispensabile allo sviluppo e che il meccanismo per procurarsi quella mono d'opera essenziale previsto dalla legge vigente si è dimostrato semplicemente ridicolo (il datore di lavoro deve contattare non si sa come l'immigrato all'estero senza conoscerlo e offrirgli contratto di lavoro e alloggio idoneo secondo parametri stretti), ci vuole evidentemente qualcosa di molto più funzionale, ma non sembra che la lega se ne preoccupi minimamente. Così pure la politica del no verso nuove moschee è sbagliata e pericolosa. Nella situazione attuale le mille mini moschee in locali garages le rendono del tutto incontrollabili. Molto più sensato la sciare costruire grosse moschee vistose, ma controllabili, magari finanziate e controllate da stati coi quali l'Italia ha rapporti sicuri. L'Islam non ha le basi culturali sulle quali si fonda la laicità e quindi è per l'Islam che sarebbe necessario un concordato ben studiato.

Ecco è qui sul piano pratico non su quello ideologico vengono fuori i limiti veri della Lega.

Cosa dire allora di quello che per la Lega è il santo Gral, cioè il federalismo? E' stata approvata una legge quadro senza alcuna copertura finanziaria perché nessuno è stato capace di fare i conti, compreso il presunto genio dell'economia e della lega che è notoriamente Tremonti.

E' come se Obama avesse presentato quello che considera il suo progetto di riforma più qualificante e cioè quella sanitaria senza quantificarne i costi, si sarebbe subito arenata in parlamento. Da noi Berlusconi doveva alla Lega la legge sul federalismo se no andava a casa subito, ma quella legge non serve a niente e a nessuno se non viene quantificata nella spesa.

E poi se è vero che la Lega tiene Bersusconi al guinzaglio, però è anche vero che ha dovuto pagare dazio e pesantemente, votando tutte le leggi ad personam e con questo dando picconate micidiali al senso della legalità ed al senso dello stato.

E' qui che si decide se la Lega ha o non ha un avvenire. Se si accontenta di avere folkloristici sindaci che si sbizzarriscono in ordinanze popolari ma chiaramente del tutto al di fuori della Costituzione o se punta ad essere partito di governo, in questo secondo caso deve dare segni concreti di sapere che stato vuole e con chi vuole costruirlo.

E' chiaro che il berlusconismo ha esaurito la sua carica propulsiva, come si diceva una volta, e che Bossi è anche lui un leader carismatico che può dare un futuro al suo movimento se questo viene messo in grado di sopravvivere politicamente a Bossi.

Oggi come oggi la credenziali democratiche del movimento non sono limpide e trasparenti come si converrebbe. Per esempio il Rag Fantozzi che volesse iscriversi alla Lega non è che potrebbe farlo automaticamente presentandosi in sezione ed acquisendo il diritto di votare gli organi dirigenti. Tutt'al più gli farebbero fare per un po' il “catecumeno” in attesa di essere considerato affidabile prima di essere ammesso a votare.

E poi il vezzo di Bossi di portarsi dietro anche in organi istituzionali il figlioletto da lui designato si presume alla successione (si spera non alla segreteria) è un uso abbastanza raccapricciante, dato che in occidente i dirigenti politici si eleggono ai congressi.

venerdì 18 dicembre 2009

Kindle è davvero un gioiello tecnologico

E' quasi un mese che uso il Kindle.
L'ho acquistato sulla base delle “prove su strada” dei principali lettori di ebooks fatta da Wired.
Devo dire che il “mezzo” si è rivelato al meglio delle aspettative.
Pregi.
Leggibilità senza problemi in tute le condizioni e senza stancare la vista; dimensioni del display identiche quelle di un qualunque libro in paperback;sorprendente velocità di accensione e di acquisizione della linea telefonica 3G e altrettanto sorprendente velocità di caricamento in download dei libri; possibilità di acquisire documenti propri in formato Word o PDF o immagini o MP3 (previo invio nella casella di posta propria messa a disposizione da Kindle per essere convertiti nel formato proprietario e ritrasmessi velocemente indietro); durata della batteria di oltre una settimana usandolo un paio di ore al giorno;accesso a una libreria abbastanza vasta comprendente anche riviste e giornali.
Difetti.
Ovvio che ce ne sono, dovuti a una tecnologia in evoluzione e che comunque ha dovuto limitare l'impiego di elementi troppo costosi o giudicati non convenienti da un punto di vista esclusivamente commerciale.
Il display è solo in scala di grigi; la connessione per navigare c'è ma non c'è browser per ragioni commerciali ovvie (la ditta produttrice garantisce la navigazione gratis per scaricare libri e per ora per consultare Wilkipedia, ma è ovvio che non può pagare il costo della connessione telefonica dati veloce per il piacere dei clienti);il formato di ebook proprietario di Microsoft non lo accetta per la conversione riducendo così l'utilizzo di una parte delle possibili biblioteche a disposizione;per ora sono commercializzati in modo privilegiato il genere fiction e quindi è molto più difficile trovare titoli scientifici o di accademici; il display non è usabile in orizzontale; ancora il display non è “touch”, come saranno lettori di ultima generazione attesi l'anno venturo; ci sono delle limitazioni per l'Europa fastidiosissime ad esempio per ragioni di tempo di scaricamento coi conseguenti costi di connessione elevati le riviste o i giornali in Europa arrivano senza illustrazioni e questo lo si può capire; oppure per ragioni commerciali ci sono titoli che in Europa non vengono commercializzati e questo invece fa veramente imbestialire.
Il giudizio complessivo però a mio parere è molto positivo anche in relazione al rapporto qualità prezzo.

giovedì 17 dicembre 2009

Secondo discorso natalizio sui massimi sistemi



L'anno scorso col post del 17 dicembre 2008 avevo scritto che in una atmosfera culturale, sociale, politica pesante si desiderava almeno una volta all'anno lanciarsi in speculazioni alte, approfittando di quella che un tempo era la spiritualità del natale e che oggi è quasi solo un penoso rito consumistico.

A un anno di distanza il clima sociale è ancora più asfissiante e quindi è ancora più forte lo stimolo ad uscirne.

In quel post si era detto in sintesi questo :

- in tutti tempi le mitologie religiose sono nate per cercare di dare un senso alla vita ed in particolare per cercare di spiegare il problema dei problemi quello della morte, da sempre percepito come una assurdità in contrasto con tutte le aspirazioni dell'uomo,

-la soluzione escogitata dalle religioni è stata quella di ipotizzare una vita dopo la morte per risolvere ad un tempo il problema del salvare la dignità della propria persona umana individuale ipotizzando la sua persistenza dopo la morte come anima ed il problema di salvaguardare ovviamente anche la persistenza dopo la morte della singole personalità dei propri cari. Le religioni monoteiste occidentali col concetto di un paradiso e quelle orientali col concetto antichissimo di ritorno ad una entità impersonale identificata nella madre terra per ripartire attraverso reincarnazioni in un ciclo concepito a forma di cerchio, in un universo di pensiero nel quale però non esiste la contrapposizione fra materia e spirito che è un concetto tipicamente legato alle filosofie occidentali,

-si era detto anche che le religioni sono basate su presunte rivelazioni divine contenute in libri sacri e quindi per definizione sono basate non su evidenze di tipo razionale-logico, ma su un atto di fede che, ancora per definizione, non è razionale in quanto la fede è un sinonimo di “voler credere” “wishing phinking” prescindendo dalla ragione e questo è il loro limite che rende l'uomo moderno sempre più insoddisfatto di questo voler credere senza possedere evidenze dimostrabili almeno logicamente, tanto che parallelamente allo sviluppo della scolarizzazione si riducono le greggi dei fedeli e si allarga lo spazio della secolarizzazione.

Le religioni però è innegabile che hanno influenzato lo sviluppo della storia e della cultura senza confronto più di qualsiasi altra cosa non per la validità funzionale delle sue speculazioni,come si è detto, ma perché la riflessione religiosa elaborata nei secoli da menti raffinate ha proposto concetti di grande peso e di persistente validità beninteso se utilizzati come metafore, come icone di concetti complessi da sviluppare e verificare con gli strumenti della filosofia, della scienza, dell'arte per pervenire a spiegazioni ed ipotesi razionalmente difendibili.

-su questo filone di ricerca avevamo detto che si sono posti in discipline diverse per esempio la speculazione filosofica di Emanuele Severino con la filosofia del riconoscimento dell'assurdità del concetto di nulla e con la filosofia dell'oltre dio, nonché la speculazione teologica di Vito Mancuso che elabora una teologia razionale, che riconosce la validità delle sole formulazioni dogmatiche che trovino una evidenza e una verifica logico-razionale, abbandonado tutte le altre e sopratutto si apre alle acquisizioni della scienza moderna dalla teoria della relatività alla fisica quantistica a quanto stanno svelando le neuroscienze,

-si era detto che si riteneva di particolare interesse questo filone di indagine, cioè quello del dialogo fra scienza filosofia e teologia, perché la scienza da sola produce enormi allargamenti delle conoscenze,ma nei rari casi nei quali si trovino scienziati interessati ad avviarsi su speculazioni di questo tipo non mi sembrava che si pervenisse a niente di soddisfacente.

Personalmente non ritengo soddisfacente ad esempio la posizione di Umberto Veronesi o di Boncinelli che sostengono che l'unica forma di immortalità concessa alla umanità consisterebbe nel solo persistere nel ricordo dei superstiti,nel contributo eventualmente dato all'arricchimento del patrimonio culturale complessivo dell'umanità o più precisamente nel dato scientifico certo del miglioramento e nell'acculturamento complessivo della specie acquisito e tramandabile ai posteri come dimostrato dalla teoria dell'evoluzione di Darwin.

Severino probabilmente commenterebbe che questa posizione non va oltre quello che diceva Leopardi ,che di Darwin sapeva poco o niente.Severino ancora più acutamente propone un altro filone di ricerca quando dice : perchè arrovellarsi sulla domanda cosa ne sarà di me dopo la morte invece che su quella, cosa ero io prima della nascita?Rovescia il problema essendo lui il negatore del concetto di nulla, provenienza dal nulla, ritorno al nulla. Severino sostiene che ciò che esiste, esiste in quanto è sempre esistito.

Tornando a Veronesi e Boncinelli, sinceramente non mi sembra che basti la loro riflessione per soddisfare il nostro naturale tendere a qualche forma di immortalità.

Ancora meno mi basta la posizione degli scienziati atei militanti a cominciare da Odifreddi che sostengono che la vera forza regolatrice e motrice della natura, non è un dio creatore o manovratore del mondo in senso finalistico, ma il puro caso.

Trovo invece di enorme interesse il filone di indagine iniziato da Mancuso che parte da dalle acquisizioni scientifiche che dalla relatività, alla fisica quantistica mandano in pezzi la cosmologia sulla quale è costruita tutta la cattedrale dogmatica del cattolicesimo, fondata sulla cosmologia biblica. Se la cosmologia costruita sulla scienza moderna deve tenere conto del fatto che la sostanza elementare che costituisce il tutto non sono le particelle atomiche e subatomiche, belle sferette se pure piccolissime, con la loro bella massa, cioè fatte di materia, ma sono invece “grumi” o meglio vibrazioni di energia, come i quark che di massa non ne hanno affatto,cambia tutto. Tanto per cominciare sparisce la contrapposizione spirito-materia. Secondariamente sparisce la concezione del cosmo come qualcosa di materiale e statico se pure in evoluzione nel tempo fra equilibri diversi per pervenire a una concezione del cosmo come qualcosa costituzionalmente dinamico. Cioè la realtà non è più qualcosa di materiale nel senso di fotografabile in un dato momento ma è qualcosa in evoluzione,più precisamente addirittura in vibrazione.

Questo, diciamolo pure, è qualcosa di talmente contro-intuitivo che è ben lungi dall'essere ancora metabolizzato o semplicemente realizzato dalla cultura non scientifica.

Questo però apre la strada a riflessioni del tutto nuove come ad esempio la verosimiglianza che possa esistere un pensiero che esiste e persiste indipendentemente dall'hardware cervello. Se così fosse avremmo risolto quasi tutto, la strada sarebbe aperta all'ipotesi di sopravvivere alla morte.

Su questo filone di ragionamento si è cimentato di recente lo studioso americano Dinesh D'Souza, che ha scritto un libro dal titolo esplicito “Life after death-The evidence”.

D'Souza potremmo definirlo un conservatore illuminato, genere molto carente in Italia e tende ad allargarsi un po' troppo nel confutare le tesi degli atei militanti,ma si cimenta tra l'altro proprio su queste ipotesi : la separazione della coscienza dalla mente fisica, il cervello,egli sostiene :”la mente non può essere ridotta al cervello...l'autocoscienza e la volontà libera ….sembrano operare al di fuori delle pure leggi fisiche e di conseguenza non possono essere soggette alle leggi governanti la morte del corpo”.

D'Souza ipotizza la possibilità di una permanenza dell'autocoscienza in universi paralleli e sostiene che esperimenti denominati “Awareness during resuscitation” al Weill Cornell Medical Center su pazienti fra vita e morte dopo il venir meno degli indicatori normali (battito cardiaco e attività elettrica cerebrale) hanno visto che costoro, quando sopravvissuti hanno riferito di essere stati testimoni di visioni di sé da un a prospettiva dal di sopra. Riferisce ancora di esperimenti su pazienti in quelle condizioni consistenti in proiezioni di immagini generate a caso in modo da poter essere visti solo da sopra rispetto a dove stava il paziente stesso ed è capitato che i pazienti sopravvissuti abbiano poi saputo identificarle.

Sono ipotesi non di più, ma sono verosimili.

Perchè non citare poi a dimostrazione dell'interesse per questi filoni di indagine gli accenni che ne sono stati fatti nel recente “Il simbolo perduto” di Dan Brown ,dove si parla della “noetica”che tratta per esempio della possibilità di fare sperimentalmente l'esperienza di “pesare l'anima umana” (pesando l'individuo prima e immediatamente dopo la morte con certe tecniche complesse) e che il pensiero concentrato di più persone possa influire su fenomeni naturali come la cristallizzazione dell'acqua quando ghiaccia, in un modo se quel pensiero era positivo e in un altro se era negativo.

Anche qui solo ipotesi se pure suggestive, dietro però non ci sono volgari ciarlatani, ma persone serie che ricercano.

Certo sono discorsi in fieri che lasciano aperti ponderosi problemi teorici.

Primo fra tutti il problema che la filosofia e la teologia identificano come “teodicea”,cioè la giustizia di dio o la giustizia vera e propria.

Se usciamo dalle mitologie religiose, che prevedono il marchingegno del giudizio dopo la morte per premiare i giusti e condannare i reprobi, le anime permarrebbero in altri universi in posizione di parità, sia quella di Hitler sia quella di Gandhi e la cosa lascerebbe ovviamente perplessi.

Potrebbe venire in aiuto la millenaria elaborazione della kabbala ebraica ,che non prevede un giudizio ma fa intravedere un sistema per il quale il giusto porta energie positive che arricchiscono tutti gli umani e i reprobi energie negative che impoveriscono, i primi hanno la consapevolezza di arricchire, gli altri di impoverire e questo sarebbe di per sé una forma di giudizio. Convince fino a un certo punto, perché sono sotto gli occhi di tutti tanti lestofanti felicissimi di esserlo, ma è un discorso da sviluppare ed è abbastanza vicino alla visione del mondo della filosofia stoica dalla quale come è noto la teologia cattolica ha attinto a piene mani.

Non trascuriamo in queste riflessioni il punto di vista esistenziale e non teologico del buddismo che afferma : tendiamo forse a qualcosa indicabile come dio, ma non si amo in grado di determinare quale dio cioè di identificarlo e quindi è inutile perdere il nostro tempo in meditazioni metafisiche, occupiamoci piuttosto seriamente della nostra situazione reale ed attuiamo un metodo sensato per il raggiungimento della felicità sulla terra, di un eventuale al di là prenderemo conoscenza a suo tempo senza necessità di arrovellarsi senza costrutto prima. Anche seguendo queste riflessioni si constata come tutto si leghi nello sviluppo del pensiero umano, essendo del tutto evidenti le analogie fra questo discorso e quello della filosofia epicurea.

Non trascuriamo anche il fatto che le elaborazioni della scienza moderna che hanno sconvolto le nostre teorie cosmologiche, come si è detto sopra ,propongono come riferimento un nuovo quadro di pensiero che non è proprio l'astratto concetto di un tutto impersonale, come da sempre propongono le filosofie orientali,ma che però è di tipo analogo e quindi costringere a prenderle in considerazione per lavorarci sopra e cercare elementi di contatto.

Peccato che la chiesa cattolica che è ancora l'unico elemento di riferimento ai valori alti per tante persone non si occupi più di religione da parecchio tempo e quindi parli regolarmente d'altro, occupandosi ben poco di tutte queste riflessioni. Forse verrà il tempo nel quale si spoglierà del potere e ritroverà il senso della propria missione e allora si occuperà principalmente di questi discorsi.

Gli ultimi papi hanno riabilitato Galileo, ma non ancora Giordano Bruno, che la cosmologia della quale parliamo aveva intuito nelle linee fondamentali con quattro secoli di anticipo, rendiamo onore al suo genio.

giovedì 26 novembre 2009

Obama più passa il tempo e più assomiglia a Veltroni e non è un complimento

E' passato il primo anno di Obama alla Casa Bianca e le speranze di vedere all'opera il nuovo Kennedy stanno svanendo.

Il ragazzo che ha fatto sognare il mondo con la sua campagna elettorale tutta impostata al cambiamento e tutta impregnata di idealità alte, si sta impantanando di giorno in giorno nella politica politicante, largamente vittima di lobbies potentissime e di vecchi pregiudizi.

Ha pontificato contro i benefits dei managers finanziari ma non ha fatto nulla in pratica per impedire alle banche di impiegare i soldi che il governo ha dato loro per non fallire (il famoso e gigantesco stimolo) non per dare credito alle aziende,ma per fare soldi a palate facendo trading e quindi alimentando un'altra bolla.

Ha investito tutto il suo prestigio sulla riforma della sanità ma sta lavorando solo sull'allargamento agli utenti oggi esclusi e non sui costi insensati del sistema e quindi senza fare alcun male alle assicurazioni-succhia sangue, ma mettendo ancora più a repentaglio i conti.

Si è preso un tempo eccezionalmente lungo per decidere sull'Afganistan ma sta per rifarsi intrappolare in un nuovo Vietnam, quando tutti gli editorialisti liberal gli stanno dicendo da mesi che mandare più truppe non ha alcun significato militare a meno di più che triplicare il contingente, col che vincerebbe la guerra. ma chi gestirebbe poi il paese? Un generale americano? Sarebbe una follia.

Però dopo tante bei discorsi nella pratica è tornato prigioniero della solita solfa di “appoggiamo i nostri ragazzi in divisa” senza avere il coraggio di riconoscere , che l' errore era stata la guerra in sé.

Un acuto commentatore ha definito Obama un”incremental man”per dire che in sostanza è un moderato riformista che ama solo i piccoli passi, il resto è teatro.

Da quello che si vede probabilmente ha ragione.

Il guaio è che l'America aveva assolutamente bisogno di riforme vere per tornare ad essere sé stessa,cioè il riferimento principale dell'Occidente, perchè la forza e la credibilità dell'America è ancora necessaria per spingere le nuove superpotenze asiatiche ad accettare con più decisione i principi e gli istituti liberali.

Ora, essere riformisti non è affatto una brutta parola, purchè però non si lascino le cose come stanno.

E alcune delle cose dell'America che costituiscono gran parte del nostro immaginario collettivo si stanno pericolosamente squagliando.

A cominciare dall'educazione che riceve sempre meno finanziamenti, alle imprese legate alle energie verdi, al primato tecnologico in generale.

Alcuni commentatori americani, incredibile ma vero, citano l'Europa come un continente che sta andando meglio dell'America, non era mai capitato.

Obama ha ancora moltissimi suppoters sopratutto all'estero, ma è ora che impari anche lui a fare “qualcosa di liberal” o perderà la faccia.

domenica 15 novembre 2009

Si impone una exit strategy per Silvio



Silvietto che candida e sostiene con decisione Massimo D'Alema come ministro degli esteri della UE. Quasi tutti avranno pensato : rieccoci all'inciucio. Probabilmente è quasi così, ma non credo che ci sia da scandalizzarsi. In politica e in diplomazia sono comuni le situazioni nelle quali per un interesse superiore è opportuno lasciare ad un avversario o comunque ad un personaggio di potere che si trovi alle corde una accettabile via di uscita.
In politica internazionale una simile strategia può evitare delle guerre e spesso è riuscita ad evitare delle guerre.
Nelle politiche nazionali è lo stesso.In Italia con il berlusconismo si è creata una situazione di impasse che sta facendo degradare il paese.E' ormai abbastanza chiaro che il personaggio è finito perché si è rovinato con le sue stesse mani. I suoi alleati stanno armai manovrando sempre più apertamente per il dopo lui. L'opposizione sta un pochino meglio di prima perché il PD ha finalmente un segretario eletto credibile, ma ha bisogno di tempo per dimostrare di esistere dopo un lungo periodo nel quale è stata assente ingiustificata. Però è chiaro a tutti che “lui” fuori dai piedi non ci andrà di sua spontanea volontà e che metterà in atto i più arrischiati colpi di coda per rimanere in sella per tutelare i suoi interessi personali e aziendali da Palazzo Chigi. A meno che non spunti un politico capace di fare politica e gli proponga una exit strategy a lui accettabile. Diciamolo subito non si tratterebbe ovviamente di una cosa per verginelle, cioè nella sostanza sarebbe una cosa tutt'altro che encomiabile, ma sarebbe giustificata dall'interesse superiore de venire fuori da una situazione pesante destinata ad aggravarsi. Il patto sarebbe semplice : io ti garantisco che una volta tornato semplice cittadino nessuno ti romperà più le scatole per le tue pendenze pregresse e tu lasci la politica con una scusa qualunque. Questa non è certo politica alta, ma l'interesse nazionale può richiedere atti del genere. "Lui" ha tante cattive qualità ma non è scemo ed anzi è un furbastro e quindi avrebbe tutto l'interesse ad accettare.
Però..però il vero problema gigantesco è questo. Esiste oggi in Italia un politico abbastanza potente e abbastanza intelligente da potere mettere in atto un patto del genere. Forse D'Alema potrebbe essere in grado di negoziare una cosa del genere. Se la cosa è materialmente realizzabile e i protagonisti saranno capaci di fare politica una volta tanto non da teatrino, lo vedremo presto.

mercoledì 4 novembre 2009

Sesso e Chiesa cosa è cambiato?

Eravamo tutti convinti che se c'è una cosa che è destinata a non cambiare mai è l'eterna fobia della chiesa per il sesso.
Eppure di recente c'è stata una sequenza di eventi che dimostra il contrario.
Non sono eventi capitati in provincia e che hanno interessato la casalinga di Voghera e il Rag. Fantozzi, sorpresi in atteggiamenti “sconvenienti”. Sono eventi clamorosi minuziosamente descritti, fotografati, registrati, filmati, finiti su verbali giudiziari, passati su tutti i giornali e televisioni dell'intero mondo. Sono solo tre ma bastano e avanzano. Mi riferisco naturalmente alla vita privata “scollacciata” del nostro Presidente del Consiglio, al caso Boffo, al caso Marrazzo. Di tutti e tre sinceramente non me ne frega assolutamente niente, ma ritengo che sia di grande rilevanza il modo inusuale con il quale la chiesa li ha trattati, perché questo costituisce una cesura con il passato. In questi casi la gente vestita di viola o di rosso porpora, ritenute da mezza Italia le persone preposte a dettare i criteri della moralità non ha nemmeno finto di scandalizzarsi, ma si è preoccupata invece di dare una affrettata assoluzione preventiva senza effettuare nemmeno un'istruttoria. Perché? Nel caso Berlusconi si era detto e scritto che la gerarchia cattolica aveva scelto cinicamente di sfruttare il caso per portare a casa quel poco di privilegi che non aveva ancora capitalizzato dallo stato italiano. E questa spiegazione, anche se vomitevole per i cattolici che credono evidentemente in qualcosa di diverso rispetto alle gerarchie della chiesa, poteva sembrare verosimile. Però anche ammesso che sia spendibile la ragion di stato in questioni di così bassa cucina, il Papa che incontra il personaggio e lo accoglie con un :"Che piacere Presidente", come se avesse incontrato il presidente dell'accademia dei Lincei.....per molti è un po' troppo. Ma negli altri due casi gli interessati non avevano nulla da dare in cambio, non erano personaggi di tale calibro da potere fare invocare la ragion di stato vaticana.
Erano però in una posizione più che sufficiente per suscitare scandalo e riprovazione.
Boffo era il personaggio laico che aveva concentrato nelle sue mani il più grande potere che un laico in Italia abbia mai avuto, capo di tutti i media cattolici e tutto questo per un numero elevato di anni. Immaginiamoci se anni fa fosse uscito sui giornali che un grande giornalista cattolico o il presidente nazionale di una associazione cattolica era omosessuale. Tutti coloro che in Italia spendevano la loro faccia come cattolici si sarebbero sentiti sputtanati. Oggi invece niente, o piuttosto un grandissimo starnazzare sul presunto attacco laicista massonico alla chiesa, ma nulla sul fatto che un personaggio appartenente alla categoria dei “diversi”, quotidianamente considerati dalle gerarchie della chiesa, nella migliore delle ipotesi, malati da compatire e comunque pubblici peccatori fosse stato titolare della più importante stanza dei bottoni del mondo cattolico laico,nominato e confermato più volte dal potentissimo Presidente della Cei,Card. Ruini. Boffo, si è difeso talmente malamente da suscitare simpatia umana anche in chi, come il sottoscritto, non lo ha mai amato professionalmente , contestando altri elementi di fatto inerenti alla sua vicenda , ma non ha mai detto di non essere omosessuale. E da parte della gerarchia niente.
Col povero Marrazzo le cose sono andate in modo ancora più sorprendente anche perchè il fatto in sé è addirittura oltre i limiti del boccaccesco. Non siamo più nel campo dell'incidente per eccesso di pratica sessuale, qui siamo nel campo delle deviazioni sessuali. Nei manuali di sessuologia,oltre questo c'è solo il praticare sesso con gli animali, tanto per intenderci. Eppure un esponente degli uomini in violetto, sua eccellenza l'Abate di Montecassino,insignito della dignità vescovile, ed a quanto pare ,considerato in quell'ambiente un “enfant prodige” per la sua giovane età e per la sua abilità, ne parlava con disinvoltura come di una ragguardevole personalità di comprovata fede cristiana che aveva bisogno di un periodo di riflessione nel suo monastero e da ricevere con tutti gli onori. Certo dai tempi del manzoniano fra Cristoforo ne è passata di acqua sotto i ponti di santa romana chiesa. Tanto da renderla irriconoscibile.Però gli italiani non sono tutti tonti ed i cattolici non sono tutti pecore. Quanto meno qui c'è qualcosa che non va, e quando c'è qualcosa che non va in una istituzione qualcuno dovrà pure prima o poi pagarne il conto.Qui purtroppo per l'incoerenza dei vertici il conto lo pagherà la chiesa, perchè il ragionier Fantozzi inevitabilmente si chiederà : ma che cavolo!io dovrei andare a confessare la mia tresca con la collega d'ufficio a chi ha già assolto e ricevuto con tutti gli onori i puttanieri presidenti? Ma vadano a ffa.....

lunedì 2 novembre 2009

El comandante Silvio?

Leggendo il numero di Newsweek di questa settimana mi sono trovato davanti a un articolo sul Comandante Chavez e il suo uso del cinema a favore del regime.
Alcune cose erano tipiche di quel paese, ma il senso del discorso e la descrizione di molte situazioni mi hanno fatto sobbalzare sulla sedia perché sembravano riferirsi all'Italia berlusconiana. Possibile, mi sono chiesto, che in così poso tempo il nostro paese sia potuto deteriorarsi tanto, passo dopo passo tanto da non farci nemmeno percepire come siamo finiti male? Inutile dirlo il tono dell'articolo è di deplorazione e di non celato disprezzo per il fatto che il Venezuaela di Chavez si è messo nel solco delle ben note dittature del novecento. Può darsi che mi sbagli ,o che esageri nella valutazione ,ma riporto di seguito i passi di quell'articolo che mi hanno colpito. Deciderà il lettore se le analogie col regime berlusconiano esistono o se sono incubi solo miei.

“Avendo intimidito..... parte della stampa indipendente, riscritta la costituzione, ….Chavez è riuscito a dominare la vita di milioni di Venezuelani......il cinema è la sua scommessa per controllare anche la loro immaginazione......con le telenovelas un genere nel quale i Venezuelani eccellono.........Chavez ha poca dimestichezza con gli intellettuali e gli artisti, e gli studenti sono i suoi nemici giurati........l'unico obbiettivo di Chavez è quello di stare al potere a vita” (Newsweek 2 novembre 2009 pagg. 62-64).

Mi pare che occorrono pochissime indicazioni per tradurre quanto sopra nella situazione italiana.
Basta tradurre cinema con televisione e il gioco è fatto.

Intimidire la stampa indipendente

Ci sono state le cause civili intentate dal nostro “comandante”all'Unità e a Repubblica indicando cifre volutamente astronomiche a puro scopo intimidatorio. Ci sono stati gli attacchi a Boffo, direttore di tutto il sistema dei media cattolici che l'hanno costretto a lasciare, c'è stato l'attacco ad Augias accusato di essere stato in contatto coi servizi cecoslovacchi quando era poco più che studente, non parliamo degli attacchi sistematici dopo ogni trasmissione televisiva non allineata, c'è stato il sistematico e reiterato invito agli industriali a ritirare la pubblicità dai tre giornali non controllati dal regime.

La Costituzione fatta a pezzi

La Costituzione è fatta a pezzi quotidianamente con una propaganda martellante di disinformazione approfittando dell'ignoranza giuridica degli italiani, dato che nelle scuole superiori italiane non si insegnano i rudimenti del diritto se non nel corso per ragionieri, tra l'altro poco frequentato, il tutto per prepararsi il campo ad interventi diretti a stravolgerla a colpi di maggioranza. Sono anni che la propaganda di regime ripete la balla colossale che il “comandante” è stato eletto dal popolo, in modo da convincere la gente che l'Italia sarebbe una repubblica presidenziale e non una repubblica parlamentare nella quale il popolo elegge il parlamento e non il presidente del consiglio dei ministri In qualsiasi testo di diritto costituzionale si spiega che in Italia non esiste la figura del Capo del Governo o premier, ma quella ben diversa del Presidente del Consiglio dei ministri, “primus inter pares,” come figura di coordinamento di un organo collegiale. Tutto il sistema del complesso bilanciamento dei poteri fra organi costituzionali diversi ,che rende l'Italia una democrazia occidentale e non una repubblica delle banane , viene denigrato quotidianamente per appiattire tutto sulla persona del “comandante”, che non ha alcuna veste costituzionale nel sistema esistente.

Le televisioni usate per spostare l'attenzione dal senso critico al puro intrattenimento meglio se volgare e categoricamente lontano da ogni riferimento culturale

Inutile illustrare quello che tutti sappiamo e possiamo verificare accendendo la televisione su un canale italiano. Sembra una banalità, ma può essere una banalità che uccide la democrazia se ripetuta per anni cancellando l'opinione pubblica ,drogando il senso critico e abituando sistematicamente la gente a una adesione conformistica al livello più basso. Il trucco del “panis et circences” era noto da millenni a qualsiasi dittatore o aspirante tale.

L'incultura al potere

Inutile spendere delle parole per illustrare le fini disquisizioni di ministri della repubblica sugli “intellettuali di merda” della sinistra (sinistra : categoria politica che a detta di qualsiasi osservatore in Italia al momento presente semplicemente non esiste più ). Il comandante Silvio non è un militare come Chavez ma le sue categorie mentali sono notoriamente da caserma, sopratutto nella valutazione dell'altra metà della umanità, cioè del mondo femminile.

La “vision” del “comandante”: stare al potere a vita

Stare al potere a vita a qualsiasi costo, la prospettiva del berlusconismo è questa. “Se mi condannassero non mi dimetterei” dice il “comandante” e questo basta per valutare il regime. I distributori di camomilla dal Corriere della sera a Rutelli , Casini e compagni che si scandalizzano a sentire parlare di fascismo ,che si sta materializzando di giorno in giorno non vogliono vedere una realtà sempre più preoccupante, perché come in Venezuela esiste anche l'altra metà del paese che non è per niente favorevole al regime e che si carica di puro odio verso chi maltratta in questo modo le istituzioni.
C'è una sola differenza effettiva fra Chavez e il “comandante” Silvio. Chavez ha nazionalizzato centinaia di industrie e privilegia il pubblico rispetto al privato.
Però il “core business” del “comandante” Silvio, le televisioni, è quello di un concessionario di pubblico servizio , le frequenze televisive, cosa che in Italia si finge di non conoscere bene e della quale non si parla mai e che sarebbe invece bene tenere in primo piano.

mercoledì 28 ottobre 2009

Comunismo, fascismo,clericalismo papista e quasi niente liberalismo

Uno può pensarla politicamente come crede, cioè può essere di destra o di sinistra, ma comunque la pensi non può fare a meno di accorgersi della domanda che compare da mesi su tutti i più titolati media del mondo : “ma come mai gli italiani con il patrimonio culturale del quale dispongono e dall'alto del loro peso economico si sono affidati al berlusconismo?”. Cercherò per l'ennesima volta di dare una risposta cercando di uscire dallo squallido teatrino della politica quotidiana (squallido, occorre precisarlo subito a destra come a sinistra).
La risposta più seria probabilmente viene da quegli autori dei cultura anglosassone che riescono a osservare le nostre vicende con freddezza ,anche perché sono interessati alla materia come studiosi, ma non come cittadini italiani, che di questa vicenda sono vittime ed attori contemporaneamente.
Questi studiosi hanno spesso detto che i mali storici dell'Italia vengono da una storia particolare che ha ostacolato in questo paese il sorgere di una cultura politica prevalentemente liberale come è capitato invece nel resto d'Europa e del Nord America.
Il regime da basso impero che stiamo ora vivendo in parte si giustifica a causa di questi mali storici.
Purtroppo le ideologie politiche che sono state prevalenti nel 900 non sono certo la stessa cosa, ma hanno disgraziatamente una caratteristica comune, tutte si consideravano nemiche degli ideali liberali e tutte non favorivano il senso critico, ma l'adesione fideistica a una ideologia e ad un capo.
Molti intellettuali ogni tanto ripetono a ragione che l'Italia non ha mai avuto la Riforma, ma subisce periodicamente delle controriforme.
Non avere mai avuto la Riforma è un bel guaio. Chi ha avuto modo di conoscere la cultura politica dei democristiani tedeschi capirà facilmente perché la Dc italiana si è lasciata seppellire dalla storia e quella tedesca invece prospera. La CDU tedesca ha infatti solo un'ala cattolica romana tradizionalista ed è quella bavarese, che non gode oggi di particolare salute.
Il grosso del partito invece da sempre ha vissuto nel dialogo fra due cristianesimi, quello riformato e quello cattolico,quello che fa riferimento al papa, alla Madonna e tutti i santi e miracoli, e quello invece che fa riferimento principalmente alla coscienza individuale e che cerca risposte con la propria ragione ai problemi della vita ed all'interpretazione della bibbia e non accetta le formulazioni e le interpretazioni dogmatiche della tradizione.
Ecco, il fatto stesso che per scrivere di questo argomento abbia ritenuto indispensabile di dover esporre per il lettore un riassuntino di che cosa pensano i cristiani riformati già spiega tutto. Cioè è tanto vero che in Italia la riforma non è mai pervenuta e tanto meno è attecchita, che la gran parte dei nostri connazionali non sa cosa pensino i cristiani riformati di diverso rispetto ai cattolici. Del resto l'anacronistico regime concordatario, e il costume dei media nostrani fanno di tutto per ignorare l'esistenza delle opinioni religiose diverse dal cattolicesimo in Italia e questo impedisce la crescita culturale ,che negli altri paesi europei ed occidentali è stata invece la regola ed è alimentata dalla conoscenza reciproca. Meglio ancora è alimentata dalla consapevolezza che ci sono più risposte religiose agli stessi problemi e tutte hanno una loro dignità storica e logica.
Voglio dire, l'abitudine degli italiani che si dicono cattolici è quella di fare riferimento a quello che dice la gerarchia cattolica ed il papa in particolare come all'ultima e indiscutibile parola come riferimento morale (anche se ovviamente poi nella pratica ognuno fa quello che vuole).
Non è così nel resto d'Europa e dell'Occidente, dove non solo la secolarizzazione , ma la convivenza per decenni con le conseguenze culturali profonde della riforma hanno indotto tutti a fare i conti con un maggior peso della coscienza individuale rispetto al “verbo” proclamato dalle gerarchie e in particolare dal papa.
Per farla breve si è più abituati da secoli da ragionare con la propria testa, anche se questo non ha impedito ai nostri vicini d'oltralpe di aderire di buon grado alle ideologie totalitarie del novecento,anche se in contraddizione con la loro cultura.
L'Italia non ha avuto nemmeno la rivoluzione francese, se non nella forma non sempre gradevole di quella imposta al passaggio nel nostro paese delle truppe napoleoniche.
Anche questa non è cosa da poco e ci ha lasciato vuoti culturali evidenti.
La lotta all' illuminismo, alla modernità, al liberalismo, alla democrazia, ingaggiata dai papi ottocenteschi ed oltre ha pesato non poco sulla cultura politica italiana prevalente anche oggi. E questa è un a ragione per la quale le ideologie totalitarie del novecento hanno trovato in Italia terreno più fertile che in qualsiasi altro paese.
Tutti sanno che il fascismo è stato un fenomeno “made in Italy” 1922.
Hitler è pervenuto al potere nel 1933 ed è stato l'allievo.
Tutti sanno altresì che il Partito Comunista Italiano è stato il più grande partito comunista europeo.
Così pure tutti sanno che il passaggio di “fans” entusiasti fra il fascismo e il comunismo è stato massiccio dopo la fine della guerra, facilitato dalla mentalità totalitaria e populista delle due ideologie, pure così diverse.
A questo punto non è necessario spendere troppe parole per evidenziare il fatto che ambedue le ideologie prevalenti del '900 erano all'antitesi del liberalismo ed erano incentrate sulla delega della politica alla persona del capo branco, non sul meccanismo liberale classico : 1-ricerca dell'informazione verificabile ; 2- elaborazione razionale personale; 3- scelta politica.

Oggi, come di è detto all'inizio ognuno può pensarla politicamente come vuole a destra o a sinistra, ma nessuno si può e si deve esimere dal verificare alcuni elementi di fatto che segnalano analogie col passato e che di conseguenza è bene che suscitino alcune riflessioni obiettive per evitare di ricadere in scelte già fatte in passato con leggerezza ,che la storia ha condannato senza appello.
Ancora il berlusconismo può riuscire antipatico o simpatico e su questo argomento sono già stati scritti quintali di libri e di articoli.
Però è opinione comune anche dei fedeli berluschini che le ragioni sulle quali si fonda il consenso del berlusconismo non è un fatto razionale , ma prevalentemente un “fatto di pancia”, cioè un fenomeno di adesione per trasporto emozionale, sentimentale.
Ancora è opinione comune che il berlusconismo sia un fenomeno che nelle teorie politiche si inquadra nella tipologia del populismo, tipologia nella quale al capo branco si riconosce un livello di adesione emozionale tale in via prioritaria, tale da passare sopra : - agli atti che se fatti da altri politici “tradizionali” sarebbero censurati come al limite della forma costituzionale , - ai comportamenti “stravaganti”, che se messi in essere da altri politici “tradizionali” sarebbero censurati come al limite della legalità - ai discorsi oggi in un senso, domani in senso contrario ,che se messi in essere da altri politici “tradizionali” sarebbero censurati come abitudine a mentire.
Per farla breve è già capitato una volta che gli italiani si sono trovati stressati e incavolati neri dall'incapacità dei politici “tradizionali” di fare diventare “l'italietta “di allora qualcosa di meglio e hanno quindi deciso di farla finita col teatrino dei politici per delegare a un “uomo” di mettere le cose in ordine.
Hanno scelto una scorciatoia, che hanno pagato e fatto pagare a tutti.
Anche allora l'”uomo” era stato regolarmente eletto dal popolo, ma non basta questo a fare la democrazia. Uno non diventa intelligente perché è stato eletto dal popolo.
Così pure un individuo che, per ipotesi ,si fosse macchiato di reati gravi non sanerebbe l'illegalità con fatto di essere stato eletto.
Gli italiani degli anni venti non erano né stupidi, né in mala fede. Ma il rancore che nutrivano per una classe politica che giudicarono incapace e la tensione emotiva che li ha portati a porre fiducia nell'”uomo” creduto capace di guidarli per una scorciatoia ha fatto loro dimenticare il metodo aureo che abbiamo già accennato : -1 cercare informazioni verificabili; -2 elaborare razionalmente e non emotivamente una politica; -3 fare la scelta politica.
D'accordo è più facile seguire emotivamente il capo branco, che spendere tempo per cercare informazioni verificabili nel sistema dei media italiani.
E' più facile ascoltare gli slogan propagandistici del capo branco, che elaborare politiche.
E' più facile affidarsi all'adesione acritica delle scelte proposte dal capo branco, che agire in proprio frequentando associazioni sezioni di partito e primarie.
Ma per andare dove?
In fondo il berlusconismo dura da 15 anni e i risultati non sono certo esaltanti.

domenica 27 settembre 2009

Tanto ci provò che ci riuscì.

Sottotitolo : “Padre fornicare è ancora peccato? Dipende da cosa ci danno in cambio figliolo!”

Ebbene è accaduto come da copione.
Il Cavaliere cercava disperatamente che un cardinale importante o meglio il papa stesso lo ricevesse per scrollarsi di dosso l'immagine di assatanato dal sesso, che compare da mesi su tutti i media del mondo.
Sono mesi che ci provava per opera del Sottosegretario, Gran Ciambellano di corte, Gianni Letta, che, guarda caso è anche Gentiluomo di Sua Santità.
Ma per un po' aveva frenato le frenesie delle gerarchie quello che viene definito con termine tipicamente curiale “lo sconcerto” della base cattolica per la condanna dei comportamenti privati del premier, che non è mai venuta da parte della gerarchia cattolica, che invece è sempre allerta e attentissima ai comportamenti in camera da letto dei suoi fedeli se sono semplici Fantozzi.
Il caso Boffo ha poi impedito al Segretario di Stato Bertone di cenare col premier all'Aquila, anche se la diocesi vanta (si fa per dire) un vescovo di incrollabile fede berlusconiana.
Alla fine però ha prevalso su tutto la smania di non perdere un istante per arraffare quanto più possibile da un premier che arranca ogni giorno di più.
Il Vaticano sa benissimo che a un Berlusca in difficoltà è in grado di chiedere quello che vuole e che invece chiunque sarà il suo successore non avrà praticamente nessuna delle sue debolezze da farsi perdonare e quindi sarà meno cedevole.
E' l'ultima carta disperata e per questa ragione è ancora più squallido e penoso vedere papa e cardinali trotterellare intorno a Berlusconi.
Questo papa Benedetto ,che quel poco che fa lo sbaglia a volte e spesso in modo clamoroso, fa perfino tenerezza.
Non basta riallacciare senza serie ragioni e facendo ulteriormente infuriare il popolo cristiano i rapporti con un premier di tal fatta, ma l'occasione dell'incontro è un viaggio papale nella Repubblica Ceca.
Ma se il papa non legge i giornali e non si informa su internet, nessuno gli avrà detto che se c'è un posto in Europa nel quale nessuno va più in chiesa, questa è la Repubblica Ceca ?
La ragione di stato, il potere, i privilegi per la chiesa : ma che caspita pensate che gliene freghi al fedele cattolico medio, al Rag.Fantozzi, di tutte queste cose?
Cosa c'entrano con Gesù Cristo?
Dicono che il Segretario di Stato si sia stra-incazzato quando il mite teologo Vito Mancuso alla vigilia del suo incontro col premier all'Aquila (che poi è saltato, ma come abbiamo visto, solo per essere rinviato di lì a poco) gli ha ricordato la vicenda di quel tale Giovanni Battista, che ci ha rimesso la testa per avere condannato le private fornicazioni del re di allora.
Nel vangelo il privato del re conta, ora non conta più?
Dipende da quello che il re vi darà in cambio del vostro silenzio?
Ma vergognatevi!

martedì 22 settembre 2009

In Italia non c'è più libertà di stampa! Non è vero, ma stiamo male lo stesso e molto.










Negli ultimi tempi si sono registrati alcuni fatti che hanno indotto la Federazione Nazionale della Stampa ad indire una manifestazione in difesa della libertà di stampa, ritenuta a rischio.
A partire della pubblicazione delle foto non commendevoli fatte da un fotografo agli ospiti della villa in Sardegna del Capo del Governo ,nelle quali oltre a codazzi di belle figliole appariva tra l'altro un ex premier straniero a prender il sole privo di mutande etc, etc.
La pubblicazione delle foto in Italia è stata maldestramente bloccata da un istanza del solito super avvocato del premier Ghedini,come sempre abilissimo come avvocato, ma non altrettanto come politico e consigliere del politico numero uno.
A che serve infatti bloccare alcunché oggidì se non dirottare su you tube milioni di persone a vedersi tutto quello che vogliono?
Grazie a dio le moderne tecnologie globali per natura se ne fanno un baffo delle grida italiane.
Poi sono comparse sulla stampa le vicende delle escort del prode Tarantini a palazzo Grazioli, residenza ufficiale romana del premier, con registrazioni audio, filmati da telefonino, interviste, tutto materiale molto esplicito che è finito sui giornali di tutto il mondo per mesi, ma non per esempio sul TG1, il più diffuso telegiornale italiano.
Poi sono arrivate le citazioni in sede civile per Repubblica e l'Unità con richiesta per danni di cifre assurde, e ,nel caso dell'Unità mettendo il premier (essendo l'onere della prova a carico dell'attore) nella per lo meno imbarazzante posizione di dover dimostrare in tribunale di possedere ancora una adeguata potenza sessuale, quando è nell'archivio dei giornali un articolo dell'attuale direttore del suo Giornale che affermava il contrario con argomenti analitici per scagionare il suo padrone dalle accuse di libertinaggio.
Poi è arrivato il famoso caso Boffo, ex direttore del giornale dei vescovi, costretto alle dimissioni da un attacco del Giornale berlusconiano, che tirando fuori una vicenda giudiziaria di qualche anno fa accusava il Boffo di essere omosessuale e di avere molestato una giovane signora per contenderle il fidanzato.
Su tutte queste vicende il premier ha deciso di non ammettere nulla, di non scusarsi di nulla e di passare al contrattacco castigando pesantemente i quatto gatti che hanno osato criticarlo.
Vedi infatti il caso Boffo, che poveretto lui,per anni aveva incensato su Avvenire il governo Berlusconi, ma che, sommerso negli ultimi tempi da una valanga di lettere di contestazione da parte di parroci e fedeli, aveva balbettato qualche lieve e indiretta critica allo stile di vita del premier, e vedi citazioni per danni in sede civile di Repubblica e de l'Unità.
E poi il premier ha operato un abituale rivoltamento della frittata dichiarando che la stampa sarebbe in mano per il 90% ai catto-comunisti, suoi avversari pregiudiziali.

Comunque la si pensi pro Berlusconi o anti Berlusconi, però ,la questione del conflitto di interessi è un grosso problema reale,anche se nessuno ne parla.
Vediamo perchè.

1)- Berlusconi è contemporaneamente capo del governo e titolare di aziende concessionarie delle frequenze televisive pubbliche e quindi in quanto premier si fissa l'importo del canone per l'utilizzo delle stesse (e ovviamente tiene la mano molto leggera 1% dei ricavi),sarebe come se Benetton (Autostrade) fosse capo del governo e si potesse così fissare il canone da pagare allo stato per gestire le autostrade pubbliche;

2)- Berlusconi è contemporaneamente capo del governo ed è titolare delle aziende concorrenti della Rai e quindi come premier è in grado di nominare la maggioranza del consiglio di amministrazione del suo principale concorrente,appunto la Rai,sarebbe come se Marchionne (Fiat) potesse nominare il consiglio di amministrazione della Renault;

3)- Berlusconi è contemporaneamente capo del governo e proprietario di una fetta significativa di editoria (il Giornale e Panorama, gruppo Mondadori), nonché beneficiario per intrecci azionari diretti o di indiretti dello schieramento a suo favore di un numero elevatissimo di giornali : Libero (proprietà gruppo Angelucci "re" della sanità privata laziale e non solo, nonchè senatore del PDL); i giornali del gruppo Riffeser : Il Giorno, il Carlino,la Nazione;i giornali del gruppo Caltagirone (Caltagirone, come è noto è il suocero di Casini, ma è uso a mettere gli affari davanti agli interessi familiari e i suoi giornali sono tutti schierati per il centro destra): il Messaggero, il Mattino, il Gazzettino; infine sono schierati per il centro destra i giornali locali del gruppo Ciarrapico che sono una legione).
Nel mezzo,cioè in posizione terzista e quindi non schierati ci sono : il sole 24 ore ( della Confindustria, dove Berlusconi conta),il Corriere della Sera (dove fra la proprietà figura Mediobanca dove Berlusconi conta e parecchio) e la Stampa (famiglia Agnelli, qui Berlusconi non conta, ma non risulta che gli Agnelli siano mai stati di sinistra).
Schierati decisamente contro e con grande tiratura vi è il solo Repubblica affiancato dal settimanale l'Espresso, seguita dalla pattuglia dei giornali della sinistra l'Unità, il Manifesto etc, che però ,messi insieme, tirano meno di un qualunque giornale di provincia.
Come si vede il problema del controllo del premier sulla quasi totalità dei media italiani è quasi totale ed una realtà facilmente documentabile e che chiunque può verificare, è quindi sorprendente che lo stesso premier affermi invece che il 90% della stampa in Italia sia in mano catto-comunista, naturalmente senza mai elencarli i presunti giornali catto-comunisti, dato che dovrebbe fermarsi a un solo giornale di grande tiratura.

4)-Ma non basta il controllo della quasi totalità dei media da parte di Berlusconi, è molto rilevante anche l'uso che viene fatto del suo “vantaggio competitivo” rispetto alla magra opposizione.
Risulta infatti dalle rilevazioni fatte da organismi indipendenti che Mediaset non garantisce neanche lontanamente il pluralismo dell'informazione.
Ad esempio le presenze nei telegiornali di marzo risultano essere le seguenti :
- TG 4 Berlusconi e governo hanno occupato il 90% del tempo;
- TG 5 il 73% ;

5)-Ma non basta neanche questo, la situazione è ancora peggiore perché in Italia le televisioni e sopratutto Mediaset si portano via la quasi totalità della pubblicità a scapito e a danno della carta stampata, che potrebbe chiudere i battenti senza gli aiuti di stato per l'acquisto della carta o peggio senza i soldi dei gruppi finanziari che li controllano.

6)-In Italia i giornali, per lo più, non sono in mano ad editori puri, cioè ad industriali che investono in giornali per fare soldi,ma a gruppi che li gestitscono molte volte in perdita o in grande perdita solo per controllare una parte dell'opinione pubblica, cioè per distorcere l'informazione a loro favore, per ragioni di potere.
Come mai i grandi costruttori detti anche palazzinari sono proprietari in toto o pro quota di grandi giornali? E gli imprenditori della sanità che se ne fanno dei giornali?

7)-Infine, la ciliegina sulla torta:il premier è anche padrone della Medusa Cinematografica, il principale produttore e distributore di film in Italia, e il cinema una certa influenza sulla formazione dell'opinione pubblica ce l'ha e come.

Quasi tutti i media nelle mani di una sola persona sono già un problema di per sè, figuriamoci poi se quella persona è anche il capo del governo.
Ne viene fuori una repubblica anomala, fortemente anomala,anche perchè questa anomalia non ha compensazione nell'uso di altri mezzi di comunicazione alternativi per informare l'opinione pubblica.

In Italia purtroppo soffriamo non solo del famoso “digital divide”, cioè della percentuale di uso delle nuove tecnologie più basso rispetto ai nostri partners, ma di altri preoccupanti “divide” cioè distacchi rispetto agli altri.

Primo fra tutti soffriamo del numero più esiguo di lettori di giornali.
Vediamo qualche cifra significativa:
- Il New York Times (giornale letto solo dalla élite colta americana tira 1.500.000 copie , il più diffuso USA Today passa i 2 milioni e mezzo di copie, il Wall Street Journal 2 milioni di copie;
- il Times di Londra, pure giornale della élite conservatrice tira quasi un milione di copie;
- il Guardian, giornale della élite progressista tira quasi 900.000 copie;
-il Sun, quotidiano della così detta working class, cioè popolare tira la stratosferica cifra di 3.000.000 e non è solo essendo affiancato ad esempio dal Daily Mirror che tira 1.500.000 copie e dal Telegraph che tira quasi 900.000 copie,oltre al Daily Mail tira oltre 2 milioni di copie;
-sempre in Inghilterra i giornali gratuiti venduti nelle stazioni del Metro, mercati etc. tirano addirittura 6.000.000 al giorno;
-in Germania il Bild tira tre milioni di copie
- in Austria il Kronen Zeitung tira 900.000
- in Francia Ouest France tira quasi 900.000
In altre aree del mondo il divario è ancora peggiore a nostro sfavore.
In Giappone i quotidiani più diffusi tirano 14 milioni di copie lo Yomiri Shimbun e 12 milioni di copie l'Asahi Shimbun
-L'egiziano Al Aram tira 900.000.

Il più diffuso quotidiano italiano il Corriere della Sera staziona sulle 650.000 e risulta essere al 96° posto nella classifica mondiale per diffusione (http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_newspapers_in_the_world_by_circulation).
Ne consegue che l'informazione della quale fruisce la stragrande maggioranza degli italiani è solo quella televisiva, dei telegiornali.
E questo ,occorre dirlo, non perché non ci sia libertà di stampa, ma perché questa è di fatto limitata da una delle tante anomalie italiane (il conflitto di interesi), alle quali anche i governi di centro sinistra, che si sono succeduti, non hanno colpevolmente nemmeno posto mano, ma il problema rimane ugualmente ed è pesantissimo, perché vuol dire che la maggioranza degli italiani fruisce di una informazione solo di parte, manipolata e in ogni caso di pessima qualità.
E' scontato quindi che un elettore privo delle informazioni necessarie elegga una classe politica di bassa qualità, che sia di destra o che sia di sinistra, perché non dispone degli strumenti elementari per giudicarla.

Come reagiscono le forze politiche a questa pesante situazione?
I DS purtroppo si portano al piede la pesante palla del non aver fatto nulla sul conflitto di interessi quando erano al governo loro.
Di Pietro è al momento l'unica opposizione ma da solo non può fare molto, si vedrà se dopo il congresso dei DS si aggregherà una opposizione decente.
Il centro-destra quando si parla di conflitto di interessi tira fuori regolarmente il debolissimo argomento che gli Italiani sapevano benissimo dell'esistenza del conflitto di interessi ed hanno eletto Berlusconi lo stesso e con ciò l'hanno legittimato. Attenzione però anche Hitler e Mussolini sono arrivati al potere a seguito di regolari elezioni, legittimati anche loro? L'argomento non tiene, nessun voto sana illegittimità o nel caso specifico anomalie di questa gravità.
Non bastasse la estrema debolezza dell'opposizione nel sostenere la necessità di tenere vivo l'argomento del conflitto di interessi come pericolo per la democrazia in Italia, ci pensano i terzisti a dar indirettamente man forte al centro destra per lasciare dormire l'opinione pubblica.
Panebianco e Pierluigi Battista sul Corriere pontificano in continuazione che tutto è regolare ,che è ridicolo parlare di pericolo fascista ,sia pure in forme nuove e molto soft, la democrazia sarebbe solida.
Salvo risvegliarci una mattina nell'incubo, quando la strada per tornare indietro potrebbe non esserci più, come è capitato infinite volte nella storia.

venerdì 4 settembre 2009

Il “non all'altezza del duce” sta diventando pericoloso




In altri tempi e in un clima come questo ma nel quale però nel bene e nel male qualcuno i così detti ancora li aveva si sarebbe detto che si cominciava a sentire un tintinnare di sciabole.
Quando si prospettava del marasma arrivavano loro , gli uomini in divisa ad incutere abbastanza timore da dare coraggio al meno pavido dei politici perchè si sporcasse le mani a tirar fuori il paese da una situazione difficile.
Oggi si ha la sensazione che dormano anche loro.
Abbiamo un governo che non fa quasi nulla e che quel poco che fa è in totale contrasto con gli interessi dei ceti che lo hanno votato.
Chi ha causato il disastro finanziario col quale abbiamo rischiato di rimanere tutti in braghe di tela?
Le banche.
Cosa ha fatto il governo per fare pagare alle banche il conto dei disastri compiuti?
Nulla. Geronzi e Passera vanno a fare passerella in ogni evento pubblico applauditi come se nulla fosse e sono gli stessi uomini che gestiscono il sistema, che a tutt'oggi nega i quattrini alle partite IVA ,che hanno fatto la fortuna elettorale di Berlusconi.
Saranno il motore del paese ,ma sono un po' duretti di comprendonio, se non hanno ancora capito di essere stati presi per i fondelli.
Quando se ne accorgeranno però saranno cavoli amari per il cavaliere.
O almeno così dovrebbe essere.
L'equazione però ha più di un'incognita.
Una delle incognite è sicuramente l'opposizione, che non c'è.
Il governo Berlusconi fa schifo,non produce quasi nulla, quando un italiano va all'estero lo sputtanamento causato dal Berlusca è tale che gli conviene dire di essere di San Marino per non essere preso per i fondelli. Tutto vero.
Ma! Cerchiamo di capire. Mettiamoci dalla parte dei berluschini.
Ma!, si chiedono l'artigiano e il professionista che hanno votato Berlusca e ora sono pentiti e quasi incazzati, perchè gli sghèi veri non arrivano e non arriveranno.
Ma!, se questo catenaccio arrugginito lo mettiamo da parte, chi darà le case agli Aquilani? Franceschini?Di Pietro? Casini?
Chi farà qualcosa, magari non tanto buonista, ma efficace per limitare al sopportabile l'afflusso di immigrati?Franceschini?
Non passa giorno che i magistrati non prendano cantonate eclatanti , chi farà una riforma della giustizia che metta un po' più di funzionalità? Franceschini, auto nominatosi rappresentante dell'Associazione Nazionale Magistrati, qualsiasi posizione prenda?
Chi farà sgombrare almeno i campi nomadi più osceni come il Triboniano a Milano? Franceschini?
Chi riporterà un minimo di serietà e di severità nelle scuole? Franceschini?
Chi si opporrà strenuamente a nuove amnistie e farà in modo che ci sia la certezza della pena? Franceschini?
Chi non vive sulla luna sa che per riportare il paese alla decenza occorre che una parte anche piccola, ma significativa di coloro che hanno gratificato Berlusconi del loro voto cambino idea.
Nel meccanismo del sistema democratico perchè costoro cambino idea occorre che l'opposizione divenga più credibile della maggioranza in carica.

Ora in Italia stanno succedendo fatti gravissimi.
Il premier usa comportarsi nella sua vita privata in modo tale che la piccola parte dei media italiani non di sua proprietà o influenza diretta e la stampa straniera più influente da mesi giudica incompatibile con la carica che ricopre ,ma lui se ne frega contrattacca, cita per danni stratosferici i giornali che non lo incensano e nel caso Boffo sfida addirittura la chiesa uscendone vincitore.
E l'opinione pubblica non fa una piega.
Sindacati, opposizione proclamano scioperi generali ?
Riempono le strade con manifestazioni?
Coprono i muri con manifesti di opposizione ?
Nulla di nulla.
Che se ne fa l'opposizione dell'enorme finanziamento pubblico?
Ma non si rendono conto che siamo sull'orlo dell'abisso e loro ne sono corresponsabili?

Per riflesso condizionato viene da dire che siamo sull'orlo del fascismo, ma ci rendiamo benissimo conto che un fascismo senza Mussolini o chi ne abbia almeno un pezzo di statura,senza dover usare scarpe coi plantari; senza i fascisti; senza uno straccio di ideologia; senza un'opinione pubblica incazzata per qualcosa e incanalata dai fascisti non ci può essere alcun fascismo.
Tutto questo è logicamente conseguente.
Però la libertà di stampa sta per essere ridotta al lumicino. D'accordo non c'è solo il Giornale novello Secolo d'Italia, c'è un ventaglio di testate di carta e televisive, che però suonano tutte la stessa campana e sopratutto tacciono del tutto su quello che può dare problemi al capo.
C'è internet per fortuna che è ancora libero, ma quanti vi sanno accedere? Forse stiamo peggio che in Iran.
Se continua così per altri mesi o anni forse non vedremo le camice nere per le strade, ma non so se sarà meglio perchè quelli almeno avevano gli attributi per farsi vedere e dire chiaramente cosa volevano, questi sono un universo di gomma americana molliccia, che può prendere qualsiasi forma.
In più di un post precedente (27 febbraio 2009 per esempio) avevo escluso, che il berlusconismo potesse portare al fascismo, perchè non ne è all'altezza è un problema di scala, e ribadisco sostanzialmente quella convinzione.
E' troppo facile fare dell'ironia su quale impero Berlusconi potrebbe fare acquisire all'Italia.
Come mi fanno pena gli ex colonnelli di Fini, che hanno rinnegato il duce e Almirante per chi?
Però, però ogni giorno che passa il “non all'altezza del duce” ne fa una nuova e gli spazi di libertà si riducono e la gente mugugna ma non fa nulla.
Perfino l'istituzione di riferimento nei tempi grami per gran parte degli italiani ,la Chiesa sta dando un penoso spettacolo di sé per ultimo col caso Boffo.
Cosa ci rimane?

Le dimissioni di Boffo. Ma allora è vero, la Chiesa è allo sbando.



Possono vendercela come vogliono, ma da quando mondo è mondo arrendersi dopo l' attacco di un prevaricatore significa dargliela vinta.
Il prevaricatore ha vinto, un autorevolissimo esponente della chiesa, se pure senza tonaca è stato umiliato, cioè la chiesa ha perso.
Grazie papa Ratzinger.
Questo povero uomo non ne azzecca più una,da troppo tempo.
Quanto meno l'impressione che ne trae l'uomo della strada è duplice :
1)- la chiesa è sgovernata, cioè non comanda veramente più nessuno, ci sono fazioni in lotta di potere e nessuno è più in grado di esprimere una leadership;
2)- la chiesa non conta più niente o quasi se basta un Feltri qualunque (neo direttore del Giornale di Berlusconi) ma con dietro le spalle l'ombra del grande prevaricatore, perchè il direttore di tutti i media della chiesa italiana venga sputtanato per una settimana, e poi ,al di là delle inutili belle parole, costretto alle dimissioni.
Ce ne facciamo tanto delle belle parole di facciata di Bagnasco, di Bertone e chi più ne ha più ne metta, se poi il finto candido Messori (Opus Dei) sul Corriere di ieri scrive un articolo al vetriolo in perfetto stile curiale con quale ,con la scusa di riassumere i fatti per i lettori porta lo sputtanamento a un punto di perfidia del quale il povero Feltri non è assolutamente all'altezza, non avendo mai frequentato gli ambienti curiali, nei quali Messori è di casa e i veleni sono un'arte perfezionata nei secoli. (riassumo la parte più micidiale: ma come mai viene fuori il tribunale di Terni,quando il Boffo è del Nord Est? Semplice. Perchè è nella zona di Terni che c'è Don Gelmini e la sua comunità accusata di pederastia ,male molto diffuso e temuto nell'ambiente, il tutto riferito a voci fuori campo come nella tragedia greca, ma intanto presentato ai lettori)
Messori per la verità incentra il suo articolo affermando, che le gerarchie avevano fatto malissimo a sottovalutare la sentenza di Terni, della quale erano a conoscenza per tempo, prudenza avrebbe voluto che Boffo fosse spostato già da anni in una posizione meno esposta, e in questo non si può non concordare con Messori.
Evviva. Ecco come si dimostra la carità cristiana fra colleghi giornalisti cattolici!
Quasi immediatamente dopo l'articolo di Messori arrivano le dimissioni irrevocabili di Boffo.
La Segreteria di Stato (Bertone) è in contrasto con la CEI (Bagnasco) e queste non sono novità, la non riconferma di Ruini alla Cei e la sua sostituzione con Bagnasco significavano già che Papa Ratzinger voleva riportare i rapporti con la politica italiana sotto la direzione della Santa Sede, come i rapporti con tutti gli altri stati e che la pesante intromissione della Cei in politica effettuata negli anni di Ruini era se non sconfessata, almeno sotto esame.
Questi sono i fatti. Ma poi occorre ricordare anche il seguito. La Segreteria di Stato è diretta da un Bertone che ,è stato scritto e spiegato più volte, si trova isolato, ha pessimi rapporti con il resto della curia, in poche parole è uno che non conta ed al quale i colleghi non perdono occasioni di fare fare passi falsi.
Ma tutti sanno anche che il difetto più grosso sta nel manico.
L'attuale Papa dal momento dell'elezione ha dimezzato lo share dato dalle presenze alle udienze, in Piazza San Pietro e ancor peggio nei viaggi internazionali.
L'elenco delle figuracce che ha inanellato è lungo e lo abbiamo già elencato nel post del 20 marzo 2009.
Per di più il Leader Maximo non è molto amato dal popolo,e ormai la curia e tutti i potentati stanno studiando vie di uscita da una situazione che appare sempre più disastrosa per la salute della chiesa.
Veniamo alla CEI.
Ma che figura ha fatto il povero Bagnasco!, uomo mite ed equilibrato rispetto al predecessore Ruini, ma incapace di imporre una leadership.
Ogni vescovo ormai suona la sua campana pontificando su tutto. Fra un po saranno riconoscibili anche per i non esperti le correnti e le sottocorrenti come e peggio dei partiti politici.
Bagnasco si spende sbilanciandosi mediaticamente a favore di Boffo, ma poi lo lascia dimettere, dando così a vedere a tutti che ha dovuto subire un ordine pervenuto da oltre Tevere.
I Vaticanisti dicono che si trattava di una telefonata del Capo.
Se è vero,come sembra, Benedetto ne ha sbagliata un'altra.
Il Capo della Chiesa universale che cede al grande prevaricatore. Che vergogna!
E' ben altro quello che si aspettavano i fedeli.
Lo ripeto per l'ennesima volta,ormai la gente non perdonerà più alla gerarchia le sue continue incoerenze.

lunedì 31 agosto 2009

Fra Berlusconi e la chiesa italiana, chi casca per primo?




Nel post del 18 agosto avevo detto che in questo marasma nel quale versa il Paese e la Chiesa a mio parere la vittima non sarebbe stato Berlusconi, pure boccheggiante dopo tutte le notizie sul suo regime di mignottocrazia ma la chiesa cattolica italiana.
Il “caso Boffo” scoppiato l'altro ieri mi rafforza nella stessa convinzione.
I fatti sono noti.
Il neo direttore del Giornale di Berlusconi ,Vittorio Feltri spara in prima pagina la notizia di una condanna penale subita dal Boffo, direttore di Avvenire, quotidiano dei vescovi, riconosciuto colpevole di avere recato molestie a una signora, dice il Giornale perchè non lasciava libero il marito del quale era molto interessato il Boffo in quanto omosessuale. Il Giornale allarga un po' il quadro già abbastanza fosco e pesante a carico del Boffo pubblicando ampi stralci di quella che definisce una informativa di polizia che avrebbe fatto parte degli atti giudiziari dalla quale si evincerebbe che il Boffo era da tempo tenuto in osservazione dagli organi di polizia per le sue frequentazioni sessuali e che i vertici della Conferenza episcopale ne sarebbero stati da tempo informati.
Il giorno dopo la comparsa dell'articolo ovviamente scoppia il finimondo. Repubbica qualifica come patacca l'informativa dicendo che è accertato che non fa parte degli atti giudiziari e che probabilmente è una velina dei servizi segreti e che questo è un segnale di come Berlusconi si serve dei servizi dello stato per fabbricare dossier a carico dei suoi oppositori.
I Vescovi riconfermano piena fiducia a Boffo con enfasi abbastanza esagerata, stante il fatto che la condanna c'è e rimane anche se era del tutto ignota all'opinione pubblica ed al loro gregge di fedeli.
Boffo annuncia doverosa querela a carico di Feltri ma si difende in modo tutt'altro che cristallino.
Non dice se è o non è omosessuale, e sopratutto non dà notizia dei fatti, cioè non cerca nemmeno di spiegare perchè si è beccato una condanna penale patteggiata per molestie personali, un reato che non sembra dei più simpatici.
Con il suo stile curiale di sempre dice e no dice, ma sopratutto non dice, fa solo capire con linguaggio allusivo che Feltri deve essere venuto in possesso del materiale per lo scoop da un giovane giornalista, che deve avere motivi personali di ostilità nei confronti del Boffo, forse proveniente dallo stesso Avvenire.
Questo modo di scrivere ambiguo,ammiccante,alludente , quasi mai in modo diretto,tipico da monsignore di curia, senza avere al tonaca mi ha sempre urtato nel seguire la prosa del Boffo, creatura dell'era Ruini, che mi è ancora meno simpatico dello stesso Boffo.
Queste sue vicende personali migliorano certo la situazione.
Successivamente il Corriere per aiutarci a capire qualche cosa di più, aggiunge che le telefonate che hanno portato alla condanna per molestie alla persona, sarebbero provenute dal cellulare di Boffo, ma che l'autore sarebbe stato un ex ospite della comunità di Don Gelmini, che Boffo aveva preso come collaboratore e che lo stesso Boffo non si sarebbe mai difeso pubblicamente per non danneggiare la posizione di questo ragazzo.
Il problemino non da poco, che rende fosca anche questa parte della storia è che lo stesso ragazzo è nel frattempo defunto per overdose, sempre secondo il Corriere.

Per il Boffo, comunque vadano le cose, questa cannonata è ovviamente la fine della carriera.
Per Berlusconi può essere un azzardo ,che potrebbe però dimostrare la sua capacità di affrontare all'attacco ,con determinazione una situazione nella quale era finito abbastanza alle corde, può piacere ai suoi estimatori.
Il suo messaggio al Vaticano potrebbe essere decifrato in questo modo : attenzione, se continuate a beccarmi sulle mia vita sessuale ardita, guardate che io ho i soldi e altri mezzi per portare allo scoperto il verminaio anche sessuale ,che si nasconde all'ombra dei sacri palazzi e sono in grado di impallinarvi uno dopo l'altro o tutti insieme, come giudicherò opportuno, vedete voi se vi conviene.

Nei prossimi tempi vedremo come stanno le cose nel caso particolare.
Quello che è emerso è comunque più che sufficiente per capire non solo quanto è caduta n basso la politica italiana, cosa che ci era già nota, ma a come è vulnerabile questa chiesa italiana.
Direttore del quotidiano dei vescovi un elemento come il Boffo per di più da un sacco di anni.
Se questi erano gli uomini di Ruini complimenti Eminenz, li aveva proprio scelti bene.
Continuo a ritenere che su temi delicati e sfuggenti come quelli della così detta bioetica questa gerarchia ecclesiastica avrà buon gioco come l'ha avuto finora a fregare facilmente una massa di fedeli disinformata e sempre passiva.
Il premier esagera in festini a luci rosse e va bene. Gli italiani credo che non avrebbero molto da ridire sulla cosa in sé. Se si incavolano e vanno dai parroci a riportargli il loro sconcerto è per il fatto che il premier cerca di negare l'evidenza, senza avere bisogno di negare, dato che se confessasse le sue trasgressioni da sultano non solo sarebbe perdonato, ma anche invidiato dalla maggioranza degli italiani.
Ma i preti e sopratutto quelli con la tonaca sgargiante (cioè quelli dei piani alti), come pensano di cavarsela?
Gli italiani sono stati perseguitati fin da ragazzini dai tabù sessuali predicati e stra predicati e non potranno mai accettare le fumisterie da CL secondo cui è giusto che il Vaticano distingua fra giudizio su un governo e giudizio sulla coerenza della vita privata dei governanti.
Si sentono presi volgarmente per i fondelli se ora lo schieramento pretesco non prende apertamente posizione sulla vita privata del premier, che tanto non avrebbe difficoltà a pentirsi in diretta televisiva,come Clinton a suo tempo apparve in TV in preghiera con Billi Graham e pastori vari.
Gli italiani, sono convinto, perdonerebbero facilmente il sultano, ma non perdonerebbero mai i preti incoerenti.
Ma ora si è fatto un passo più in là.
Ora si è fatto il primo passo per smascherare lo stile di vita dello schieramento pretesco ai piani alti in prima persona e sappiamo tutti le cifre impressionanti che riguardano gli abusi sessuali e gli atti di pederastia negli Usa e in Irlanda, perchè in questi paesi si è già scoperchiato il pentolone.
Da noi qualcosa è emerso pubblicamente per i casi già finiti in tribunale, ma non è azzardato ritenere che il più sia rimasto sotto il tappeto.
Il prode Feltri, per tutt'altri fini ha alzato un lembo del medesimo tappeto, e per il Vaticano è emerso un pericolo mortale.
Gli italiani non li perdonerebbero. Un sultano licenzioso, per molti è perfino simpatico, un monsignore, o un collaboratore di monsignore no, gli italiani non li perdonerebbero.
Vedremo se ho ragione.

venerdì 21 agosto 2009

il braccio maldestro del Cavaliere




Fateci caso ,sugli schermi TV colui che appare più di frequente è ovviamente il Cavaliere., ma appena dopo c'è un personaggio ancora più pittoresco.
E' il capo gruppo al Senato del PDL Maurizio Gasparri ex di AN, ma sopratutto l'uomo della legge Gasparri sul conflitto di interessi del Premier all'incontrario, cioè con la quale le TV del Premier sono state messe al sicuro al 100%.
E voi non lo ricompensereste un simile uomo se vi avesse fatto un tale favore con una carica di grande prestigio?
Tenetelo d'occhio, ne vale la pena, è unico.
Raramente prima di lui politici di livello così basso erano arrivati così in alto e raramente in futuro ne arriveranno di altri, è per questo che vale la pena di seguirne le mosse.
Mi propongo pertanto di aggiornare mano a mano il post con le sue esternazioni per ricavarne il Gasparri pensiero da conservare per i posteri.
Una delle perle più preziose l'ha elaborata alla vigilia delle elezioni americane e per una volta tanto il PD ha dato segni di vita riportandola come meritava in un manifesto che la pubblicizzasse, che trovate accanto al titolo.
Si commenta da sola.
L'ultima è il commento allo studio della Banca d'Italia dal quale si deduce tra l'altro che gli immigrati non portano via il lavoro agli italiani.
Si tratta di dati inattendibili ci ha detto l'espertone.
Fortuna che la Banca d'Italia sia l'unica istituzione italiana di indiscussa e inattaccabile reputazione a livello mondiale, se non ci fosse lei sarebbe un problema essere presi sul serio all'estero.
Gli avranno detto che il capo desiderava un colpetto a quel Draghi che quando il Cavaliere sarà preso a monetine in faccia come è già capitato al suo amico Craxi, sarà chiamato a occuparne la poltrona, a meno che non ci trovi già seduto sopra un certo Tremonti, che non a caso cerca tutti i modi per screditare sempre il povero Draghi.
E' solo l'inizio, vedrete che sarà divertente, alla prossima!