martedì 22 dicembre 2009

La Lega solo folklore xenofobo o rappresenta qualcosa di più sostanziale?



Bossi ha sempre usato parole sprezzanti per i fascisti e quindi se ne deduce che non ritiene di essere prossimo al fascismo nè lui nè il suo movimento.

Tuttavia che la Lega coltivi idee scioviniste, xenofobe o razziste è un fatto per lei costitutivo, cioè la sua stessa esistenza politica è legata a intercettare le paure e le reazioni negative della gente verso l'immigrato o il diverso.

In campo economico sociale la lega vuole essere riconosciuta come il difensore sopratutto del lavoro autonomo nei suoi esordi ed oggi anche degli operai dalle conseguenze della globalizzazione all'esterno e dagli eccessi del fisco e della burocrazia all'interno.

Ma la sua specialità,cioè la caratteristica con la quale è riconosciuta è la territorialità, il localismo, il campanilismo, il saper coprire il territorio in tutti i sensi, sia da un punto di vista etnico-culturale, sia da un punto di vista di difesa degli interessi di chi vive in quel territorio.

Da qui nascono tutte quelle esternazioni, che tutti conosciamo e che coprono un vasto ventaglio che va da un innocuo e a volte perfino simpatico spirito popolare folcloristico -vernacolare da bar sport fino ad un preoccupante razzismo vero e proprio.

Il problema Lega sta tutto qui nei limiti che dimostra nel saper governare questo ventaglio fra un estremo e l'altro.

Bossi esercita ancora una leadership incontrastata e quindi la responsabilità di dettare la linea cade su di lui, spesso riesce a tenere la barra in un direzione equilibrata, in diversi casi però non sembra voler bloccare gli estremismi alla Borghezio e non si capisce perché, dato che non si vede di quale utilità possano essere per un movimento che è al governo e che vorrebbe rimanerci quelle follie anacronistiche e fuori misura.

I sociologi o i giornalisti di inchiesta ,che son andati a studiarsi il lavoro della lega sul territorio sono rimasti colpiti dalla effettiva capacità di presenza degli esponenti locali sia nelle sedi, sia nei bar, emblematico luogo di aggregazione leghista nei piccoli centri o nei quartieri, sia nella capacità dei suoi dirigenti e militanti di spendersi rendendosi disponibili ad incontrare la gente per ascoltare i loro problemi.

Questo osservatori professionisti hanno spesso concluso le loro indagini non nascondendo se non simpatia, almeno rispetto per il lavoro che i leghisti fanno effettivamente, deplorando il fatto che questo lavoro lo sappiano fare al momento solo loro, non certo i Berlusconiani né le opposizioni,che fanno solo vetero clientelismo.

E questo è l'altro corno del problema lega, il fatto cioè che i meriti visibili e documentabili che la Lega e solo la lega si conquista sul campo, fanno dimenticare o guardare con benevolenza gli aspetti che invece meriterebbero giudizi ben più severi.

La politica più di qualsiasi altra attività umana si gioca tutto alla ricerca di un equilibrio.

Chi vede tutto bianco o tutto nero non è un politico, è un ingenuo o un fanatico impostore pronto a portare il popolo alla rovina.

Di conseguenza un movimento politico sopratutto quando perviene alla responsabilità del governo locale o nazionale ha il dovere di lavorare per assorbire gli estremismi e questo la Lega non sembra finora stata capace di farlo abbastanza.

O almeno così si percepisce anche se alcuni esponenti per esempio Salvini sostengono che le famose esternazioni fuori misura (tram per soli milanesi etc.) non sono battute estemporanee ma verrebbero fatte a ragioni veduta per contenere gli estremismi, che la classe dirigente leghista intercetta fra la gente nella sua presenza sul territorio e quindi corrisponderebbero all'azione pedagogica che partiti di massa , sindacati e parrocchie hanno sempre fatto quando contavano ancora e riuscivano a marcare la loro presenza sul territorio.

Il discorso sarebbe interessante se seguissero fatti ed azioni politiche conseguenti ed è qui che la lega si gioca e si giocherà a sua credibilità.

Finora è stata abile a parlare alla pancia e a sfruttare l'emotività della gente, però ,se vuole un ruolo veramente di governo deve imparare a parlare anche alla testa. Dato che il Nord è molto scolarizzato e ritiene di meritare un discorso politico di maggiore livello.

Si possono perdonare gli eccessi di vernacolo-etnicismo, di folklore se questo serve per avvicinare al movimento alcuni settori dell'elettorato che rispondono più ai richiami sentimentali -emozionali che non a quelli culturali, ma non sembra che la Lega abbia ancora chiaro il fatto che ci sono fantasmi troppo pericolosi per essere evocati altre una certa misura.

La lega probabilmente non ha alcuna contiguità ideologica con il fascismo o con il razzismo come è stato coltivato dai nazisti, ma proprio per questo dovrebbe dirlo in modo più chiaro, rinunciare a esponenti impresentabili alla Borghezio, fare vedere in qualche modo che sa coniugare la difesa degli interessi del popolo di un territorio con un livello decente di solidarietà.

Le analisi sociologiche (si vedano ad esempio quelle di Ilvo Diamanti per l'Istituto Demos) hanno dimostrato che la Lega intercetta il sentire della maggioranza del popolo cattolico,che condivide il fastidio per le aperture ad esempio del Card Tettamanzi ritenute eccessive, non abbastanza meditate nelle conseguenze pratiche e sopratutto troppo a senso unico. La Lega non avrebbe il seguito che ha, sopratutto in ambiente cattolico, se fosse totalmente insensibile alla solidarietà,come viene forse frettolosamente descritta. Solo che fa un discorso elementare, ma sentito e parecchio : occupiamoci dei bisognosi, ma prima nell'ambito della nostra gente e poi degli altri, non possiamo permetterci di largheggiare con le risorse a favore di persone delle quali non siamo sicuri sulle intenzioni che hanno e sulle lealtà che professeranno.

Il discorso poi che fanno sull'Islam sarà primitivo e troppo estremista, ma meriterebbe forse una maggiore attenzione se si pensa che la quasi totalità di coloro che studiano l'Islam a livello accademico fanno voti che ci sia una evoluzione moderata, ma concordano sul fatto che oggi come oggi le correnti moderate in quell'universo culturale e politico non contano pressoché nulla e di conseguenza le possibilità di integrazione delle comunità musulmane in occidente sono pressoché nulle, è inutile coprirsi gli occhi di fronte a realtà sgradevoli.

Detto questo però l'approccio politico della Lega al fenomeno immigrazione rimane del tutto insufficiente, per il fatto che la legge Bossi Fini non ha funzionato.

La Lega non può ignorare il fatto che nei suoi territori il lavoro degli immigrati è indispensabile allo sviluppo e che il meccanismo per procurarsi quella mono d'opera essenziale previsto dalla legge vigente si è dimostrato semplicemente ridicolo (il datore di lavoro deve contattare non si sa come l'immigrato all'estero senza conoscerlo e offrirgli contratto di lavoro e alloggio idoneo secondo parametri stretti), ci vuole evidentemente qualcosa di molto più funzionale, ma non sembra che la lega se ne preoccupi minimamente. Così pure la politica del no verso nuove moschee è sbagliata e pericolosa. Nella situazione attuale le mille mini moschee in locali garages le rendono del tutto incontrollabili. Molto più sensato la sciare costruire grosse moschee vistose, ma controllabili, magari finanziate e controllate da stati coi quali l'Italia ha rapporti sicuri. L'Islam non ha le basi culturali sulle quali si fonda la laicità e quindi è per l'Islam che sarebbe necessario un concordato ben studiato.

Ecco è qui sul piano pratico non su quello ideologico vengono fuori i limiti veri della Lega.

Cosa dire allora di quello che per la Lega è il santo Gral, cioè il federalismo? E' stata approvata una legge quadro senza alcuna copertura finanziaria perché nessuno è stato capace di fare i conti, compreso il presunto genio dell'economia e della lega che è notoriamente Tremonti.

E' come se Obama avesse presentato quello che considera il suo progetto di riforma più qualificante e cioè quella sanitaria senza quantificarne i costi, si sarebbe subito arenata in parlamento. Da noi Berlusconi doveva alla Lega la legge sul federalismo se no andava a casa subito, ma quella legge non serve a niente e a nessuno se non viene quantificata nella spesa.

E poi se è vero che la Lega tiene Bersusconi al guinzaglio, però è anche vero che ha dovuto pagare dazio e pesantemente, votando tutte le leggi ad personam e con questo dando picconate micidiali al senso della legalità ed al senso dello stato.

E' qui che si decide se la Lega ha o non ha un avvenire. Se si accontenta di avere folkloristici sindaci che si sbizzarriscono in ordinanze popolari ma chiaramente del tutto al di fuori della Costituzione o se punta ad essere partito di governo, in questo secondo caso deve dare segni concreti di sapere che stato vuole e con chi vuole costruirlo.

E' chiaro che il berlusconismo ha esaurito la sua carica propulsiva, come si diceva una volta, e che Bossi è anche lui un leader carismatico che può dare un futuro al suo movimento se questo viene messo in grado di sopravvivere politicamente a Bossi.

Oggi come oggi la credenziali democratiche del movimento non sono limpide e trasparenti come si converrebbe. Per esempio il Rag Fantozzi che volesse iscriversi alla Lega non è che potrebbe farlo automaticamente presentandosi in sezione ed acquisendo il diritto di votare gli organi dirigenti. Tutt'al più gli farebbero fare per un po' il “catecumeno” in attesa di essere considerato affidabile prima di essere ammesso a votare.

E poi il vezzo di Bossi di portarsi dietro anche in organi istituzionali il figlioletto da lui designato si presume alla successione (si spera non alla segreteria) è un uso abbastanza raccapricciante, dato che in occidente i dirigenti politici si eleggono ai congressi.

venerdì 18 dicembre 2009

Kindle è davvero un gioiello tecnologico

E' quasi un mese che uso il Kindle.
L'ho acquistato sulla base delle “prove su strada” dei principali lettori di ebooks fatta da Wired.
Devo dire che il “mezzo” si è rivelato al meglio delle aspettative.
Pregi.
Leggibilità senza problemi in tute le condizioni e senza stancare la vista; dimensioni del display identiche quelle di un qualunque libro in paperback;sorprendente velocità di accensione e di acquisizione della linea telefonica 3G e altrettanto sorprendente velocità di caricamento in download dei libri; possibilità di acquisire documenti propri in formato Word o PDF o immagini o MP3 (previo invio nella casella di posta propria messa a disposizione da Kindle per essere convertiti nel formato proprietario e ritrasmessi velocemente indietro); durata della batteria di oltre una settimana usandolo un paio di ore al giorno;accesso a una libreria abbastanza vasta comprendente anche riviste e giornali.
Difetti.
Ovvio che ce ne sono, dovuti a una tecnologia in evoluzione e che comunque ha dovuto limitare l'impiego di elementi troppo costosi o giudicati non convenienti da un punto di vista esclusivamente commerciale.
Il display è solo in scala di grigi; la connessione per navigare c'è ma non c'è browser per ragioni commerciali ovvie (la ditta produttrice garantisce la navigazione gratis per scaricare libri e per ora per consultare Wilkipedia, ma è ovvio che non può pagare il costo della connessione telefonica dati veloce per il piacere dei clienti);il formato di ebook proprietario di Microsoft non lo accetta per la conversione riducendo così l'utilizzo di una parte delle possibili biblioteche a disposizione;per ora sono commercializzati in modo privilegiato il genere fiction e quindi è molto più difficile trovare titoli scientifici o di accademici; il display non è usabile in orizzontale; ancora il display non è “touch”, come saranno lettori di ultima generazione attesi l'anno venturo; ci sono delle limitazioni per l'Europa fastidiosissime ad esempio per ragioni di tempo di scaricamento coi conseguenti costi di connessione elevati le riviste o i giornali in Europa arrivano senza illustrazioni e questo lo si può capire; oppure per ragioni commerciali ci sono titoli che in Europa non vengono commercializzati e questo invece fa veramente imbestialire.
Il giudizio complessivo però a mio parere è molto positivo anche in relazione al rapporto qualità prezzo.

giovedì 17 dicembre 2009

Secondo discorso natalizio sui massimi sistemi



L'anno scorso col post del 17 dicembre 2008 avevo scritto che in una atmosfera culturale, sociale, politica pesante si desiderava almeno una volta all'anno lanciarsi in speculazioni alte, approfittando di quella che un tempo era la spiritualità del natale e che oggi è quasi solo un penoso rito consumistico.

A un anno di distanza il clima sociale è ancora più asfissiante e quindi è ancora più forte lo stimolo ad uscirne.

In quel post si era detto in sintesi questo :

- in tutti tempi le mitologie religiose sono nate per cercare di dare un senso alla vita ed in particolare per cercare di spiegare il problema dei problemi quello della morte, da sempre percepito come una assurdità in contrasto con tutte le aspirazioni dell'uomo,

-la soluzione escogitata dalle religioni è stata quella di ipotizzare una vita dopo la morte per risolvere ad un tempo il problema del salvare la dignità della propria persona umana individuale ipotizzando la sua persistenza dopo la morte come anima ed il problema di salvaguardare ovviamente anche la persistenza dopo la morte della singole personalità dei propri cari. Le religioni monoteiste occidentali col concetto di un paradiso e quelle orientali col concetto antichissimo di ritorno ad una entità impersonale identificata nella madre terra per ripartire attraverso reincarnazioni in un ciclo concepito a forma di cerchio, in un universo di pensiero nel quale però non esiste la contrapposizione fra materia e spirito che è un concetto tipicamente legato alle filosofie occidentali,

-si era detto anche che le religioni sono basate su presunte rivelazioni divine contenute in libri sacri e quindi per definizione sono basate non su evidenze di tipo razionale-logico, ma su un atto di fede che, ancora per definizione, non è razionale in quanto la fede è un sinonimo di “voler credere” “wishing phinking” prescindendo dalla ragione e questo è il loro limite che rende l'uomo moderno sempre più insoddisfatto di questo voler credere senza possedere evidenze dimostrabili almeno logicamente, tanto che parallelamente allo sviluppo della scolarizzazione si riducono le greggi dei fedeli e si allarga lo spazio della secolarizzazione.

Le religioni però è innegabile che hanno influenzato lo sviluppo della storia e della cultura senza confronto più di qualsiasi altra cosa non per la validità funzionale delle sue speculazioni,come si è detto, ma perché la riflessione religiosa elaborata nei secoli da menti raffinate ha proposto concetti di grande peso e di persistente validità beninteso se utilizzati come metafore, come icone di concetti complessi da sviluppare e verificare con gli strumenti della filosofia, della scienza, dell'arte per pervenire a spiegazioni ed ipotesi razionalmente difendibili.

-su questo filone di ricerca avevamo detto che si sono posti in discipline diverse per esempio la speculazione filosofica di Emanuele Severino con la filosofia del riconoscimento dell'assurdità del concetto di nulla e con la filosofia dell'oltre dio, nonché la speculazione teologica di Vito Mancuso che elabora una teologia razionale, che riconosce la validità delle sole formulazioni dogmatiche che trovino una evidenza e una verifica logico-razionale, abbandonado tutte le altre e sopratutto si apre alle acquisizioni della scienza moderna dalla teoria della relatività alla fisica quantistica a quanto stanno svelando le neuroscienze,

-si era detto che si riteneva di particolare interesse questo filone di indagine, cioè quello del dialogo fra scienza filosofia e teologia, perché la scienza da sola produce enormi allargamenti delle conoscenze,ma nei rari casi nei quali si trovino scienziati interessati ad avviarsi su speculazioni di questo tipo non mi sembrava che si pervenisse a niente di soddisfacente.

Personalmente non ritengo soddisfacente ad esempio la posizione di Umberto Veronesi o di Boncinelli che sostengono che l'unica forma di immortalità concessa alla umanità consisterebbe nel solo persistere nel ricordo dei superstiti,nel contributo eventualmente dato all'arricchimento del patrimonio culturale complessivo dell'umanità o più precisamente nel dato scientifico certo del miglioramento e nell'acculturamento complessivo della specie acquisito e tramandabile ai posteri come dimostrato dalla teoria dell'evoluzione di Darwin.

Severino probabilmente commenterebbe che questa posizione non va oltre quello che diceva Leopardi ,che di Darwin sapeva poco o niente.Severino ancora più acutamente propone un altro filone di ricerca quando dice : perchè arrovellarsi sulla domanda cosa ne sarà di me dopo la morte invece che su quella, cosa ero io prima della nascita?Rovescia il problema essendo lui il negatore del concetto di nulla, provenienza dal nulla, ritorno al nulla. Severino sostiene che ciò che esiste, esiste in quanto è sempre esistito.

Tornando a Veronesi e Boncinelli, sinceramente non mi sembra che basti la loro riflessione per soddisfare il nostro naturale tendere a qualche forma di immortalità.

Ancora meno mi basta la posizione degli scienziati atei militanti a cominciare da Odifreddi che sostengono che la vera forza regolatrice e motrice della natura, non è un dio creatore o manovratore del mondo in senso finalistico, ma il puro caso.

Trovo invece di enorme interesse il filone di indagine iniziato da Mancuso che parte da dalle acquisizioni scientifiche che dalla relatività, alla fisica quantistica mandano in pezzi la cosmologia sulla quale è costruita tutta la cattedrale dogmatica del cattolicesimo, fondata sulla cosmologia biblica. Se la cosmologia costruita sulla scienza moderna deve tenere conto del fatto che la sostanza elementare che costituisce il tutto non sono le particelle atomiche e subatomiche, belle sferette se pure piccolissime, con la loro bella massa, cioè fatte di materia, ma sono invece “grumi” o meglio vibrazioni di energia, come i quark che di massa non ne hanno affatto,cambia tutto. Tanto per cominciare sparisce la contrapposizione spirito-materia. Secondariamente sparisce la concezione del cosmo come qualcosa di materiale e statico se pure in evoluzione nel tempo fra equilibri diversi per pervenire a una concezione del cosmo come qualcosa costituzionalmente dinamico. Cioè la realtà non è più qualcosa di materiale nel senso di fotografabile in un dato momento ma è qualcosa in evoluzione,più precisamente addirittura in vibrazione.

Questo, diciamolo pure, è qualcosa di talmente contro-intuitivo che è ben lungi dall'essere ancora metabolizzato o semplicemente realizzato dalla cultura non scientifica.

Questo però apre la strada a riflessioni del tutto nuove come ad esempio la verosimiglianza che possa esistere un pensiero che esiste e persiste indipendentemente dall'hardware cervello. Se così fosse avremmo risolto quasi tutto, la strada sarebbe aperta all'ipotesi di sopravvivere alla morte.

Su questo filone di ragionamento si è cimentato di recente lo studioso americano Dinesh D'Souza, che ha scritto un libro dal titolo esplicito “Life after death-The evidence”.

D'Souza potremmo definirlo un conservatore illuminato, genere molto carente in Italia e tende ad allargarsi un po' troppo nel confutare le tesi degli atei militanti,ma si cimenta tra l'altro proprio su queste ipotesi : la separazione della coscienza dalla mente fisica, il cervello,egli sostiene :”la mente non può essere ridotta al cervello...l'autocoscienza e la volontà libera ….sembrano operare al di fuori delle pure leggi fisiche e di conseguenza non possono essere soggette alle leggi governanti la morte del corpo”.

D'Souza ipotizza la possibilità di una permanenza dell'autocoscienza in universi paralleli e sostiene che esperimenti denominati “Awareness during resuscitation” al Weill Cornell Medical Center su pazienti fra vita e morte dopo il venir meno degli indicatori normali (battito cardiaco e attività elettrica cerebrale) hanno visto che costoro, quando sopravvissuti hanno riferito di essere stati testimoni di visioni di sé da un a prospettiva dal di sopra. Riferisce ancora di esperimenti su pazienti in quelle condizioni consistenti in proiezioni di immagini generate a caso in modo da poter essere visti solo da sopra rispetto a dove stava il paziente stesso ed è capitato che i pazienti sopravvissuti abbiano poi saputo identificarle.

Sono ipotesi non di più, ma sono verosimili.

Perchè non citare poi a dimostrazione dell'interesse per questi filoni di indagine gli accenni che ne sono stati fatti nel recente “Il simbolo perduto” di Dan Brown ,dove si parla della “noetica”che tratta per esempio della possibilità di fare sperimentalmente l'esperienza di “pesare l'anima umana” (pesando l'individuo prima e immediatamente dopo la morte con certe tecniche complesse) e che il pensiero concentrato di più persone possa influire su fenomeni naturali come la cristallizzazione dell'acqua quando ghiaccia, in un modo se quel pensiero era positivo e in un altro se era negativo.

Anche qui solo ipotesi se pure suggestive, dietro però non ci sono volgari ciarlatani, ma persone serie che ricercano.

Certo sono discorsi in fieri che lasciano aperti ponderosi problemi teorici.

Primo fra tutti il problema che la filosofia e la teologia identificano come “teodicea”,cioè la giustizia di dio o la giustizia vera e propria.

Se usciamo dalle mitologie religiose, che prevedono il marchingegno del giudizio dopo la morte per premiare i giusti e condannare i reprobi, le anime permarrebbero in altri universi in posizione di parità, sia quella di Hitler sia quella di Gandhi e la cosa lascerebbe ovviamente perplessi.

Potrebbe venire in aiuto la millenaria elaborazione della kabbala ebraica ,che non prevede un giudizio ma fa intravedere un sistema per il quale il giusto porta energie positive che arricchiscono tutti gli umani e i reprobi energie negative che impoveriscono, i primi hanno la consapevolezza di arricchire, gli altri di impoverire e questo sarebbe di per sé una forma di giudizio. Convince fino a un certo punto, perché sono sotto gli occhi di tutti tanti lestofanti felicissimi di esserlo, ma è un discorso da sviluppare ed è abbastanza vicino alla visione del mondo della filosofia stoica dalla quale come è noto la teologia cattolica ha attinto a piene mani.

Non trascuriamo in queste riflessioni il punto di vista esistenziale e non teologico del buddismo che afferma : tendiamo forse a qualcosa indicabile come dio, ma non si amo in grado di determinare quale dio cioè di identificarlo e quindi è inutile perdere il nostro tempo in meditazioni metafisiche, occupiamoci piuttosto seriamente della nostra situazione reale ed attuiamo un metodo sensato per il raggiungimento della felicità sulla terra, di un eventuale al di là prenderemo conoscenza a suo tempo senza necessità di arrovellarsi senza costrutto prima. Anche seguendo queste riflessioni si constata come tutto si leghi nello sviluppo del pensiero umano, essendo del tutto evidenti le analogie fra questo discorso e quello della filosofia epicurea.

Non trascuriamo anche il fatto che le elaborazioni della scienza moderna che hanno sconvolto le nostre teorie cosmologiche, come si è detto sopra ,propongono come riferimento un nuovo quadro di pensiero che non è proprio l'astratto concetto di un tutto impersonale, come da sempre propongono le filosofie orientali,ma che però è di tipo analogo e quindi costringere a prenderle in considerazione per lavorarci sopra e cercare elementi di contatto.

Peccato che la chiesa cattolica che è ancora l'unico elemento di riferimento ai valori alti per tante persone non si occupi più di religione da parecchio tempo e quindi parli regolarmente d'altro, occupandosi ben poco di tutte queste riflessioni. Forse verrà il tempo nel quale si spoglierà del potere e ritroverà il senso della propria missione e allora si occuperà principalmente di questi discorsi.

Gli ultimi papi hanno riabilitato Galileo, ma non ancora Giordano Bruno, che la cosmologia della quale parliamo aveva intuito nelle linee fondamentali con quattro secoli di anticipo, rendiamo onore al suo genio.