giovedì 26 novembre 2009

Obama più passa il tempo e più assomiglia a Veltroni e non è un complimento

E' passato il primo anno di Obama alla Casa Bianca e le speranze di vedere all'opera il nuovo Kennedy stanno svanendo.

Il ragazzo che ha fatto sognare il mondo con la sua campagna elettorale tutta impostata al cambiamento e tutta impregnata di idealità alte, si sta impantanando di giorno in giorno nella politica politicante, largamente vittima di lobbies potentissime e di vecchi pregiudizi.

Ha pontificato contro i benefits dei managers finanziari ma non ha fatto nulla in pratica per impedire alle banche di impiegare i soldi che il governo ha dato loro per non fallire (il famoso e gigantesco stimolo) non per dare credito alle aziende,ma per fare soldi a palate facendo trading e quindi alimentando un'altra bolla.

Ha investito tutto il suo prestigio sulla riforma della sanità ma sta lavorando solo sull'allargamento agli utenti oggi esclusi e non sui costi insensati del sistema e quindi senza fare alcun male alle assicurazioni-succhia sangue, ma mettendo ancora più a repentaglio i conti.

Si è preso un tempo eccezionalmente lungo per decidere sull'Afganistan ma sta per rifarsi intrappolare in un nuovo Vietnam, quando tutti gli editorialisti liberal gli stanno dicendo da mesi che mandare più truppe non ha alcun significato militare a meno di più che triplicare il contingente, col che vincerebbe la guerra. ma chi gestirebbe poi il paese? Un generale americano? Sarebbe una follia.

Però dopo tante bei discorsi nella pratica è tornato prigioniero della solita solfa di “appoggiamo i nostri ragazzi in divisa” senza avere il coraggio di riconoscere , che l' errore era stata la guerra in sé.

Un acuto commentatore ha definito Obama un”incremental man”per dire che in sostanza è un moderato riformista che ama solo i piccoli passi, il resto è teatro.

Da quello che si vede probabilmente ha ragione.

Il guaio è che l'America aveva assolutamente bisogno di riforme vere per tornare ad essere sé stessa,cioè il riferimento principale dell'Occidente, perchè la forza e la credibilità dell'America è ancora necessaria per spingere le nuove superpotenze asiatiche ad accettare con più decisione i principi e gli istituti liberali.

Ora, essere riformisti non è affatto una brutta parola, purchè però non si lascino le cose come stanno.

E alcune delle cose dell'America che costituiscono gran parte del nostro immaginario collettivo si stanno pericolosamente squagliando.

A cominciare dall'educazione che riceve sempre meno finanziamenti, alle imprese legate alle energie verdi, al primato tecnologico in generale.

Alcuni commentatori americani, incredibile ma vero, citano l'Europa come un continente che sta andando meglio dell'America, non era mai capitato.

Obama ha ancora moltissimi suppoters sopratutto all'estero, ma è ora che impari anche lui a fare “qualcosa di liberal” o perderà la faccia.

domenica 15 novembre 2009

Si impone una exit strategy per Silvio



Silvietto che candida e sostiene con decisione Massimo D'Alema come ministro degli esteri della UE. Quasi tutti avranno pensato : rieccoci all'inciucio. Probabilmente è quasi così, ma non credo che ci sia da scandalizzarsi. In politica e in diplomazia sono comuni le situazioni nelle quali per un interesse superiore è opportuno lasciare ad un avversario o comunque ad un personaggio di potere che si trovi alle corde una accettabile via di uscita.
In politica internazionale una simile strategia può evitare delle guerre e spesso è riuscita ad evitare delle guerre.
Nelle politiche nazionali è lo stesso.In Italia con il berlusconismo si è creata una situazione di impasse che sta facendo degradare il paese.E' ormai abbastanza chiaro che il personaggio è finito perché si è rovinato con le sue stesse mani. I suoi alleati stanno armai manovrando sempre più apertamente per il dopo lui. L'opposizione sta un pochino meglio di prima perché il PD ha finalmente un segretario eletto credibile, ma ha bisogno di tempo per dimostrare di esistere dopo un lungo periodo nel quale è stata assente ingiustificata. Però è chiaro a tutti che “lui” fuori dai piedi non ci andrà di sua spontanea volontà e che metterà in atto i più arrischiati colpi di coda per rimanere in sella per tutelare i suoi interessi personali e aziendali da Palazzo Chigi. A meno che non spunti un politico capace di fare politica e gli proponga una exit strategy a lui accettabile. Diciamolo subito non si tratterebbe ovviamente di una cosa per verginelle, cioè nella sostanza sarebbe una cosa tutt'altro che encomiabile, ma sarebbe giustificata dall'interesse superiore de venire fuori da una situazione pesante destinata ad aggravarsi. Il patto sarebbe semplice : io ti garantisco che una volta tornato semplice cittadino nessuno ti romperà più le scatole per le tue pendenze pregresse e tu lasci la politica con una scusa qualunque. Questa non è certo politica alta, ma l'interesse nazionale può richiedere atti del genere. "Lui" ha tante cattive qualità ma non è scemo ed anzi è un furbastro e quindi avrebbe tutto l'interesse ad accettare.
Però..però il vero problema gigantesco è questo. Esiste oggi in Italia un politico abbastanza potente e abbastanza intelligente da potere mettere in atto un patto del genere. Forse D'Alema potrebbe essere in grado di negoziare una cosa del genere. Se la cosa è materialmente realizzabile e i protagonisti saranno capaci di fare politica una volta tanto non da teatrino, lo vedremo presto.

mercoledì 4 novembre 2009

Sesso e Chiesa cosa è cambiato?

Eravamo tutti convinti che se c'è una cosa che è destinata a non cambiare mai è l'eterna fobia della chiesa per il sesso.
Eppure di recente c'è stata una sequenza di eventi che dimostra il contrario.
Non sono eventi capitati in provincia e che hanno interessato la casalinga di Voghera e il Rag. Fantozzi, sorpresi in atteggiamenti “sconvenienti”. Sono eventi clamorosi minuziosamente descritti, fotografati, registrati, filmati, finiti su verbali giudiziari, passati su tutti i giornali e televisioni dell'intero mondo. Sono solo tre ma bastano e avanzano. Mi riferisco naturalmente alla vita privata “scollacciata” del nostro Presidente del Consiglio, al caso Boffo, al caso Marrazzo. Di tutti e tre sinceramente non me ne frega assolutamente niente, ma ritengo che sia di grande rilevanza il modo inusuale con il quale la chiesa li ha trattati, perché questo costituisce una cesura con il passato. In questi casi la gente vestita di viola o di rosso porpora, ritenute da mezza Italia le persone preposte a dettare i criteri della moralità non ha nemmeno finto di scandalizzarsi, ma si è preoccupata invece di dare una affrettata assoluzione preventiva senza effettuare nemmeno un'istruttoria. Perché? Nel caso Berlusconi si era detto e scritto che la gerarchia cattolica aveva scelto cinicamente di sfruttare il caso per portare a casa quel poco di privilegi che non aveva ancora capitalizzato dallo stato italiano. E questa spiegazione, anche se vomitevole per i cattolici che credono evidentemente in qualcosa di diverso rispetto alle gerarchie della chiesa, poteva sembrare verosimile. Però anche ammesso che sia spendibile la ragion di stato in questioni di così bassa cucina, il Papa che incontra il personaggio e lo accoglie con un :"Che piacere Presidente", come se avesse incontrato il presidente dell'accademia dei Lincei.....per molti è un po' troppo. Ma negli altri due casi gli interessati non avevano nulla da dare in cambio, non erano personaggi di tale calibro da potere fare invocare la ragion di stato vaticana.
Erano però in una posizione più che sufficiente per suscitare scandalo e riprovazione.
Boffo era il personaggio laico che aveva concentrato nelle sue mani il più grande potere che un laico in Italia abbia mai avuto, capo di tutti i media cattolici e tutto questo per un numero elevato di anni. Immaginiamoci se anni fa fosse uscito sui giornali che un grande giornalista cattolico o il presidente nazionale di una associazione cattolica era omosessuale. Tutti coloro che in Italia spendevano la loro faccia come cattolici si sarebbero sentiti sputtanati. Oggi invece niente, o piuttosto un grandissimo starnazzare sul presunto attacco laicista massonico alla chiesa, ma nulla sul fatto che un personaggio appartenente alla categoria dei “diversi”, quotidianamente considerati dalle gerarchie della chiesa, nella migliore delle ipotesi, malati da compatire e comunque pubblici peccatori fosse stato titolare della più importante stanza dei bottoni del mondo cattolico laico,nominato e confermato più volte dal potentissimo Presidente della Cei,Card. Ruini. Boffo, si è difeso talmente malamente da suscitare simpatia umana anche in chi, come il sottoscritto, non lo ha mai amato professionalmente , contestando altri elementi di fatto inerenti alla sua vicenda , ma non ha mai detto di non essere omosessuale. E da parte della gerarchia niente.
Col povero Marrazzo le cose sono andate in modo ancora più sorprendente anche perchè il fatto in sé è addirittura oltre i limiti del boccaccesco. Non siamo più nel campo dell'incidente per eccesso di pratica sessuale, qui siamo nel campo delle deviazioni sessuali. Nei manuali di sessuologia,oltre questo c'è solo il praticare sesso con gli animali, tanto per intenderci. Eppure un esponente degli uomini in violetto, sua eccellenza l'Abate di Montecassino,insignito della dignità vescovile, ed a quanto pare ,considerato in quell'ambiente un “enfant prodige” per la sua giovane età e per la sua abilità, ne parlava con disinvoltura come di una ragguardevole personalità di comprovata fede cristiana che aveva bisogno di un periodo di riflessione nel suo monastero e da ricevere con tutti gli onori. Certo dai tempi del manzoniano fra Cristoforo ne è passata di acqua sotto i ponti di santa romana chiesa. Tanto da renderla irriconoscibile.Però gli italiani non sono tutti tonti ed i cattolici non sono tutti pecore. Quanto meno qui c'è qualcosa che non va, e quando c'è qualcosa che non va in una istituzione qualcuno dovrà pure prima o poi pagarne il conto.Qui purtroppo per l'incoerenza dei vertici il conto lo pagherà la chiesa, perchè il ragionier Fantozzi inevitabilmente si chiederà : ma che cavolo!io dovrei andare a confessare la mia tresca con la collega d'ufficio a chi ha già assolto e ricevuto con tutti gli onori i puttanieri presidenti? Ma vadano a ffa.....

lunedì 2 novembre 2009

El comandante Silvio?

Leggendo il numero di Newsweek di questa settimana mi sono trovato davanti a un articolo sul Comandante Chavez e il suo uso del cinema a favore del regime.
Alcune cose erano tipiche di quel paese, ma il senso del discorso e la descrizione di molte situazioni mi hanno fatto sobbalzare sulla sedia perché sembravano riferirsi all'Italia berlusconiana. Possibile, mi sono chiesto, che in così poso tempo il nostro paese sia potuto deteriorarsi tanto, passo dopo passo tanto da non farci nemmeno percepire come siamo finiti male? Inutile dirlo il tono dell'articolo è di deplorazione e di non celato disprezzo per il fatto che il Venezuaela di Chavez si è messo nel solco delle ben note dittature del novecento. Può darsi che mi sbagli ,o che esageri nella valutazione ,ma riporto di seguito i passi di quell'articolo che mi hanno colpito. Deciderà il lettore se le analogie col regime berlusconiano esistono o se sono incubi solo miei.

“Avendo intimidito..... parte della stampa indipendente, riscritta la costituzione, ….Chavez è riuscito a dominare la vita di milioni di Venezuelani......il cinema è la sua scommessa per controllare anche la loro immaginazione......con le telenovelas un genere nel quale i Venezuelani eccellono.........Chavez ha poca dimestichezza con gli intellettuali e gli artisti, e gli studenti sono i suoi nemici giurati........l'unico obbiettivo di Chavez è quello di stare al potere a vita” (Newsweek 2 novembre 2009 pagg. 62-64).

Mi pare che occorrono pochissime indicazioni per tradurre quanto sopra nella situazione italiana.
Basta tradurre cinema con televisione e il gioco è fatto.

Intimidire la stampa indipendente

Ci sono state le cause civili intentate dal nostro “comandante”all'Unità e a Repubblica indicando cifre volutamente astronomiche a puro scopo intimidatorio. Ci sono stati gli attacchi a Boffo, direttore di tutto il sistema dei media cattolici che l'hanno costretto a lasciare, c'è stato l'attacco ad Augias accusato di essere stato in contatto coi servizi cecoslovacchi quando era poco più che studente, non parliamo degli attacchi sistematici dopo ogni trasmissione televisiva non allineata, c'è stato il sistematico e reiterato invito agli industriali a ritirare la pubblicità dai tre giornali non controllati dal regime.

La Costituzione fatta a pezzi

La Costituzione è fatta a pezzi quotidianamente con una propaganda martellante di disinformazione approfittando dell'ignoranza giuridica degli italiani, dato che nelle scuole superiori italiane non si insegnano i rudimenti del diritto se non nel corso per ragionieri, tra l'altro poco frequentato, il tutto per prepararsi il campo ad interventi diretti a stravolgerla a colpi di maggioranza. Sono anni che la propaganda di regime ripete la balla colossale che il “comandante” è stato eletto dal popolo, in modo da convincere la gente che l'Italia sarebbe una repubblica presidenziale e non una repubblica parlamentare nella quale il popolo elegge il parlamento e non il presidente del consiglio dei ministri In qualsiasi testo di diritto costituzionale si spiega che in Italia non esiste la figura del Capo del Governo o premier, ma quella ben diversa del Presidente del Consiglio dei ministri, “primus inter pares,” come figura di coordinamento di un organo collegiale. Tutto il sistema del complesso bilanciamento dei poteri fra organi costituzionali diversi ,che rende l'Italia una democrazia occidentale e non una repubblica delle banane , viene denigrato quotidianamente per appiattire tutto sulla persona del “comandante”, che non ha alcuna veste costituzionale nel sistema esistente.

Le televisioni usate per spostare l'attenzione dal senso critico al puro intrattenimento meglio se volgare e categoricamente lontano da ogni riferimento culturale

Inutile illustrare quello che tutti sappiamo e possiamo verificare accendendo la televisione su un canale italiano. Sembra una banalità, ma può essere una banalità che uccide la democrazia se ripetuta per anni cancellando l'opinione pubblica ,drogando il senso critico e abituando sistematicamente la gente a una adesione conformistica al livello più basso. Il trucco del “panis et circences” era noto da millenni a qualsiasi dittatore o aspirante tale.

L'incultura al potere

Inutile spendere delle parole per illustrare le fini disquisizioni di ministri della repubblica sugli “intellettuali di merda” della sinistra (sinistra : categoria politica che a detta di qualsiasi osservatore in Italia al momento presente semplicemente non esiste più ). Il comandante Silvio non è un militare come Chavez ma le sue categorie mentali sono notoriamente da caserma, sopratutto nella valutazione dell'altra metà della umanità, cioè del mondo femminile.

La “vision” del “comandante”: stare al potere a vita

Stare al potere a vita a qualsiasi costo, la prospettiva del berlusconismo è questa. “Se mi condannassero non mi dimetterei” dice il “comandante” e questo basta per valutare il regime. I distributori di camomilla dal Corriere della sera a Rutelli , Casini e compagni che si scandalizzano a sentire parlare di fascismo ,che si sta materializzando di giorno in giorno non vogliono vedere una realtà sempre più preoccupante, perché come in Venezuela esiste anche l'altra metà del paese che non è per niente favorevole al regime e che si carica di puro odio verso chi maltratta in questo modo le istituzioni.
C'è una sola differenza effettiva fra Chavez e il “comandante” Silvio. Chavez ha nazionalizzato centinaia di industrie e privilegia il pubblico rispetto al privato.
Però il “core business” del “comandante” Silvio, le televisioni, è quello di un concessionario di pubblico servizio , le frequenze televisive, cosa che in Italia si finge di non conoscere bene e della quale non si parla mai e che sarebbe invece bene tenere in primo piano.