venerdì 25 novembre 2016

Referendum,referendum :la peggiore campagna elettorale di sempre



Ma come è possibile che i politici ,cioè i rappresentanti che noi abbiamo eletto, non abbiano capito per niente che di questo referendum e quindi della riforma costituzionale sulla quale si vota,ai loro elettori non gliene importa nulla, assolutamente nulla ?
Sul merito della riforma se ne era parlato nel precedente post del 5 ottobre scorso col quale si commentava il confronto a più alto livello intellettuale che si è tenuto in proposito, cioè quello fra Renzi e Zagrebewsky, mettendo in evidenza che l’argomento trattato da Zagrebebwsky, costituzionalista principe con assoluta sincera passione, era assolutamente lunare per il cittadino che non avesse fatto all’università gli esami di diritto costituzionale italiano e di diritto costituzionale comparato.

Alla gente di questo referendum non gliene importa niente perché non pensano di essere toccati dalla riforma costituzionale che non conoscono e che comunque non vedono come una priorità
Viene da dire : ma come è possibile che politici tanto navigati si siano dato il piccone sul piede dando il via a questo referendum, che tratta temi importanti, che però la gente non percepisce come tali?
I nostri politici non sono un gran che, ma quello che stiamo dicendo lo avevano capito.
E’ prevalso però il difetto primo di questa classe dirigente mediocre, che è mediocre proprio perché sa guardare solo fino al proprio naso, ma non oltre e quindi non opera per realizzare programmi seri con una strategia a lungo termine, pensando ai propri figli ed ai propri nipoti ma solo e unicamente a sé stessi e ad acchiappare dei vantaggi immediati.
Di conseguenza l’unico movente per le loro azioni politiche è lavorare per danneggiare l’ avversario, pensando di trarne chissà quali benefici, e tutto il resto vada pure alla malora.
E’ con questa filosofia che appena approvata la riforma costituzionale con la dovuta macchinosa procedura della doppia lettura per i due rami del parlamento, tutti i gruppi all’opposizione si sono avvalsi della facoltà di chiedere un referendum confermativo su quella legge a norma dell’art. 138 della Costituzione.
Ma non ci aveva detto qualcuno, sicuramente in buona fede, che questa sarebbe la Costituzione più bella del mondo?

Questo referendum è previsto dall’art 138 che è l’ultimo articolo della Costituzione ed è anche il più strampalato, contraddittorio e incongruente di tutti
Ed allora come mai questa magnifica Costituzione è così contraddittoria e incongruente proprio nel suo ultimo articolo , appunto il 138 ,che prevede la facoltà di indire un referendum alla fine di una procedura volutamente ultra-garantista, e per questa ragione, ultra complessa come quella designata per la modifica della Costituzione, referendum estremamente facile da chiedere da parte di pochi parlamentari e che addirittura non prevede la necessità di raggiungere un quorum appena appena decente?
Questo non è garantismo, questo è consegnare a una minoranza anche molto esigua la facoltà di contraddire la volontà espressa da una maggioranza anche straripante.
E questo è invece il contrario della democrazia.
Non riesco a non sottolineare che solo questo fatto è un argomento difficile da contraddire ad assoluto favore del si al referendum e cioè alla modifica della Costituzione , che non è poi così meravigliosa e che quindi abbisognerebbe di una revisione anche più radicale di quella operata dalla legge messa a referendum.
Sono entrato nel merito del referendum solo per dire che anche i nostri politici che non sono degli Einstein, sicuramente sapevano che la gente non sarebbe stata interessata ad occuparsi di norme che non avverte come incidenti nella loro vita e che comunque non considerano essere una priorità.
Di conseguenza avrebbero di sicuro preferito questo referendum non farlo, ma ci sono stati costretti da una norma costituzionale assolutamente sballata, come l’art 138.
La campagna elettorale, che purtroppo ci tedierà ancora per una settimana, è stata la più penosa che si sia mai vista.

Turpiloquio invece che argomentazioni.
Banalità indegne, che nulla c’entravano col merito del referendum.
Accademici seri e stimati che si sono lasciati andare alla stizza ideologica contro l’avversario, oggi che alle ideologie non fa riferimento più nessuno.
Politici trombati che non hanno creduto vero potere tentare un impossibile rientro davanti alle telecamere televisive sputando tutto il loro rancore sull’avversario che li aveva trombati.
Insomma il peggio del peggio.
Al punto che arrivati quasi alla fine della propaganda elettorale le due parti con uno sforzo penoso di non fantasia ripetono gli uni i medesimi argomenti degli altri.
Renzi dice che il si è contro la casta mentre Salvini e i 5Stelle sostengono che il no è contro la casta, cioè la stessa cosa.
I 5Stelle dicono che il no è contro alle banche, gli speculatori dei mercati e Renzi dice che il si è contro alle banche e gli speculatori.
Renzi dice che il si è per le riforme e gli altri dicono che il no è per le riforme.


Se vince il no io lascio, ammonisce Renzi.
Benissimo replica DiMaio dei 5Stelle, se Renzi perde deve lasciare e si va alle elezioni.
Errore!
Errore grossolano, tipico di chi non è ancora abbastanza navigato in politica.
Perchè Renzi non è uno normale, Renzi è quasi uno e trino e questo fatto gli avversari fanno finta di non saperlo.
Renzi è Presidente del Consiglio perché ha nei due rami del Parlamento una maggioranza sicura, che tale rimarrà anche nel caso di sconfitta dei si e di vittoria dei no.
A norma della Costituzione e della consolidata consuetudine, in caso di crisi di governo per dimissioni del premier, il Capo dello Stato non potrebbe fare altro prima di tutto che verificare l’esistenza o meno di questa maggioranza.

Se Renzi perde sarebbe sostituito da Renzi stesso o da un renziano di provata fede

Effettuata la verifica ed avuto esito positivo non gli resterebbe che confermare Renzi.
Se Renzi ritenesse a questo punto di fare il bel gesto e tirarsi fuori, sarebbe solo una commedia formale e di fatto non cambierebbe nulla, perché lo abbiamo detto, Renzi è uno e trino, nel senso che non è solo Presidente del Consiglio, ma è anche segretario nazionale del partito di maggioranza, e tale rimarrebbe anche in caso di vittoria dei no.
E’ ben noto che Renzi nel suo partito può contare su una maggioranza molto ampia e che i suoi avversari interni, che sono poi quasi tutti i reduci del vecchio partito comunista, sono di fatto con un piede dentro e con uno fuori, ma che prima o poi faranno il passo per uscire o Renzi stesso si vedrà costretto a buttarli fuori.
A questo punto la minoranza PD sarà costretta a uscire dalla maggioranza parlamentare, se troverà mai il coraggio di rischiare il suicidio politico.
Ma per Renzi niente paura, c’è già Berlusconi e il suo misero ,ma indispensabile 11%, per sostituire i voti di Bersani e D’Alema.
Si dirà : ma che schifo! Ricorrere a quel cadavere politico.
Giusto, ma mettiamoci nei panni del fiorentino, che ha nel sangue almeno qualcosa del grande Macchiavelli, questo qual cosa gli dice che quest’alleanza apparentemente schifosa è molto conveniente, perché il pallino rimarrebbe tutto nelle mani di Renzi da posizioni di forza, mentre e il povero Berlusconi avrebbe solo la possibilità di contrattare un trattamento decente per le sue aziende (che tra l’altro sta per vendere) e una tarda e ormai insignificante “riabilitazione” politica, sopratutto se la Corte Europea alla quale aveva ricorso da anni contro la sua espulsione dal Parlamento, dovesse dargli ragione, premio di consolazione, nulla di più.
Ma al di sopra di tutte queste considerazioni ce ne è un’altra che a mio avviso potrebbe essere determinante anche per l’esito del referendum ed è questa.
Oggi, come abbiamo detto e ripetuto, sono finite le ideologie, la società è “liquida”, anche troppo e la gente ha una considerazione vicina allo zero per i partiti in senso tradizionale.
Vede meglio i movimenti o i partiti che però si pongano a raccogliere una rappresentanza “trasversale”.
E chi c’è di più trasversale di Renzi?
Ha portato il Pd nell’Internazionale socialista, ma le istanze delle quali si è fatto paladino (abbassamento delle tasse, eliminazione di vincoli sul lavoro etc.) sono tutto meno che cose socialiste e così facendo ha tagliato l’erba sotto i piedi a Berlusconi, che non per caso lo considera come il suo vero erede, facendo buon viso a cattivo gioco, perché il suo popolo lo sta lasciando a favore del più giovane e credibile erede politico.
Qui siamo arrivati al punto, che potrebbe condizionare tutto : si è detto sopra riferiti a Renzi giovane e credibile.
Si potrebbe aggiungere : determinato, decisionista, presenzialista.

Gli avversari si sono sgolati in questa campagna elettorale referendaria ad evocare lo spettro di una virata verso un presunto regime semi-autoritario nel caso di una vittoria del si.
Ma siamo sicuri che questo non sia proprio quello che gli italiani desiderano nel loro inconscio politico ,ma non essendo pronti a confessarlo nemmeno a se stessi nei sondaggi lo nascondono?

Ma non lo nasconderebbero nel segreto della cabina elettorale.
Putin, Erdogan, Trump, Oban, la Lepen in arrivo, inutile negarlo questa è la tendenza evidente in tutto l’Occidente.
La gente comincia a reagire alle fregature che si è presa da una globalizzazione governata da nessuno ed istintivamente si ritira nel proprio guscio nazionale.
Siamo molto contenti che milioni e milioni di Cinesi eccetera con la globalizzazione siano usciti dalla fame e dalla povertà, ma non siamo affatto contenti che per sfamare i cinesi ci ritroviamo con la nostra gioventù, e non solo quella, irrimediabilmente disoccupata.
Siamo contenti che i disperati che scappano da nere povertà africane siano salvati dal mare ed accolti umanamente.
Ma cominciamo a chiederci se è sensato dare 1.000 Euro al mese a questi poveracci e un calcio nel sedere ai nostri giovani disoccupati.
Ora che Renzi finalmente ha preso il coraggio a quattro mani per contrastare l’assurdità delle pretese di una Comunità Europea, tagliata apposta per favorire le esportazione dei tedeschi a scapito delle nostre, c’è una ragione in più per chiedersi se è sensato farlo fuori adesso.
Renzi bene o male fa quello che gli altri nei decenni precedenti non hanno saputo fare.
Renzi ha un solo concorrente credibile : i 5Stelle.
Disgraziatamente passano gli anni, ma questi i compiti a casa, consistenti prima di tutto nel risolvere i loro problemi di “governance” ed il superamento di autentiche scemenze come il partito non-partito, lo statuto non-statuto, le votazioni alla facebuk, la conservazione maniacale degli scontrini per documentare le spese eccetera e quindi non sembrano poi così attraenti.
Tutte queste considerazioni mi fanno pensare che il “si” potrebbe vincere in contro tendenza rispetto a quello che dicono i sondaggi.


mercoledì 16 novembre 2016

Renzi dice : dopo di me il diluvio e purtroppo qualcosa di vero c’è






Renzi è diventato da un pezzo il personaggio centrale della politica italiana e in questo tempo ha costruito una sua immagine.
In questa sua immagine ha un posto importante la sua tutt’altro che simpatica tendenza ad esternare atteggiamenti guasconi, a spararle grosse.
Dietro di lui ormai si sono allineati quasi tutti nell’imitare gli stessi atteggiamenti, Salvini e Grillo in testa.
E questo è il loro problema, perché è ben noto che nel pollaio il gallo, maschio alfa, non può essere che uno solo e di conseguenza se questo ruolo lo vogliono ricoprire in tre o quattro, è ovvio che due o tre non hanno alcuna probabilità di arrivare primi e comunque tutti e quattro rischiano di perdere la loro credibilità.
Ma sono fatti loro, saranno loro a dover sfidarsi in regolari tenzoni per trovare il capo del pollaio.
Noi spettatori, sempre più annoiati, dobbiamo solo cercare di on farci scambiare per polli da spennare a loro piacimento.

A Renzi piace fare il maschio alfa che si distingue dai pollastri inefficienti che lo hanno preceduto, copiando Berlusconi, Craxi , Fanfani, e qualcun altro che fortunatamente non è più di moda

Il discorso che Renzi fa “alla pancia” degli italiani, ridotto all’osso è sempre lo stesso : io solo sono il maschio alfa capace di farvi uscire dalla palude nella quale da decenni i miei predecessori vi hanno impantanato.
Lo aveva fatto anche Berlusconi con esito incerto e altalenante, ma a volte anche con qualche successo.
Prima di lui lo aveva fatto Craxi, con alterne fortune, ma senza successo.
Prima ancora Fanfani, regolarmente stoppato dalla tribù dei pollastri dorotei.
E prima ancora…….lo sapete benissimo e conoscete pure benissimo i risultati.
Fa un po ridere il fatto che Renzi, uomo di telefonino, computer e fanatico delle slides (i grafici da proiettare) per assumere atteggiamenti così ovvi, tratti dalla “fattoria degli animali” di ogni tempo e
latitudine, faccia pagare al suo partito la consulenza di un guru americano della comunicazione, un certo David Hunter, socio del più noto Jim Messina, “consulente comunicatore” ufficiale del presidente Obama, si è visto con quali brillanti risultati.
Ma il ragazzo fiorentino si è accorto che pure spendendosi al limite delle forze in continui “giri d’Italia” i consensi per il si al referendum costituzionale continuano a latitare e deve essersi giustamente spaventato.
E quindi battendo sempre sullo stesso tasto fa risuonare nuovamente lo stesso slogan : quelli prima di me non hanno combinato nulla : il paese non cresce da decenni, unico di tutta la Comunità Europea, quindi io solo vi posso trarre dai guai.
Il discorso sembra filare anche se come sillogismo è completamente sballato proprio nella conclusione, perché non c’è nessuna logica fra premesse e la conclusione.
Le premesse sono ineccepibili : chi ha governato nei decenni prima di lui, avrebbe potuto più proficuamente rimanere a casa propria, che tanto nessuno se ne sarebbe accorto della differenza.
Ma la conclusione non è affatto consequenziale e scontata come si vorrebbe far credere, e questo è il punto.

Secondo i sondaggi Renzi il 5 dicembre perderà il referendum costituzionale e il suo governo cadrà di conseguenza

Renzi è attualmente sulla soglia del precipizio, questa è la realtà, meno di un mese e se i sondaggi, che danno ininterrottamente il no in vantaggio di un 5/6% , non mentono se ne dovrà andare a casa.
Vedremo poi quali scenari si aprirebbero in questo caso.
Quello che però mi preme sottolineare adesso è che purtroppo al momento si verificano una serie di fatti convergenti, tutti diretti a rendere imprevedibile e instabile l’immediato futuro dei principali paesi europei e che quindi l’eventuale caduta del governo italiano verrebbe o meglio verrà percepita come un evento decisamente calamitoso per il nostro paese.
E questo, assolutamente non perché Renzi sia particolarmente simpatico a qualcuno, ma per la pura fredda slavina delle concause che sta per precipitare sulle nostre teste.
Possiamo fin che vogliamo illuderci che il freddo mercato non esista, ma sia solo una foglia di fico che nasconde le vergogne di una cricca di potentissimi finanzieri che giocano a dadi sulle nostre teste, ma non si risolve niente aderendo a infantili teorie complottiste oggi sempre di moda.
Il mercato esiste eccome, per la semplice ragione che il mercato siamo noi, lo facciamo noi con le nostre scelte economiche e finanziarie da “buoni padri di famiglia”.

Ai mercati di Renzi non potrebbe fregargliene di meno, ma aborrono l’ulteriore elemento di instabilità che porterebbe la sua caduta, provocando un effetto valanga messo insieme ad altri elementi già esistenti

Certo, come in tutte le cose di questo mondo ci sono attori nel mercato che possono muovere cifre imponenti, ma nessuno può illudersi di essere “azionista di riferimento” del mercato, perché il mercato funziona con la legge dei grandi numeri.
Questo per chiarire che se i mercati stanno in questi giorni frustando l’Italia e sono pronti a trattarla ancora peggio se il 5 dicembre vincessero i no, il tutto avverrebbe per un effetto valanga che prescinde totalmente dal giudizio su Renzi.
Ai mercati di Renzi non potrebbe importargliene di meno.
Ai mercati invece importa moltissimo sapere come e perché l’Italia si trova con una montagna imponente di “sofferenze bancarie” , cioè un accumulo di “crediti inesigibili”, passano gli anni, il problema rischia di esplodere e il governo non fa praticamente nulla se non “salvare” quattro banchette locali del Centro Italia e basta, punto, e le altre che facciamo?
Si potrà controbattere che gli altri paesi non stanno meglio.
Infatti non è che il paese che comanda in Europa, la Germania ha nascosto sotto il tappeto la situazione criticissima del colosso Deutche Bank e tutt’ora tiene sotto il tappeto quella ancora più critica del Sparkassen locali?

Anche gli altri paesi europei non stanno troppo bene, ma noi facciamo di peggio

Verissimo, ma il problema nostro è unico per nostra sfortuna, perché solo le nostre banche sono oberate oltre che dalla montagna dei “crediti inesigibili”, anche da un’altra montagna ancora più grossa di “titoli di stato”.
Aumenta lo “spread”!
Il cittadino medio può anche fregarsene o nemmeno capire cosa significa spread, ma ancora purtroppo queste sono cose molto serie.
Spread, cioè differenza del tasso di rendimento del nostro BTP decennale rispetto a quello tedesco sta aumentando in questi giorni in modo sensibile e costante.
Per una delle più ovvie leggi dell’economia finanziaria questo significa che con lo stesso ritmo il valore di mercato dei medesimi BTP scende.
E quindi in poche parole chi aveva comperato a 115 adesso se vende prenderà 110 e via di seguito.
La conseguenza è che lo stato dovrà pagare interessi più alti di qualche miliardo e che il cittadino risparmiatore si prenderà la solita fregatura (della quale dovrà però ringraziare per buona parte la propria impreparazione).
Ad oggi la tendenza è costante anche se il livello del famoso spread (170/180) è ben lontano dai livelli da bancarotta raggiunti dal brillante ultimo governo Berlusconi (570 nell’autunno 2011), ma come si diceva la tendenza è costante e mancano meno di quattro settimane al voto sul referendum con probabile caduta del governo Renzi.
I bollettini finanziari che leggono gli operatori ma anche i cittadini che non vogliono farsi spennare, in questi giorni stanno delineando scenari da brivido, sulla base di un sondaggio fra operatori esteri condotto dall’agenzia specializzata Sentix addirittura il rischio dell’uscita dell’Italia dall’Euro è superiore a quello di una eventuale uscita della Grecia.
Altro indicatore da brivido è quello dell’andamento dello strumento finanziario che usano gli investitori per “assicurarsi” sull’eventuale rischio di default (fallimento) di un paese, ebbene questo livello risulta oggi addirittura doppio di quello relativo alla Spagna.
L’indice della borsa italiana da gennaio è sceso del 18%, mentre i titoli mondiali sono saliti del 6%.

ai nostri rischi di instabilità di sommano alcune debolezze dell’economia mondiale, che peggiorano un quadro già poco roseo

Se poi allontaniamo lo sguardo dalla galleria degli orrori italiani sopra elencati e andiamo all’esterno non è proprio che vi troviamo rose e fiori.
Tanto per cominciare la Fed americana probabilmente approfitterà della vittoria di Trump per prendere il coraggio che finora le è mancato per cominciare ad alzare gradualmente i tassi e frenare le rotative che stampano moneta a man bassa per sostenere l’economia.
Draghi in Europa ne sarà condizionato e così pure la banca centrale inglese, quella giapponese eccetera.
A parte le conseguenze di questa manovra delle banche centrali che provocheranno una tendenza al rallentamento e non alla crescita delle rispettive economie occidentali, sorge anche il problema ancora più grosso del rallentamento che provocheranno in tutte le economie emergenti, a seguito del rincaro del denaro che ne deriverà ed alla conseguente perdita di capitale dei titoli occidentali che questi paesi si sono messi in cassa.
Sta durando più del necessario il periodo di incertezza e di crisi che si trascina dietro il prezzo del petrolio sotto i 50 $, livello letale per l’economia russa e fonte di fallimenti per le compagnie americane più esposte dell’estrazione dello shale gas.
La crisi cinese è una congiuntura di assestamento o prepara lo scoppio la bolla immobiliare e via di seguito?
L’Europa si può permettere di aspettare le elezioni presidenziali in Francia e quelle politiche generali in Germania, facendo finta di niente?
L’enorme ondata di profughi e di immigrati economici che si è abbattuta sull’Europa, comunque verrà gestita o non gestita nell’immediato sarà foriera di una massa di giovani sradicati che troveranno istruzione nei nostri paesi solo per avere gli strumenti cognitivi sufficienti per incavolarsi di più quando si ritroveranno fra qualche anno ad aumentare a dismisura la massa di giovani locali senza prospettiva di lavoro.
E le belle menti che continuano a lanciare proclami divenuti deliranti a favore della politica delle porte aperte a prescindere ?
Insomma l’avvenire è incerto con tendenza a un netto peggioramento.
Renzi, poverino, se ne pagherà le spese non rappresenta più di un vascello nell’oceano, ma la grana sarà tutta sulle nostre spalle e sui nostri portafogli.
E se invece dovesse vincere per il rotto della cuffia?
E’ improbabile, ma forse se cerchiamo di ragionare volgarmente col portafoglio in mano, potrebbe convenirci, almeno così dicono i dati che abbiamo sopra snocciolato.

Chi se ne frega di Renzi, ma se non cade ci guadagna il nostro portafoglio

Al mercato interessa solo che il governo italiano non salti, perché aborre un ulteriore elemento di instabilità, anche se di Renzi non gliene importa nulla.
Oltre tutto, come si era cercato di argomentare nell’articolo del 5 ottobre scorso, le ragioni del si al referendum costituzionale appaiono più fondate nel merito di quelle del no.




martedì 8 novembre 2016

Hillary, attenzione che chi entra in Conclave credendosi già Papa di solito ne esce solo come Cardinale







La Clinton, dopo essere stata (parzialmente) scagionata dalle indagini dell’FBI relativamente all’affare delle sue mail da segretario di stato trasmesse tramite server non sicuri, si è esaltata e dall’aereo ha cominciato a fare dichiarazioni col distacco di chi si crede ormai diventato Presidente.
Ieri i media statunitensi, tutti schierati a suo favore fin dall’inizio, l’hanno seguita trasmettendo notizia dei risultati dei sondaggi più recenti tornati a suo favore se pure con margine pericolosamente vicino alla percentuale di errore statistico e il gioco è fatto.
La borsa di Wall Street, preceduta da quelle europee, per ragioni di fuso orario, ha celebrato ieri l’avvenimento non ancora avvenuto con un forte guadagno degli indici, dopo un lungo periodo consecutivo di calo.
Alla vigilia dell’ “election day” siamo già in clima di ubriacatura.

Ieri c'era un'ubriacatura dei  media a favore  della Clinton come se avesse già vinto

E se la notte prossima vincesse Donald Trump, che succederebbe? La borsa crollerebbe pesantemente? E per che ragione, visto che il programma economico di Trump è generico e fumoso come quello della Clinton?
Senza di me il diluvio, questa è stata di fatto la strategia che ha seguito nella sua comunicazione Hillary Clinton, in tutta una campagna elettorale pessima come livello che comunque vadano le cose ha fatto malissimo alla democrazia americana.
Quando si abbassa di livello la dialettica politica facendola girare prevalentemente sulle questioni di letto dei protagonisti diretti o dei loro familiari, sarei tentato di dire che finisce la politica.
Perfino la questione serissima delle numerosissime mail della Clinton, che quando era Segretario di Stato,sono girate su server qualunque per sua colpevole incuria, era stata sfruttata non tanto per i suoi aspetti di potenziale pericolo per la sicurezza nazionale, ma giocando sulle scabrose questioni di letto del marito della famosa prima assistente della Clinton stessa.
In Italia, c’è il Vaticano, ci diciamo spesso per giustificare nel nostro immaginario collettivo l’eccesso di interessamento per le questioni di gossip dei personaggi più o meno famosi, seguitissimi dai media, come nelle altre parti del mondo, del resto.
Ma negli Usa la presenza delle sette religiose evangeliche, molto più oscurantiste del Vaticano, è ancora più pervasiva e influente sulla pancia dell’America profonda, quella della casalinga di Milwaukee, (corrispondente alla nostra casalinga di Voghera).

Ma l'America profonda, quella della casalinga di Milwaukee e della Bible belt vota repubblicano, non democratico

La percentuale degli americani che credono in buona fede che quello che c’è scritto nella Bibbia vada preso alla lettera è molto ma molto maggiore di quella riscontrabile in Europa.
L’America non per niente è da sempre definita come la terra dei contrasti dove convive la più alta concentrazione di “teste d’Uovo” e di università di eccellenza con l’America profonda della “Bible belt”, la cintura degli stati centrali rigorosamente orientati a destra e verso l’integralismo religioso.
I cittadini di questi Stati votano e non votano democratico.
Ieri sera i telegiornali erano tutti orientati a celebrare in anticipo la presunta vittoria di Hillary, mostrando curiosamente come sfondo le cartine degli Stai Uniti, sulle quali il rosso degli Stati attribuiti ai repubblicani, soverchiava grandemente il blu degli Stati attribuiti ai democratici, e allora come sarebbe possibile una vittoria della Clinton in quelle condizioni?
Mistero da un punto di vista aritmetico, ma comprensibile dal punto di vista delle neuroscienze.
Come è da tempo studiata “l’economia emotiva”, è anche da sempre risaputo che in politica l’essere umano è mosso nelle sue prese di posizione in politica più da “scelte di pancia” che da scelte razionali.

Chi vota sulla suggestione di messaggi emotivi, voterà Trump, non Clinton

Pensiamo qui in Italia al ventennio berlusconiano e abbiamo capito tutto quello che c’è da capire in materia.
Era talmente “emotiva” e non razionale l’ubriacatura a favore di Berlusconi che era presto divenuto ben noto il fenomeno dei sondaggi che sottovalutavano la misura del consenso berlusconiano, per la semplice ragione che molti intervistati “avevano vergogna” a dichiarare all’intervistatore il loro favore a Berlusconi, perché evidentemente percepivano loro stessi di essere attratti verso quella scelta da messaggi subliminali ed emotivi e non da consapevoli considerazioni razionali.
I politici queste cose le conoscono benissimo e da un pezzo “ci marciano”, cioè le sfruttano all’osso.
Sulla base di questi ragionamenti è verosimile che i sondaggi tutti a favore della Clinton non rispecchino la situazione reale, sia perché il cittadino intervistato potrebbe essere portato a “vergognarsi” di esprimere la sua preferenza per un outsider alla Donald Trump (come succedeva con l’effetto Berlusconi di cui si è parlato sopra), sia perché la maggioranza dei consensi verso la Clinton potrebbe non essere veritiera in quanto istintiva e quindi ancora una volta emotiva tendenza a esprimersi per “evitare salti nel buio”, che però per loro natura maturano più spesso nel breve momento del segreto dell’urna che non nel momento più rilassato e controllato dell’intervista.
Del resto i due contendenti invece di parlare di programmi precisi e dettagliati hanno basato tutta la loro campagna nella demonizzazione dell’avversario, giocando tutto sull’emotività dell’elettorato.
Hillary dicendo che sarebbe un disastro per l’America avere un presidente completamente senza esperienza come Trump, che per di più avrebbe un carattere mercuriale, collerico e imprevedibile.
Trump dicendo che la Clinton sarebbe il perfetto esponente della cricca corrotta economico-politica che rappresenta l’establishment al potere.

La differenza fra i due contendenti

Nella loro scelta di esasperare e di semplificare per screditare l’avversario, i due hanno però finito per mettere sotto i riflettori il vero nocciolo del problema che è questo :
Donald Trump vuole rappresentare i cittadini che ne hanno piene le scatole del permanere al potere di una cricca politico-economica, che ha spinto l’America a svenarsi in avventure belliche fallimentari, che sono costate moltissimo e che hanno impoverito il ceto medio, e come ciliegina sulla torta Trump ci mette anche l’argomento dell’esercito degli immigrati in gran parte clandestini utili da far lavorare in nero con salari bassi, ma che sono il perfetto capro espiatorio sul quale far ricadere le colpe di tutte le cose che non vanno.
Hillary Clinton vuole rappresentare la continuità di una presidenza democratica con un poco di welfare ,molto interventismo per tenere in vita il mito della supremazia americana.
Il presidente ideale per Wall Street, per le industrie belliche e per chi vuole “stabilità”, cioè per lasciare al potere chi c’è di già.
In pratica i messaggi convergono su questa ulteriore semplificazione : se volete cambiare votate Trump, se volete lasciare le cose come sono votate Clinton.
Come andrà a finire?
L’America non sta poi così male, ha passato la crisi, ha una disoccupazione ridotta a livelli fisiologici, si è tirata fuori dalle folli guerre di Bush.
Ma forse soffre in silenzio, pare ci sia un malessere profondo, perché se è vero che chi aveva perso il lavoro ne ha trovato un altro, perché il sistema tutto sommato funziona ancora, è anche vero che ne ha trovato un’altro con tutta probabilità ad un livello più basso e magari per mantenere un reddito decente deve integrare un lavoro che non è un gran che con un secondo o terzo lavoro che pure non sono di meglio.
Questa è l’America che ha ancora molte opportunità, ma che probabilmente è percepita come nettamente al ribasso.
Chi avverte di essere retrocesso nell’acquisizione del reddito o nella scala sociale o di essersi brutalmente impoverito, reagirà col voto?
Il fattore decisivo per l’elezione alla fin fine è questo : chi è scontento si chiuderà nel suo rancore o lo materializzerà in un voto “contro”?

Chi è abbastanza incavolato da voler cambiare voterà Trump, chi è rassegnato a tenere per sè il proprio malessere voterà Clinton

Se lo farà vincerà Trump, questo è certo.
Se si rassegna invece vincerà Hillary.
Gli esperti che cercano di “raffreddare” i movimenti emotivi di questa campagna concordano su un fatto e cioè ripetono che non c’è alcun diluvio alle porte sia che vinca l’uno o che vinca l’altra, perché il sistema politico americano è complesso ed è studiato apposta per evitare che ci sia l’”uomo solo al comando”.
Il sistema dei “pesi e contrappesi” è fatto apposta per condizionare, per costringere il presidente a riflettere a valutare altre ipotesi, a tenere conto di altri interessi, ad ascoltare molti e diversi centri di potere e di influenza.
Vista però la tutt’altro che eccelsa statura dei due candidati e l’ancor meno elevato entusiasmo che stanno suscitando nell’elettorato, è sperabile che la loro modestia non contribuisca ad “incartare” un sistema politico che ancora funziona, ma che fatica sempre di più a nascondere i suoi acciacchi.
Tanto per dirne una : un presidente di un colore che si trova a governare con un Congresso o addirittura con un Congresso e con un Senato di colore avverso, riuscirà a governare o rimarrà in stallo a tempo indeterminato?

Il vero pericolo è che dopo il duello di due candidati così modesti la gente avverta che il sistema funziona ancora, ma con il rischio costante di incartarsi

Purtroppo l’”incartamento” di molti sistemi democratici nel mondo sta mettendo delle pericolose pulci nell’orecchio delle opinioni pubbliche che si chiedono se non sono più efficienti i regimi semi- autoritari tipo Cina, Russia eccetera.
In altre parole non sarà meglio “l’uomo solo al comando”?
In realtà nel mondo moderno, Nord Corea esclusa, tutti i sistemi politici sono complessi ed hanno centri di potere che bilanciano il loro diverso potere reale, per cui la figura dell’uomo solo al comando è più di facciata che una realtà, ma rimane il fatto che la democrazia come l’abbiamo conosciuta finora comincia a manifestare pericolosi segni di crisi e di fiducia.
Queste elezioni americane così al ribasso devono far riflettere.

Le venerate costituzioni dei padri fondatori forse necessitano di essere aggiornate con qualche sforzo di fantasia.

mercoledì 2 novembre 2016

L’ultimo documento dell’ex Sant’Uffizio con le istruzioni per l’uso delle ceneri risulta veramente deprimente e induce a pensare che la Chiesa, non ostante Papa Francesco, non possa farcela a superare il ritardo che ha accumulato verso il mondo moderno







Bello ed esaltante vedere Papa Francesco che si lancia in continue battaglie per riportare al centro
delle preoccupazioni della Chiesa lo spirito evangelico, dimenticando le lotte per il potere e per i soldi che affliggevano da decenni il Vaticano.
Ed ecco allora i colpi di timone sugli argomenti economico-sociali e ambientalisti e in materia di diritti umani.
Bello vedere questo Papa che si appresta a celebrare il cinquecentenario della Riforma di Lutero, finalmente parlando di del famoso frate agostiniano e delle sue idee con il rispetto che meritano, per la prima volta dalla Riforma, fra gli schiamazzi scomposti dei vari oscurantisti alla Socci, Ciellino impenitente e soci, in tonaca più o meno colorata, che affermano che al Papa non interessa più essere cattolico, se perde tempo a celebrare la Riforma.
Bello vedere Papa Francesco innovare sul terreno, scivolosissimo per la Chiesa, della famiglia e dei costumi sessuali, fra lo sconcerto di Sandro Magister , Vaticanista principe, e delle agguerrite schiere dei tradizionalisti di ogni tendenza, dei quali è divenuto il portavoce più autorevole per completezza di informazione.

Papa Francesco suscita speranze ed entusiasmi, ma questo documento è raggelante

Ma proprio per questo risulta raggelante ritrovarsi davanti a documenti non necessari e controproducenti, che ribadiscono vecchi anacronismi della dottrina tradizionale, come questa “istruzione” del Card. Mueller, Prefetto della Congregazione della dottrina della fede, che addirittura ripete che sì è vero che la Chiesa si era orientata per tollerare anche la pratica della cremazione dei defunti, ma che l’inumazione ,sempre seguita nei secoli precedenti, sarebbe la pratica da privilegiare, perché sarebbe idonea a ribadire la fede in due dei dogmi cattolici, ritenuti essenziali da quella Congregazione : la Resurrezione di Cristo e la resurrezione dei corpi, beninteso, ambedue interpretati alla lettera e non in senso metaforico.
Il Papa, sta scritto in quel documento, ha visto e autorizzato.
Peccato, peccato che questo Papa ritenga sostenibile e insista nel praticare questa strategia di “un colpo al cerchio e uno alla botte”.
Peccato, perché il Papa non è un politico qualunque, che potrebbe anche giovarsi di una strategia spregiudicata di questo tipo.
Il Papa non può permettersi di fare il progressista al mattino e il tradizionalista alla sera, perché se si comporta in questo modo, mina da solo la sua credibilità, e genera confusione fra fedeli tutt’altro che colti in materia teologica.
E’ vero che per buona parte questo suo comportamento, altamente spregiudicato e ondeggiante, è dovuto al fatto che questo Papa è “l’uomo venuto dall’altra parte del mondo” e che quindi è sempre tentato dal privilegiare il modo di pensare di chi è immerso in quelle culture e nello sviluppo storico di quelle culture, che è profondamente diverso dal nostro europeo.
Probabilmente il Papa, anche in questa vicenda particolare, ha privilegiato la sensibilità di quelle popolazioni del mondo in via di sviluppo, che considerano l’inumazione come pratica “naturale”, e la cremazione come pratica “artificiale” e che quindi si sia preoccupato di non creare turbamento in quelle parti del mondo, mettendo però in secondo piano il turbamento effettivo che quest’istruzione suscita da noi.

Perché dare schiaffi alla sensibilità moderna per privilegiare forse usi e mentalità arcaiche di popoli extra-europei, che sono meno portati al cambiamento?

Adesso però chi va a spiegare magari ai cittadini del nord Europa, un ritorno al passato di questa portata, come quello indicato nella “istruzione”, della quale stiamo parlando?
Dare schiaffi alla sensibilità moderna degli europei non mi sembra certo una mossa lungimirante e nemmeno accorta, perché inevitabilmente questa “istruzione” finirà per essere un ulteriore contributo a far considerare il cattolicesimo come una visione “ininfluente” nel mondo moderno.
Fatto sta che il Card.Mueller non si è minimamente sforzato di dare nemmeno una minima base logico-argomentativa a quel documento, come se fossimo ancora ai tempi di Pio IX.
Peccato, perché in questi momenti di “terremoti”, non solo fisici, ma morali e ideologici, una Chiesa rinnovata avrebbe potuto dare un suo contributo, ma certo non ribadendo dogmi improponibili, applicati poi in modo approssimativo e maldestro.
Il Cardinale stesso del resto, forse persino lui ,si è reso conto in parte di non essere al servizio di Pio IX, ma di trovarsi a vivere un secolo e mezzo dopo, e sulla base di questa consapevolezza ha realizzato che proprio non poteva vendere a un popolo di fedeli ormai altamente scolarizzato (anche se a livelli infantili in materia teologica) la pratica dell’inumazione, come un “dogma” e quindi si è lasciato andare a definirla come una “consuetudine” e nulla più.
Una consuetudine in questo campo, come è quella degli ebrei, di non praticare l’”esumazione”, per liberare delle tombe.
Pratica curiosa e poco attenta a ragioni igenico-funzionali, ma tant’è.

Quella dell’inumazione è nulla di più di una consuetudine in via di superamento in Europa, e come tale è materia profana e non sacra

Consuetudine, come quella islamica di inumare in un lasso di tempo brevissimo dalla morte.
O come quella induista di cremare, pure in gran velocità.
Basta elencare queste “consuetudini” per capire al volo che alla base ci sono evidenti ragioni igienico- logistiche, legate al clima dei paesi nei quali vivono i popoli che le praticano e che le relative religioni hanno assunto e fatto proprie queste “consuetudini” ,che erano preesistenti alla nascita delle religioni medesime.
La consuetudine è una pratica civile e storica e quindi come tale in continua evoluzione, punto.
Ed allora perché il Vaticano vuole metterci il naso per “sacralizzare” cose profane?
Proprio perché le religioni per acquisire il controllo delle coscienze si sono storicamente servite in modo indebito dell’occupazione dei “riti di passaggio”, “sacralizzando” consuetudini civili e profane, che non avevano un gran bisogno di essere sacralizzate.
Tanto è vero che hanno continuato a manifestarsi in forme svariatissime, come hanno descritto puntualmente gli antropologi, e che in forme svariatissime si sono evolute con o senza le benedizioni degli apparati ecclesiastici.
Il Vaticano, ormai suo malgrado in ritirata, abbastanza rapida in tutta Europa, ha ritenuto anche in questo caso che fosse opportuno un suo intervento “difensivo” di pratiche anacronistiche, illudendosi di poter frenare una evoluzione di un rito di passaggio, che andrà comunque con le sue gambe, come con le loro gambe stanno andando i matrimoni, i riti di accoglienza nel mondo degli adulti, eccetera.
Sarebbe stata ora che le gerarchie cattoliche capissero che il loro processo di “sacralizzare” ciò che è profano che non ha particolare bisogno di essere sacralizzato per avere un suo senso logico-funzionale e una sua dignità culturale e morale, è un processo storico finito e in via di scomparsa, perché ha perso il suo senso sacrale, man in mano che le persone acquistano consapevolezza della loro responsabilità diretta verso la loro vita, se quindi sentono sempre meno il bisogno di delegare ai preti o ad altri, funzioni e riti che possono autogestire loro stessi.
Quindi il Card. Mueller, almeno di questo diamogliene atto, non osa presentare la consuetudine dell’inumazione, come un “dogma”, perché un dogma dovrebbe necessariamente trovare un qualche fondamento nella “scrittura”, fondamento ,che proprio non è reperibile.

l’inumazione sarebbe una pratica che meglio ribadirebbe la fede nella resurrezione di Cristo e dei nostri corpi, ma chi lo dice?
Però con un salto logico a pié pari, afferma che la pratica dell’inumazione è quella che meglio serve a ribadire la fede nella Resurrezione di Cristo, che prefigurerebbe la resurrezione anche dei nostri corpi.
E come giustifica questa sua affermazione?
La giustifica rimandando a un articolo del Catechismo, il 2300.
Bene, penserà il lettore, vado a vedermi questo Articolo 2300 del catechismo ed avrò gli argomenti che giustificano quest’affermazione.
L’art 2300 recita : “i corpi dei defunti devono essere trattati con rispetto e carità nella fede e nella speranza della risurrezione. La sepoltura dei morti è un’opera di misericordia corporale, rende onore ai figli di Dio, templi dello Spirito Santo”.
Argomenti : zero.
Se il Card.Mueller lavora sempre in questo modo, con la tecnica del cane che si morde la coda, cioè rimandando un’affermazione ad un’altra uguale, senza argomentare nulla, non sarà certo di alcuna utilità per Papa Francesco, né per alcun altro papa.
Sarebbe quindi nel bene della Chiesa sostituirlo al più presto in quell’incarico di Prefetto di una Congregazione chiave della Curia Romana, non solo perché è un aperto nemico dell’innovazione e quindi è uno che rema contro questo Papa, ma sopratutto perché è tecnicamente inadeguato a svolgere il suo compito, come cerchiamo di dimostrare.
L’affermazione che la consuetudine dell’inumazione sarebbe più adatta di altre per ribadire la fede nella risurrezione di Cristo e dei nostri corpi alla lettera, non è appoggiata da alcun argomento e tanto meno dimostrazione di alcun genere, come abbiamo visto.
Ed allora che senso ha un documento basato sul nulla?
Ma quand’anche prendessimo per buona l’affermazione centrale di questa “istruzione”, ha un senso
fare riferimento ai dogmi della resurrezione di Cristo e della resurrezione della cane, interpretati alla lettera, cioè come se fossero fatti storici?
La teologia cattolica seria a livello accademico, cioè, quella che si pone nel solco delle altre discipline accademiche, che danno per scontata la libertà di ricerca e non quelle delle università pontificie, che rimescolano solo propaganda religiosa, perché non sono basate sul “dogma” laico della “libertà di ricerca”, ha da tempo messo in discussione la fondatezza di ambedue quei dogmi, se interpretati in senso storico-letterale.
Cito solo ,per chi volesse approfondire, il testo di teologia fondamentale “io e Dio” di Vito Mancuso
nel capitolo “storicità della resurrezione” a pag. 308.
Per quanto riguarda la contestazione del dogma della resurrezione della carne, interpretato alla lettera si veda sempre Vito Mancuso nel testo “l’anima e il suo destino” a pag. 222, anche se tutto il libro è una trattazione di questo argomento.
Questa “istruzione” propone argomenti che sono tutti opinabili e logicamente molto fragili.
L’inumazione avrebbe il vantaggio di ribadire la fede nella risurrezione ?
Un collaboratore del Papa, più acuto del Card. Mueller ,avrebbe lasciato perdere i dogmi della risurrezione di Cristo e dei corpi in senso storico, e si sarebbe limitato a parlare di “esistenza dell’anima”.
Se il medesimo Cardinale avesse avuto un qualche interesse a parlare all’uomo di oggi ,avrebbe usato affermazioni argomentabili e non dogmi e riferimenti alla mitologia cattolica, che per definizione sono ad uso interno e non dialogano con chi professa altre e diverse mitologie o semplicemente fa a meno della “fede” cioè del “voler credere”, per basarsi ,invece sulla “conoscenza”, che può essere dimostrata con argomenti almeno sul piano logico.
Se fossimo quindi nel campo, più praticabile dell’esistenza dell’anima, perché mai mettere i corpi a marcire lentamente invece che riducendoli brevemente in cenere, sarebbe un’esaltazione dell’esistenza dell’anima?
La differenza sta solo e unicamente nei tempi di riduzione in cenere.
Si tratta quindi di un volgarissimo e profanissimo argomento fisico.
Quella di Mueller, lo ribadisco non è nemmeno un’affermazione, perché non essendo basata su nulla di argomentato, non è altro che un’opinione e come tale è ininfluente.

Una seconda affermazione contenuta nell’”istruzione” è quella secondo la quale la conservazione dell’urna “in luogo consacrato” e cioè (dice l’ istruzione) nei cimiteri, sarebbe più rispettosa rispetto alla conservazione privata.

E qui finiamo veramente nel più che opinabile, tirato fino al paradosso grottesco.
Ma lo sa il Card.Mueller, che evidentemente non legge i giornali o che comunque non frequenta cimiteri se non intorno al 2 novembre, che in molti cimiteri si trova di tutto, con elementi di degrado a non finire?
Chi lo dice che questi siano luoghi consacrati?
Ma cosa c’è di più “sacro”, se proprio vogliamo lanciarci in questo scivoloso argomento, della propria “domus” all’ingresso della quale i nostri antenati romani mettevano l’altarino dedicato ai Lari e ai Penati?
Va bene che il cattolicesimo,come tutte le religioni nei suoi inizi ha saccheggiato e fatte proprie tutte le “consuetudini” pagane e mitologiche preesistenti, cambiandone i nomi a suo uso e consumo, ma insomma, anche noi siamo andati a scuola e certe cose le abbiamo apprese.
Il Card. Mueller non può pretendere che sia sacro quello che lui dice che sarebbe sacro, anche quando sbaglia clamorosamente bersaglio, come in questo caso.

Nella terza ed ultima affermazione di questa “istruzione” si dice che le ceneri non vanno disperse nella natura, perché questo evocherebbe “false” credenze nella reincarnazione o in dottrine panteiste.

Che povertà intellettuale c’è dietro a queste affermazioni, che non celano nemmeno la volgare “paura della concorrenza” non di “altre credenze”, ma di convinzioni filosofiche, sempre più diffuse, a partire dalla tradizione Nord-Europea.
Possibile che il Card. Mueller abbia ancora tanta paura delle idee di quel genio che era il frate Giordano Bruno, che il predecessore di Mueller, il presunto santo Bellarmino, aveva fatto arrostire in Campo dei Fiori il 17 febbraio 1600, a imperitura vergogna della gerarchia cattolica?
In quest’ultima affermazione dell’Istruzione non c’è nemmeno un tentativo di argomentazione, c’è solo la paura, la paura di idee evidentemente di grande forza se si pensa alla formulazione che dopo Giordano Bruno ne ha dato quell’altro genio che è Baruch Spinoza nel concetto di “deus sive natura”.
Con le grandi idee ci si confronta, se si pensa di avere qualcosa da dire.
E infatti con queste idee si era confrontato un’altra mente geniale di parte cattolica che portava la veste dei gesuiti e che si chiamava Pierre Tailhard de Chardin, che queste stesse idee ha declinato in tutte le sue opere.
Figuriamoci , il suo elevatissimo concetto di “messa cosmica” consistente proprio nella contemplazione della natura, avrebbe fatto godere intellettualmente sia Bruno che Spiniza, ma siamo a ben altri livelli di quello del Card.Mueller.
Peccato che il Papa abbia acconsentito alla pubblicazione di un documento come questo, pessimo, inutile e controproducente.
Ma almeno questo Cardinale se lo levi d’intorno.