venerdì 17 agosto 2018

Il contratto capestro di concessione autostradale è l’icona del fallimento con disonore delle classi politiche del renzismo, del berlusconismo e del prodismo






Ricordo di avere bollato come eccesso di cinismo il commento che un amico manager pubblico mi faceva anni fa dicendomi : guarda vedendo operare questi politici mi chiedo se fanno queste cose perché sono insanabilmente dei corrotti a livello africano o se lo fanno perché non capiscono nemmeno che dismettendo in questo modo industrie e servizi che erano dello stato stanno facendo dei regali folli a imprenditori privati.

Dovendo scegliere fra essere governato da corrotti o da assoluti incapaci quell’amico mi diceva che si augurava che fossero “solo” corrotti.
Certo che quando ci si trova davanti l’ormai famoso articolo del contratto di concessione autostradale che consente ovviamente il recesso allo stato, ma col vincolo di pagare il corrispettivo della concessione fino alla scadenza normale del medesimo contratto non si può non bloccarsi in quello stesso tormentoso quesito : ma questi erano “solo” corrotti o erano proprio così incapaci da non capire la follia che stavano facendo sul piano economico e politico?
Se poi si pensa al modo come quella scadenza lunga in modo folle è passata come ha descritto il prode “Giggino” Di Maio cioè nottetempo, calata in mezzo ad altri provvedimenti perché non desse subito nell’occhio….
Se poi si rileva che i Fratelli Benetton non hanno ancora trovato né il tempo né il modo di comportarsi umanamente verso le vittime del disastro, e peggio ancora hanno lasciato la parola a comunicati aziendali di ragionieristica freddezza e che a loro difesa non si sa se richiesta o meno si è avventurato solo il fotografo -immagine della ditta Oliviero Toscani, che non ha trovato di meglio che inveire contro il popolo italiano……
Se poi si pensa alla puerile inevitabile autodifesa di Renzi che non ha saputo dire altro che non aveva preso soldi dai Benetton……
Non parliamo del povero ex ministro alla partita Del Rio, ancora più penoso nel dire che sì non ci dorme di notte, ma che nessuno gli aveva parlato di quel ponte come a rischio, senza fare cenno ovviamente al sistema dei controlli a quanto pare tutti solo di parte, cioè controllati-controllori…..
E’ una disgrazia nazionale veramente di grande portata quella del crollo del ponte Morandi, sopratutto per gli insanabili costi umani che si porta dietro.
Ma politicamente è la pietra tombale messa sopra una classe politica, quella degli ultimi tre decenni che va condannata senza se e senza ma, perché è troppo grosso quello che è successo.
E’ ovvio che nessuno pensa a responsabilità dirette sul crollo del ponte del Polcevera, per questo ci pensa la magistratura pur con i tempi biblici che purtroppo le sono propri.
Si sta parlando di responsabilità politica di quelle classi politiche che sull’onda dell’affermarsi del pensiero unico liberista poi diventato ultra liberista si è avventurata spensieratamente nella demolizione dell’IRI e nelle liberalizzazioni all’italiana e quindi si va piuttosto lontano, ma è chiaro che c’è continuità fra il disastro di oggi e quelle improvvide scelte di allora, perché il disegno politico sottostante è rimasto lo stesso.
Dalle dismissioni scientificamente operate da tecnici- politici prima da Prodi su incarico di De Mita, fino ad arrivare alle “lenzuolate” di Bersani.
Oggi sul Corriere Galli della Loggia punta il dito sopratutto sul berlusconismo che illudendo gli italiani creduloni di avere trovato la ricetta per modernizzare l’Italia nel sostituire i vecchi politici di professione con esponenti della “società civile” .
“Ghe pensi mi!”
Invece facendo arretrare lo stato da ogni dove si è lasciata una società sempre più nell’anarchia dove chi poteva perché ricco e potente aveva non solo la sensazione ma spesso la certezza di poter fare tutto quello che gli pareva, in barba a regole, buon senso e diritti della comunità.
Le responsabilità del berlusconismo nello sfascio odierno di questo paese ci sono e sono evidenti, ma la filosofia confusa e incerta del prodismo, che storicamente lo ha accompagnato, non è stata da meno.
La parte politica che è finita nel PD a rappresentare la tradizione politica del cattolicesimo democratico e sociale, rappresentata da Prodi e purtroppo da poco altro non ha saputo fare altro che balbettare, come del resto è successo nel resto del mondo in casa socialista e social-democratica, trovandosi del tutta priva di idee.
E’ risultata vincente la bella pensata di Tony Blair di far convivere la tradizione socialista e sindacale con il credo liberista, in pratica sotterrando quello che rimaneva della tradizione ideologica del socialismo.
La crisi di credibilità della Chiesa cattolica in Italia forse ha contribuito ad aumentare la confusione ideologica del prodismo che non ha saputo produrre nulla, anzi disgraziatamente proprio il suo porta bandiera è costretto a passare alla storia come il commissario fallimentare dell’IRI e l’imbonitore che ha convinto gli italiani ad accettare l’introduzione dell’Euro senza alcuna preparazione, e le successive nefaste teorie liberiste pro austerità della Commissione di Bruxelles.
Ancora peggio è andata alla classe politica che si è accollata l’onere di seppellire la tradizione comunista.
Su di loro il giudizio della storia temo che sarà ancora più severo.
Perchè non solo non hanno mai avuto il coraggio di rompere con Mosca prima della caduta del muro del 1989, ma poi non hanno mai saputo né condannare in modo credibile la subordinazione allo stalinismo spesso criminale del regime moscovita, né trovare il modo di presentare la loro ideologia in modo convincente per i tempi nuovi.
E non si dica come voleva far credere Berlusconi che la era la loro ideologia ad essere il male assoluto, basta vedere nella pubblicistica contemporanea quanti saggi si sono scritti per dire che oggi, Marx ha avuto ragione, nel senso che gran parte della sue teorie sono confermate dai fatti dei nostri giorni.
E allora?
Allora per favore la piantino i conservatori a oltranza di fare dell’ironia sulla impreparazione della presente classe politica grillino-leghista.
Di fronte al contratto di concessione autostradale meditino con serietà sulla vergognosa incapacità della classe politica che ha svenduto l’Iri e che solo ieri con i suoi nipotini faceva le concessioni che ha fatto
I nuovi saranno alle prime armi, ma non possono certo essere peggiori dei loro precedessori, dei quali c’è solo da vergognarsi.
C’è poco o nulla da rimpiangere.
Si salva solo la classe politica in prevalenza di estrazione cattolica ma anche laica risorgimentale che ha ricostruito l’Italia dal dopoguerra agli anni del boom e del suo consolidamento.
Dopo il vuoto.