mercoledì 25 novembre 2015

Papa Francesco è bravo, ma spesso agisce con atti poco ponderati e incoerenti rispetto alla sua linea, questo fatto ne sta minando la credibilità





I due libri di inchiesta di Nuzzi e Fittipaldi dei quali si è parlato negli articoli del 13 novembre e precedenti hanno messo alla berlina le intollerabili nefandezze nelle quali si rigira da chissà quando la curia romana.
Da lettura di quei documenti risulta chiaro che i vertici della gerarchia cattolica che compongono la curia, per tenere abitualmente stili di vita di quel tipo, non c' entrano più nulla con Gesù Cristo e non credono più in nulla.
Però quelli rimangono i vertici ufficiali ed istituzionali della Chiesa che pomposamente si fanno appellare “i successori degli apostoli”, quando, per rimanere alle figure evangeliche, assomiglierebbero di più ai successori dei due ladroni, che almeno hanno riconquistato la loro dignità pentendosi “in articulo mortis”.
Nuzzi ci dice che riflettendo sui documenti pubblicati e presumibilmente su quanto avrà appreso dai colloqui con i personaggi vaticani che quei documenti gli hanno fatto avere, si è fatto l'idea che la strategia che papa Francesco ha deciso di seguire per salvare il salvabile e ripulire per quanto possibile i vertici della Chiesa consiste in un approccio molto morbido,che assomiglia a qualcosa di simile a un colpo al cerchio e uno alla botte.
E cioè consiste appunto nel perseguire un programma di rinnovamento delle figure di vertice, ma con gradualità e senza creare traumi.
Ora, questa strategia che sembra ispirata al buon senso è dubbio che possa essere efficace in una situazione tanto compromessa.
Per di più risulta sempre più evidente che coloro che il papa vorrebbe rottamare non solo non hanno la minima intenzione di andarsene, ma sono chiaramente organizzati in lobby molto potenti, che non si fanno nemmeno più riguardo di “lavare i panni sporchi in casa”, ma al contrario prendono al volo tutte le occasioni che si presentano per attaccare il papa in modo frontale.
E' quindi molto probabile che se papa Francesco non vuole essere costretto a seguire l'esempio del suo predecessore, dando loro partita vinta dimettendosi, dovrebbe essere molto più duro e diretto.
Ormai la lobby che lo contrasta fa usare dai vaticanisti ed dai media di loro osservanza il termine “scisma” sempre più spesso e senza alcun ritegno, e quindi questo papa non può puù adagiarsi anche lui negli anacronismi abituali in quell'ambiente e dovrebbe essere veramente trasparente dicendo pane al pane anche nelle questioni delle lotte di potere, che non possono più essere nascoste sotto i sacri tappeti.
Quello che è rimasto del popolo cristiano deve sapere.
Ma papa Francesco purtroppo si sta avvitando in una serie di scelte del tutto sbagliate, come aveva fatto il suo predecessore.
E' stata una follia da parte del papa assecondare chi ha voluto cercare di contrastare il discredito e il fango che i due libri famosi hanno gettato sulla curia inscenando un procedimento penale con grande copertura mediatica contro i giornalisti autori di quei libri.
E' risultato chiaro a tutti che se c'era qualcuno da perseguire erano coloro che chissà da quanto tempo si rigirano nel fango e non i giornalisti che hanno scoperchiato il pentolone.
Come ha fatto questo papa cadere nel tranello di chi gli avrà suggerito di ricorrere al più intollerabile oscurantismo, perseguendo penalmente chi ha svelato le nefandezze dei vertici della chiesa?
Bene aveva fatto papa Francesco ad affrontare il problema della gigantesca corruzione che ruota intorno all'uso indegno dei soldi fatto dai medesimi vertici vaticani chiamando le più accreditate società di consulenza e di analisi finanziaria internazionali, costose ma efficientissime.
Queste hanno lavorato per mesi e mesi e poi gli hanno fornito le loro raggelanti conclusioni, corredate dai suggerimenti tecnici per mettere in piedi una amministrazione appena appena decente, secondo i canoni della moderna contabilità , gestione dei bilanci e gestione aziendale.
E infatti i libri di Nuzzi e Fittipaldi hanno un grande valore documentale, proprio per il fatto che hanno pubblicato buona parte di questi rapporti tecnici indipendenti.
Avuta in mano la prova provata della corruzione perpetrata dai suoi collaboratori istituzionali della curia, il papa ha reagito con alcuni atti di rilievo consistiti nella sostituzione di alcuni personaggi.
Bene, però seguendo la strategia morbida che si è probabilmente imposto, ne ha lasciati molti altri al loro posto, pur sapendo che ne avevano fatte di tutti i colori, e peggio ancora ha nominato delle nuove figure potentissime, sbagliando clamorosamente nelle scelte, come quando ha istituito il nuovo dicastero per gli affari economici e vi ha messo a capo l'australiano Cardinale Pell.
Personaggio muscolare e deciso, ma con un curriculum tutt'altro che limpido.
Oltre ad essere un ultraconservatore, è stato inseguito per tutta la sua carriera da dubbi sulla sua gestione dei casi di pedofilia trattati in modo tutt'altro che adeguato.
Ora è venuto fuori anche il problema più lieve, se si vuole, ma non certo meno disastroso per la sua immagine , degli scontrini dei rimborsi spese, dai quali risulta un tenore di vita assurdo per chi dovrebbe essere un collaboratore fondamentale di questo papa.
Trattandosi della figura chiave per reggere il dicastero che dovrebbe riunire tutte le maggiori fonti di spesa del Vaticano per fare pulizia, lo scivolone è disastroso e mette in grave pericolo la credibilità stessa del papa.
Poi c'è, proprio in questi giorni, la scelta di confermare il viaggio in Africa, quando i servizi di intelligence hanno ribadito che sopratutto nella Repubblica Centro Africana, ma non solo, il rischio attentati è altissimo, stante la situazione di assoluta instabilità di quei governi.
Qualcuno ha addirittura ipotizzato, secondo me ,con una certa verosimiglianza, che papa Francesco, vistosi alle corde in Vaticano abbia indirettamente scelto la via del martirio, andando incontro ad attentati probabili.
Comunque sia, è un atto poco responsabile da parte del papa non solo quello di mettere a repentaglio la sua vita, ma anche e sopratutto quella delle folle ,che potrebbero essere coinvolte nel caso di attentati.
Il papa può muoversi per fare la sua politica tutta tesa al mondo in via di sviluppo, ma non a spese degli altri.
Va bene il papa contro la finanza internazionale cieca, ed a favore dei poveri e degli umili, ma la sua strategia di spingere l'acceleratore sulla debolezza di certe folle verso il miracolismo, organizzando giubilei, esposizioni delle spoglie di Padre Pio e santificazione di Madre Teresa, che è già beata, tutti in serie, non mi sembra che possa migliorare minimamente la credibilità della chiesa, già in crisi nera, nei confronti dell'uomo moderno.
Non parliamone poi ora che i documenti che hanno pubblicato i libri di Nuzzi e Frescobaldi hanno dimostrato che si diventa santi a pagamento.
Il papa forse non ha tenuto nel debito conto il fatto che nei paesi in via di sviluppo si registra la crescita veloce di una sempre più ampia classe media agiata, che può permettersi buone scuole e che non è certo pronta a commuoversi come le masse popolari dei medesimi stati, per le sue celebrazioni.
Ho la sensazione che dopo che sono venute alla luce le nefandezze dei vertici della chiesa, il papa non sarà legittimato a predicare alcunché in modo credibile, se prima non avrà dimostrato di fare sul serio nel cacciare i mercanti dal suo tempio.
Il papa qualcosa ha fatto nel senso di nomine ai vertici ,ordinate a un rinnovamento, come si è detto sopra.
Ma non ha risolto affatto il bubbone IOR.
Moltissimi pensano che lo Ior vada abolito puramente e semplicemente, per il semplice fatto che non ha alcun senso che la Chiesa gestisca una banca, per di più se dotata di quella fama sinistra che si è meritata lo Ior.
Non ha inciso nell'altro incredibile bubbone della sanità vaticana, che è la sanità.
Anche in questo caso non si vede che senso abbia la gestione da parte della Chiesa di importanti ospedali, nell'amministrazione dei quali sono avvenute sconcezze.
Se passiamo poi alle questioni dottrinali, si è fatto un gran parlare dei modestissimi passi avanti che il papa ha estorto al Sinodo sulla famiglia a proposito di maggiore tolleranza e accoglienza per i divorziati.
E' meglio che niente, ma certo è ben poca cosa.
Sulla così detta bioetica sui temi della quale la chiesa confligge frontalmente col sentire del mondo moderno e sopratutto con la scienza moderna, papa Francesco non si è mai discostato dalla linea più tradizionale.
Ma, come hanno dimostrato i documenti pubblicati da Nozza e Fittipaldi, il problema prioritario per papa Francesco è una riforma radicale della curia per la quale riforma non è stato fatto assolutamente nulla.
Che senso ha il Collegio Cardinalizio se è composto da quelle persone che risultano sempre dai medesimi documenti?
Che senso ha continuare a imporre al popolo dei fedeli l'idea della sacralità di quel consesso, così screditato?
E' dai tempi di Lutero, che la chiesa aspetta invano una riforma radicale della curia romana.
Il papa non può governare la chiesa da solo, questo è chiaro, ma non è certo indispensabile che lo faccia con quel consesso cardinalizio anacronistico, né con quel codazzo burocratico elefantiaco e costosissimo, alle sue dipendenze.
Innanzitutto non ha senso nel mondo moderno che i componenti di un qualsiasi “board” siano nominati a vita.
Il cardinalato se lo si vuole conservare avrebbe senso solo se conferito a tempo.
E poi, mettiamo la ciliegina sulla torta, la gestione della “governance” in qualsiasi istituzione oggi prevede regolarmente qualcosa di simile allo “spoil system” in uso nel sistema di governo americano : alla nomina di un nuovo presidente le figure di vertice del settore pubblico decadono e il nuovo presidente ha la facoltà di nominarne di nuovi di sua fiducia per la durata del suo mandato. E' così che funzionano le cose nel mondo moderno.
Ma allora chi eleggerà il papa se il collegio cardinalizio diventa a tempo?
La soluzione che ha una sua logica intrinseca è quella di fare in modo che il nuovo papa venga eletto dai presidenti delle Conferenze Episcopali, che rimangono le figure più rappresentative perché a loro volte non sono nominati, ma sono eletti a quella carica dai vescovi del loro paese.
E i vescovi non sarebbe ora di farli eleggere dai fedeli delle rispettive diocesi, così come i parroci?
E ai laici fino a dove li ammettiamo nel governo della chiesa?
E le donne, sempre in sala d'attesa?
Il problema del governo della chiesa ha già aspettato troppo per essere affrontato.
Papa Francesco temo sia troppo portato a sognare ad occhi aperti chissà quali fortune della Chiesa nei paesi in via di sviluppo, Africa in testa, ma finisca per trascurare ad esempio il fenomeno della “dèbacle des clochers” la sconfitta dei campanili, in Francia e nel Canada francofono, dove si chiude una parrocchia ogni dieci giorni.



lunedì 16 novembre 2015

Solo sette jihadisti a Parigi hanno fatto oltre quattrocento fra morti e feriti e quindi se venissero da noi i 40.000 presenti in Iraq e Siria ci farebbero fuori tutti ?



Riusciremo pavidamente ad andare avanti senza reagire anche questa volta?
-11 settembre 2001 2.752 persone uccise a New York da 9 terroristi sauditi della banda di Bin Laden;
-11 marzo 2004 Madrid 177 morti e 2.000 feriti per opera di un commando islamista ,che ha agito su treni locali ;
- 7 luglio 2005 Londra 56 morti e 700 feriti a causa di un commando terrorista islamico che ha agiti su tre treni della metropolitana e su un autobus;
-7 gennaio 2015 Parigi 12 morti e 11 feriti a causa di un commando islamista che assale la redazione di Charly Hebdo;
-13 novembre 2015 Parigi 132 vittime e 300 feriti per mano di tre commando jihadisti.
Ce ne dovrebbe essere abbastanza.
Ma le classi politiche occidentali sono talmente inadeguate ,da far pensare che affrontare il terrorismo non sia un problema alla loro portata.
Bush e Blaire hanno destabilizzato Iraq e Afganistan senza avere una strategia decente e sensata per il dopo guerra.
Obama ha fatto meno danni ma ha giocato con una ambiguità vergognosa lasciando volutamente spazio al progressivo rafforzamento del pseudo- califfato islamico per premere sull'Iran e fargli accettare il trattato anti-atomico.
L'Europa purtroppo non esiste, perché non ha una forza militare credibile e spendibile.
La Merkel è una brava ragioniera che tiene in ordine i conti del suo paese, spesso a spese dei suoi partner europei, ma che non prova nemmeno ad avere un disegno di politica estera globale e sopratutto che non intende investire in un esercito che dovrebbe essere la colonna delle forze armate europee date le dimensioni della Germania.
E' inutile raccontarsi delle favole buoniste ,da quando mondo è mondo uno stato viene preso in considerazione sopratutto in ragione della sua consistenza militare.
Come mai i terroristi islamici si sono ben guardati da fare ancora attentati negli Usa?
Non sarà perché la lezione militare che è stata loro impartita se pure in modo grossolano e senza alcuna visione strategica da Bush ha loro chiarito le idee?
Martiri si ma scemi non sono.
Ora hanno colpito duramente Parigi per delle ragioni precise.
Innazitutto anche loro, nella non certo sofisticata cultura che posseggono, hanno realizzato che il loro nemico ideologico addirittura mortale è la filosofia della laicità della modernità e dell'illuminismo, alle quali la Francia è a tutt'oggi fedele e coerente.
I buonisti nostrani hanno tanto criticato per esempio le leggi francesi che impediscono alle donne musulmane di portare il velo a scuola eccetera, ma intanto la Francia ha avuto il coraggio di farlo e noi no.
Secondariamente la Francia ha avuto l'ardire di mettere in campo quel poco o tanto di “grandeur” che ancora le rimane e di fatto risulta essere l'unico paese europeo che ha saputo andare oltre alle chiacchiere di circostanza e “gli stivali” ,per esempio in Mali ,ce li ha messi bloccando la conquista del potere da parte delle bande islamiche.
La Germania che dispone di mezzi economici ben più consistenti della Francia, con la solita scusa di non rinfocolare i vecchi fantasmi dell'espansionismo nazista, tiene i remi in barca e non dà alcun contributo militare per bloccare le bande islamiche nel mondo.
E questo è un gravissimo limite che condanna l'Europa all'irrilevanza, a non contare per il peso che ha nel mondo, sopratutto a causa del fatto che ormai gli Stati Uniti hanno dimostrato con chiarezza di non considerare più il Medio Oriente una regione di interesse strategico per loro e ben difficilmente ci metteranno mai “gli stivali” dei loro soldati.
Fortuna che c'è Putin, che è intervenuto senza tentennamenti e che ha apertamente irriso i finti bombardamenti americani sul Califfato, quando ha detto che sparavano ai topi del deserto.
Il problema è sempre quello e non si è mosso di un centimetro : chi la fa la guerra al Califfato, prima che siano loro a crearci una vita insopportabile?
Quando Renzi dice con aria ispirata che occorre promuovere una coalizione sotto l'egida dell'Onu, macina aria fritta,ben sapendo di farlo.
Pare che siano tutti pronti a fare nulla di più che una guerra per procura, salvo i Russi.
In effetti, stiamo parlando di Medio Oriente e quindi i maggiori e primi interessati dovrebbero essere loro, gli stati arabi.
I secolari odi che dividono Sunniti da Sciiti, questa volta, di fronte a una minaccia divenuta per loro così vicina e concreta, potrebbero essere superati dalla paura del nemico comune e questo vale sopratutto per la sempre più decotta monarchia saudita, principale sostenitrice del Califfato, in funzione anti -Iran.
Ora però questi sauditi hanno capito di essere ridotti tanto male, da attirare l'interesse del medesimo Califfato tentato di andare a prendersi quella penisola arabica, così piena di riferimenti simbolici, che sta loro fuggendo di mano.
Si sono lanciati nell'avventura Yemenita ,sempre in funzione anti-Iran, mettendo il campo il loro esercito, contro le tribù sciite, che avevano cacciato il regime sunnita naturalmente protetto da loro , ma si è visto subito che si sarebbero esposti a una serie di incredibili figuracce, come sta di fatto avvenendo da mesi, e non c'è niente di più pericoloso di dimostrare di non avere alcuna capacità militare proprio in quell'area.
I Curdi sono gli unici seri e capaci combattenti anti Califfato,ma sono bombardati dai Turchi, che come paese Nato, dovrebbero invece difenderli, però per fortuna, ci sono.
Ci sono le milizie sciite Hezbollah e pare anche reparti Iraniani se pure in funzione di appoggio.
Ci sono le forze lealiste siriane al comando di quell'impresentabile dittatore di Assad, anche loro di fede sciita e quindi filo-iraniani.
A proposito di Assad, non possiamo non tenere conto del fatto che anche Gheddafi era un dittatore impresentabile ,ma ora ne rimpiangiamo amaramente la scomparsa dalla scena.
Ci sono i reparti sciiti Iracheni, che sono quelli più male in arnese, però ci sono e sono sulla loro terra.
Ci sono infine le fantomatiche forze siriane anti-Assad che gli Usa hanno foraggiato in abbondanza, ma che sono di fede molto dubbia e che sopratutto hanno combinato sempre poco di che.
Infine ci sono le legioni di profughi siriani, che in base alle vigenti leggi internazionali hanno il diritto di essere accolti come profughi dal resto del mondo.
Però se loro vengono in Europa, chi combatte il Califfato in Siria?
Diciamo anche la parte più imbarazzante di questa vicenda, se loro in pratica disertano dall'esercito di Assad, indeboliscono gravemente la parte più consistente del fronte anti- Califfato, che sarà comunque quella che dovrà costruire la nuova Siria senza Assad.
Come intervento non militare in quella regione è quindi lungimirante e sensata la mossa di Frau Merkel che si è detta disposta ad aprire il portafoglio suo e dell'Unione Europea per ampliare al massimo i campi ,che ospitano i rifugiati siriani in Turchia, perché questa gente è là che deve rimanere, al confine della Siria, pronti a partecipare alla ricostruzione del loro paese.
In queste cose l'ombrello dell'Onu non è niente di più di una foglia di fico su decisioni che vanno prese dalle superpotenze a dalle potenze più influenti sulla regione : Usa, Russia,Iran, Sauditi ed Emirati del Golfo, Turchia, Iraq e , si spera, con una presenza non simbolica dell'Europa.
Se proprio non si vuole andare oltre, che almeno gli europei, tutti gli europei mandino gli aerei a bombardare, serve poco, ma è meglio che non far niente.
Poi però ognuno in casa propria deve farla finita con le solite idiozie dell'Islam che non c'entra nulla e imporre con decisione il rispetto non solo delle nostre leggi ma anche della nostra cultura, usanze eccetera, ma sopratutto esercitando un controllo capillare e invasivo sulle moschee, dove devono essere ammessi sermoni solo nelle lingue europee.

Chi non si integra e che ha frequentazioni sospette deve essere cacciato.

venerdì 13 novembre 2015

Scossa da scandali devastanti la Chiesa Cattolica rischia di andare in pezzi come fece l'Unione Sovietica 25 anni fa



Che c'entra l'Unione Sovietica con la Chiesa Cattolica?
Apparentemente nulla, l'una un impero politico-territoriale, l'altra un impero “spirituale”.
In teoria. Ma nella realtà storica la Chiesa Cattolica è stata portatrice di interessi politici e detentrice di potere temporale per gran parte della sua storia bimillenaria, in palese contraddizione con il messaggio del suo fondatore.
Quindi impero “spirituale”, ma da sempre con una salda presa sulla politica.
In Italia senza potere temporale da 145 anni ma con una forte influenza in politica e sopratutto col possesso e la gestione di ricchezze immobiliari e finanziarie impressionanti.
Governata da un sovrano assoluto, assistito da una “nomenclatura” (la Curia romana) come al tempo delle Signorie rinascimentali.
Ecco allora che le analogie con l'Unione Sovietica vengono fuori abbastanza nette.
Ve li ricordate i componenti di quella Nomenklatura del Politburo sovietico, tronfi e distanti in fila sul podio ad assistere alle loro liturgie laiche?
Quando vedo quella piccola folla di Cardinali, pure loro tronfi e largamente sovrappeso, distanti da qualsiasi realtà, mi tornano alla mente Breznief e compagni, impegnati ad auto celebrare il loro potere assoluto e insindacabile.
Dai documenti autentici finiti ormai stampati nei libri di Nuzzi e di Fittipaldi, per essere consultabili da chiunque, viene fuori una Nomenklatura di potenti intoccabili e insindacabili, che gestiscono potere e sopratutto grandi ricchezze con assoluta impreparazione e inadeguatezza tecnica, ma con l'improntitudine di chi sa di essere intoccabile, perché la sua casta è intoccabile da sempre e che quindi può mettere in atto qualsiasi tipo di malversazione e di spreco del danaro della Chiesa, compreso quello delle offerte di tutto il mondo “ad libitum”.
Sanno di potere farne quello che vogliono, perché non seguono alcuna regola né procedura di bilancio e di gestione aziendale comuni ormai nei tempi moderni a qualsiasi paese, salvo forse la Corea del Nord.
Ai tempi di Lutero, la fonte principale di scandalo era notoriamente la vendita delle indulgenze, cioè la messa sul mercato del loro presunto potere sacrale.
Oggi si è forse perfino riusciti ad andare oltre perché oltre alla abituale riscossione di danaro per la gestione dei “sacri misteri” (celebrazione di messe e sacramenti) per i quali esistono di fatto delle tariffe consuetudinarie, si fa mercato del sacro in assoluto : la gestione dei processi di beatificazione-santificazione, che procede solo dietro versamenti molto consistenti a consulenti e “propugnatori” per lo più professionisti del settore.
Uso dei soldi delle offerte per ripianare i debiti dei propri apparati ma anche per le proprie spese private e uso abietto anche di fondi della sanità vaticana per gli stessi scopi.
Nel precedente libro- documento di Nuzzi di pochi anni fa si documentava l'uso distorto e per fini illeciti delle finanze della banca vaticana al fine di ripulire i soldi dei narcotraffici della mafia.
Oltre alla mala e disastrosa gestione di appalti e quant'altro da parte della medesima nomenklatura vaticana.
Oggi dopo pochi anni e dopo solo un altro papa , ci troviamo davanti ad un ulteriore deterioramento.
Col che la credibilità della Chiesa si sta riducendo al lumicino.
Anche nell'Urss poco prima del disastro, c'era una nomenklatura che pensava solo alla propria sopravvivenza, che osteggiava ogni apertura e ogni riforma, che la privasse di una porzione di potere.
Anche la nomenklatura dell'Urss si manteneva al potere pretendendo di essere l'indispensabile gestore, non proprio del sacro ma certo degli alti ideali della ideologia di riferimento allora di mezzo mondo.
Questo punto è importante perché tutti i terremoti della storia sono avvenuti quando si è squarciato il velo.
La Rivoluzione Francese è riuscita quando la gente ha realizzato, non solo che il re “era nudo”, ma che tutto l'apparato dell'assolutismo che era durato per secoli e millenni, non aveva più alcuna giustificazione.
La nobiltà era una nomenklatura che non rispondeva più ad alcuna funzione che fosse di pratica utilità per la gente medesima, anche se aveva governato per millenni.
Qui in Vaticano si stanno avvicinando pericolosamente a una situazione dello stesso genere.
Se si squarcia il velo del sacro e la gente scopre che dietro non c'è nulla, casca tutto.
Un conto sarebbe poter addossare ogni colpa alla solita “mela marcia” che è pressochè ineliminabile in qualsiasi istituzione, ma cosa ben diversa è trovarsi documentato il fatto che tutta o la più parte della nomenklatura dell'istituzione si fa i fatti suoi e non quelli ai quali l'istituzione dovrebbe essere preposta.
A questo punto si metterebbe in atto il medesimo meccanismo che ha spazzato via l'assolutismo e poi l'impero sovietico.
Se si spezza il velo che ha giustificato fino ad allora la permanenza al potere di quella casta e la gente si chiede, ma quelli a che servono?
E' una costante della storia.
Chi ha preso quella decisione di portare alla luce alcuni verbali sui segreti del Vaticano, lo ha fatto per ovvie ragioni di potere, nelle sue intenzioni delle due l'una :
-o perché condivideva la linea riformatrice di Papa Francesco, ma era ormai disperato per il fatto che questo papa non riusciva proprio a imporre le sue riforme e quindi voleva con la pubblicazione costringerlo a muoversi;
-o al contrario perché avversa l'azione riformatrice di papa Francesco e vuole dimostrare che questo papa parla ma non sa proprio governare, perché gli è stato prospettato dai tecnici, da lui stesso nominati il disastro della situazione e cosa va fatto per uscirne, ma lui non sa decidere ed ancor meno sa governare il cambiamento.
Papa debole, pasticcione e quindi da sostituire nelle loro intenzioni.
Il guaio è che a questo punto ha poca importanza determinare se i documenti sono stati svelati dai filo papa Francesco o dai suoi nemici.
Ora il problema è che tutte e due le cordate sono apparse talmente prese nella lotta fra di loro da non rendersi conto che con la loro azione hanno stracciato una parte del velo del Tempio e che la gente non vi ha visto dietro nulla di sacro, ma al contrario lo scherno sistematico del sacro da parte dei responsabili della casta sacerdotale.
E questo ha potenzialità veramente letali, in un mondo moderno al quale la Chiesa cerca di avvicinarsi con sempre meno successo e che è portato a prendere sempre meno sul serio le varie mitologie religiose alla base delle grandi religioni del mondo.
Anche il Papa purtroppo ha reagito male e in modo irrazionale.
Arrivare all'arresto di due dei suoi referenti più significativi che lui stesso aveva scelto per portare a termine il lavoro della sua più importante commissione di inchiesta è stato un errore mediatico micidiale perché dimostra esattamente quello che gli avversari del papa voleva che la gente pensasse, cioè che il papa non sa governare, che la situazione gli sfugge di mano, che non è lui al comando, pur essendo sul trono di Pietro.
Ora andare avanti nella stessa direzione incriminando i due giornalisti è una follia, nella follia, perché dimostra che anche Papa Francesco ed il suo entourage non hanno idea di quello che si può fare e di quello che non si può proprio fare nel mondo moderno.
Una volta che i documenti sono divenuti di dominio pubblico si può fare una cosa sola per non disgustare ulteriormente la gente : cacciare i mercanti dal tempio.
Se il papa non lo sa fare è la fine per la sua credibilità.
Sulla credibilità della chiesa poi, siamo al limite.

A questo punto che vinca una fazione o l'altra conta poco, per la gente in grado di ragionare con senso critico e senza essere vittima di una fede fondamentalista e superstiziosa, viene il tempo di scelte difficili.

mercoledì 4 novembre 2015

Vogliono far fare a Papa Francesco la stessa fine che hanno fatto fare a Ignazio Marino E hanno i mezzi per farlo



Visto che si parla del Vaticano è appropriato ricorrere a una espressione latina presa dalle reminiscenze scolastiche : attenzione alla “consecutio temporum”.
Prima hanno cominciato a lanciare contro la crescente popolarità del nuovo Papa l'accusa di “populista a buon mercato”.
Poi hanno cominciato a sperimentare forme di “resistenza passiva” : lasciamolo parlare, così la gente si accorgerà ben presto che sa solo parlare bene, ma che non combina nulla.
Poi si sono accorti che man mano che il tempo passava la partita era tutta nelle loro mani perché dalla loro erano i numeri, nel senso che gli apparati centrali di curia e delle conferenze episcopali erano in larga maggioranza con loro.
Poi ancora si accorsero di recente che addirittura perfino la periferia, cioè nelle singole parrocchie, i parroci, nei pochi casi nei quali si impegnavano a mettere in pratica le esortazioni del Papa ad accogliere i migranti almeno per venire incontro alle emergenze più immediate, i pii fedeli più assidui erano i primi a ragionare alla “leghista” : il parroco prima pensi a noi e poi agli altri.
Lo si era segnalato proprio nell'articolo precedente del 26 ottobre scorso e prima ancora in quello del 10 settembre.
Poi, visto che il terreno era favorevole, sono cominciate ad arrivare le cannonate, per sabotare al Sinodo la linea, per altro, solo timidamente aperturista del Papa.
Ed è venuta quella conferenza stampa col coming out omosessuale del monsignore polacco addirittura dell'ex Sant'Uffizio proprio alla vigila del Sinodo, come dire : ecco dove porterebbero le aperture papali, se gliele lasciassimo fare.
Poi la bordata micidiale della lettera di tredici autorevoli Cardinali che contestava apertamente le procedure scelte per arrivare ad assumere decisioni al Sinodo, sostenendo in poche parole che quelle procedure erano fatte apposta per consentire alla minoranza degli aperturisti di decidere in contrasto con la grande maggioranza dei contrari alle aperture.
Poi, per chiarire le idee anche a chi non avesse ancora capito bene sono venuti a raffica gli articoli di Socci su Libero che riportavano veementi filippiche antipapali.
Vi si diceva :questo Papa non rappresenta più la Chiesa perché sta contraddicendo elementi fondamentali della dottrina dogmatica cattolica, che sarebbe fondata sulla Scrittura e se un papa contraddice la Scrittura, senza averne l'autorità decade automaticamente (si era parlato delle tesi di Socci più diffusamente nell'articolo del 14 ottobre).
Morale della favola : la “consecutio temporum” è troppo bene organizzata per essere casuale e invece appare sempre più che verosimile che tutto sia bene pianificato da potenti burattinai dall'interno del Vaticano che vogliono fare passare alla gente questo messaggio : Papa Francesco è un buon uomo, ma è un parolaio, prigioniero di vecchie ideologie di sinistra, che non sa combinare nulla e che di fatto non è capace di governare, combina guai e basta.
Ed alla fine la bordata più pesante di tutte le precedenti : i due libri :”Avarizia” di Fittipaldi dell'Espresso e “Via Crucis” di Nuzzi, zeppi di documenti riservati originali del Vaticano e quindi inconfutabili, non ancora usciti in libreria quando le Guardie Svizzere sono andate ad arrestare due delle presunte talpe, tutte e due membri della Commissione Vaticana istituita dal Papa stesso a suo tempo per prospettargli la situazione della gestione finanziaria del Vaticano.
Non mi trattengo sui disgustosi casi di corruzione ad altissimo livello elencati e documentati da questi due libri, perché i lettori sono già informati.
Invece trovo necessario commentare l'insensatezza logica della gestione vaticana di questa vicenda.
Ma quando mai in un qualunque stato moderno, dopo avere appreso di casi di corruzione eclatanti, documentati da precisi documenti, l'autorità giudiziaria penserebbe di arrestare chi a fornito quei documenti, che dovrebbero servire per perseguire i corrotti e che quindi tutt'al più andrebbero ringraziati , invece che perseguire penalmente coloro che sono indicati come gli autori della corruzione?
Ma entriamo poi, se pure a malincuore nelle responsabilità di questo Papa nella materia.
Purtroppo Papa Francesco si è mosso malissimo dimostrando di capire ancora meno di economia, di finanza e di gestione aziendale, dei suoi predecessori, che già capivano poco e che per questa ragione erano incorsi i clamorosi infortuni.
Paolo VI fidandosi ciecamente di un Marcinkus, che ne ha fatte di tutti i colori.
Il presunto santo Giovanni Paolo II ,che pur di procurare soldi a Solidarnosh lasciò fare sempre a Marcinkus le cose più turche.
Benedetto XVI che si tenne nella massima carica, che è quella di Segretario di Stato, quel Cardinale Bertone, che ora i suoi amici hanno scaricato, lasciando uscire i documenti dei quali stiamo parlando, che lo incastrano in modo brutale.
Ma come è possibile anche solo ipotizzare il fatto che il Vaticano sia in possesso di una banca ,come lo IOR, quando come qualsiasi istituzione anche molto più grossa, potrebbe e dovrebbe avvalersi per usufruire dei servizi finanziari di una qualunque grossa banca italiana o internazionale?
Fatto il primo madornale errore che è quello strategico di non lavorare per la chiusura dello Ior, ma solo per una sua ristrutturazione, perchè mai il Papa ha nominato una commissione interna (alla quale appartenevano i due arrestati, il che solo dimostra l'ulteriore errore compiuto scegliendo persone inaffidabili) per riferirgli sulla situazione esistente invece di fare quello che avrebbe fatto qualsiasi governante nel mondo moderno.
Cioè ricorrere esclusivamente ad uno qualunque degli istituti internazionali di consulenza per farsi analizzare i bilanci da personale competente al massimo livello per riferire solo a lui?
Invece ha fatto la pasticciata, evidentemente preparatagli dai medesimi burattinai di oggi, di nominare una specie di amministratore delegato con qualifiche nelle grandi banche di affari, come foglia di fico, ma all'interno di una struttura con alti prelati esattamente come prima.
Se questo Papa continua a predicare bene, ma poi non sa proprio incidere nel marcio della gestione economico- finanziaria-aziendale, è destinato a finire malamente.
Sta dimostrando di non avere una vera strategia in queste materie.
Non basta proprio dire che i preti dovrebbero uscire dalle proprie parrocchie.
Non basta proprio che lui vesta i vecchi calzonacci neri con annesse vecchie scarpacce nere e porti una modestissima croce pastorale di metallo ed abiti in 50 metri quadri, se gli altri, quasi tutti gli altri, che sarebbero in teoria suoi sottoposti annegano in un lusso sfrenato, che cercano solo di ostentare, ma non sempre, il meno possibile.
O è in grado di imporre una linea di serietà nella vita dei prelati e dei preti, come in parte era riuscito a fare perfino il Concilio di Trento, in pieno Rinascimento delle Signorie, o la sua predicazione perde completamente di credibilità, esattamente come vogliono far rilevare i burattinai del Vaticano, aiutati nella loro opera distruttiva dagli errori dello stesso Papa Francesco.
E' un errore madornale arrestare i presunti corvi, che però operano comunque al di la delle loro intenzioni a favore di una nuova trasparenza, e dimostrare di non avere il coraggio di arrestare i corrotti.
Non serve, lo ripeto, dire ai parroci che bisogna aprire le porte e uscire dalle parrocchie, se non comincia lui, il Papa ad aprire le porte pubblicando i bilanci del Vaticano, tanto per cominciare.
Sinceramente se continua ad andare a sbattere a destra e a sinistra senza avere una strategia precisa ed efficace in materia, credo che sia destinato a dare ragione ai suoi oppositori.
Mi fanno più tenerezza che rabbia i giornalisti di Avvenire che hanno accolto i due libri in questione come un “attacco alla Chiesa”.
Se Papa Francesco si trova schierati come suoi difensori in completa buona fede, gente che straparla in questo modo, povero lui.
Capisco benissimo che ad Avvenire reagiscono in modo così irrazionale perché vogliono esternare il fatto che dietro a quei libri in realtà ci sono i burattinai del Vaticano che stanno cercando di scaricare Papa Bergoglio, anche se ritengono di non poterlo dire se non in modo così contorto.
Il problema è che così sragionando non aiutano nessuno ed anzi confondono le idee.
I burattinai sono potenti.
Ormai i più autorevoli esponenti che sono rimasti spiazzati e sconfitti nel Conclave che ha eletto Papa Bergoglio, che sono Scola e compagni, hanno perso l'autobus per ragioni anagrafiche.
Ma il loro schieramento è ancora fortissimo e maggioritario.
A titolo di documentazione riporto i nomi di alcuni dei 13, come è stato dato dal vaticanista Sandro Magister:
- Carlo Caffarra, ex arcivescovo di Bologna,
- Thomas C. Collins, arcivescovo di Toronto, Canada;
- Timothy M. Dolan, arcivescovo di New York, Stati Uniti;
- Willem J. Eijk, arcivescovo di Utrecht, Olanda;
- Gerhard L. Müller, già vescovo di Ratisbona, Germania, dal 2012 addirittura il prefetto della congregazione per la dottrina della fede;
- Wilfrid Fox Napier, arcivescovo di Durban, Sudafrica,
- George Pell, arcivescovo emerito di Sydney, Australia, dal 2014 prefetto in Vaticano della segreteria per l'economia;
- Robert Sarah, già arcivescovo di Konakry, Guinea, dal 2014 prefetto della congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti;
- Jorge L. Urosa Savino, arcivescovo di Caracas, Venezuela.

E' stato detto che ci fosse anche Scola, che però ha tenuto a pubblicamente dissociarsi in un secondo tempo.
Il giovane virgulto del gruppo, al quale secondo Socci, si aprirebbe una luminosa carriera è il Cardinale africano Roberth Sarah.
Quindi per Papa Francesco c'è già pronto il sostituto che si sta scaldando a bordo campo.
Questo Papa ha dimostrato di avere un carattere forte, e questo gioca a suo favore.
La sua strategia pastorale di fondo : riproporre il messaggio evangelico originario è quello che desidera la maggior parte della gente, fedeli e no.
Ha dalla sua il fatto di poter contare almeno formalmente su una struttura giuridica che lo riconosce praticamente come sovrano assoluto.
Ha dalla sua il favore del popolo e delle piazze.
Ma ha contro i 2/3 dell'apparato.
Se non riuscirà velocemente ad assestare colpacci contro i burattinai con la stessa veemenza e cattiveria con la quale loro lo stanno combattendo, il popolo gli si girerà contro, perché chiaramente siamo solo all'inizio della lotta e gli errori madornali che ha già fatto in materia di gestione della baracca saranno enfatizzati e la sua credibilità finirà per scemare.

Dopo le belle parole ci vogliono atti di governo.