venerdì 28 luglio 2017

I politici hanno perso il potere





Prendo spunto ancora da una analisi di Galli della Loggia che mi è sembrato  individuasse la radice della crisi profonda dei partiti e delle istituzioni ,tanto profonda da mettere in pericolo la democrazia stessa. (Corriere della sera del 21 luglio scorso)
Riduco all'osso il ragionamento di Galli : i partiti hanno sempre meno credito perchè la gente istintivamente si accorge che girano a vuoto, un po’ perchè il loro personale politico non è mediamente all'altezza del ruolo istituzionale che ricoprono, ma anche e sopratutto perchè si sono verificati mutamenti così profondi nella società contemporanea che è cambiato "il patto sociale", sono cambiati gli equilibri fra i poteri.

Ne deriva che il tradizionale potere politico, gestito dai rappresentanti del popolo eletti democraticamente si perde in una chiacchiera infinita, senza concludere nulla, mentre il potere vero viene gestito da altri.
Come è possibile?
Perchè altre forze, più o meno organizzate, sono divenute col tempo tanto potenti da riuscire a condizionare le istituzioni ,a volte esercitando potere di veto e a volte orientando quello che dovrebbe essere l'unico legittimo gestore del potere.
Le lobby, i poteri forti, le corporazioni, le agenzie dello stato come l'alta burocrazia, i tecnocrati delle grandi banche e delle multinazionali eccetera.
Si potrebbero aggiungere la magistratura, le chiese, le ong., le organizzazioni criminali , la massoneria.

In base a questa analisi, ci sarebbe in atto ,come si diceva sopra, un nuovo patto sociale fra i poteri veri e il potere formale istituzionale, in base al quale i poteri veri dietro le quinte ritengono di avere ricevuto l'assenso tacito di "fare i loro comodi" cioè di perseguire i loro interessi privati o di gruppo, da parte dei poteri istituzionali che in cambio di questo tacito assenso consentirebbero al potere istituzionale di portare avanti solo governi deboli e inconcludenti.
La feroce analisi di Della Loggia è quindi formulata in modo da spiegare perchè da decenni i governi che si sono succeduti non sono riusciti a combinare pressochè nulla e la politica è degenerata in una infinita chiacchera che ormai non interessa più a nessuno.
Certo che questa è un'analisi assolutamente radicale.
Però almeno è un tentativo serio e razionale di spiegare come mai sono decenni che l'Italia non riesce ad uscire dalla palude della non crescita, in una situazione sociale di palpabile insicurezza inevitabilmente derivante dalla sensazione percepita di una "non legalità" divenuta sistematica.
Lode e onore alle forze dell'ordine ed alla magistratura, che in una situazione del genere continuano a portare avanti inchieste, ad arrestare criminali eccetera eccetera.
Però la quotidiana informazione che ci viene servita dai media su episodi di corruzione, che si ripetono a raffica non ci lascia tranquilli, perchè ci fa capire che qui di gente che fa il proprio dovere ce n’è rimasta ben poca e che i casi di corruzione che finiscono in tribunale sono solo la punta di un iceberg immenso e quindi questi casi sanzionati, in fondo in fondo, finiscono per essere una foglia di fico, per nascondere una situazione che diventa irrimediabile a causa delle dimensioni del fenomeno corruttivo e di illegalità diffusa a tutti I livelli.

Se poi fosse vera la chiave di lettura ipotizzata da Della Loggia secondo la quale tutto è fondato su un patto fra stato e poteri informali per non perseguire più la violazione della legalità, allora saremmo sistemati.
Della Loggia nella sua analisi costruisce una "pars destruens" , ma non fa seguire quella propositiva e quindi in questo campo dovremo arrangiarci da soli.
Certo che se facessimo nostra la conclusione di Galli, le nostre scelte politiche sarebbero messe a dura prova.
Personalmente ho sostenuto più volte che per uscire dalla palude occorre aborrire quel "moderatismo" che ha inchiodato la maggioranza dei nostri connazionali a "turarsi il naso" e continuare a votare per il "grande centro" , tutto per paura del "salto nel buio".
Ho scritto e ripetuto mille volte che ora la situazione è oramai troppo seria e che quindi a mio parere il salto nel buio saremo comunque costretti a farlo, anche se non è privo di rischi.
Che sia il Movimento 5Stelle, che sia la Lega di Salvini, che sia la destra sovranista, finiremo per votare loro, ma non l'establishment PD-Forza Italia, che sono coloro che questa palude hanno costruito.

Il voto per ideologia o per tradizione culturale oggi non trova più assolutamente dei contenitori politici che lo rappresentino e che vi siano fedeli, oggi bisogna votare col criterio del "problem solving".
Facciamo riferimento ai problemi che riteniamo assolutamente prioritari e verifichiamo cosa propongono le forze in campo e con quale credibilità.
Mettiamola giù senza riguardi al politicamente corretto.
Chi è che dice basta a questo flusso di migranti senza controllo?, ma basta davvero attuando con misure adeguate.
Chi è che dice che occorre un forte piano di investimenti pubblici e privati per spingere il paese alla ripresa per dare lavoro a tutti, cominciando dai giovani?
Chi è che dice ristabiliamo la legalità, il controllo del territorio , a cominciare dalla punizione anche della piccola criminalità in stile Rudolf Giuliani?
Non andiamo oltre, basta così.

Pensiamoci, sappiamo tutti che non occorre faticare per darci le risposte giuste a quelle tre domande fondamentali.

martedì 18 luglio 2017

L'Italia è veramente un paese ormai allo sbando come dice Galli della Loggia?



Ernesto Galli della Loggia è da decenni probabilmente il più autorevole commentatore del Corriere della Sera e quindi il fatto che sul numero del 14 luglio di quel giornale abbia scritto un articolo pesantissimo e sconsolato sulle condizioni di questo paese ha lasciato tutti di stucco, perchè si era abituati al garbo e alla misura che ha sempre usato per i suoi commenti.
Incredibile ma vero, questo personaggio, che è anche un accreditato accademico, è apprezzato per la capacità che ha sempre dimostrato nel rimanere, per quanto possibile, obiettivo, senza indulgere in entusiasmi verso questo o quel capo politico in auge a un certo momento.

Di conseguenza, il fatto che abbia deciso di usare la frusta verso una classe politica inetta e incapace e parole di fuoco per una situazione generale del paese, che definisce fuori controllo, colpisce parecchio.
Siamo abituati a leggere, se ci piace questo genere giornalistico, le sferzate polemiche quasi quotidiane di abili e puntuti polemisti come Travaglio e Feltri, ma il loro è un altro stile, sono giornalisti da battaglia, che da sempre hanno sposato una parte politica apertamente, e per quella si battono.
Il lavoro dei commentatori alla Galli della Loggia è di tutt'altro genere ed è molto più difficile perchè non mira a solleticare sentimenti ,ideologie , appartenenze, insomma non vuole parlare alla pancia ma alla ragione e la gente non sempre è disposta a mettersi tranquilla e dedicare il tempo dovuto per seguire analisi e ragionamenti, invece che battutacce d'effetto.
Questa volta, però, l'articolo di Galli, che ,come sempre, è strutturato più nello stile del saggio che dell'articolo, verrà ricordato per il fatto che può essere riassunto proprio con uno slogan di effetto :

"questo paese è fuori controllo" da parte della classe politica, che dovrebbe governarlo, e che invece non ci riesce, perchè in questo paese ormai ognuno fa quello che gli pare, violando le leggi come se nulla fosse in modo abituale.
L'autore argomenta elencando alcune vistose "abitudini" di questo tipo :
-gli incendi che dilagano
-le "movide" notturne con ubriacature e vetri rotti
-periferie ma non solo non più attraversabili di notte perchè in mano a gang criminali
-stazioni e mezzi pubblici che di notte divengono ad alto rischio
-l'allarme sicurezza che incute la presenza sempre più massiccia di immigrati non gestiti in alcun modo, ciodolanti per città e paesi.
Galli da questi esempi, che ovviamente sono solo una parte di un ben più lungo possibile elenco delle cose che non vanno, trae la conclusione che i poteri pubblici hanno perso, o rinunciato, al controllo del territorio e delle varie situazioni sociali conflittuali.
Perchè chi fa politica pare disinteressato a governare veramente le situazioni sociali, cioè la realtà vera.
Come mai?

Galli sembra rispondere: perchè la politica sembra essersi strutturata per capire solamente quello che sarebbe di destra o di sinistra ,mentre questa dura realtà di illegalità e di degrado non è nè di destra nè di sinistra è solo la realtà sociale esistente, della quale occorre prendere conoscenza e coscienza per approntare programmi, cioè misure politiche coordinate per porre rimedio ai problemi gravi esistenti.
Cioè bisogna che i politici per governare si facciano un’idea di futuro.
Ma la classe politica vede solo sè stessa allo specchio e quindi è interessata solo alle elezioni , cioè all'eterno presente, per conservarsi le poltrone, mentre i gravi problemi del paese richiedono gente capace di guardare al domani e di programmare il futuro, per non subirlo.
Difficile dare torto all'analisi impietosa di Galli della Loggia.

Poco prima dell'articolo di Galli del quale si è parlato, lo stesso giornale, il Corriere, aveva pubblicato una intervista a Piero Angela di estremo interesse, sostanzialmente sullo stesso tema, ma visto da una angolazione diversa.
Il quasi novantenne personaggio, notissimo come efficace divulgatore scientifico, diceva di essere onorato dalla petizione lanciata dal Fatto Quotidiano" e diretta a nominare lo stesso Piero Angela Senatore a vita, ma di non essere interessato a entrare a far parte di un consesso politico.
Nel corso dell'intervista, Angela ribadisce quanto aveva scritto in un libro ben documentato alcuni anni fa intitolato : "a cosa serve la politica".
E' chiaro che dall'alto della sua formazione culturale di chiara ispirazione illuminista e dal grandissimo amore che lo stesso ha coltivato per la scienza, la sua considerazione per la classe politica che ci governa è talmente bassa che a una domanda diretta che gli chiedeva un giudizio sui personaggi politici del momento, Angela ha risposto deciso di non voler rispondere.
Citando quanto scritto in quel libro,

Angela "relativizza" in modo radicale il ruolo avuto della politica nello sviluppo positivo dell'umanità, verso condizioni di valorizzazione dei diritti umani e di miglioramento generalizzato delle condizioni di vita, affermando senza mezzi termini che a suo avviso non è la politica che ha condotto l'umanità al progresso ed alla modernità, ma lo sviluppo della scienza e della tecnologia, che hanno fornito all'uomo sempre maggiori quantità di energia.
Scienza, macchine ed energia, questi sono gli "dei" che dobbiamo ringraziare, non i politici.


Giudizio sferzante e pesantissimo, fortemente controintuitivo e per questo scioccante, per chi, cioè quasi tutti noi, è abituato da sempre a pensare il contrario.
Non è casuale però che a giudizi molto vicini a queste conclusioni sono arrivate le opere, parecchio ponderose, che a questo stesso argomento hanno dedicato due dei più eminenti filosofi italiani contemporanei : Emanuele Severino e Umberto Galimberti.
Ma allora la politica non serve a nulla?
Evidentemente non è così, ma, secondo Angela, il suo ruolo è quello di inserirsi nei processi di crescita ed evoluzione della tecnologia per facilitare lo sviluppo armonico della società che di quei progressi deve essere la beneficiaria e quindi : scuola, educazione, merito, innovazione.
Angela non ha affatto una visione pessimistica del futuro, perchè nel suo lungo lavoro di ricerca ha conosciuto un sacco di giovani e meno giovani impegnati e capaci e quindi sa che basta cercarli e metterli insieme, per fare progredire il paese.
Per far che cosa?
Ci risiamo : per costruire il futuro, non per giocare le elezioni a proprio vantaggio, senza sapere elaborare altre idee.

Cosa pensa lei del fututo? Impariamo a chiedere questo ai politici che ci si propongono su media e social.
E poi giudichiamoli su quello che sanno o non sanno rispondere a quella domanda specifica.

Il resto è puro bla bla ,lasciamolo ai perditempo di destra e di sinistra.

mercoledì 12 luglio 2017

Matteo Renzi sempre più dilettante allo sbaraglio sempre meno statista



A questo punto comincia a far pena vedere questo giovane uomo che in vita sua non ha mai fatto altro che vivere di politica, annaspare nel vuoto cercando di mascherare il vuoto con una chaicchiera giornaliera sempre più fastidiosa e controproducente.
Non è una novità ,se uno non ha niente da dire ed è l'ultimo a sapere cosa vuol fare perchè non ha alcuna strategia ed alcun programma coerente, cade nel narcisismo e nell'arroganza.
E' purtroppo per noi un "dèjà vue".
Ricorderete quando nel ventennio berlusconiano i commentatori politici per darsi una verniciatina di intellattualità parlavano del "Cavaliere" dicendo che era uno dei pochi politici capaci di "parlare col corpo".

Stesso narcisismo stessa arroganza, stessa mancanza di una strategia politica politica a lungo respiro, tutto basato sull'oggi e sulla lettura dell'oggi attraverso un uso maniacale dei sondaggi.
Poi sulla base delle presunte pulsioni della gente misurate dai sondaggi si sparava lo slogan che avrebbe dovuto soddisfare appunto le più immediate pulsioni del "popolo".
I politologi definirono questo modo poco elevato di far politica "parlare alla pancia della gente".
Va bene uno fa quello che può, se uno nasce Berlusconi o Renzi non c'entra nulla con un DeGasperi o un Fanfani, non è colpa sua se la differenza di livello e di statura morale è così abissale.

A proposito non c'è niente che mi irrita di più come il ricordo di quando Matteo Renzi autobenedisse l'incipit della sua carriera politica andando a "meditare" nella cella del Convento di San Marco nella quale era vissuto Giorgio LaPira.
Allora ero stato tanto sciocco da commuovermi e dargli credito come se avesse voluto solennemente affermare di voler portare avanti le idee di quel grande.
Visto da oggi forse avrebbe fatto meglio a scegliere un'altra celebre abbazia , quella di Chiaravalle ed andare a "meditare" sulla tomba di Enrico Cuccia , dato che le uniche cose coerenti che ha fatto Renzi sono state indirizzate a dare sempre ragione agli interessi delle banche.
Le ultime sparate di Matteo Renzi sono veramente una pena.

Cercare di strappare il consenso di una parte dell'elettorato montando a freddo una polemica sui media contro la Commissione europea dicendo che bisogna stracciare il "fiscal compact", cioè l'impegno sottoscritto nei trattati ed approvato dal parlamento ancora in carica a grande maggioranza è un comportamento politico che fa pena e che da la misura di quanto l'uomo per tanto che si possa spremerlo non potrà mai produrre nulla di buono come politico e tanto medo come statista.
Come si fa andare a dire alla Commissione Europea che bisogna stracciare il fiscal compact quando la medesima commissione è lì per vigilare che quel documento sia osservato, è la sua ragion d'essere, diversamente i Commissari potrebbero tutti andare a casa.
Un politico di una anche modesta caratura ma che ci capisca qualcosa si sarebbe procurato alleati politici per poter sforare i limiti del fiscal compact, ma guardandosi bene dal dire che i trattati che ha firmato e che ha fatto approvare dal suo parlamento sono carta straccia, perchè diversamente tedeschi e nordici che non ci vedono bene a causa delle nostre incoerenze dimostrate nei vent'anni berlusconidi ora rinverditi da Renzi continueranno a pensare che siamo un popolo di buffoni ben rappresentato dai politici che ci scegliamo.

Insomma mantenere la parola data non è un "optional", dai tempi delle caverne è su quella base che si misura l'affidabilità del vicino.
Ma la giravolta sul fiscal compact non è l'unica.

Altrettanto clamorosa è stata quella pure recentissima sulle politiche migratorie : prima avanti a tutti, adesso numero chiuso , limite agli sbarchi e "andiamo ad aiutarli nei loro paesi".
Ovviamente non sto assolutamente discutendo sul merito delle sparate renziane, perchè su questo blog da sempre si era sostenuto che il flusso migratorio va governato e che non c'è posto per tutti e che si rischia una rivolta sociale se non si agisce subito.
Così come si è sempre detto che le politiche berlusconiane e renziane di abulico e piatto asservimento agli interessi della Germania, mascherati dai soliti "lo dice l'Europa" erano una truffa pura e semplice propinata agli italiano considerati come incapaci di intendere ve di volere i loro interesi nazionali, che sono diversi e contrastanti rispetto a quelli della Germania.
Si sta ragionando invece sulla faccia tosta di chi, come Renzi ritiene di potere invertire dall'oggi al domani alcune delle posizioni politiche che aveva sostenuto fino al giorno prima su argomenti del massimo interesse.
E tutto questo perchè ci si avvicina (relativamente) alle elezioni politiche e i sondaggi dicono che la gente ne ha piene le scatole di vedere immigrati ciondolanti ad ogni angolo di strada e ne ha aptretanto piene le scatole delle politiche di austerità e vorrebbe invece sviluppo e piena occupazione.
Se ne accorge oggi il grande Renzi di cosa pensa veramente la gente? se fosse un politico appena appena avrebbe dovuto accorgersene qualche anno fa non a pochi mesi dalle elezioni.
Ma come può un ex sindaco, presidente di provincia, presidente del consiglio essere tanto infantile da non capire che non paga mai rubare le posizioni politiche che altri hanno porttato avanti con coerenza anni ed anni prima di tè, perchè la gente se ne accorge e regolarmente fra il modello e l'imitazione nella cabina elettorale da credito al modello e non all'imitazione.

Tralasciamo l'incoerenza e il procedere a zig zag, proclamando da una parte la necessità di frenare il flusso dei migranti e poi contemporaneamente insistere sulla legge dello jus soli che a molti immigrati incerti se rimanere o tornare a casa loro interessa relativamente, ma che la mente confusa di Renzi ritiene di essere geniale e un mostro di furbizia e di potere quindi con quella legge acquisire il voto di chissà quanti immigrati, dei quali dimostra di non conoscere le aspirazioni.

Tralasciamo la presentazione di una legge contro l'apologia di fascismo che è già in vigore in Costituzione e che è stata nel tempo ribadita e benprecisata dalle leggi Scelba e Mancino, anche se agire su argomenti che non hanno nessun impatto sulla realtà e sui problemi veri del paese ma sollevano un bel polverone mediatico distogliendo l'attenzione dall'incapacità dei governi ad affrontare appunto i problemi veri è una tattica ben nota, ma che dimostra che uno inntesta di idee buone non ne ha proprio.

Fa talmente tanto pena Renzi, che il suo maestro Silvio Berlusconi dall'alto dei suoi ottant'anni che continua nella sua spregiudicata politica della quale ha il copy right :dal ninete tasse sui patrimoni ai sussidi di ogni genere per chi si tiene in casa quadrupedi di ogni taglia appare molto più "in palla" del suo giovane e malaccorto imitatore.