venerdì 29 dicembre 2017

Berlusconi e Renzi aprono la campagna elettorale esibendo specchietti e collanine ai presunti selvaggi come fece Cristoforo Colombo sei secoli fa



Superato il primo momento di affettuosa empatia alla vista dei disperati tentativi del vecchietto di nascondere la pelle incartapecorita, tipica degli ottantenni, sotto un centimetro di trattamenti vari, viene una certa rabbia nel sentirgli riproporre con la solita sicumera l’ormai trito trucchetto elettorale degli specchietti e delle collanine buttati là per conquistarsi gli elettori- presunti selvaggi, come se fossimo ancora ai tempi di Cristoforo Colombo.

L’ultima che si è inventata è quella del “reddito di dignità” ,che ,guarda caso ,scava furbescamente nell’immaginario collettivo riproponendo la fatidica e immaginifica cifra di “mille euro al mese”.
Nel sapere attingere alle corde del subconscio per il proprio tornaconto il Berlusca li batte tutti, su questo : “chapeau”!, gli è dovuto tanto di cappello.
Peccato che arrivi su questo argomento buon ultimo e questo testimonia che gli anni pesano anche per lui, nonostante i belletti.
Infatti chiunque legga almeno ogni tanto un giornale, o veda i telegiornali o si sia letto ,al limite, anche per solo divertimento il blog di Beppe Grillo, sa che il “reddito di cittadinanza” gode del copyright 5Stelle, che l’hanno inventato parecchi anni fa non per farne una boutade elettorale, ma perché questa era ed è la risposta politica prioritaria che i 5Stelle danno al nocciolo duro del loro elettorato che è quello dei giovani, male occupati come precari a vita o disoccupati o “neet” cioè sfiduciati che il lavoro non lo cercano nemmeno più perché ci hanno provato troppe volte a cercarlo senza successo.

Renzi si era già inventato nell’agosto di quest’anno un molto più modesto “reddito di inclusione” a favore delle famiglie più povere, sulla scia del precedente “bonus incapienti”, che risaliva al 2013.
Renzi del resto non è certo inferiore a Berlusconi su questo piano degli specchietti e collanine, vedasi ad esempio gli stra-famosi 80 €, venduti come “riforme di struttura”.
Ma povero Renzi se si mette in gara per vedere chi arrivo prima fra lui e Berlusconi per furbizia, scaltrezza, arroganza, mancanza di scrupoli, mancanza di un progetto politico , assenza di ideali, scelta di collaboratori impreparati come il capo, perderà sempre.
E infatti Berlusca già mesi fa quando, mal consigliato dai soliti collaboratori lecchini, si era convinto che fosse imminente una sentenza della Corte di Giustizia di Strasburgo a lui favorevole (contro l’applicabilità nel suo caso della legge Severino che lo dichiara ineleggibile in quanto pregiudicato a pena superiore a due anni), sentenza che gli avrebbe consentito di correre alle elezioni come candidato presidente di un centro -destra ,dato dai sondaggi per vincente, aveva già cominciata di fatto la campagna elettorale buttando là un po’ di tutto:

dalla promessa di abolizione di tasse sulla prima casa e prima auto, sulle successioni, a sgravi fiscali per i proprietari di animali da compagnia ,aumento delle pensioni minime ancora a 1.000€ per tutti, flat tax imprecisata ma forse al 20%, abolizione pare sui redditi da capital gain.
Se c’è un politico che “non è mai salito su un autobus” per condividere almeno per qualche minuto la vita di tutti i i giorni dei comuni cittadini è lui, il Berlusca, però questo personaggio, fin da quando doveva studiare la psicologia della gente per rifilare loro le case che aveva costruito nella sua prima attività imprenditoriale, ha affinato nel tempo la capacità di leggere le esigenze, i tic, i pregiudizi e i desiderata del suo elettorato di riferimento.

Lui arriverà sempre primo e Renzi no, per la semplice ragione che fra l’originale e l’imitazione la gente preferirà inevitabilmente l’originale.
Ma nel frattempo le cose sono cambiate tutte a sfavore di Renzi, e il primo partito non è più il PD, ma ai sondaggi da tempo risultano essere i 5Stelle.
E questa è la vera angoscia ,l’incubo del Cavaliere.
Per lui Renzi ,capo di un finto partito di sinistra ,colui che era riuscito a ridicolizzare gli ideali ,la tradizione dei comunisti , dei socialisti e dei cattolici-sociali italiani per questo era da lui visto come il suo “figlioccio” naturale, come colui che era destinato a succedergli seppure il modo anomalo,cioè non nel suo partito ma in un altro, così come anomala è la politica italiana.
Oggi però quel giochino si è rotto perché dopo che l’arrogante solipsismo dello stesso Renzi ha costretto le così dette sinistre del partito e comunque quelli non allineati allo stravolgimento del PD nel partito personale del capo a uscire da quel PD che non avrebbe loro dato alcuno spazio nelle liste delle elezioni alle porte, Renzi ha perso il peso e la dignità di interlocutore principe dello stesso Berlusconi, insieme al ruolo di capo dell’ormai ex partito di maggioranza relativa nel paese.
L’interlocutore di Berlusconi diventa ormai sulla forza delle cose il movimento 5Stelle e non più il PD.

Certo che il nostro vecchietto potrà continuare a fare “patti del Nazzareno” più o meni segreti ma se lo farà, e lo farà, questi vedranno le parti invertite e Renzi col cappello in mano nella parte simile a quella di Verdini negli ultimi mesi di quest’anno per garantire il cammino del governo Gentiloni.
I 5Stelle saranno il nuovo interlocutore del Berlusca, capo del centro-destra, ma in un quadro completamente nuovo perché è ovvio che non sono possibili né verosimili “patti” fra Berlusconi e i 5Stelle, ma solo opposizione.
Berlusca lo ha capito per tempo e, come si diceva, ne è terrorizzato, proprio perché sa che con quelli c’è poco da trattare per lui, se vincono loro lui è finito, mentre se fosse verosimile una vittoria per Renzi, per lui i giochi sarebbero apertissimi.
Nel nuovo quadro politico che si prospetta come prevedibile e plausibile per il 4 marzo ,che è la data delle elezioni, c’è un altro incubo per il povero Berlusca ed è la posizione di Salvini ,nuovo leader della Lega, una Lega, che Berlusconi come tutti noi ha notato che quattro volte su cinque dice le stesse cose che dicono i 5Stelle.

In politica contano i fatti e i rapporti di forza, allora come fa Berlusconi a fare il capo del centro-destra se la Lega che è più o meno allo stesso livello di consensi di Forza Italia si proclama sempre come forza di centro-destra, ma va palesemente più d’accordo con i 5stelle che col Berlusca?
E’ vero che è molto difficile che possa nascere un governo DiMaio-Salvini, anche perché sarebbe francamente un gran casino, se mi si passa il termine.
Ma i 5Stelle puntano più a concordare di volta in volta provvedimenti condivisi con chi ci sta che a fare governi con altri.
Se i numeri ormai ripetuti da tempo dai sondaggi dovessero essere confermati fra due mesi, e i 5Stelle avessero l’accortezza di proporre in anticipo una compagine di governo del loro colore,ma capace di schierare un buon numero di personalità della società civile di livello adeguato, in modo da non sembrare troppo un monocolore, il gioco se pure scivoloso e mai tentato prima potrebbe anche riuscire.
Ma non è finito il drammatico incubo notturno di Berlusconi, perché sulla scia del quadro che stiamo cercando di delineare come possibile per dopo le elezioni è prevista verosimilmente anche la ciliegina sulla torta : una ciliegina rosso-fiamma.

E sì. Mi spiace tanto per Berlusca, ma in questo quadro ci sarebbe anche un posto e non trascurabile per i “comunisti” di Grasso che non si vede come potrebbero non essere presenti e determinanti nel sostenere i provvedimenti sociali che certo non mancano nel programma politico dei 5Stelle.
Mi rendo conto che un governo di fatto DiMaio-Salvini-Grasso potrebbe apparire un po difficile da metabolizzare e che i giornaloni e i TG della borghesia italiana non cesserebbero di dipingerlo con toni quotidiani i più foschi possibile, ma fortunatamente in politica come nella vita i numeri, almeno loro, non mentono e quindi con quelli bisognerà fare i conti.

I commentatori politici giustamente fanno presente che ci potrebbe essere anche un’altra ipotesi plausibile consistente in un Governo Gentiloni che dal provvisorio transiti lentamente come un bradipo a definitivo, spolpando il potere di Renzi a poco a poco fino a mettere il PD nelle mani di qualche esponente più equilibrato.

Gentiloni in effetti si è mosso finora con accortezza evitando ogni giorno il crash con Renzi e la sua corte più che ingombrante di incompetenti molto saccenti.
E’ sufficiente reggere nel tempo? Potrebbe anche essere, sempre che il Conte sappia alternare somministrazioni di tisane alla camomilla a sottili strategie alla Cardinal Richelieu.
Del resto il personaggio ha innate delle movenze tipicamente curiali, chissà che non gli possano giovare, tanto più che il moderatismo italico già sta facendo il tifo più per lui che per Berlusca e ha già scaricato Renzi.


giovedì 21 dicembre 2017

Vittorio Emanuele III sepolto in fianco a Raffaello? Ma per favore! Piuttosto ripensiamo a chi nel Pantheon ci andrebbe messo e chi sarebbe più sensato togliercelo.



Penso che nessuno sentisse la necessità del rimpatrio dei resti dell’ex re Vittorio Emanuele III, detto “sciaboletta”, ma probabilmente è stata saggezza quella del nostro Presidente della Repubblica, che si dice abbia incoraggiato l’operazione in quanto pare fosse stato messo sull’avviso che il sepolcro di quell’infelice ex re d’Italia in una chiesa di Alessandria d’Egitto, non poteva più considerarsi al sicuro da atti vandalici o peggio, da parte degli integralisti islamici e quindi ha pensato fosse meglio prevenire che dover trovarsi a gestire situazioni quanto meno incresciose.

Se la vogliamo mettere sotto il profilo umanitario niente da ridire a che le spoglie di un cittadino italiano vengano riportate in Italia, al di là dell’orrore che nei più suscita la figura di quel penultimo re.
Del resto, come si era saggiamente accettato a suo tempo che potesse godere di una tomba nel suo paese il Cavalier Benito Mussolini, tanto valeva accordare lo stesso trattamento al Savoia che ha accompagnato proprio lo stesso Mussolini in tutta la sua avventura politica, per tragica che fosse.
Quello che non è tollerabile però è che qualcuno sia ancora tanto ignorante di storia da prendersi la libertà di dire che quei resti dovrebbero essere deposti addirittura nel Pantheon per onorare che cosa? debolezza, fuga dalle responsabilità e tradimento della Costituzione, allora denominata Statuto.

Per tanto che si dica male della scuola italiana, mi pare che chiunque in una scuola ci si passato se fa mente locale dovrebbe ricordare questi fatti:
- il primo peccato mortale Vittorio Emanuele III lo ha commesso quando ha accetto la corona, pur sapendo di non avere né il carattere, né la voglia di assumersi gli impegni inerenti a quella carica, gli storici hanno trovato diverse sue dichiarazioni ricevute da persone degne di fede nelle quali confidava di non essere adatto per quel posto, di non amare affatto quel compito, che avrebbe accettato per sottomettersi a un destino più forte di lui.
La sua debolezza di carattere si è quindi manifestata da subito e per sua e nostra disgrazia la sua presenza in carica è durata un’eternità dal 1900 al 1946;
- il secondo peccato capitale lo ha fatto avvallando l’entrata in guerra dell’Italia nella prima Guerra Mondiale (23 maggio 1915) pur essendo contrario Giolitti e la maggioranza parlamentare, obbedendo così alla piazza invece che agli orientamenti del parlamento e quindi contravvenendo indegnamente ai doveri dettati dalla sua funzione di supremo garante della Costituzione, ri-dimostrando una inaccettabile debolezza;
- ancora poi è ricaduto nella stessa debolezza di cedere alla piazza quando alla marcia su Roma si è rifiutato di firmare il decreto di stato d’assedio presentatogli dal Presidente del Consiglio in carica Luigi Facta, costringendolo così alle dimissioni, prendendosi in pieno la responsabilità del colpo di stato, che faceva a pezzi la Costituzione allora vigente (27 ottobre 1922);
- non ha battuto ciglio e non ha reagito quando Mussolini si è preso la responsabilità del delitto Matteotti, pur temendo di essere arrivato al capolinea (10 giugno 1924);
- ha firmato la più indegna delle leggi che inchioderanno per sempre al ludibrio della storia il fascismo e i suoi non oppositori e cioè le leggi razziali del 1938;
- ha firmato il decreto di entrata in guerra dell’Italia nella II guerra mondiale (10 giugno 1940);
- ha vissuto l’armistizio del settembre 1944, che portò all’8 settembre,data nella quale l’armistizio medesimo fu reso pubblico, una delle date più tristi del nostro paese, senza predisporre alcun piano per organizzare quelle che avrebbero dovuto essere le conseguenze inevitabili di quell’armistizio e cioè la resistenza dell’esercito italiano nei riguardi di quello tedesco ed il supporto agli eserciti alleati.

Predispose invece una precipitosa e vergognosa fuga sua e del suo entourage il 9 settembre 1943 a Brindisi per mettersi al riparo dai tedeschi insieme a Badoglio, altro carattere conigliesco, che evidentemente non aveva neanche nell’anticamera del cervello di poter diventare il DeGaulle italiano.
DeGaulle ,tanto per non dimenticarcene, aveva rifiutato l’armistizio che il collaborazionista Pètaine aveva sottoscritto con la Germania Nazista e il 18 giugno del 1940 chiama i Francesi alla Resistenza, e quindi il buon esempio di come ci si deve comportare se si hanno gli attributi la cultura e la forza morale, qualcuno lo aveva dato ed era conosciuto dai quel re e dal suo generale.
Ce ne è abbastanza per meritarsi il disprezzo insanabile della storia e del popolo italiano?

Di sepoltura nel Pantheon ovviamente non ha alcun senso parlare.
Ma dato che di quel monumento di fantastica architettura romana, si parla in questi giorni, se avessimo una classe politica di cultura appena appena decente, potrebbe essere l’occasione per rifletterci sopra e domandarsi se non è il caso di farlo diventare davvero il Pantheon degli italiani illustri.
Oggi sulla la scelta di questi personaggi il minimo che si può dire è che lascia molto a desiderare perché sembra non avere seguito alcun criterio sensato e coerente nella loro scelta.
Vi sono alcuni celebri pittori a cominciare dal sommo Raffaello, e poi Annibale Caracci , l’architetto Baldassarre Peruzzi e il musicista Angelo Corelli.
Ma che scelte sono queste?
E Michelangelo, e Leonardo e Caravaggio e Verdi e Rossini e Manzoni e Carducci e Leopardi eccetera eccetera ?
E poi teniamoci pure quello che a scuola ci è stato propinato come “padre della patria” Vittorio Emanuele II.
Ma Umberto I e sua moglie che ci fanno al Pantheon?
Ma che Pantheon è mai questo?
E Mazzini, e Garibaldi, e Giolitti e De Gasperi?
E Volta e Fermi e Montalcini?

Vogliamo provare a vergognarci mettendo a confronto solo alcuni dei personaggi che hanno sepoltura del Pantéon di Parigi?
Voltaire, Baudelaire,Marat, Rousseau,Victor Hugo.Emile Zola,Marie Curie,André Malreaux,Alexandre Dumas,Simone Veil.
Vergognatici abbastanza non sarebbe il caso di fare finalmente un Pantheon decente, ad esempio riportando tutti i Savoia a casa loro nel Santuario di Superga (ammesso che i Torinesi non si oppongano) e portando al Pantheon cognomi ben più illustri?
Per nostra fortuna ne abbiamo a frotte.
Per fortuna a questa incredibile incongruenza di un Pantheon che non è degno di questa parola sopperisce ad esempio ,Santa Croce di Firenze,il Famedio del Cimitero Monumentale di Milano e monumenti funebri dedicati in singole città per onorare i grandi spiriti.

Il Pantheon di oggi è un Pantheon “tarocco” non degno del nostro paese e della sua storia, ma nessuno ne parla, figuriamoci la titolare di quel monumento, la sindaca di Roma, divenuta emblema di questa strampalata classe politica.

martedì 19 dicembre 2017

L’inguaribile arroganza di Renzi gli sta facendo fare errori macroscopici a ripetizione



Ci è capitata una classe politica di una mediocrità esasperante, così che a movimentare la scena politica non sono più i suoi esponenti ,che fanno solo mosse prevedibili anche da un bambino, perché ripetute all’infinito.
A movimentare la scena politica è solo il caso, l’ironia della storia, la sembianza di un “fato” avverso che si accanisce contro individui troppo deboli per contrastarlo.

Chi avrebbe pensato che quello stesso Renzi che alla sua apparizione sembrava colui che avrebbe potuto produrre un ciclone politico rinnovando la nostra paludosa politica, si sarebbe dopo pochi anni ridotto come è oggi , una caricatura di sé stesso.
Lui da una parte e dall’altra il finto avversario Berlusconi, che gli è talmente simile da essere da sempre stato da lui giudicato come il suo delfino-successore ideale.
Poi il terzo incomodo, quei Cinque Stelle ,anche loro nati sull’onda e sulla domanda di un rimescolamento radicale della politica, proveniente sopratutto dai giovani, ma passano gli anni e la loro spinta propulsiva sta rischiando di esaurirsi se non riescono finalmente a decidersi su cosa vogliono diventare da grandi, dato che dove hanno avuto l’opportunità di gestire il potere per amministrare hanno fatto cilecca, a volte anche in modo tragicomico, come con la sindaca di Roma insanabilmente inadatta a quel ruolo, sindaca che però loro insistono caparbiamente a difendere rischiando di rimetterci la reputazione.
Come sono stati obiettivamente sfortunati nella scelta della Raggi, i 5 Stelle sono stati fortunati nel trovare in DiMaio la persona perfetta per sostenere la parte del giovane rampante educato ben vestito e istituzionalmente a puntino, se non fosse che la sua forse troppo giovane età e una formazione culturale probabilmente approssimativa, lo conducono troppo spesso a gaffes che fanno pensar male.
Alla fine i più lo perdonano perché sul piano della preparazione non sono certo migliori le ministre ed i ministri del “giglio magico” di Renzi, anche loro giovani e rampanti ,ma di una modestia fin troppo evidente.
Il primo “capo” che ho avuto nella vita professionale mi aveva subito apostrofato dicendomi : guarda che non basta voler comandare, bisogna anche essere capaci di farlo, dacci dentro e mettiti in gioco mostrando il dovuto polso.
Aveva pienamente ragione, ma si vede che ai nostri politici non è mai capitato un capo ruvido e sincero di tal fatta e infatti continuano a preferire gli adulatori ai critici anche se costruttivi, coi risultati che ci sono sotto gli occhi.
Questi politici non sono stati capaci di combinare nulla di sostanziale per decenni, ma adesso si avviano alle urne, che hanno invocato per anni, dicendoci che tanto i risultati non avranno nessuno sbocco pratico e che di conseguenza ci richiameranno alle urne una volta successiva.

Se avessero un minimo di cervello capirebbero da soli che non si vede perché se si dovesse votare a marzo senza saper produrre un governo, questo lo si troverebbe ritornando a votare in estate o in autunno 2018.
Si sono tutti talmente incartati nel recitare questa commedia di bassa lega che danno l’impressione di essere prigionieri di un fato avverso, che li costringe a dire e ripetere sciocchezze, facendo finta di crederci.
Tutti sono a parole per tagliare le tasse e migliorare le condizioni per andare in pensione, ma nessuno si occupa di tagliare il debito pubblico che ci metterà in eterno nella posizione dei paria in Europa e tutti si guardano bene dal fare i conti prima e di mostrarli poi, per vedere che tagliando le tasse non si vede come si possa finanziare il welfare, sanità, istruzione, infrastrutture eccetera.
Renzi, poveretto, prigioniero di quella sua caparbia arroganza, sostenuta da nessuna strategia di lungo respiro è l’emblema del politico condannato a recitare e ripetere sempre la parte di un eterno presente, non essendo capace di studiarsi e inventarsi un’idea di futuro.

Sembra che un destino avverso gli abbia “fatto un sortilegio”, visto che da un certo momento in poi le ha sbagliate proprio tutte.
Sembra incredibile che in questi giorni si sia infilato con la solita sicumera in una situazione auto-castrante tirando in ballo la storia della commissione banche , pensando, chi lo sa perché ,che avrebbe potuto gestirla a suo favore, quando non poteva non sapere benissimo che gli scheletri che sarebbero usciti dalle banche locali fallite avrebbero avuto in maggioranza una imbarazzante tessera del Pd o di Forza Italia da nascondere ,ma non certo quella dei 5Stelle.
L’insistenza poi nel difendere la Sottosegretaria Maria Elena Boschi ,assolutamente indifendibile, nella sua plateale incapacità di mostrare di possedere un minimo senso dello stato, fa il paio con la parallela incapacità dei 5Stelle di capire che con la Raggi l’unica cosa utile per il Movimento sarebbe stato di disfarsene il più presto possibile per farla dimenticare il più presto possibile.
Si può mancare di sufficienti basi culturali, si può mancare di cultura politica condivisa, ma sembra impossibile che questi politici infilino tanti errori così marchiani uno dietro l’altro.
E’ per questo che pensando a loro avverto la sensazione di personaggi da commedia, costretti dal copione a recitare la parte di gente inchiodata a subire un destino avverso, perché incapaci di opporcisi.
E in effetti per esempio Renzi è per ironia della sorte inchiodato a fare il segretario nazionale del PD da una democraticissima tornata di primarie, che lo ha messo in trono con una maggioranza elevatissima.
Si dirà che allora la colpa è di chi lo ha improvvidamente intronizzato e questo è in parte senz’altro vero, ma pensiamo a chi erano i suoi avversari.
Che credibilità avevano le pattuglie degli ex PCI D’Alema, Bersani e c.?
Che autorevolezza aveva la pattuglia del ministro della giustizia Orlando?
Cosa pensava di poter trascinarsi dietro il governatore della Puglia Emiliano, che rischia di fare anche peggio di Renzi ,rischiando di far chiudere la maggiore industria della sua regione e di bloccare il gasdotto assolutamente strategico per salvare quattro piante di olivi che tra l’altro saranno ripiantati dopo aver posato i tubi ?
Con questi avversari era forse meglio non andare a votare a quelle primarie.
Lo si era già detto su questo blog, su quelle primarie aleggiava il fantasma dell’unico gerarca PD giudicato in grado di contrastare il potere di Renzi, in quanto detentore di consistenti pacchetti di tessere, ma purtroppo questi è risultato del tutto mancante del coraggio del “super eroe”.
E infatti il fantasma di Franceschini non si è materializzato allora e probabilmente non si materializzerà nemmeno né oggi né domani, a meno che il partito guidato così male da Renzi non incappi in clamorosi rovesci.

Peccato che appesi alla barbetta di Franceschini si siamo noi.
Come siamo messi male!

Abbiamo veramente poco per pensarci, due mesi o giù di lì, ma diamoci da fare e vediamo di usare il nostro voto in modo efficace, anche se la cosa non è né semplice, né facile

lunedì 4 dicembre 2017

Ce le siamo inventate tutte pur di lasciare le cose come stanno : centristi, terzisti governo del Presidente e chi vuol cambiare lo chiamiamo populista



Durante i decenni di governo incontrastato della balena bianca, la D.C., questo partitone fra le altre furbate per tener buono il suo vasto elettorato si era inventato la tipologia politica definita col termine "centrista",che è una pura astrazione senza alcun riscontro nella realtà politica mondiale.

Gli inglesi che come è noto, la democrazia come sistema politico l'hanno inventato avevano ovviamente molta difficoltà a capire cosa significasse il così detto centrismo, dato che il loro sistema prevedeva una struttura rigidamente bipolare, ben rappresentata addirittura logisticamente e graficamente dalla disposizione della loro Camera dei Comuni, rettangolare con i banchi dei deputati disposti sui lati più lunghi, da una parte i conservatori e in faccia a loro sui banchi dell'altro lato più lungo i laburisti, punto e basta.
Con il governo non disposto in mezzo, cioè su uno dei lati più corti, ma ospitato dalla parte del partito che aveva vinto le ultime elezioni.
Semplicità lineare.
Legge elettorale rigidamente fondata sui collegi uninominali dove vince il candidato che prende più voti, ancora semplicità lineare.
Troppo semplice per noi perchè il sistema elettorale maggioritario che è appunto quello inglese, è un sistema ammazza-partitini, mentre noi vogliamo dare spazio anche una volta al "partito della bistecca", ed oggi al "partito animalista", tanto per dire.
La conseguenza è che i partitini ballerini e mutevoli nelle loro esigenze di poltrone causano maggioranze composite e costituzionalmente instabili.

I Francesi che avevano nel dopoguerra un sistema proporzionale simile al nostro e quindi soffrivano cronicamente come noi di governicchi instabili, a un certo punto dopo aver subito lo shock della decolonizzazione e la guerra d'Algeria, hanno accettato di cambiare e di posizionarsi su un sistema molto più efficente che è quello presidenziale.
Anche da noi, se la classe politica avesse un po di buonsenso invece di produrre leggi elettorali folli, come quella con la quale andremo a votare a marzo, costituita da un bel coctail di 2/3 di proporzionale con 1/3 di maggioritario, si discuterebbe seriamente di scegliere prendendo in esame solo sistemi che esistono e che sono semplici appunto come quello inglese o quello francese, senza nemmeno considerare la variante di alchimie che mettano insieme pezzi dell'uno e pezzi dell'altro.

Da noi stupidamente si è sempre avuto addirittura paura anche solo di parlare di un sistema presidenziale evocando regolarmente il rischio di ricadute nel fascismo, come se il tempo non passasse mai.
Oggi uno che dica che Macron rischia di portare la Francia verso il fascismo verrebbe considerato un povero mentecatto, ma tantè, da noi ancora si perde tempo a discutere di fascismo e antifascismo, realtà storiche che hanno le loro valenze o le loro colpe, ma che sono chiaramente lontane e irrepetibili.
Ed allora la palude, la massa dei moderati, la borghesia poco illuminata che non sa e non vuole scegliere torna al vecchio trucco del "centrismo", tipologia che non esiste e non è mai esistita, è solo appunto un trucco astratto per giustificare la propria reale intenzione di lasciare le cose come stanno per non rischiare di perdere i propri piccoli privilegi ,le proprie rendite di posizione, per chi le ha ancora ,e sono tanti (dai tassisti ai farmacisti agli impiegati pubblici eccetera) o semplicemente temono di rischiare la propria posizione sociale per altro peggiorata negli anni , se nella cabina elettorale dovessero decidersi di fare il "salto nel buio" per cambiare effettivamente le cose.
La DC nei cinquant'anni che ha governato praticamente incontrastata ha prodotto riforme sociali di grandissimo peso ai tempi di Fanfani . riforma agraria per superare latifondo e poi mezzadria, case popolari, grande industria di stato con l'Iri che ha causato un certo livello di corruzione, ma che ha anche visto il paese presente in tutti i grandi settori industriali strategici con imprese di grandi dimensioni, e cosa non da poco, welfaire sanitario e previdenziale tanto per fare alcuni esempi per chi si fosse dimenticato di cosa ha fatto la DC in quegli anni.

Però nella sua struttura quella era di fatto un parito conservatore se pure con sprazzi anche consistenti di realizzazioni che universalmente si chiamano socialiste.
Il suo maggior rappresentante, Alcide De Gasperi aveva denominato la DC, "partito di centro che guarda a sinistra".
Bella definizione, che rispecchia la strategia di quel grande, ma che non può oscurare la sostanziale realtà di un partito che nella sua larga maggioranza era ed è sempre stato un partito conservatore, se proprio ci fa schifo dire di destra e vogliamo indorare la pillola tirando in ballo un centro che in politica non significa nulla e serve solo a confondere spesso volutamente le idee.

In questi ultimi anni, il grosso dell'elettorato conservatore che prima votava DC, non ha avuto difficoltà a trovare la propria nuova casa nella berlusconiana Forza Italia.

Più recentemente però, forse perchè il termine centrista si era logorato e immiserito facendo riferimento ai parititini di Casini ,Cesa, eccetera, alcune menti del "Corrierone" giornale principe nel bene e nel male della borghesia italiana, si sono inventati la posizione di "terzista".
I terzisti sono quelli che non vogliono scegliere fra destra e sinistra, perchè non si sentono rappresentati dai partiti che oggi coprono quegli spazi.
Dicono di volere le riforme, ma rimangono nel limbo e nella palude.
Sembra abbastanza chiaro però che si vedono come avversari dei "populisti", cioè di quelli che vogliono cambiare davvero, cioè alla fin fine di 5Stelle e Lega di Salvini.
Ai terzisti alla Mieli, Berlusconi fa effettivamente schifo da sempre.
Renzi per loro puzza un po meno, ma oggi come oggi fa schifo nanche lui.
Però non si sentono di fare il "salto nel buio" verso i "populisti".
E allora?
Allora viva il conte Gentiloni, purchè si scrolli di dosso Renzi e i renziani del cerchio magico, resistendo fino allo scioglimento delle camere, ormai prossimo.
Dopo di che avremo le elezioni di marzo senza vincitori nè vinti.
E Mattarella si prevede che faccia uscire dal cappello il Governo del Presidente sempre con Gentiloni attorniato dai ministri che hanno funzionato di più, come Padoan e Minniti in testa, ma via magari le belle signore del giglio magico ed al loro posto personalità della società civile di indiscusso prestigio.
Potrebbe funzionare un governo di tal fatta, per discutersi una nuova legge elettorale e magare parlare dei problemi del paese, invece che dei partiti e partitini.
Potrebbe anche andar bene, rinviare, ma a un certo punto bisognerà pure svegliarsi e dire agli italiani la verità a cominciare dal debito pubblico che va affrontato come prima priorità assoluta.
Non si può però rinviare all'infinito, a un certo punto bisognerà scegliere o di quì o di là, perchè ,checchè ne dicano centristi e terzisti, stare un po di quì e un po di là non si può, mettiamocelo in testa.