giovedì 26 marzo 2015

Il modo impacciato e farisaico col quale si reagisce alle minacce del terrorismo islamico fa capire quali distorsioni mentali hanno provocato decenni di buonismo vuoto



La recente tragedia della disintegrazione dell’Airbus tedesco Barcellona- Düsseldorf contro le Alpi francesi, ha fornito un esempio di come ci troviamo impreparati e impauriti di fronte alle pressanti minacce del terrorismo islamico.
Al momento non ci sono ancora né prove, né indizi di una causa terroristica, ma, trattandosi di una vicenda rimasta finora senza spiegazioni plausibili, è fuori discussione che tutti si sia stati portati a pensare alla possibilità di un attacco terroristico, fin dalle prime notizie di quel disastro.
Eppure è successo che nelle conferenze stampa ufficiali e sulla quasi totalità dei siti e della stampa è come se giornalisti e personaggi istituzionali si fossero accordati preventivamente per non pronunciare nemmeno la parola “terrorismo”.
Questa incredibile autocensura simultanea e preventiva è risultata talmente evidente, che ha finito per sottolineare, invece che esorcizzare ,la paura diffusa per il terrorismo.
L’assoluto eccesso di prudenza che ne è venuto fuori ,non è che uno dei sintomi più che evidenti dell’imbarazzo e dell’impreparazione generale ad affrontare questa nuova ondata di terrorismo islamico, che può colpire in qualsiasi momento ,anche a casa nostra.
Sull’argomento è magari anche legittimo essere sorpresi e disorientati a causa della sua ferocia e della velocità con la quale si è diffuso.
Si possono formulare diverse strategie ed azioni per contrastarlo, ma è difficile non riconoscere che se la prima reazione che ci viene spontanea di fronte a una tale sciagura, che può anche avere cause legate al terrorismo, è quella di mettere la testa nella sabbia per non  essere costretti a pensarci ed a parlarne, vuol dire che stiamo partendo col piede sbagliato.
Si può capire che il papa e la chiesa abbiano aspettato di  vedere le comunità cristiane fuggire ed essere perseguitate fino ad essere praticamente estirpate dal Medio Oriente ,prima di decidersi a realizzare che il terrorismo islamico non si contrasta con le Ave Marie, me che purtroppo lo si può fermare solo coi Kalashnikov.
Non è lecito però aspettare chissà che , perché  chi ha responsabilità di governo si decida a valutare l’enorme pericolo che l’Italia corre ,in quanto porto di sbarco dei dannati della terra ,che fuggono da Africa e Medio Oriente.
Come non è lecito continuare a tagliare i bilanci della difesa, come se fosse scoppiata un’utopica pace  universale , in un mondo che è ,invece ed al contrario, scosso da un’infinità di conflitti se pure “locali” e non mondiali.
Occorre poi recuperare un ruolo per l’Italia in politica estera, ben attento ai nostri interessi nazionali, che non sono sovrapponibili a quelli dei nostri tradizionali maggiori alleati, la Germania e gli Usa, e che quindi vanno individuati e vanno esposti con chiarezza ai nostri alleati ed ai nostri partner dell’Unione Europea.
Tento per fare un’ esempio ,va bene assecondare gli sforzi internazionali per convincere le maggiori fazioni libiche a federarsi per parlare con una voce unica e per convergere contro i terroristi.
Ma siccome i barconi arrivano in Italia, siamo noi i primi che dobbiamo andare materialmente a delineare un blocco navale davanti a quelle coste, per controllare una situazione, che potrebbe diventare disastrosa  per noi, se i numeri attuali degli sbarchi dovessero essere volutamente aumentati per essere usati come una clava  contro noi e l’Europa dai folli dello Stato Islamico.
Il venire alla luce di questi  feroci integralisti islamici ha spazzato via quanto era rimasto  di  quella ideologia pacifista a tutti i costi  “senza se e senza ma”, come si diceva vent’anni fa , senza riflettere sulla irragionevolezza di fondo di quei discorsi, anche se quegli ideali utopici erano sostenuti da personaggi degnissimi come Gino Strada e Padre Zanotelli.
Ma oggi, di fronte alla cieca ferocia dei seguaci del califfo, sostenere ancora idee pacifiste è una pura manifestazione di masochismo.
Anzi, succede che  per una delle periodiche ironie della storia, si stanno delineando degli scenari obbligati, che ben lungi dal consentire la prosecuzione di discorsi  “buonisti” e “politicamente corretti”, stanno riproponendo l’attualità di eventi addirittura arcaici.
Il fatto è questo, che se oramai si riconosce in modo assolutamente unanime, che se con il sedicente califfo ed i suoi seguaci non è assolutamente possibile instaurare alcuna forma di dialogo o di trattativa, qual è l’unica strada praticabile se non  la guerra allo stato islamico, cioè l’eliminazione fisica dei Jihadisti?
Sarà, anzi è del tutto spiacevole, ma la ferocia di coloro, ci sta portando a riproporre lo spirito delle crociate.
Non c’è nessuna Gerusalemme con annesso sepolcro di Cristo da riandare a conquistare, ma gli Jiahdisti  abbattono le croci sulle chiese per issare al loro posto le loro bandiere nere.
Oltre naturalmente a tagliare materialmente la gola ai cristiani nei quali si imbattono.
Non c’è niente di simbolicamente più evocativo delle foto che testimoniano quelle scene, riportando alla nostre memorie le corrispondenti scene, immaginate nel corso della nostra formazione scolastica, dei Saraceni che sbarcavano sulle nostre coste per assalire e devastare le nostre città e le nostre chiese.
D’accordo, viviamo da decenni in un Occidente secolarizzato e quindi divenuto laico  a grande maggioranza, ma nessuno di noi è figlio di nessuno e le nostre radici culturali e storiche sono quelle che sono e il simbolo della croce ci tocca  sia che si vada ancora in chiesa o non ci si vada  più.
Anzi, proprio coloro che in chiesa non ci vanno più dovrebbero essere i più sensibili ,perché se il loro non andare più in chiesa significa il rifiuto di un integralismo basato su dogmi, invece che sul ragionamento, non c’è niente per loro di più intollerabile della pretesa del califfo e seguaci di “sottomettere” il resto del mondo alle loro  leggi integraliste , dogmatiche e del tutto indifferenti all’uso della ragione.
Ma se i nostri personaggi istituzionali ed i nostri mezzi di comunicazione si autocensurano per non  nominare nemmeno la parola “terrorismo”, come faranno  ineluttabilmente ad andare a dire alla gente che l’unica soluzione è quella di “fare fuori” materialmente gli Jiahdisti?



mercoledì 18 marzo 2015

Perché le sue parole d’ordine subliminali  sono ordine e disciplina



Quando nel  ’94 è arrivato inaspettato  il marziano  Berlusconi  siamo stati tutti sconcertati ed a lungo ci siamo chiesti cosa avesse avuto mai quell’individuo tutto anomalo per essere diventato improvvisamente  il capo incontrastato del  paese. Poi i giornalisti e i politologi  più acuti  hanno concordato sul fatto che  il  suo segreto consisteva nel fatto di sapere parlare non alla testa ma alla pancia della gente.
Non era propriamente un gran complimento per gli italiani che lo sostenevano, ma era la spiegazione forse più verosimile di quel fenomeno.
Oggi  con Renzi ne abbiamo sentite tante di spiegazioni ma quelle probabilmente più calzanti cominciano a venire fuori adesso e mi pare che siano proprio  queste.
Il giovane fiorentino deve avere intuito che nel suo intimo, subconscio o quello che volete, l’italiano medio si stia stufato di vivere in un paese che da troppo tempo, passatemi il termine poco elegante , era diventato  un gran casino, e avrebbero una gran voglia di tornare all’ordine e tentare di vivere in un paese almeno un po’ più serio.
Su questo blog in articoli precedenti si era detto che la situazione non solo economica ma anche sociale e morale di  questo paese  durata così a lungo non potrà essere risolta senza che un governo ricorra ad elementi di autoritarismo  o se la parola sembra impronunciabile dal politicamente corretto, diciamo di decisionismo.
Le lobby e i privilegi si sono  ritagliati spazi divenuti intoccabili e sono un incentivo alla corruzione per la loro stessa esistenza che corrode gli spazi del sacro principio dell’uguaglianza  dei cittadini di fronte alla legge.
E come se li sono ritagliati? Se li sono ritagliati entrando in politica e mettendo loro uomini  nelle istituzioni.
Per disarcionare un sistema così distorto e corrotto non basta un Renzi  qualunque, per decisionista che sia, ci vuole un Renzi con poteri più ampi di quelli dei quali hanno goduto i suoi predecessori.
Ma Renzi per sua e nostra fortuna è furbo come papa Francesco.
Il papa sa che non  può cominciare prendendo il toro per le corna e dicendo che gran parte  della teologia, nella quale la gente è stata indottrinata fin da bambini, è tutta da riformulare.
Se facesse così quanti lo seguirebbero? Una minoranza e questo non risolverebbe il problema della crisi della chiesa.
Analogamente Renzi non può andare a lanciare apertamente  nelle piazze e in televisione   gli slogan : ordine e disciplina, perché si prenderebbe immediatamente  del fascista, essendo quelle due parole d’ordine state demonizzate  per decenni come idee fasciste, anche se non lo sono.
Ma siccome è questo ritorno alla disciplina ed ad una  normalità ordinata, che presumibilmente la gente vuole da lui, li deve tenere come obbiettivi strategici “subliminali”.
Si dice tanto  che Renzi è bravo nella politica degli annunci, ma che poi non sa andare oltre. A volte in effetti è così, ma non trascuriamo  alcuni  fatti  di grande peso.
Chi in Italia prima di Renzi aveva avuto il coraggio di sfidare apertamente la potentissima lobby del sindacato ? Non stiamo ad andare a vedere se è giusto o sbagliato, quello che qui interessa è il fatto in sé.
E chi prima di Renzi aveva osato sfidare in modo altrettanto frontale l’altra potentissima lobby dei magistrati  introducendo  la loro  responsabilità civile?
E la scuola? La riforma che ha avviato è forse la prima da tempo immemorabile che non sia stata redatta dalla ancora  da sempre potentissima lobby dei  funzionari ministeriali e relativi consulenti.
Fare diventare i presidi capi di istituto con poteri veri sarebbe un evento perfino simbolico sulla via di un ritorno alla disciplina.
E la Costituzione, ritenuta intoccabile solo in Italia, con un sistema di equilibrio di poteri che ormai garantiva solo una eterna palude?
Il bicameralismo perfetto era un’anomalia da sempre.
Del resto in qualsiasi parte del mondo  è in corso una transizione di potere fra parlamenti irresoluti e governi che hanno bisogno dei poteri per fare il loro mestiere.
E la Rai? Qui siamo solo alla fase iniziale, ma quanto sopra elencato ci fa sperare che sia la volta buona anche per  riformare radicalmente questo ennesimo elefante succhia- soldi dormiente, che costituisce un po’ l’icona dell’Italia che vistosamente non funziona, ma che è intoccabile perché partiti, lobby  corporazioni eccetera  non vogliono toccare nulla.
Alitalia si è finalmente venduta interrompendo una folle spirale di debiti.
Con l’Ilva si è addirittura sfidato il mito delle privatizzazioni e della demonizzazione di tutto ciò che è pubblico e la si è di fatto nazionalizzata,  conservando in vita, se pure ancora stentata, uno dei capisaldi delle grandi industrie strategiche di base per le nostre manifatture.
Sulla Libia e l’inevitabile confronto con il sedicente Califfato, Renzi  pare uscito dalle solite giaculatorie buoniste, per avvicinarsi ad azioni concrete, come è di fatto un blocco navale, che sembra delinearsi.
In politica estera, l’atteggiamento filo russo, da lui tenuto chiaramente, corrisponde ai nostri interessi nazionali, anche se è in contrasto rispetto alla attuale linea della politica estera americana.
Col temerario patto del Nazareno, Renzi ha  dovuto di fatto   procrastinare ogni misura di  legge anticorruzione,  con allegato ripristino del falso in bilancio e  ri- allungamento dei termini di prescrizioni e questo è senza dubbio un male, perché ora si  vede che il sacrificio, fatto inevitabilmente a favore di Berlusconi, è stato  troppo pesante e ha inciso  pesantemente  sull’economia reale, tagliando una fetta di Pil.
Anche se  la nomina di Raffaele Cantone all’Authority anti- corruzione ha parzialmente colmato un vuoto, che prima era completo.
Ma forse Renzi  non poteva fare diversamente, almeno fino a quando l’unica alternativa possibile a Berlusconi, cioè i 5Stelle, continuavano a non rendersi disponibili, nemmeno sui terreni, che sono da sempre il loro cavallo di battaglia, come appunto la lotta alla corruzione, alle lobby, alle corporazioni eccetera.
Insomma,   è parzialmente vero che Renzi è andato avanti ad annunci  roboanti, ma ora cominciano ad arrivare anche i fatti, che sono vistosi ed in netta controtendenza rispetto al passato.
Molti di questi fatti sono tradizionalmente qualificabili come “di destra”, ammesso che nella politica di oggi si possa ancora ragionare con le coordinate politico –ideologiche  del secolo scorso e non è così, perché la sopravvenuta complessità e novità dei problemi fa si che le soluzioni debbano essere “trasversali” se si facesse riferimento a quelle coordinate.
Questa ,tra l’altro, è la ragione per la quale Berlusconi è andato definitivamente fuori- gioco : perché Renzi è chiaramente colui che realizzerà , salvo  sconvolgimento imprevedibili, alcune delle strategie “liberali”,  che il Berlusconi del 94 ha solo enunciato, ma non è mai riuscito a portare a soluzione e quindi  gran parte del suo elettorato si è già riposizionato dietro a Renzi.
Ma nella realtà concreta, se Renzi riuscirà, come sembra avviato a fare, a portare il paese fuori dalla crisi economica, realizzando nel contempo riforme, che aspettano da decenni, nessuno sarà tanto sciocco da dire che avrà fatto una “cosa di destra”.
Renzi ha oggi delle opportunità uniche a suo favore : la forte svalutazione dell’Euro, la altrettanto forte immissione di liquidità immessa sul mercato dalla BCE, se pure con meccanismi macchinosi, la ripresa che comincia a delinearsi.
Ma non basta, i giovani inesperti e un po’ strampalati di “Siriza” , che sono oggi arrivati al governo in Grecia, si sa che non saranno soli.
Ci sono infatti in arrivo e in forze, i giovani spagnoli di “Podemos”, molto simili ai greci di “Siriza”.
Poi ci saranno le elezioni in Gran Bretagna dalle quali ci si aspetta un incartamento clamoroso, dei grandi partiti tradizionali.
Poi c’è l’incognita Marine Lepen, eccetera.
Cioè la politica europea è in forte movimento e la leadership tedesca della UE non potrà non tenere conto dei numeri che stanno cambiando.
Renzi farà anche cose di destra, ma non dimentichiamo che a Bruxelles i parlamentari di Renzi siedono sui banchi dell’Internazionale Socialdemocratica e non in quelli del vecchio Partito Popolare di centro- destra.

Questo fatto avrà anche solo un valore simbolico, ma mica tanto.

giovedì 12 marzo 2015

Vita sempre dura  per i pochi preti colti che vorrebbero innovare




Mi è capitato di recente di sentire una conferenza di un sacerdote, con una cultura teologica, chiaramente di molto superiore alla media, che trattava un argomento non di teologia cattolica, ma che qua e là faceva affermazioni, che lasciavano ben capire quali erano i suoi orientamenti proprio in materia teologica, e che questi orientamenti erano  nettamente innovativi.                                                                                                                                               La platea era formata da persone, per lo più appartenenti al mondo cattolico e di preparazione culturale e professionale pure di molto superiore alla media, anche se purtroppo in Italia si verifica questo singolare fenomeno per cui il livello culturale e professionale può essere molto  alto, ma la conoscenza delle basi culturali del cattolicesimo rimangono a uno stadio infantile.                                                                                                                                                    Lo si è detto cento volte su questo blog, questa è una realtà dovuta in gran parte a ragioni storiche prettamente italiane (niente riforma protestante e niente rivoluzione francese illuminista), e per altra parte a una pastorale tradizionalista, che ha sempre privilegiato il riferimento alla sottomissione all' autorità, invece che alla maturazione culturale personale, facendo un danno immenso alla chiesa, che in tal modo ha perso per decenni ogni appuntamento col mondo moderno e che rende oggi  estremamente problematico e conflittuale il rapporto della chiesa medesima con la scienza, per la quale persiste una anacronistica diffidenza.
In altre parole, le chiese vuote, la chiesa italiana è proprio andata a cercarsele con la gestione insensata nei decenni woytiliani- ruiniani.                                                                                                                                                                                                                                                                   Oggi, la lieta sorpresa del papa venuto dall'altro mondo, come si è auto-nominato papa Francesco,  che ha letteralmente ribaltato i paradigmi pastorali e di catechesi ,in voga nei precedenti decenni, è la benvenuta, ma sconta enormi difficoltà, come era prevedibile, più all'interno, che all'esterno della chiesa.
Dopo tanta teologia, che non elaborava un bel nulla, ma non faceva che ribollire il solito minestrone insipido e che quindi non era vera teologia, ma solo banale propaganda religiosa, i pochi preti colti, che oggi si sforzano di parlare al loro popolo, secondo i nuovi orientamenti, usando delle loro elaborazioni personali  non per puro opportunismo, sono in gravi difficoltà, proprio perchè il loro popolo è rimasto ad Adamo ed Eva.                                                                                                       Questa è proprio la sensazione, che ho percepito, ascoltando la conferenza della quale si parlava all'inizio.                                                                                                                                                 Ognuno ha un suo carattere e si sceglie un suo modo di presentarsi e di presentare le proprie idee.                                                                                                                                                            Quel sacerdote autore della conferenza, mi sembra che, di fronte alla consapevolezza, che l'uditorio sarebbe rimasto sconcertato dalla presentazione di concetti teologici, chiaramente, ben diversi da quella che sopra abbiamo definito come la solita minestra, che ha avuto il demerito di svuotare le chiese, abbia scelto di presentare la sua impostazione innovativa come il frutto di una ricerca personale, senza impegnare le istituzioni alle quali appartiene.                                                                                                                                                                                                                              Era evidente, che quel sacerdote medesimo, era personalmente tranquillo, perchè sapeva, che la sua cultura teologica era più che sufficiente per argomentare e sostenere le sue idee, ma non era affatto tranquillo sull' accoglienza,  che quelle idee avrebbero avuto, di fronte a un pubblico, probabilmente rimasto al catechismo degli anni giovanili, che non possedeva gli strumenti per distinguere fra argomenti sicuri ed altri tutt'altro che sicuri, che però erano stati sacralizzati, nel corso di un processo storico di lungo periodo, fino ad essere oggi considerati intoccabili dal sentimento comune.                                                                                                                                                Presumo, quindi ,che quel sacerdote dentro di sè abbia ragionato in questo modo : io potrei benissimo ingaggiare una battaglia campale e presentare le nuove idee, che ho elaborato, perché, quando mi faranno le obbiezioni, che prevedo, e che ben conosco,  saprei bene come dimostrare l’inconsistenza delle vecchie formulazioni, che sono rimaste nelle convinzioni del popolo cristiano.                        Ma creare forti reazioni in persone, che allo stato attuale non hanno gli strumenti per dibattere con me, potrebbe essere controproducente e quindi scelgo la strada di presentare si le idee che ho elaborato, ma qualificandole come mie idee personali.                                                                           Credo che questo approccio sia saggio e sia il più utile in questa fase storica.                                  Non si possono più riproporre al popolo cristiano che è rimasto fedele, formulazioni che non sono mai state in piedi.                                                                                                                                      Ma sarebbe controproducente andare a dire apertamente alla gente, guardate che, praticamente per tutto il corso della vostra vita, vi sono state proposti parecchi dogmi, che non stanno nè in cielo nè in terra, non solo  perchè in questo modo si indurrebbe la gente medesima a reagire male, staccandosi dalla chiesa con rancore, ma , soprattutto, per un ovvio rispetto dovuto  alla sensibilità  religiosa delle persone, che sacralizzando in buona fede concetti molto traballanti, ma che loro sinceramente non sapevano che fossero inconsistenti, non sono nelle condizioni di sbarazzarsene da un momento all'altro, senza mettere in pericolo quell'equilibrio interiore sul quale hanno costruito quell'edificio di certezze, che sono alla base delle scelte religiose.                                                                                 Ci vorrà tempo, per un ripensamento radicale, ma è necessario e indispensabile, che i preti che sono in grado di farlo, comincino a insinuare un sano dubbio, che conduca il popolo cristiano a usare finalmente la propria testa, invece della propria sottomissione acritica.                                                  Non sarà facile, perchè questo processo richiede ovviamente molta delicatezza e sensibilità, però è indispensabile, che anche nel cattolicesimo i singoli fedeli siano portati a diventare, in qualche modo,teologi di sè stessi, rendendosi conto che questo atteggiamento, lungi da essere peccato, è invece indispensabile per esercitare finalmente la propria responsabilità personale, senza la quale non c’è fede ma superstizione.                                                                                                                     Ho molto ammirato quel prete della conferenza, quando ha cercato di introdurre una serie di concetti teologici da brivido, per un uditorio culturalmente aperto, ma, probabilmente, non sufficientemente preparato.
Per esempio :
- non può esserci predestinazione da una parte e sottomissione acritica dall'altra.                                      E' erroneo il concetto di salvezza, che viene solo e tutta dall'alto.                                                            Bisogna invece elaborare  un concetto di Auto- salvezza.                                                                 Non ci può essere merito nella sottomissione acritica e comoda a una autorità.                         Occorre elaborare la propria libera e responsabile risposta, che non è data una volta per tutte, ma che è in dialettica costante con i tempi e le circostanze.                                                                                               Per l'uomo moderno questo discorso sembra una ovvietà, ma non lo è affatto nella tradizione cattolica, che schiera da secoli un pezzo da novanta, come Agostino, che ha elaborato una teologia, che dice l'esatto contrario e che al di la di penosi aggiustamenti dialettici, sostiene proprio la dottrina della predestinazione, ripresa in blocco anche dal suo seguace Martin Lutero, non per niente, monaco agostiniano.                                                                                                               - e poi, Dio che si  occupa di ogni cosa terrena in ossequio al vecchio adagio : non cade foglia che Dio non voglia? Assolutamente no, perché anche qui si cade nel fatale errore di sacralizzare arbitrariamente.                                                                                                                                     Dio per essere tale non può auto-limitarsi.
- non esistono i santi, perchè non possono esistere vicari o sostituti di dio, esistono invece i giusti, cioè coloro che si sono sforzati di praticare la giustizia.                                                                                             Il processo di sacralizzazione è in grandissima parte equivoco ed arbitrario, perchè nessuno è legittimato a sacralizzare, dio non ha bisogno di vicari, si giustifica da sé per definizione.                                                                                                                                               - è ipotizzabile una fede salda, senza bisogno di sostegni istituzionali.
Ognuna di  queste affermazioni implica profonde riformulazioni teologiche.                                                                                                                                                Insomma ,in un'ora di conversazione, dedicata ad un argomento non direttamente di teologia cattolica, ho colto, come si vede, una mitragliata di pensieri originali.                                                                                    Come ho detto sopra ho provato grande ammirazione per il coraggio di quel prete,  ne ho ammirato la sicurezza, con la quale introduceva, in modo laterale, affermazioni, che per  molti cristiani appaiono come eretiche, per carenza di una sufficiente cultura teologica.                                                                                                                                                   Ma ho creduto anche di partecipare a quella che, presumo, fosse una intima sofferenza di quella persona costretta a esporre le proprie idee servendosi di qualcosa di molto simile a quell'artificio dialettico che il discutibile   santo, Roberto Bellarmino, nelle veste di padre- inquisitore aveva proposto senza successo a Galileo Galilei.                                                                                            Tu prometti che non andrai a divulgare le tue teorie, come  verità scientifiche da insegnare, perchè dici di poterle dimostrare, ma limitati a dire ai tuoi studenti  : facciamo l'ipotesi di scuola, che non sia il sole a girare intorno alla terra, ma che sia la terra a girare intorno al sole, ebbene, questa pura ipotesi risolverebbe un sacco di problemi astronomici, ma purtroppo è in   contraddizione letterale con quanto dice la Bibbia e quindi non può essere vera.
E’ sempre un grosso sacrificio essere costretti a ricorrere a escamotage di questo genere, per chi è consapevole delle proprie ragioni, ma il momento storico della chiesa italiana può richiedere un tale sacrificio.
Sacrificio che paradossalmente ricade molto più sui preti che sul papa.
Papa Francesco è sulla cresta dell’onda, può permettersi quasi tutto.
L’abbiamo visto pochi giorni fa’: può permettersi di sbertucciare ottanta mila ciellini, in piazza San Pietro, che dopo avere incassato le sue dure reprimende, lo applaudivano fanaticamente, come sempre.
Il prete di base,perennemente in trincea non gode del carisma e delle pompe dei luoghi simbolo.
Deve andare più cauto.



giovedì 5 marzo 2015

Cincischiando sulla legge anticorruzione Renzi rischia di perdere la faccia dimostrando che la sua sedia è appoggiata su "accordi indicibili"



Tre mesi fà Renzi aveva fatto l'ennesimo annuncio di una draconiana legge anticorruzione, poi su quel provvedimento solo annunciato è calata la nebbia.                                                           
 Eppure non c'è cittadino italiano, salvo i corrotti e i corruttori ,che non soffra a vedere quanto sia diffusa e capillare la corruzione in Italia.                                                                                        Ci sono poi gli economisti ,che hanno calcolato  i danni che provoca la corruzione dilagante, che è uno strumento di alterazione delle leggi del mercato, quantificandoli in punti di Pil, che semplicemente vengono persi.                                                                                                            
Questo significa che una delle cause fondamentali che impediscono la crescita dell'economia, ferma da un bel pezzo, è proprio la corruzione dilagante.                                                                
Di conseguenza, la logica vorrebbe, che un qualsiasi governo dovrebbe impegnarsi a fare approvare una legge molto ma molto più severa delle attuali, ben sapendo, che se così facesse, i suoi consensi aumenterebbero di molto.                                                                                             
 E invece niente, la legge viene rimandata di mese in mese e come se questo non bastasse lo schema di legge, che il governo porta avanti fa semplicemente schifo,perchè  lascierebbe le cose come stanno nei punti più sensibili e addirittura, taglierebbe le unghie agli inquirenti in punti essenziali.                                                                                                                                           Non è necessario essere dei tecnici del diritto per sapere che  al disastro attuale hanno portato due o tre leggi  introdotte dai governi Berlusconi ed in particolare :                                                
-la quasi abolizione totale del falso in bilancio;                                                                                   
-e la riduzione abnorme  dei tempi di prescrizione.                                                                             L'abolizione del falso in bilancio è la madre di ogni corruzione perchè consente alle imprese di costituire fondi neri da utilizzare come tangenti per corrompere pubblici amministratori.          
 La riduzione  abnorme dei tempi di prescrizione  è invece lo strumento principe per fornire  l'immunità ai corrotti e ai corruttori se possono permettersi di pagare un avvocato capace di utilizzare tutte le norme ultra garantiste contenute nella nostra procedura penale, per fare durare i processi il più a lungo possibile fino a fare scattare la famosa prescrizione.                                                   
 In questo modo i corrotti e corruttori  raggiungono  così facilmente il risultato osceno di costringere  i magistrati giudicanti ad emettere sentenze nelle quali scrivono che l'imputato è risultato colpevole dei reati ascrittegli nel corso del procedimento, ma che  costui  rimarrà senza macchia perchè prescritto.                                                                                                               Si tratta di una insensatezza inconcepibile, ma così Berlusconi ha ridotto l'Italia, con l'attiva collaborazione anche dei governi successivi, (Monti, Letta, Renzi)  che non hanno avuto la volontà politica di cassare immediatamente quelle leggi indecenti, perchè dovevano inchinarsi al dogma della stabilità a tutti i costi, garantita dalle larghe intese, volute con caparbietà dall'ex Presidente Napolitano .
Renzi con quel suo cinico modo di agire, ha creduto di poter giocare tutti quanti col famoso "patto del Nazareno" che per il fatto di essere segreto nessuno sa cosa contenesse realmente.       
Ora però Berlusconi, rimasto a controllare a quanto opare solo un terzo del suo partito, si è trovato costretto a fare marcia indietro e ad uscire dal patto, addebitando il dietro front a Renzi, che nella corsa per il Quirinale non ha fatto votare il candidato concordato con lui (Amato), il che è anche vero formalmente,  ma nella sostanza non c'entra  nulla, perchè se Fitto e Brunetta non gli avessero portato via due terzi del partito anche Berlusconi avrebbe fatto votare Mattarella, rimanendo protagonista del gioco, dal quale invece  oggi è sostanzialmente escluso, non contando ormai quasi nulla.                                                                                                           Ma allora Renzi che fa? Si è ammatito? Come mai non fa una legge anticorruzione vera col battage pubblicitario, nel quale è maestro, acchiappando un sacco di voti a destra e a manca?                    
 Se non lo fa  è perchè avrebbe le mani legati da "patti indicibili"  , contenuti nell'"accordo del Nazareno", dicono autorevoli commentatori politici come ad esempio l'ex magistrato Bruno Tinti.                                                                                                                                                       Questa spiegazione mi  sembrava un po' esagerata, ma quando oggi devo constatare che nel progetto di legge del governo ci sarebbe addirittura il divieto per i magistrati inquirenti di disporre delle intercettazioni telefoniche  ,allora cadono veramente le braccia, perchè tutti sanno che senza di quello strumento i pubblici ministeri e la polizia giudiziaria sarebbero costretti a passare il tempo giocando a scopa, non a fare indagini anticorruzione.                
Senza le intercettazioni, mani pulite non sarebbe nemmeno esistita, niente indagini sul Mose, niente indagini sulla mafia romana, niente di niente.                                                                       
 Proviamo per ipotesi a prendere per buona la spiegazione degli "accordi indicibili".                     
In questo caso Berlusconi quale contropartita sarebbe stato in grado di dare a Renzi?   Ovviamente i voti aperti o sottobanco per tenere in piedi il suo governo.                                      
Ma ora  Berlusconi è il fantasma di sè stesso, cosa può garantire a Renzi?                            
Possibile che questo Renzi  "energetico", come lo descrivono  giornali di lingua inglese, sia così ridotto male da rimanere a galla solo se Berlusconi gli fa avere sottobanco una manciata di voti?                                                                                                                                                              Ma poi Berlusconi è un politico da sempre anomalo, perchè il Berlusconi vero è l'uomo azienda, ragione per cui nei patti del Nazareno è più che verosimile che solo per metà si sia trattato di politica, ma che per l'altra metà si sia trattato delle sue aziende, e questo è un bel rospo da digerire per un presidente del Consiglio, che dovrebbe essere  guidato dal solo interesse nazionale.                                                                                                                                                         E poi non è finita perchè non esiste un Berlusconi staccato dall'elenco infinito dsei suoi guai giudiziari, ragione per cui è ancora più che verosimile che i medesimi patti del Nazareno contenessero concessioni esplicite alla così detta "agibilità politica" del personaggio, peccato che quella formula edulcorata nasconda in realtà una forma di "immunità" non riconoscibile a nessuno in un regime democratico.                                                                                                      Quello che assolutamente non mi riesce comprensibile  è come mai,  ora che Renzi deve constatare che  la controparte che ha contrattato con lui quergli accordi, oggi non è almeno apparentemente in grado di dargli nessuna contropartita, non si diriga apertamente e finalmente verso elezioni al più presto, elezioni con le quali tra l'altro si libererebbe una volta per tutte dai D'Alema, dai Bersani, Dai Fassina, Cuperlo e compagnia.                                           
Ha paura di perderle?                                                                                                                                Forse sì se no alle elezioni ci sarebbe già andato, però non sembra verosimile che altri possano vincere.                                                                                                                                        Salvini è appena arrivato. In Francia il movimento Lepenista che lo stesso Salvini cerca di copiare ha lavorato un decennio per arrivare all'oltre 30% che raccoglie ora, quindi Salvini per ora non potrebbe farcela, come leader del centro- destra al posto di Berlusconi.                         
E Grillo purtroppo è  ancora saldamente rinchiuso nel frigorifero nel quale si è caparbiamente cacciato e continua ad essere ininfluente.                                                                                           
In teoria tutto sembra congiurare per avere un Renzi al governo per vent' anni.                           
Ma lui nicchia come se avesse paura e va avanti a vivere come un funambolo che può cadere al primo colpo di vento, quando potrebbe liberarsi di ogni impaccio alle elezioni.                       
Forse, cominciando a conoscere meglio il personaggio un'altra spiegazione potrebbe essere questa, che non ha paura, ma semplicemente è talmente pieno di sé, da sopravvalutare  fuori misura la sua capacità  di leadership e di manovra e pensa di potersi permettere gli “accordi indicibili” con l’altro “superego” della politica italiana, quel Berlusconi che forse, come Renzi continua a sopravvalutare sé stesso e pensa di potere fare in pubblico la sceneggiata dell’oppositore, per poi rispettare gli accordi del Nazareno sottobanco.