Continuo a stupirmi del formidabile livello raggiunto dagli analisti di geopolitica ,che lavorano intorno a Limes ed ora anche a Domino.
Livello culturale scientifico.
Non è un caso che ambedue le riviste abbiano lanciato con successo “le scuole di Limes” e di Domino, che consentono oltre che agli studenti, anche a chi ne è interessato e proviene dal mondo dei media, della diplomazia o dell’economia finanza , di acquisire una formazione sistematica sulla visione portata dalla geopolitica.
Peccato che chi, per dovere e vocazione istituzionale ,dovrebbe portare avanti il discorso e cioè il mondo accademico – universitario, non dia ancora segni di vita di un qualche spessore in questi ambiti di discipline.
E’ singolare che negli eventi che sistematicamente e meritoriamente organizza Limes nel corso dell’anno, e che oramai sono diventati di routine ,non compaiano praticamente figure accademiche.
Non mancano invece figure che nel nostro paese erano prima totalmente ignote e trascurate , e cioè quelle dei tecnici militari, che a volte sono anche, ma non necessariamente, degli alti gradi.
E questi danno un contributo di primissimo piano.
Quante chiacchiere al vento si sentono provenire dagli spesso presunti esperti, invitati nei talk show televisivi, per cercare di dare informazioni o giudizi sensati sulla guerra in Ucraina.
Sarà un caso, ma non mi è mai capitato di sentire un esperto militare dire cavolate o banalità a proposito di Ucraina.
Perchè ho fatto questa forse troppo lunga premessa?
Perchè l’autore del libro che propongo alla vostra lettura ,e cioè Alessandro Aresu, è un tipico esponente del mondo dei geopolitici di Limes.
Occorre definirlo come “analista”.
Ma, lo ripeto, è veramente incredibile che uno studioso di questo livello non venga cercato per ricoprire una posizione accademica.
Il libro di Aresu ,del quale stiamo parlando, ha l’effetto sul lettore, come spesso capita a chi legge i saggi di geopolitica, di una doccia fredda.
Le nozioni consolidate nonchè i pregiudizi, che involontariamente ci portiamo dietro in materia vengono subito buttate nel cestino.
Questi autori sempre ci dicono che il loro mestiere non è quello di fornirci verità più o meno a buon prezzo, ma un metodo di analisi rigoroso per cercare di capire i “fondamentali” più rilevanti di situazioni molto complesse, da affrontare oggidì con un approccio necessariamente interdisciplinare.
Di cosa stiamo parlando?
Il titolo di questo libro è assolutamente limpido e trasparente.
La parola più rilevante è guerra.
La seconda parola che circoscrive e specifica la prima è tecnologica.
La terza è potenza.
Che significa?
Significa che la Cina e l’America stanno lottando per prendersi il titolo di egemone mondiale nel campo della tecnologia a fini di potenza.
Punto ,non c’è altro da dire, c’è solo da specificare nei particolari quanto detto sopra, che esprime la sostanza.
Allora leviamoci dalla testa le solite prediche mainstream sull’Occidente bravo e civile, che vorrebbe compiere la missione salvifica di esportare la democrazia e i valori occidentali (intesi dogmaticamente come i migliori in assoluto) in tutte le parti del mondo, che ancora non avrebbero la fortuna di beneficiarne.
Cominciamo come al solito col primo schiaffo risvegliante, che assesta la geopolitica più elementare ,a chi vi si accosta, informandolo che sul mappamondo l’Occidente conta per un ottavo e che il resto del mondo, guarda un po, è enormemente più grosso e pesante del nostro amato Occidente.
Secondariamente, forse anche la seconda giaculatoria più ripetuta, secondo la quale le democrazie occidentali rappresentano i buoni e che il resto nel campo della governance può raggiungere solo il ruolo di autocrazia, che per definizione è da aborrire insanabilmente, come il male da estirpare.
Se c’è un modo per non capire niente della situazione attuale del mondo è usare criteri dogmatici e manichei, ci dice e ridice la geopolitica.
Perchè se impariamo a fare analisi serie ,udite, udite, arriveremo a scoprire che il Partito Comunista Cinese per la Cina e le agenzie dello stato profondo negli Usa, sopra e contro tante ciance di liberismo , hanno plasmato un tipo di governance che sono incredibilmente simili nella sostanza.
Se questa affermazione vi disturba , questo è proprio la reazione che volevo suscitare nel lettore, per invitarlo e invogliarlo a leggere il saggio di Aresu, che è un vero pozzo di scienza sull’argomento.
Ritengo ci sia tutto quanto serve a chi cerchi l’autorevolezza di una trattazione a livello accademico ,beninteso con la indispensabile dotazione di note e biografia.
Vedremo che la guerra per l’egemonia fra Usa e Cina non si combatte per fortuna a cannonate ma a colpi di sanzioni ,che impediscono alle aziende americane di compare certi prodotti cinesi ed ancora di più di vendere alla Cina molti altri prodotti.
Ma non ci si ferma qui perché poi ci sono le pressioni tutt’’altro che soft alla UE ed agli alleati dell’America medesima, più o meno volenterosi o riottosi, a non comprare né vendere le medesime cose.
Accettare che la Cina investa per costruire o sviluppare magari utilissime infrastrutture per l’interesse nazionale italiano o tedesco eccetera, non si può ,si va a cozzare contro un veto americano ben sostenuto dagli apparati, compresi quelli finanziari e per paesi indebitati come il nostro sarebbero dolori.
Eccetera eccetera.
Ma chi è ancora più interessato ai richiami all’attualità ed alle biografie, anche costui troverà parecchio pane per i suoi denti nelle numerose citazioni biografiche dei formidabili personaggi che hanno inventato o semplicemente sviluppato le tecnologie che fanno parte delle nostre vite, da Morris Chang a Selcuk Bayraktar, e parecchi altri ,ce n’è per tutti.