venerdì 21 marzo 2025

Stephane Allix : Dopo La straordinaria inchiesta di un reporter sulle prove della vita oltre la vita Libreria Pienogiorno - recensione

 



Approfondendo l’argomento della vita altre la vita terrena ho trovato di particolare importanza questo lavoro di Stephan Allix non solo perché ha venduto più di 2 milioni di copie su un argomento ancora considerato un tabou, ma perchè l'autore ha lavorato per anni come un inviato di guerra per poi trasformarsi in giornalista d’inchiesta quando ha cominciato ad occuparsi di questo tema e quindi ha raccolto testimonianze sull’argomento con lo stile del reporter.

Le testimonianze che Allix ha raccolto in questo libro appartengono per lo più alla categoria che viene definita VSCD vissuti soggettivi di contatti con un defunto.

Allix stesso mette le mani avanti affermando che d’accordo le esperienze che ha raccolto sono soggettive, ma sottolinea che soggettivo non significa assolutamente che non accada ,soggettivo non è sinonimo di illusione o di allucinazioni.

Le testimonianze sono molte.

La compagna di un giovane fan di base jumping assiste al lancio del compagno che per un colpo di vento finisce contro la parete e poi precipita nel vuoto.

La ragazza corre dove a visto finire il corpo, viene bloccata dagli amici che cercano di convincerla a fermarsi li e in quel mentre vede nella sua mente il corpo del compagno caduto che si alza, le fa un cenno,sorride come per comunicarle :non preoccuparti, va tutto bene.

Ancora anni dopo quella ragazza conserva con estrema lucidità quei momenti nella sua mente ed è certissima di avere visto quella scena.

Poi quella esperienza ha avuto nel ricordo della protagonista quasi una continuazione quando nella camera ardente allestita nel paese vicino a dove si era verificata la caduta rimasta sola vicino al feretro e presa da assoluta disperazione la ragazza sente nuovamente la presenza del compagno come se qualcuno da lui incaricato le dicesse di andare perchè lui era altrove ma che tutto andava bene e lei si sentiva presa da una indescrivibile senso di benessere e di amore.

Nel medesimo periodo Allix viene a conoscenza della testimonianza di un amico di infanzia del giovane perito nell'incidente che non aveva potuto partecipare al funerale perché era lontano.

Mentre stava dormendo con la sua compagna, quest’ultima avverte con imbarazzo e una certo timore la presenza dell’amico defunto che fluttua sopra al loro letto per un lungo momento come se volesse dire di non preoccuparsi e per consolarli.

Ebbene il libro prosegue con una serie di interviste che descrivono esperienze analoghe.

Alix dice di essersi premurato di porre il problema della natura di questi fenomeni a un amico neuropsichiatra, Christophe Faurè, con vasta esperienza nel campo specifico di assistenza a persone che si trovavano a elaborare il lutto, di formazione laica e quindi non influenzabile da idee preconcette.

Quello psichiatra gli ha riferito che quel tipo di esperienze non ritiene che possano essere classificate come allucinazioni, perchè queste quando si verificano hanno altre caratteristiche sono indotte da sostanze particolari o comunque non sono mai episodi singoli ed hanno natura invasiva.

Non sono neppure episodi deliranti perchè questi durano ore se non giorni e portano a un deterioramento psichico.

Mentre le VSCD si presentano come episodi che non manifestano altre manifestazioni bizzarre e sopratutto regolarmente producono effetti positivi nelle persone che li sperimentano.

Lo stesso Allix ha avuto colloqui interviste con numerosi altri esperti scientificamente qualificati ed ha da loro avuto conferma del fatto che queste esperienze sono parecchio diffuse e che quindi è strabiliante vedere come il pregiudizio materialista - scientista sia così diffuso nella società contemporanea da fare barriera anche alla sola presa di conoscenza dei fenomeni stessi.

In conclusione l’autore dice che questi fenomeni sono giudicati non spiegabili dagli uomini di scienza che ha intervistato, che però in molti ne sono bene a conoscenza.

A suo parere anche queste esperienze VSCD confermano quello che filosofie e spirtualità ci dicono da sempre e cioè che la vita non si interrompe con la morte ma continua immutabile in una evoluzione continua.

Non ci condanna perchè offre uno spazio di evoluzione continua e le prove che la vita ci pone da affrontare sono una occasione di conoscenza e di crescita che dovremmo affrontare con questa consapevolezza fino a concepire che non ha senso odiare nessuno perchè chi ci induce all’odio non fa altro che spingerci ad allargare il nostro spirito superando i limiti del nostro io ed elevandoci da lui, andiamo oltre o meglio andiamo sopra, è possibile.

Le prove sono un apprendimento.

La vita ha senso se ci decidiamo ad accettare la presenza costante della sua dimensione spirituale.





giovedì 20 marzo 2025

Eben Alexander Milioni di farfalle Il paradiso esiste Ci sono stato Oscar Bestseller- recensione

 




Libro di lettura scorrevole ma coinvolgente, anzi troppo coinvolgente dal punto di vista emotivo.

Sopratutto in questo caso è indispensabile fare subito una presentazione dell’autore, perché il libro medesimo riporta esperienze dirette dell’autore e quindi è autobiografico.

Ebbene il Prof. Alexander dispone di una qualifica scientifica di primo piano avendo insegnato per un lungo periodo (15 anni) alla prestigiosa Harvard Medical Scool nel corso di neurochiturgia.

Si presenta come autore di 150 fra pubblicazioni e saggi.

E’ quindi una persona che il cervello dal punto di vista fisico non può che conoscerlo più che bene sulla base ovviamente delle attuali acquisizioni in materia.

Ma è anche una persona che ha avuto la ventura di sperimentare non su uno o più pazienti, ma su sé stesso quella che si può definire una esperienza di vita extrasensoriale, cioè fuori dallo spazio-tempo, quando nel pieno della sua carriera professionale è stati colpito da una malattia estremamente rara dal decorso ,ritenuto senza possibilità di scampo ,che lo ha portato in coma per sette giorni consecutivi (meningite batterica da EColi)

Il medesimo Prof. Riferisce che in quei giorni il suo cervello, macchina dedicata sopra a ogni altra funzione a produrre coscienza non è che lavorava in modo anomalo o insufficente, non lavorava affatto.

La neocorteccia celebrale in quei giorni era morta,disattivata e quindi lui ritiene che le esperienze di NDE (Near Death Experience) che ha fatto e che ricorda benissimo, devono necessariamente appartenere a un mondo cosciente ,dotato di libero arbitrio, completamente svincolato dai limiti del suo cervello fisico.

Sulla base di quella esperienza si è quindi convinto che la morte fisica e cerebrale non produca la fine della coscienza, ma solo un prolungamento oltre la morte, perché quello che ha visto e provato,, era reale né più né meno di quello che aveva sempre vissuto.

Ricostruendo la sua esperienza l’autore ha denominato “Regno della prospettiva del l verme” quello che ricorda ,come sue prime impressioni da quando era piombato nel coma.

Una vaga visione di vasi sanguigni , radici, ambiente fangoso , mostruosi animali ,suoni emessi apparentemente da animali ,mondo spiacevole abbastanza da suscitare in lui la determinazione di studiare come andarsene da li, fino a quando gli compare un entità di impareggiabile bellezza,luce bianca e suoni musicali complessi, eccolo catapultato nel mondo più bello che sia immaginabile.

Campagna verde e quella sensazione di piacere e di sicurezza ,che si prova da bambini quando ci si sente protetti e amati.

Volava su quel mondo insieme a una bella fanciulla circondati da milioni di farfalle .

La fanciulla lo guarda non uno sguardo romantico o di semplice amicizia ,ma gli comunica qualcosa che quando lo vivi ritieni che è valso la pena di vivere.

La medesima fanciulla gli diceva : sarai amato e protetto, qui non puoi rischiare di sbagliare, vedrai cose straordinarie, ma poi dovrai tornare.


Si trova in un paesaggio di nuvole, esseri sotto forma di sfere scintillanti, canti.

Fino a percepire un essere divino contemporaneamente presente all’esterno ma anche dentro a sé stesso.

Chi sono, dove sono,dove vado ?

Le domande eterne di tutte le filosofie le poneva a chi sentiva vicino e costoro rispondevano, ma senza bisogno di parlare perché le loro risposte le percepiva direttamente.

Straordinaria quella essenza divina che percepiva sia dentro che fuori di sé e che Alexander dice di avere nelle sue ricostruzioni subito denominato come OM che gli comunicava che esistevano altri universi nei quali albergava l’amore e che il male era presente solo come piccolo residuo perché quel mondo era abitato da amore e da una intelligenza parecchio più avanzata di quella umana.

Alexander si preoccupa di assicurare che quella sublime esperienza che ha fatto gli appariva come assolutamente reale e che comunque non era assimilabile né confondibile con il mondo confuso e spesso inverosimile che tutti sperimentiamo nei sogni.

Questa esperienza che l’autore dice di avere battezzato come viaggio nell’”Utero Cosmico” che riflettendoci sopra ritiene di individuare come un flash sul lato invisibile e spirituale della nostra normale esistenza.

Esperienza che andava anche al di là da quella dei sogni lucidi perché ricordava di avere risontratao di potere esercitare su se stesso un autocontrollo notevole che gli consentiva se lo voleva di salire ai livelli più alti di quel mondo.

In quel medesimo mondo faceva questa singolare esperienza che bastava pensare a una cosa per acquisirne conoscenza.

Ma ci dice l’autore così’era la sostanza la realtà vera di quel mondo?

Risponde che era la sensazione piacevolissima di essere amati di un amore incondizionato che provocava la sensazione di sentirsi protetti che si sperimenta nelle infanzie più felici.

Ma perché se quella è come una forma di vita spirituale parallela che è comunque sempre presente nella nostra esistenza normalmente non riusciamo a introdurci o ad averne consapevolezza.

Il neurochirugo Alexander risponde che il nostro cervello esclude o meglio oscura quel mondo cosmico come la luce del sole oscura la meraviglia del cielo stellato.

Infatti normalmente riusciamo a vedere solamente quello che il filtro del nostro cervello lascia passare perché l’emisfero sinistro che è deputato alle funzioni logico linguistiche e che genera la razionalità ci crea la sensazione dell’ego come qualcosa di nettamente definito.

E’ questo che forma una barriera alla conoscenza ed all’esperienza della realtà superiore.

Alexander mette in evidenza una caratteristica peculiare della sua esperienza di solito non riscontrabile in modo così netto nelle esperienze Nde e cioè il fatto di essersi sentito del tutto libero dalla sua identità corporea.

L’autore cita a questo punto una frase nientemeno che di Albert Einsein che non potrebbe essere più appropriata :”il vero valore di un essere umano è detrminato principalmente dalla misura e dal senso in cui egli ha raggiunto la liberazione dal sé”

Facendo come un bilancio sulla realtà della sua esperienza il Prof. Alexander sembra porre come qualcosa di molto più di un’ipotesi la deduzione che non è il cervello che produce la coscienza, visto che mentre faceva quella esperienza e si sentiva cosciente il suo cervello fisiologicamente non c’era.

Allora il vero pensiero non è questione di cervello.

Il vero pensiero è qualcosa di pre-fisico.

Noi siamo molto di più che semplici corpi e cervelli fisici.

C’è una intelligenza libera e interiore, non legata a identità o un nostro status temporale o spaziale.

Quando manifestiamo amore e compassione allora possiamo avvicinarsi a questa realtà.

Ecco credo di avere riportato l’essenziale.

Il libro però è ancora più interessante perché descrive in modo a volte anche dettagliato la situazione familiare complessa dell’autore e cerca anche di entrare nei rapporti quotidiani della vita professionale dell’autore.

E questo è fortemente interessante perché l’autore pur avendo sempre avuto una visione del mondo laica che contemplava anche l’adesione pacifica al mainstream imperante negli ambienti scientifico- accademici consistente nell’ideologia materialista scientista, dopo l’esperienza che ha avuto è stato lungamente impegnato a cercare di fare capire ai colleghi che non esiste solo il punto di vista materialista scientista, ma è possibile fare convivere quel punto di vista con quello della spiritualità.

Il libro è stato molto ben accolto dal grande pubblico ma non è per questo che ne consiglio caldamente la lettura.