mercoledì 16 aprile 2025

Paolo Guenzi Il marketing dell’ignoranza Un prodotto made in Italy di straordinario successo Ed Egea – recensione

 


Un professore di Marketing per di più alla prestigiosa Bocconi che scrive un libro così feroce contro l’uso che si fa del marketing nei media e non solo, è certamente un caso che fa riflettere.

E’ ovvio che il professore non ce l’ha con la sua professione, ma con l’uso senza scrupoli ,che ne fanno media, spettacolo, sport ,politici eccetera eccetera.

Ma proprio qui sta l’interessante, cioè scoprire ,da un personaggio così qualificato, quali sono alcuni dei principi guida del marketing, che si possono usare , anzi che si usano fino all’abuso, nei campi più svariati, non per vendere dentifrici o merendine, che è la ragione per la quale si studia e si fa marketing ,ma per manipolare la gente.
Non è un caso, che il libro, quasi si concluda con una riflessione sull’abuso della credulità popolare, reato punito dal Codice Penale.

Teniamo conto ovviamente dell’aggettivazione ,che viene fatta fino a partire dal titolo del libro “marketing dell’ignoranza”.

Perchè il problema è questo.

Usare le tecniche di marketing, diciamo per altri scopi.

Partiamo comunque da una riflessione ,che mi sembra si imponga proprio da subito.

D’accordo, il marketing è una serie di tecniche e procedure, usate dai venditori ,da quando l’era di un benessere diffuso, ha caratterizzato il nostro modo di vivere, con uno stile consumistico sempre più spinto.

Si diceva anni fa : fare comprare a tutti il frigorifero o la lavatrice va bene, ma poi riuscire a vendere un ulteriore frigorifero o lavatrice non è così semplice.

Ed allora il mercato si è fatto più sofisticato, cercando di creare la spinta a consumi “superflui”.

E’ in questo momento storico ,che i medesimi venditori, più o meno consapevolmente ,vanno a chiedere lumi alle neuroscienze e si impadroniscono di meccanismi psicologici particolari, diciamolo pure, per cercare di manipolare il meccanismo delle scelte del consumatore.

Cominciato il giochino, si è verificato un subitaneo successo.

Ora, però, il medesimo gioco dura da decenni, e viene da chiedersi, come mai il consumatore continua a cascarci, possibile che non sia ancora consapevole dei trucchetti, operati dagli esperti di marketing per fargli comprare cose inutili?

A questa domanda si possono dare risposte diverse.

Il nostro autore dà questa risposta, il consumatore ,in senso lato, continua a stare al gioco, perché si è diffuso enormemente il marketing dell’ignoranza.

I burattinai del consumismo hanno capito che, quanto più il pubblico è ignorante, tanto più è facile fare e rifare lo stesso giochetto, traendone non poco profitto.

Ma loro fanno il loro mestiere, non truffano nessuno.

Il fatto nuovo ,che nemmeno loro probabilmente prevedevano, è che per una serie di circostanze è lecito dire che nelle valutazioni della gente “ l’ignoranza è stata sdoganata”.

L’imbonitore ,commerciale o politico che sia, ha capito che presentarsi al pubblico, con la convinta dichiarazione : “io sono uno di voi” è estremamente efficace.

Il problema è che gli imbonitori di oggi hanno la sfrontatezza di dare per scontato, che il popolo dei “voi” ,sia fatto di ignoranti ,e che quindi la presentazione di prammatica sia da intendersi, “non temete, io sono ignorante come voi, e quindi siamo fatti per intenderci, abbiate fiducia in me”.

E il meccanismo funziona.

Che vuol dire ignorante ? L’autore ha una splendida padronanza del lessico, il lettore penso che come mè apprezzerà molto questa ulteriore qualità.

L’ignorante è ovviamente colui che ritiene troppo faticoso usare la ragione, per individuare la sostanza delle cose, quello che veramente ha rilevanza, ma si perde nelle apparenze, nelle futilità.

Principio base del marketing è individuare un elemento ,spesso secondario, che venga percepito come un vantaggio competitivo, rispetto a prodotti analoghi e giocare su questo per la campagna di vendita.

Tutto lecito, ma il meccanismo è una fabbrica di ignoranza, perché induce il consumatore ad abituarsi a ragionare privilegiando il futile sull’essenziale.

E da qui parte la costruzione intellettuale dell’autore, con una trattazione decisamente brillante.

Ottimo saggio.



mercoledì 9 aprile 2025

Simone Pieranni 2100 Come sarà l’Asia, come saremo noi Ed. Mondadori – recensione

 





Avevo già recensito su questo blog i precedenti saggi di questo autore Red Mirror e La Cina Nuova (https://gmaldif-pantarei.blogspot.com/search?q=Simone+Pieranni).

Leggendo l’ottimo libro di Pieranni mi veniva da pensare che è veramente un peccato che sui nostri media non ci sia la sana abitudine di fare parlare sulla Cina o sull’Asia chi conosce veramente quei paesi appunto come Pieranni e pochi altri.

Pieranni, come d’uso, nel piego dell’ ultima di copertina ci fornisce le notizie essenziali della sua professione : l’agenzia che aveva fondato in Cina dove era andato a risiedere, poi il passaggio al Manifesto come capo redazione esteri e oggi a Chora Media dove è autore di podcast.

Questo saggio è composto da una carrellata di agili pezzi che spaziano per tutta quell’area geografica, aggiornandoci su alcuni dei tratti essenziali di quei paesi.

Non solo quindi il colosso Cina, ma anche quei singolari stati, che sono poco più che città stato, come Singapore, ma che per merito della loro genialità e del loro lavoro hanno acquistato un peso notevole .

Che dire di questo libro, riporta con onestà intellettuale gli aspetti avveniristici, ma anche le pesantezze di un passato che ostacola spesso il progresso.

Tanto per cominciare la famiglia patriarcale con la sua struttura gerarchica che è stata ben utile nei secoli per tenere insieme la società, ma che oggi perde i pezzi e in certi aspetti viene rifiutata dalle giovani generazioni.

Il ruolo della donna, che formalmente ha ottenuto tutti i dovuti riconoscimenti, ma che stenta a superare vecchie cattive abitudini e che addirittura in Paesi come le Filippine non ha ancora nemmeno ottenuto diritto al divorzio ed all’aborto

Parla diffusamente dell’enorme problema che costituisce per quest’area geografica la demografia in costante calo con punte in Giappone e Corea ma con un trend preoccupante anche in Cina.

In ogni paese si sono messe in campo tutti gli espedienti possibili ma nessuno ha funzionato essendoci alla radice del fenomeno un problema prima di tutto culturale.

L’altra faccia della medaglia rivela che i giovani pressochè ovunque stanno cambiando i loro paesi in modo sostanziale.

Fino a pochi anni fa nessuno o quasi contestava orari di lavoro che per noi occidentali erano considerati impossibili.

Ora la contestazione è stata talmente profonda da cambiare le filosofie che erano alla base di quei ritmi, i giovani vogliono riprendersi in mano le loro vite e quindi avere sempre più tempo libero.

In Cina il sistema di potere ce la farà a gestire i suoi giovani sempre più preziosi a causa del calo demografico o entrerà in collisione?

Leggendo il libro fra le pesanti eredità del passato vengono elencate le eterne dinastie politiche ed economiche delle quai da noi si parla poco o niente.

L’uso tendenzialmente smodato e anomalo dei sistemi di controllo sociale usando le più moderne tecnologie fino a far si che il potere sappia tutto di tutti.

Spunti di riflessione ce ne sono in abbondanza.

Chiudi con una osservazione estremamente importante, per chi desidera approfondire e meglio documentarsi, questo saggio di Pieranni finisce con una ottima bibliografia, divisa per argomenti, di estrema utilità, dato che non è che le librerie italiane trabocchino di libri sull’Asia.