Un professore di Marketing per di più alla prestigiosa Bocconi che scrive un libro così feroce contro l’uso che si fa del marketing nei media e non solo, è certamente un caso che fa riflettere.
E’ ovvio che il professore non ce l’ha con la sua professione, ma con l’uso senza scrupoli ,che ne fanno media, spettacolo, sport ,politici eccetera eccetera.
Ma proprio qui sta
l’interessante, cioè scoprire ,da un personaggio così
qualificato, quali sono alcuni dei principi guida del marketing, che
si possono usare , anzi che si usano fino all’abuso, nei campi più
svariati, non per vendere dentifrici o merendine, che è la ragione
per la quale si studia e si fa marketing ,ma per manipolare la
gente.
Non è un caso, che il libro, quasi si concluda con una
riflessione sull’abuso della credulità popolare, reato punito dal
Codice Penale.
Teniamo conto ovviamente dell’aggettivazione ,che viene fatta fino a partire dal titolo del libro “marketing dell’ignoranza”.
Perchè il problema è questo.
Usare le tecniche di marketing, diciamo per altri scopi.
Partiamo comunque da una riflessione ,che mi sembra si imponga proprio da subito.
D’accordo, il marketing è una serie di tecniche e procedure, usate dai venditori ,da quando l’era di un benessere diffuso, ha caratterizzato il nostro modo di vivere, con uno stile consumistico sempre più spinto.
Si diceva anni fa : fare comprare a tutti il frigorifero o la lavatrice va bene, ma poi riuscire a vendere un ulteriore frigorifero o lavatrice non è così semplice.
Ed allora il mercato si è fatto più sofisticato, cercando di creare la spinta a consumi “superflui”.
E’ in questo momento storico ,che i medesimi venditori, più o meno consapevolmente ,vanno a chiedere lumi alle neuroscienze e si impadroniscono di meccanismi psicologici particolari, diciamolo pure, per cercare di manipolare il meccanismo delle scelte del consumatore.
Cominciato il giochino, si è verificato un subitaneo successo.
Ora, però, il medesimo gioco dura da decenni, e viene da chiedersi, come mai il consumatore continua a cascarci, possibile che non sia ancora consapevole dei trucchetti, operati dagli esperti di marketing per fargli comprare cose inutili?
A questa domanda si possono dare risposte diverse.
Il nostro autore dà questa risposta, il consumatore ,in senso lato, continua a stare al gioco, perché si è diffuso enormemente il marketing dell’ignoranza.
I burattinai del consumismo hanno capito che, quanto più il pubblico è ignorante, tanto più è facile fare e rifare lo stesso giochetto, traendone non poco profitto.
Ma loro fanno il loro mestiere, non truffano nessuno.
Il fatto nuovo ,che nemmeno loro probabilmente prevedevano, è che per una serie di circostanze è lecito dire che nelle valutazioni della gente “ l’ignoranza è stata sdoganata”.
L’imbonitore ,commerciale o politico che sia, ha capito che presentarsi al pubblico, con la convinta dichiarazione : “io sono uno di voi” è estremamente efficace.
Il problema è che gli imbonitori di oggi hanno la sfrontatezza di dare per scontato, che il popolo dei “voi” ,sia fatto di ignoranti ,e che quindi la presentazione di prammatica sia da intendersi, “non temete, io sono ignorante come voi, e quindi siamo fatti per intenderci, abbiate fiducia in me”.
E il meccanismo funziona.
Che vuol dire ignorante ? L’autore ha una splendida padronanza del lessico, il lettore penso che come mè apprezzerà molto questa ulteriore qualità.
L’ignorante è ovviamente colui che ritiene troppo faticoso usare la ragione, per individuare la sostanza delle cose, quello che veramente ha rilevanza, ma si perde nelle apparenze, nelle futilità.
Principio base del marketing è individuare un elemento ,spesso secondario, che venga percepito come un vantaggio competitivo, rispetto a prodotti analoghi e giocare su questo per la campagna di vendita.
Tutto lecito, ma il meccanismo è una fabbrica di ignoranza, perché induce il consumatore ad abituarsi a ragionare privilegiando il futile sull’essenziale.
E da qui parte la costruzione intellettuale dell’autore, con una trattazione decisamente brillante.
Ottimo saggio.
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