Bossi ha sempre usato parole sprezzanti per i fascisti e quindi se ne deduce che non ritiene di essere prossimo al fascismo nè lui nè il suo movimento.
Tuttavia che la Lega coltivi idee scioviniste, xenofobe o razziste è un fatto per lei costitutivo, cioè la sua stessa esistenza politica è legata a intercettare le paure e le reazioni negative della gente verso l'immigrato o il diverso.
In campo economico sociale la lega vuole essere riconosciuta come il difensore sopratutto del lavoro autonomo nei suoi esordi ed oggi anche degli operai dalle conseguenze della globalizzazione all'esterno e dagli eccessi del fisco e della burocrazia all'interno.
Ma la sua specialità,cioè la caratteristica con la quale è riconosciuta è la territorialità, il localismo, il campanilismo, il saper coprire il territorio in tutti i sensi, sia da un punto di vista etnico-culturale, sia da un punto di vista di difesa degli interessi di chi vive in quel territorio.
Da qui nascono tutte quelle esternazioni, che tutti conosciamo e che coprono un vasto ventaglio che va da un innocuo e a volte perfino simpatico spirito popolare folcloristico -vernacolare da bar sport fino ad un preoccupante razzismo vero e proprio.
Il problema Lega sta tutto qui nei limiti che dimostra nel saper governare questo ventaglio fra un estremo e l'altro.
Bossi esercita ancora una leadership incontrastata e quindi la responsabilità di dettare la linea cade su di lui, spesso riesce a tenere la barra in un direzione equilibrata, in diversi casi però non sembra voler bloccare gli estremismi alla Borghezio e non si capisce perché, dato che non si vede di quale utilità possano essere per un movimento che è al governo e che vorrebbe rimanerci quelle follie anacronistiche e fuori misura.
I sociologi o i giornalisti di inchiesta ,che son andati a studiarsi il lavoro della lega sul territorio sono rimasti colpiti dalla effettiva capacità di presenza degli esponenti locali sia nelle sedi, sia nei bar, emblematico luogo di aggregazione leghista nei piccoli centri o nei quartieri, sia nella capacità dei suoi dirigenti e militanti di spendersi rendendosi disponibili ad incontrare la gente per ascoltare i loro problemi.
Questo osservatori professionisti hanno spesso concluso le loro indagini non nascondendo se non simpatia, almeno rispetto per il lavoro che i leghisti fanno effettivamente, deplorando il fatto che questo lavoro lo sappiano fare al momento solo loro, non certo i Berlusconiani né le opposizioni,che fanno solo vetero clientelismo.
E questo è l'altro corno del problema lega, il fatto cioè che i meriti visibili e documentabili che la Lega e solo la lega si conquista sul campo, fanno dimenticare o guardare con benevolenza gli aspetti che invece meriterebbero giudizi ben più severi.
La politica più di qualsiasi altra attività umana si gioca tutto alla ricerca di un equilibrio.
Chi vede tutto bianco o tutto nero non è un politico, è un ingenuo o un fanatico impostore pronto a portare il popolo alla rovina.
Di conseguenza un movimento politico sopratutto quando perviene alla responsabilità del governo locale o nazionale ha il dovere di lavorare per assorbire gli estremismi e questo la Lega non sembra finora stata capace di farlo abbastanza.
O almeno così si percepisce anche se alcuni esponenti per esempio Salvini sostengono che le famose esternazioni fuori misura (tram per soli milanesi etc.) non sono battute estemporanee ma verrebbero fatte a ragioni veduta per contenere gli estremismi, che la classe dirigente leghista intercetta fra la gente nella sua presenza sul territorio e quindi corrisponderebbero all'azione pedagogica che partiti di massa , sindacati e parrocchie hanno sempre fatto quando contavano ancora e riuscivano a marcare la loro presenza sul territorio.
Il discorso sarebbe interessante se seguissero fatti ed azioni politiche conseguenti ed è qui che la lega si gioca e si giocherà a sua credibilità.
Finora è stata abile a parlare alla pancia e a sfruttare l'emotività della gente, però ,se vuole un ruolo veramente di governo deve imparare a parlare anche alla testa. Dato che il Nord è molto scolarizzato e ritiene di meritare un discorso politico di maggiore livello.
Si possono perdonare gli eccessi di vernacolo-etnicismo, di folklore se questo serve per avvicinare al movimento alcuni settori dell'elettorato che rispondono più ai richiami sentimentali -emozionali che non a quelli culturali, ma non sembra che la Lega abbia ancora chiaro il fatto che ci sono fantasmi troppo pericolosi per essere evocati altre una certa misura.
La lega probabilmente non ha alcuna contiguità ideologica con il fascismo o con il razzismo come è stato coltivato dai nazisti, ma proprio per questo dovrebbe dirlo in modo più chiaro, rinunciare a esponenti impresentabili alla Borghezio, fare vedere in qualche modo che sa coniugare la difesa degli interessi del popolo di un territorio con un livello decente di solidarietà.
Le analisi sociologiche (si vedano ad esempio quelle di Ilvo Diamanti per l'Istituto Demos) hanno dimostrato che la Lega intercetta il sentire della maggioranza del popolo cattolico,che condivide il fastidio per le aperture ad esempio del Card Tettamanzi ritenute eccessive, non abbastanza meditate nelle conseguenze pratiche e sopratutto troppo a senso unico. La Lega non avrebbe il seguito che ha, sopratutto in ambiente cattolico, se fosse totalmente insensibile alla solidarietà,come viene forse frettolosamente descritta. Solo che fa un discorso elementare, ma sentito e parecchio : occupiamoci dei bisognosi, ma prima nell'ambito della nostra gente e poi degli altri, non possiamo permetterci di largheggiare con le risorse a favore di persone delle quali non siamo sicuri sulle intenzioni che hanno e sulle lealtà che professeranno.
Il discorso poi che fanno sull'Islam sarà primitivo e troppo estremista, ma meriterebbe forse una maggiore attenzione se si pensa che la quasi totalità di coloro che studiano l'Islam a livello accademico fanno voti che ci sia una evoluzione moderata, ma concordano sul fatto che oggi come oggi le correnti moderate in quell'universo culturale e politico non contano pressoché nulla e di conseguenza le possibilità di integrazione delle comunità musulmane in occidente sono pressoché nulle, è inutile coprirsi gli occhi di fronte a realtà sgradevoli.
Detto questo però l'approccio politico della Lega al fenomeno immigrazione rimane del tutto insufficiente, per il fatto che la legge Bossi Fini non ha funzionato.
La Lega non può ignorare il fatto che nei suoi territori il lavoro degli immigrati è indispensabile allo sviluppo e che il meccanismo per procurarsi quella mono d'opera essenziale previsto dalla legge vigente si è dimostrato semplicemente ridicolo (il datore di lavoro deve contattare non si sa come l'immigrato all'estero senza conoscerlo e offrirgli contratto di lavoro e alloggio idoneo secondo parametri stretti), ci vuole evidentemente qualcosa di molto più funzionale, ma non sembra che la lega se ne preoccupi minimamente. Così pure la politica del no verso nuove moschee è sbagliata e pericolosa. Nella situazione attuale le mille mini moschee in locali garages le rendono del tutto incontrollabili. Molto più sensato la sciare costruire grosse moschee vistose, ma controllabili, magari finanziate e controllate da stati coi quali l'Italia ha rapporti sicuri. L'Islam non ha le basi culturali sulle quali si fonda la laicità e quindi è per l'Islam che sarebbe necessario un concordato ben studiato.
Ecco è qui sul piano pratico non su quello ideologico vengono fuori i limiti veri della Lega.
Cosa dire allora di quello che per la Lega è il santo Gral, cioè il federalismo? E' stata approvata una legge quadro senza alcuna copertura finanziaria perché nessuno è stato capace di fare i conti, compreso il presunto genio dell'economia e della lega che è notoriamente Tremonti.
E' come se Obama avesse presentato quello che considera il suo progetto di riforma più qualificante e cioè quella sanitaria senza quantificarne i costi, si sarebbe subito arenata in parlamento. Da noi Berlusconi doveva alla Lega la legge sul federalismo se no andava a casa subito, ma quella legge non serve a niente e a nessuno se non viene quantificata nella spesa.
E poi se è vero che la Lega tiene Bersusconi al guinzaglio, però è anche vero che ha dovuto pagare dazio e pesantemente, votando tutte le leggi ad personam e con questo dando picconate micidiali al senso della legalità ed al senso dello stato.
E' qui che si decide se la Lega ha o non ha un avvenire. Se si accontenta di avere folkloristici sindaci che si sbizzarriscono in ordinanze popolari ma chiaramente del tutto al di fuori della Costituzione o se punta ad essere partito di governo, in questo secondo caso deve dare segni concreti di sapere che stato vuole e con chi vuole costruirlo.
E' chiaro che il berlusconismo ha esaurito la sua carica propulsiva, come si diceva una volta, e che Bossi è anche lui un leader carismatico che può dare un futuro al suo movimento se questo viene messo in grado di sopravvivere politicamente a Bossi.
Oggi come oggi la credenziali democratiche del movimento non sono limpide e trasparenti come si converrebbe. Per esempio il Rag Fantozzi che volesse iscriversi alla Lega non è che potrebbe farlo automaticamente presentandosi in sezione ed acquisendo il diritto di votare gli organi dirigenti. Tutt'al più gli farebbero fare per un po' il “catecumeno” in attesa di essere considerato affidabile prima di essere ammesso a votare.
E poi il vezzo di Bossi di portarsi dietro anche in organi istituzionali il figlioletto da lui designato si presume alla successione (si spera non alla segreteria) è un uso abbastanza raccapricciante, dato che in occidente i dirigenti politici si eleggono ai congressi.
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