Sul fatto che i
politici ci considerino dei poveri deficienti c’è poco da
discutere.
I sondaggi
pare che continuino a dare per probabile vincitori
delle prossime elezioni la “mummia” o
lo “psiconano” Silvio Berlusconi, che non solo ha messo nel suo
programma una nutrita serie di promesse che nessuna
persona sensata potrebbe considerare realizzabili ,ma
era stato l’inventore di questo atteggiamento,
visto che quando era “sceso in politica” nel lontano 1994 pare
che concionasse la schiera di manager delle sue aziende, che
costituivano il primo scheletro del suo neonato partito, dicendo loro
che dovevano rivolgersi all’elettore medio pensando di avere di
fronte un bambino di nove anni un po rincoglionito.
A lui la palma
quindi.
Ma gli altri,
alleati con lui nel “centro destra” o più o meno finti
“avversari” nel “centro-sinistra” certo non hanno scherzato
nell’emularlo.
I suoi unici
“avversari” veri , poi, i 5Stelle sono riusciti si ad
accreditarsi come gli unici avversari veri e credibili del rinato
“statista” di Arcore, ma quanto a mirabolanti promesse elettorali
di inverosimile fattibilità non hanno avuto remore a spararle
grosse, senza preoccuparsi di conti, fattibilità e contesto
internazionale.
Insomma,
l’avevo già scritto su questo blog, se è più che verosimile che
stiamo assistendo a una indegna sceneggiata nella quale l’anziano
riccone dalle mille ville per il mondo e dalle mille televisioni che
controlla vincerà le elezioni non per governare da solo, ma per
farlo con i suoi avversari per finta del così detto-centro sinistra
che sarebbero già segretamente d’accordo con lui, tanto
che con lui hanno fatto passare una legge elettorale studiata apposta
per fare quello che alcuni chiamano il grande “inciucio”, altri
la “grande coalizione”.
E se è altrettanto
vero che i burattinai di questa operazione pensano che gli elettori
li voteranno perché attratti da quelle mirabolanti promesse
infantili come quando i “selvaggi” delle americhe si lasciarono
incantare da Cristofolo Colombo che offriva loro specchietti e
collanine di nessun valore, questo significa che i medesimi
burattinai siano convinti di rivolgersi a dei poveri deficienti,
disposti a bersi qualsiasi cosa, purché presentata in modo
attraente.
Perchè lo
fanno ingannandoci con tanta improntitudine?
Alcuni commentatori
che non sono nati ieri ci danno una risposta molto pesante ma
disgraziatamente molto realistica e dicono : lo fanno perché ce lo
meritiamo, nel senso che ci danno quello che vogliamo veramente, non
perché siamo realmente deficienti, ma perché sotto sotto vogliamo
che le cose rimangano come sono.
Perchè?
Evidentemente perché riteniamo che lasciare le cose come sono tuteli
i nostri interessi più o meno nascosti.
Qualche
intellettuale libero spirito come era Umberto Eco ha visto in questo
atteggiamento immutabilmente conservatore addirittura la radice di un
“fascismo eterno”, che purtroppo farebbe parte del nostro essere
italiani.
Dovrebbe essere
confortante scoprire che non siamo deficienti, ma che al contrario
saremmo solo dei furbacchioni che pensano a tutelare i loro interessi
nascosti, i loro denari nascosti sotto il materasso, che solo gli
interessati sanno che ci sono e quanti sono.
Ma allora il
problema diventa : siamo sicuri che questo tipo di scelta sia giusta
e sensata se i cattivoni della Commissione Europea, guidati dai
cattivissimi tedesconi, coi loro satelliti vichinghi ed est europei
ci ripetono un giorno si e uno no che dobbiamo diventare seri,
fare le riforme e tenere i conti a posto, che è l’esatto contrario
del lasciare le cose come sono, perché se lasciamo le cose come sono
non c’è bisogno che vincano le elezioni i “populisti” o gli
“antieuropei”, perché chi comanda in Europa o ci butta fuori, ma
questo è poco probabile perché essendo noi un po infantili nel fare
sempre i furbi, ma troppo grossi per fallire, col nostro fallimento
faremmo a loro troppo male, nel senso che non saremmo più in grado
di comprare i loro beni e servizi ed allora ci faranno la carità di
impedire il nostro fallimento facendoci governare dalla loro “troika”
che i nostri vicini greci hanno conosciuto per bene : sono stati
promossi a “buoni” dopo essersi tagliati tutto (minimo 30%).
Sarebbe bello che
ci svegliassimo da questo brutto sogno pre-elettorale rendendoci
conto che la realtà non sono le favole che i partiti ci raccontano,
ma è la troika che è già pronta per partire come lo era stata nel
2011 quando i vent’anni di governo berlusconiano ci avevano portati
alla soglia del fallimento.
I media ci hanno
comunicato che da un mese il gestore di uno dei fondi di investimento
più grossi sta rischiando i propri soldi scommettendo
finanziariamente sul fallimento dell’Italia.
E’ un pazzo
isolato?
Un po’ isolato in
effetti lo è, ma sappiamo che ci vuole proprio un alito di vento
perché contro di noi si muova non un venticello, ma un ciclone come
appunto è capitato nel 2011.
L’indicatore del
ciclone non è il barometro che scende, ma quel termine “spread”
che misura il distacco in punti fra l’interesse del nostro debito
pubblico e quello tedesco, manco a dirlo.
Se dopo il 4 marzo i
giornali finite le favole cominceranno a parlare di spread allora
saremo nei guai perché i soldi sotto il materasso dei quali abbiamo
parlato all’inizio per chi li ha diventeranno sempre meno sicuri
perché chi ha la fortuna di averli sarà costretto a metterci sopra
le mani per sopravvivere, ma poi finiranno.
Morale della
favola, se non siamo deficienti, perché scegliamo di farci governare
da politici così miseri da farci correre questi rischi tutt’altro
che inverosimili?
Eppure l’Italia è
un paese ricco non solo di beni culturali di valore eccelso.
E’ un paese che
non ostante il mal governo ha pur sempre un tessuto
produttivo-industriale capace di competere e bene nel mondo.
E’ un paese ricco
di buoni cervelli, di risorse umane, non ostante un sistema
scolastico che le male riforme della politica ha ridotto a una larva.
Avrà magari meno
santi e navigatori, ma senza dubbio ha dei grandi cervelli.
Come mai non si
riesce a fare fare “rete” alle nostre eccellenze per farci
governare da loro e non da quella massa di mangia pane a tradimento
che ci governano?
Questo è il
problema.
I politici
ovviamente non amano chi eccelle, perché questi con la loro sola
presenza metterebbero inevitabilmente in luce la loro pochezza.
Ogni tanto però non
resistono alla tentazione di convincerne uno o due a passare del
tempo per fare da “consulenti” a Palazzo Chigi, per farsene
vanto.
Immancabilmente però
dopo pochi mesi arriva una lettera di dimissioni e interviste nelle
quali l’ex consulente non riesce a trattenere giudizi al vetriolo
sull’impreparazione di chi li aveva chiamati.
Dopo il primo
disastro berlusconiano c’era stato un tentativo addirittura di
farne un governo.
I tecnici al
governo, col presidente della Bocconi in testa.
Il governo Monti ci
ha salvato dall’imminente naufragio, ma non è stato certo un gran
successo, anche perché si è dimostrato che non è semplice prendere
le eccellenze dal mondo accademico o dalla società civile per
metterli al governo, per la semplice ragione che il sistema
politico-burocratico tende subito a sviluppare anticorpi per
espellerli.
Sono troppo
estranei.
Eppure Platone
nella “Repubblica” 2.400 anni fa da primo grandissimo
“politologo” per pura ragione arrivava alla conclusione che il
miglior governo possibile sarebbe quello dei “filosofi”.
Ma purtroppo o non
purtroppo per governare in una democrazia ci vuole il consenso e i
filosofi hanno difficoltà evidente a raccogliere questo consenso, a
loro inevitabilmente farebbe schifo andare a esibire specchietti e
collanine per vincere delle elezioni.
Basterebbe una
persona determinata, magari non proprio di assoluta eccellenza, ma
almeno preparata a un buon livello che si lancia nella mischia con
una visione del futuro coraggiosa, ma realistica.
Personalmente
invidio parecchio l’esperienza di Emmanuel Macron dei francesi.
Macron sta a
testimoniare che sarebbe possibile trovare un giovane politico di
alto livello con una visione forte, ancorato a una tradizione
culturale altrettanto forte.
Noi siamo ancora al
tempo dei “nani e delle ballerine” o del “panem et circenses”,
conditi con una finora malriuscita utopia di democrazia diretta.
Ce lo meritiamo?
Per non
eludere una domanda implicita a pochi giorni dalla scadenza
elettorale, allora che fare?
A mio parere tutto
meno che turarsi il naso e votare per Berlusca o per Renzi.
Chi non teme il
rischio voti per gli anti-sistema dichiarati : Di Maio o Salvini.
Chi lo stomaco per
fare questo proprio non lo trova se ne stia a casa o meglio si rechi
in cabina per votare scheda bianca.
La scheda bianca
dovrebbe esprimere il voto di protesta per eccellenza, cioè un dire
: nessuno di questi in lista mi rappresenta, che si trovino qualcun
altro.