martedì 6 febbraio 2018

Solito solipsismo arrogante di Renzi , Prodi disastroso, Berlusca sempre uguale a sé stesso : brutto spettacolo. Ma avremo mai il coraggio per votare 5Stelle o Salvini? Se non lo avremo meglio stare a casa e non votare affatto.





Il tempo passa ed ora siamo ormai a meno di un mese dalla data fatidica delle elezioni.
Il mio personale entusiasmo per questa tornata è talmente limitato che se non sapessi in anticipo che non riuscirei mai a non usufruire di quella piccola ma fondamentale opportunità di democrazia che è il voto, sarei tentato dal lasciar perdere.
Ma non sarebbe giusto, sopratutto se penso di averne detto dietro all’ex presidente Napolitano di ogni genere per la sua pervicace determinazione a impedirci di andare a votare prima “per salvaguardare la stabilità”, diceva lui.

Non sarebbe giusto non andare a votare, perché non votando si finisce per delegare indirettamente il proprio voto a quelli che a votare ci vanno.
Non mi va che altri votino e decidano per me.
Con tutto questo mi tenta l’idea di disertare il seggio perché di fatto non mi sento rappresentato politicamente da nessuna delle forze politiche in campo.
Ho come tutti, una storia politica, che nel mio caso significa la vecchia DC ed in particolare l’ala che si riconosceva negli ideali e nella storia del cattolicesimo sociale, ala sempre minoritaria, ma che a quei tempi aveva esponenti di primo piano che godevano in quel partito del massimo rispetto e considerazione : Fanfani, La Pira, Mattei e via di seguito.
Avendo quelle radici ho un motivo di forte rancore nei confronti di quel Renzi, che ha ereditato quella tradizione, ma che nella pratica politica se ne è fatto sberleffi, basti pensare alla sua azione politica tesa a favorire ogni forma di sfruttamento del lavoro e di progressiva negazione di ogni forma di tutela della dignità dei lavoratori.

Nella zona della Pianura Padana dove abito le industrie sono scomparse da tempo e la sola occupazione che oggi tira è quella nella logistica dei grandi gruppi multinazionali nella quale le condizioni di lavoro richiamano fortemente i vecchi tempi “del cottimo” e delle guardie con il cronometro in mano.
Ma è anche peggio se si pensa “all’innovazione” consistente nell’uso generalizzato e abnorme di cooperative di ben dubbia reputazione, fatte apposta per bypassare ogni forma di tutela del lavoratore.

Bei progressi che abbiamo fatto per merito di Renzi e compagni!
Questa è la ragione “di pancia” per la quale Renzi non avrà mai il mio voto.
Trovo quindi più che penoso l’endorsement a favore di Renzi che ha fatto Romano Prodi.
Peccato concludere così malamente la sua parabola politica.
L’uomo è di grande spessore. Come economista accademico si era conquistato un posto di livello internazionale con i suoi studi sul “cluster” dedicato alla produzione delle piastrelle in Emilia.
Ma la politica non era il suo forte, ha avuto il merito di battere Berlusconi ma non ha saputo amalgamare mai le due anime del partito.
Il Pd l’ho detto più volte è come dice Cacciari un partito mai nato.
Nè Prodi, né Veltroni hanno saputo dargli un’anima anche se ne hanno avuto l’opportunità.
Prodi si porta dietro anche l’esperienza alla presidenza della Commissione europea, incarico di grandissimo prestigio, parecchio rovinato dal suo non aver saputo prevedere quanto sarebbe stato negativo aprire l’Europa ai paesi dell’Est in modo indiscriminato, creando un numero esagerato di partners, del tutto disomogenei per storia e struttura economico-sociale.
Non parliamo della non gestione dell’introduzione dell’Euro , che formalmente è da addebitarsi ai governi Berlusconi, ma che i padri della manovra Ciampi e Prodi non hanno indirizzato in canali controllati che avrebbero impedito gli italiani di prendere una fregatura pazzesca, ritrovandosi dall’oggi al domani a pagare tutto il doppio.

Renzi dimostra continuamente di non sapere vedere altro che la sua immagine nello specchio, incoraggiato dai grigi assistenti del suo “giglio magico” sempre osannanti yes men, anche se in gonnella.
Per chi vorrebbe rimanere nel suo partito pur pensandola diversamente dal capo, non c’è mai stato né ci sarai mai scampo.
E quindi niente PD.
Inutile spendere parole per deplorare per l’ennesima volta l’incredibile ritorno di Silvio Berlusconi, che non ha certo le qualità del Brunello di Montalcino, lui invecchiando peggiora continuamente.
I sondaggi lo danno vincente alle elezioni.
Spero proprio che non succeda, ma tutto è possibile.
Perchè?

Perchè come dice e ripete il politologo Galli della Loggia c’è verosimilmente una maggioranza di italiani che per una ragione o per l’altra vogliono lasciare le cose come stanno, perché ritengono che la situazione così com’è salvaguardi i loro interessi.
La ragione del possibile successo del quasi eterno Silvio è tutta qui, accontentare la maggioranza silenziosa che lo vorrebbe al governo perché non faccia assolutamente nulla come ha fatto in passato.
Le promesse mirabolanti sono prese per i fondelli pure e semplici e si spera che gli italiani ormai lo sappiano.
Chi lo voterà non sarà affatto tanto scemo da pensare alla flat tax, all’aumento delle pensioni minime, eccetera eccetera.

Chi lo voterà vorrà lo status quo e sarà accontentato in caso di sua vittoria.
Ma ci sono ampi strati di società italiana in chiara sofferenza e sono i poveri in costante aumento, il ceto medio in costante retrocessione sulla scala sociale, e sopratutto l’esercito dei giovani disoccupati e degli sfiduciati che non cercano nemmeno più un lavoro che non c’è.
Una generazione di giovani della quale la maggioranza di anziani sembra non preoccuparsi più di tanto, pensano di avere fatto anche troppo mantenendoli e se ne fregano di un futuro che non appartiene più a loro.
Questi giovani, statene certi non voteranno per Silvio, ma nemmeno per Renzi.
Chi non è contento di come stanno le cose ed è intenzionato a reagire voterà 5Stelle o la Lega di Salvini, percepiti e non a torto come le sole forze che vogliono cambiare.
Dei 5Stelle la palude moderata prima diceva che non si poteva votare, perché Grillo grida e fa paura.
Ora che c’è il DiMaio educatino, vestito a puntino e cauto nel parlare, quasi un democristiano doc redivivo, non va bene lo stesso.
Certo che se non si vuole cambiare i 5Stelle non vanno bene.
Salvini ha portato la Lega a cavalcare una buona parte del mondo degli scontenti.
Se è riuscito a convincere della sua determinazione a riportare un po di ordine se mai andrà o condizionerà un governo perfino un personaggio tosto come l’avvocato Giulia Bongiorno, qualche garanzia forse è in grado di darla.

Ma qualcuno dirà, come si può passare sopra alle castronate assortite che sia i 5Stelle, sia la Lega non si stancano di buttare là?
Non sto a elencarle, perché le conosciamo tutti.
E’ vero, si tratta di due movimenti politici che fra diverse cose positive, dirette al cambiamento, propongono anche idee e progetti più che discutibili.

Ma andiamo al sodo, nessuno può negare l’evidenza, sono anche le due sole forze politiche che vogliono un cambiamento vero.
Sono polemici verso l’Unione Europea così com’è?
Ma siamo sicuri che questo sia un fatto negativo e pericoloso?
In conclusione personalmente sono di questo parere : se l’elettore non è soddisfatto di come stanno le cose e vuole reagire non può razionalmente fare altro che votare per 5Dtelle o per la Lega di Salvini.
Non se la sente?

In questo caso perché andare a votare per la perpetuazione in eterno della palude del far niente?
In questo caso meglio che se ne stia a casa.
Se invece gli sta bene lasciare le cose come stanno allora benissimo per il suo punto di vista ci sono Silvio e il suo discepolo Matteo Renzi.



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