Il tempo passa ed
ora siamo ormai a meno di un mese dalla data fatidica delle elezioni.
Il mio personale
entusiasmo per questa tornata è talmente limitato che se non sapessi
in anticipo che non riuscirei mai a non usufruire di quella piccola
ma fondamentale opportunità di democrazia che è il voto, sarei
tentato dal lasciar perdere.
Ma non sarebbe
giusto, sopratutto se penso di averne detto dietro all’ex
presidente Napolitano di ogni genere per la sua pervicace
determinazione a impedirci di andare a votare prima “per
salvaguardare la stabilità”, diceva lui.
Non sarebbe
giusto non andare a votare, perché non votando si finisce per
delegare indirettamente il proprio voto a quelli che a votare ci
vanno.
Non mi va che altri
votino e decidano per me.
Con tutto questo mi
tenta l’idea di disertare il seggio perché di fatto non mi sento
rappresentato politicamente da nessuna delle forze politiche in
campo.
Ho come tutti, una
storia politica, che nel mio caso significa la vecchia DC ed in
particolare l’ala che si riconosceva negli ideali e nella storia
del cattolicesimo sociale, ala sempre minoritaria, ma che a quei
tempi aveva esponenti di primo piano che godevano in quel partito del
massimo rispetto e considerazione : Fanfani, La Pira, Mattei e via di
seguito.
Avendo quelle radici
ho un motivo di forte rancore nei confronti di quel Renzi, che ha
ereditato quella tradizione, ma che nella pratica politica se ne è
fatto sberleffi, basti pensare alla sua azione politica tesa a
favorire ogni forma di sfruttamento del lavoro e di progressiva
negazione di ogni forma di tutela della dignità dei lavoratori.
Nella zona
della Pianura Padana dove abito le industrie sono scomparse da tempo
e la sola occupazione che oggi tira è quella nella logistica dei
grandi gruppi multinazionali nella quale le condizioni di lavoro
richiamano fortemente i vecchi tempi “del cottimo” e delle
guardie con il cronometro in mano.
Ma è anche peggio
se si pensa “all’innovazione” consistente nell’uso
generalizzato e abnorme di cooperative di ben dubbia reputazione,
fatte apposta per bypassare ogni forma di tutela del lavoratore.
Bei progressi
che abbiamo fatto per merito di Renzi e compagni!
Questa è la ragione
“di pancia” per la quale Renzi non avrà mai il mio voto.
Trovo quindi più
che penoso l’endorsement a favore di Renzi che ha fatto Romano
Prodi.
Peccato concludere
così malamente la sua parabola politica.
L’uomo è di
grande spessore. Come economista accademico si era conquistato un
posto di livello internazionale con i suoi studi sul “cluster”
dedicato alla produzione delle piastrelle in Emilia.
Ma la politica non
era il suo forte, ha avuto il merito di battere Berlusconi ma non ha
saputo amalgamare mai le due anime del partito.
Il Pd l’ho detto
più volte è come dice Cacciari un partito mai nato.
Nè Prodi, né
Veltroni hanno saputo dargli un’anima anche se ne hanno avuto
l’opportunità.
Prodi si porta
dietro anche l’esperienza alla presidenza della Commissione
europea, incarico di grandissimo prestigio, parecchio rovinato dal
suo non aver saputo prevedere quanto sarebbe stato negativo aprire
l’Europa ai paesi dell’Est in modo indiscriminato, creando un
numero esagerato di partners, del tutto disomogenei per storia e
struttura economico-sociale.
Non parliamo della
non gestione dell’introduzione dell’Euro , che formalmente è da
addebitarsi ai governi Berlusconi, ma che i padri della manovra
Ciampi e Prodi non hanno indirizzato in canali controllati che
avrebbero impedito gli italiani di prendere una fregatura pazzesca,
ritrovandosi dall’oggi al domani a pagare tutto il doppio.
Renzi dimostra
continuamente di non sapere vedere altro che la sua immagine nello
specchio, incoraggiato dai grigi assistenti del suo “giglio magico”
sempre osannanti yes men, anche se in gonnella.
Per chi
vorrebbe rimanere nel suo partito pur pensandola diversamente dal
capo, non c’è mai stato né ci sarai mai scampo.
E quindi niente PD.
Inutile spendere
parole per deplorare per l’ennesima volta l’incredibile ritorno
di Silvio Berlusconi, che non ha certo le qualità del Brunello di
Montalcino, lui invecchiando peggiora continuamente.
I sondaggi lo danno
vincente alle elezioni.
Spero proprio che
non succeda, ma tutto è possibile.
Perchè?
Perchè come
dice e ripete il politologo Galli della Loggia c’è verosimilmente
una maggioranza di italiani che per una ragione o per l’altra
vogliono lasciare le cose come stanno, perché ritengono che la
situazione così com’è salvaguardi i loro interessi.
La ragione del
possibile successo del quasi eterno Silvio è tutta qui, accontentare
la maggioranza silenziosa che lo vorrebbe al governo perché non
faccia assolutamente nulla come ha fatto in passato.
Le promesse
mirabolanti sono prese per i fondelli pure e semplici e si spera che
gli italiani ormai lo sappiano.
Chi lo voterà non
sarà affatto tanto scemo da pensare alla flat tax, all’aumento
delle pensioni minime, eccetera eccetera.
Chi lo voterà
vorrà lo status quo e sarà accontentato in caso di sua vittoria.
Ma ci sono
ampi strati di società italiana in chiara sofferenza e sono i poveri
in costante aumento, il ceto medio in costante retrocessione sulla
scala sociale, e sopratutto l’esercito dei giovani disoccupati e
degli sfiduciati che non cercano nemmeno più un lavoro che non c’è.
Una generazione di
giovani della quale la maggioranza di anziani sembra non preoccuparsi
più di tanto, pensano di avere fatto anche troppo mantenendoli e se
ne fregano di un futuro che non appartiene più a loro.
Questi giovani,
statene certi non voteranno per Silvio, ma nemmeno per Renzi.
Chi non è contento
di come stanno le cose ed è intenzionato a reagire voterà 5Stelle o
la Lega di Salvini, percepiti e non a torto come le sole forze che
vogliono cambiare.
Dei 5Stelle la
palude moderata prima diceva che non si poteva votare, perché Grillo
grida e fa paura.
Ora che c’è il
DiMaio educatino, vestito a puntino e cauto nel parlare, quasi un
democristiano doc redivivo, non va bene lo stesso.
Certo che se non si
vuole cambiare i 5Stelle non vanno bene.
Salvini ha portato
la Lega a cavalcare una buona parte del mondo degli scontenti.
Se è riuscito a
convincere della sua determinazione a riportare un po di ordine se
mai andrà o condizionerà un governo perfino un personaggio tosto
come l’avvocato Giulia Bongiorno, qualche garanzia forse è in
grado di darla.
Ma qualcuno
dirà, come si può passare sopra alle castronate assortite che sia i
5Stelle, sia la Lega non si stancano di buttare là?
Non sto a elencarle,
perché le conosciamo tutti.
E’ vero, si tratta
di due movimenti politici che fra diverse cose positive, dirette al
cambiamento, propongono anche idee e progetti più che discutibili.
Ma andiamo al
sodo, nessuno può negare l’evidenza, sono anche le due sole forze
politiche che vogliono un cambiamento vero.
Sono polemici verso
l’Unione Europea così com’è?
Ma siamo sicuri che
questo sia un fatto negativo e pericoloso?
In conclusione
personalmente sono di questo parere : se l’elettore non è
soddisfatto di come stanno le cose e vuole reagire non può
razionalmente fare altro che votare per 5Dtelle o per la Lega di
Salvini.
Non se la sente?
In questo caso
perché andare a votare per la perpetuazione in eterno della palude
del far niente?
In questo caso
meglio che se ne stia a casa.
Se invece gli sta
bene lasciare le cose come stanno allora benissimo per il suo punto
di vista ci sono Silvio e il suo discepolo Matteo Renzi.
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