Spero che sia presto
per definirli dilettanti allo sbaraglio, ma certo non hanno proprio
dimostrato di essere politici di un qualche livello.
Due forze
politiche i 5Stelle e la rinnovata Lega di Salvini prendono la
maggioranza dei voti perché la maggioranza degli elettori ha voluto
scegliere il cambiamento e non la conservazione dell’esistente.
Passa il tempo,
troppo tempo e i giovani leaders dei sue partiti sono li’ bloccati
da veti reciproci a quanto pare pronti a dissipare il patrimonio di
fiducia del quale sono stati investiti.
Difficile capire
perché questi giovani sembrano dimostrare di essere nati vecchi,
cioè appesantiti da vecchi schemi.
Si dice che cadere
nelle teorie dietrologiche sia un vecchio vizio italico, ma come si
fa in questa situazione a non chiedersi per quale recondita ragione
quello stesso Salvini il giovane leader che ha rinnovato radicalmente
la lega raccattandola dalla ininfluenza nella quale l’aveva portata
la gestione del fondatore Bossi, finto nel tritacarne degli scandali
sulla gestione allegra delle finanze del partito e ancor peggio dei
suoi rampolli per portarla a raccogliere il doppio dei consensi di
Forza Italia, voglia testardamente dimostrare di essere prigioniero
del cadente Berlusconi.
Ne è ricattato come
purtroppo succede da sempre in politica magari tanto per cambiare per
questioni di soldi?
Non è inverosimile
se ci si guarda intorno e si mettono insieme certi indizi dei quali
il più eclatante è lo scoop dell’Espresso che improvvisamente,
proprio quando Salvini sembrava una settimana fa sul punto di dare
il ben servito al vecchio leader di Forza Italia, pubblica un
servizio su presunti vorticosi giri di danaro, di molto danaro, che
qualifica come afferente alla Lega fra vari paradisi fiscali.
D’accordo
che la logica in politica non è mai stata troppo di casa, ma gli
argomenti che lo stesso Salvini ripete a macchinetta per difendere
Berlusconi ,sono talmente poveri che sicuramente non convincono
nemmeno lui.
E’ lapalissiano
che se il suo popolo lo ha inondato di consensi facendo fuori la
vecchia classe dirigente di quel partito-movimento è perché da lui
voleva un cambiamento e cambiamento è ancora lapalissiano che data
la precedente collocazione della Lega significava e significa fine
della leadership di Berlusconi, da realizzarsi proprio dal nuovo
leader della Lega che è stato investito dall’elettorato della
precisa “mission” di fare un nuovo partito della destra
mettendoci dentro gli elettori di Forza Italia mandando Berlusconi
alla Baggina, dorata perché se lo può permettere ma politicamente
sempre Baggina.
Se l’elettorato
avesse voluto conservare la Lega di bossiana memoria relegata al solo
nord per non intralciare il berlusconismo o quella dell’ultimo
Maroni che era ormai divenuto il portavoce di Berlusconi, avrebbe
votato per loro non per Salvini.
Quanto al programma
comune si tratta di una affermazione talmente ridicola da non stare
veramente in piedi, e lo si vede tutti i giorni.
Salvini con
Berlusconi non può stare insieme oltre, se non vuole contraddire sé
stesso.
Che ci piaccia o non
ci piaccia abbiamo dovuto imparare che in politica è più importante
quello che appare del reale.
Ebbene,
Salvini si è costruito l’immagine dell’uomo forte senza remore
assumendo questo atteggiamento in modo chiaro senza usare alcun
paravento per nascondere la sua vicinanza al lepenismo in Francia al
neozarismo di Putin, agli atteggiamenti neo-autoritari dei vari Orban
e soci.
E dopo i
recentissimi avvenimenti in Siria è stato l’unico leader italiano
che ha contestato frontalmente l’intervento
Usa-Francia-Inghilterra, ponendo con questo atteggiamento in modo
problematico sia l’adesione alla Nato, sia l’asse, per gli
altri, scontato con gli Usa, sia l’altrettanto scontato asse con la
Comunità Europea.
Una presa di
posizione del genere in politica estera, che non ha precedenti, lo
qualifica veramente come nuovo “uomo forte”.
E vi sembra
che questo atteggiamento abbia qualcosa a che fare con le posizioni
in politica estera sempre portate avanti da Berlusconi che
cinguettava con Bush e i repubblicani americani?
Che baciava la mano
a Gheddafi, ma che poi aderiva prontamente all’operazione
anti-Gheddafi?
Che mostrava la sua
personale amicizia con Putin, ma che nulla di concreto aveva mai
fatto per perseguire una politica meno succube di quella americana e
più vicina a quella russa?
E in Europa?
D’accordo,
Berlusconi di fatto è stato cacciato dal potere dalla Comunità
Europea o meglio da chi comandava politicamente in Europa Sarkozy e
la Merkel, ma dopo aver firmato, tutto, assolutamente tutto quello
che significava “austerità” iper liberismo, indegno
sfruttamento del lavoro venduto per flessibilità eccetera eccetera,
tutto il peggio l’ha sottoscritto e senza discutere.
Salvini tramite il
suo guru economico, ora deputato, Claudio Borghi Aquilini sull’Europa
è polemicissimo, si vedano su Facebook i post quotidiani dello
stesso Aquilini.
Sulle flat tax tutti
hanno capito che è farina del sacco della Lega salviniana e che
Berlusca si è accodato al ribasso.
Non parliamo
dell’argomento principe della Lega che è come tutti sanno il
blocco dell’immigrazione e il sostegno a qualsiasi normativa a
favore di un incremento della sicurezza.
Qui Berlusca nemmeno
parla, perché è troppo evidente che il campo è già completamente
occupato da un’altro.
E allora che
senso ha per Salvini trascinarsi dietro quel vecchietto ormai per
niente arzillo?
Si presume che
l’accordo pre-elettorale fra Di Maio e Salvini prevedesse un
copione con una serie di passi successivi volti ad arrivare a un
Presidente del Consiglio terzo, che fosse Giorgetti o una personalità
di fiducia dei 5Stelle e che questa scelta fosse combinata in modo da
bilanciare il “sacrificio” dei due leader vincitori, proprio per
coprire la contestuale “ritirata” di Berlusca, che in tal modo
sarebbe apparsa onorevole.
Ma è chiaro che
qualcosa è andato storto.
C’è sotto
qualcosa di sporco e di innominabile, come molti commentatori
politici di primo piano dicono sussurrando che “notoriamente la
voce circola”, ma si guardano bene di accennare ad alcunché di
meno esoterico?
Oppure la
frittata l’ha fatta l’incorreggibile arrogante sopravvalutazione
del proprio modesto ego da parte del leader di quel che rimane di
Forza Italia?
Non escluderei la
cosa, perché Berlusca è talmente fuori dalla realtà da essere
probabilmente convinto che comunque vadano le cose a lui spetterebbe
il posto di ministro degli esteri, appena gli dovesse venire la
famosa sentenza favorevole che aspetta da Strasburgo.
Un evidente indizio
di queste sue elucubrazioni sta nel fatto che fa continuamente
ripetere dai suoi che in politica estera occorre tornare allo
“spirito di Pratica di Mare” quando lui avrebbe condotto un
improbabile mediazione fra Est ed Ovest da Presidente del Consiglio
(vertice Nato 28 maggio 2002) .
Ma se Salvini
ha esagerato nel trascinare avanti nel tempo un rapporto politico con
Berlusconi che non ha basi reali e che come immagine gli può creare
solo danni, come mai Di Maio ha dimostrato una capacità manovriera
così a livello zero?
Possibile che non
realizzi che le sue possibilità di essere presidente del consigliuo
non ci sono mai state anche se ha vinto le elezioni, perché la legge
elettorale è stata fatta apposta dagli incoscienti del PDI proprio
per rendergli la vita impossibile?
E adesso cosa
aspetta per fare il pur tardivo bel gesto? Che il Presidente
Mattarella ,scocciato dalla sua dimostrata pochezza, gli dia davvero
l’incarico per “segarlo” definitivamente?
Quasi se lo
meriterebbe.
Insomma, non credo
di essere il solo che si aspettava molto di più dai due giovani
leader vincitori delle elezioni.
Spero solo che
non siano tanto sciocchi e mediocri da fare il gioco di Renzi che sta
aspettando dietro al sipario, che loro ci caschino.
Ci mancherebbe solo
questa Berlusconi Mentore e Renzi delfino protegè , i due perdenti
alle elezioni al governo coi 5Stelle presenti a loro insaputa.