La prima reazione
del sistema o all’inglese dell’establishment alla vittoria dei
due principali movimenti anti- sistema è stata di sorpresa di
sconcerto, proprio non ci volevano credere.
Poi se ne sono
fatta una ragione e hanno cominciato a vedere meno fosco, anche
perché in questo atteggiamento erano favoriti dalla evidente volontà
dei due giovani politici vincitori Di Maio e Salvini di far capire
che finite le elezioni nessuno voleva realmente gli sfracelli
promessi o ventilati in campagna elettorale.
Tutti e due si sono
ben presto presentati nella veste più istituzionale possibile.
Tutti e due sapevano
di essere condannati ad accordarsi sulla base della più elementare
delle leggi della politica, che non ammette vuoti di potere, legge
che potrebbero essere tradotta in : non si tollerano mancanze di
presa di responsabilità in chi è stato designato dagli elettori per
governare.
Tutti e due sapevano
però altrettanto bene di avere dei grossi problemi a far digerire
alla loro base
aspetti tutt’altro
che marginali del bagaglio politico dell’altro.
Non c’è
dubbio che Berlusconi costituisca “il bagaglio” più ingombrante
e più scomodo che Salvini si porta dietro e che non può
sconfessarlo apertamente, né far finta che non ci sia.
Se è un dilettante
sul problema Berlusconi rompe e spinge per riandare al voto.
Se è un aspirante
Richelieu tira la corda vicino al limite di rottura fino a spingere
il povero Berlusca a mettere a nudo la sua ormai acquisita
irrilevanza costringendolo ad accettare di dare la fiducia a un
governo a trazione Di Maio- Salvini naturalmente guidato da una tera
persona magari il prode Giorgetti, vice di Salvini, contribuendo a
un governo con qualche esponente di Forza Italia il più scolorito
possibile e il più lontano possibile dal cerchio magico dell’uomo
di Arcore,tanto per salvare la faccia.
Ho l’impressione
che Berlusca sia disposto a digerire ormai qualsiasi cosa pur di
tenere almeno una scarpa nelle stanze del potere sia per
salvaguardare i suoi interessi aziendali come sempre, sia per essere
un po meno alla mercè della polizia giudiziaria se i suoi
processi in corso dovessero prendere una cattiva piega, tenuto conto
che i capi di imputazione sulla presunta corruzione delle olgettine
per indurle alla falsa testimonianza sono molto più pesanti di
quelli per i quali era stato a suo tempo condannato in via definitiva
per evasione fiscale.
Ma per
condurre un’operazione del genere Salvini dovrebbe dimostrarsi un
politico di furbizia andreottiana e proprio non so se ne è diciamo
all’altezza.
Perchè Berlusca è
ferito ma non è affatto morto e può usare contro Savini la spada,
che ha in mano per il manico costituita dal ruolo determinante di
Forza Italia nelle giunte regionali più importanti del Nord :
Lombardia, Veneto e Liguria.
E’ chiaro che
questa se riuscisse a Salvini sarebbe la mossa giusta e determinante
per fare franare Forza Italia facendo cadere nelle braccia della Lega
tutti quelli che Berlusconi dimostrerebbe di non essere più nelle
condizioni di accontentare.
E’ veramente una
bella partita, ancora tutta da giocare, ma Salvini può farcela,
anche se lo ripeto, Berlusconi non è un ostacolo da poco , non è
mai stato uno statista, ma la politica, sempre nel deteriore stile
andreottiano la sa fare senza troppi scrupoli.
Sull’altro
versante, Di Maio sta conducendo non meno brillantemente e
pericolosamente la sua battaglia che avrebbe conseguenze non meno
storiche di quella di Salvini.
Salvini si muove per
mangrasi Forza Italia, boccone dopo boccone cercando di dare il meno
nell’occhio possibile.
E Di Maio si muove
per mangiarsi il PD boccone per boccone cercando di dare nell’occhio
il meno possibile vedi i pazienti e ripetuti rispettosissimi appelli
a tutto il PD, cioè a Renzi per sedersi a un tavolo insieme,
naturalmente desiderando di ottenere risultati ben diversi da quelli
dichiarati.
Molto abile e
sottile anche la strategia di Di Maio.
Perchè tutto il
sistema rimanente e i media ragionano così : i 5Stelle si sono
beccati i voti tradizionalmente di competenza del PD, statali e ceti
medi e quindi è ovvio che dovrebbe prioritariamente cercare di
verificare la possibilità di fare un governo con la forza politica
che ha più vicino nel senso di elettorato di riferimento.
Persino il
polemicissimo Travaglio ha fatto il tifo in questi giorni per indurre
i 5Stelle a insistere per tentare di trovare un accordo
prioritariamente col PD.
Benissimo ha quindi
fatto Di Maio a giocare questo gioco che gli viene veramente a
fagiolo per portare avanti la sua strategia di scompaginamento del PD
per mangiarsi il suo elettorato.
Se Di Maio
riesce a far passare del tempo per far vedere la situazione di
crescente irrilevanza del PD dopo la cura Renzi, fa in realtà un
gioco di squadra con Salvini che sta facendo lo stesso gioco con
Forza Italia.
Ce la faranno?
Sta a loro
dimostrare di saper emulare Richelieu.
Se invece
precipiteranno il paese a nuove elezioni, allora li giudicheremo come
dilettanti che non meritano un futuro.
Si è detto sopra
che quasi tutti i media invocano un incontro fra 5Stelle e PDI in via
prioritaria presumibilmente per via del fatto che tutti e due pescano
nel medesimo elettorato e i 5Stelle fanno riferimento a valori che
correntemente vengono definiti di sinistra, piuttosto che di destra.
Capisco il senso di
questo ragionamento però il fatto di razzolare nello stesso tipo
sociologico di elettorato non può nascondere il fatto che questo sia
un elemento di concorrenza, che non favorisce affatto una alleanza.
Viceversa il
fatto che la Lega rappresenti un universo socio-economico diverso
:partite Iva, anziani etc. rispetto a quello dei 5Stelle giovani
precari etc. rende più funzionale un’alleanza fra forze diverse,
ma fondamentali nella società.
Ricordiamoci che la
preoccupazione di quello che è stato i più grande statista
italiano nel dopoguerra ,Alcide De Gasperi era quella di portare al
governo le forze più rappresentative della società,anche quando
disponeva della maggioranza assoluta e avrebbe potuto farne a meno.
Già ma lui uno
statista lo era veramente, e statista è colui che non vive alla
giornata ma che ha un disegno strategico da realizzare.
Di Maio e Salvini
sono alla loro prima prova, vedremo.
Del resto quelli
prima di lui hanno fatto abbastanza schifo, l’Italia non è
governata da uno statista appena appena da decenni.
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