martedì 8 febbraio 2022

Simona Colarizi : Passatopresente . All’origine dell’ oggi 1989-1994 – Editore Laterza - recensione


 

L’autrice dal suo profilo su Wikipedia è professoressa di storia (del sindacalismo e del movimento operaio e poi storia dei partiti e dei movimenti politici) presso l’Università di Camerino, poi alla Federico II di Napoli e quindi alla Sapienza a Roma.

Ha al suo attivo oltre alle pubblicazioni scientifiche una ventina di saggi pubblicati per lo più da Laterza.

Siamo di fronte quindi al lavoro di una storica e politologa con qualifica accademica indiscutibile.

I lettori ricorderanno il libro di Goffredo Buccini : il tempo delle mani pulite (http://gmaldif-pantarei.blogspot.com/2021/11/goffredo-buccini-il-tempo-delle-mani.html) recensito in novembre su questo stesso blog.

Buccini firma di primo piano del Corriere della Sera faceva la storia dettagliata degli anni di mani pulite nei quali aveva avuto la ventura di godere della fiducia del capo del Pool di Milano, che in pratica gli aveva fornito in esclusiva una serie di notizie da scoop.

Non ostante questo però Buccini, con molta obiettività non aveva potuto non rilevare le incongruenze e le scorrettezze a carico del Pool che la lettura della storia ex post ha consentito di esprimere a quasi tutti gli osservatori che si sono poi cimentati nel tentativo di elaborare un giudizio critico su quegli eventi.

Diciamo pure subito che il saggio della Colarizi del quale stiamo ora trattando assesta una mazzata pressoché definitiva sull’operato di quel pool di pubblici ministeri.

La sua ricostruzione storica ,se vogliamo (scorrettamente) ridurre in pillole il giudizio che si trova ben articolato nel libro, in sostanza ci dice che Mani Pulite ha distrutto il sistema politico italiano, unico caso in Europa,in cambio di che cosa?

Un pugno di mosche che consiste nel mantra fasullo che tutto il sistema politico e della pubblica amministrazione sarebbe stato insanabilmente corrotto, di fronte a una società civile invece presunta moderna colta e sana e moralmente elevata.

Pura fantasia che non trova alcun supporto nell’analisi storica e sociologica di quel periodo, dato che invece è facile dimostrare che il sempre relativo livello di corruzione della classe politica non era altro che lo specchio di una società civile che non era meno inadeguata, preparata e onesta dei suoi governanti che non a caso lei stessa aveva scelto e confermato col voto.

Pura fantasia anche se il battage pubblicitario dei media della carta stampata e delle TV voleva far passare come verità assoluta e che purtroppo la società nel suo complesso si era allegramente bevuta per anni come se fosse stata tale.

L’illusione di sostituire la classe politica presunta insanabilmente corrotta con la supplenza della magistratura inquirente che era arrivata a dilagare ampiamente nella sera politica mandando a farsi benedire l’elementare principio della divisione dei poteri ha causato dei danni ancora da riparare nel tessuto politico e sociale del paese.

Per la semplice ragione che dal qualunquismo moralista si è facilmente arrivati all’anti -politica tout -couret ed al populismo spesso oscurantista che affligge il paese ancora oggi.

E’ stato tutto un movimento in fase “destruens” senza il seguito di nessun movimento “costruens” o propositivo.

Oggi abbiamo dei partiti tanto liquidi che nemmeno loro sanno più come definirsi.

E’ tragicamente ridicolo vedere delle forze politiche che si definiscono sovraniste e identitarie che non hanno la minima capacità di esplicitare in modo articolato in cosa consista il nucleo di valori sovranisti e identitari che vorrebbero difendere.

Se poi parliamo di classe politica il senso di vuoto fa girare la testa.

Queste forze politiche dimostrano tutti i giorni di non avere una classe politica né coesa né minimamente spendibile per governare.

A sostegno delle tesi della Colarizi mi permetto di osservare che dai semplici editorialisti ai politologi e storici di professione oggi i giornali sono quotidianamente pieni di articoli che bollano con un marchio di infamia questa classe politica, con una virulenza come non era mai accaduto in passato.

E questo è pericoloso, fortemente pericoloso perché va bene che la storia non insegna nulla, ma stiamo osservando che a pochi decenni di distanza si rischia di ripetere gli errori marchiani commessi da tutti società civile compresa ai tempi di Tangentopoli e di Mani Pulite, cioè distruggere la credibilità del sistema per ritrovarsi con in mano un pugno di mosche (che non sono adatte per governare alcunchè).

Riferita a quegli anni la Colarizi con lucida analisi formula una condanna pesante sopratutto rivolta alla classe dirigente del Pci. poi Pds, poi Pd che ha scioccamente flirtato con quei pubblici ministeri ,approfittando del fato che furbamente il pool aveva deciso di fare tabula rasa della classe politica di allora lasciando in vita appunto solo quella forza politica della sinistra.

Ochetto, che pare non avesse capito pressoché nulla delle coordinate politiche e sociali che si agitavano allora si trastullava nella beata illusione che lasciando che i pubblici ministeri gli distruggedssero il Psa ed il suo leader, l’odiato Craxi, avrebbero in pratica lavorato per lui aprendogli le porte per un lungo periodo di governo.

Purtoppo per lui e per i suoi seguaci Ochetto non era Togliatti e quindi non era sufficiente aspettare sulla riva del fiume che il tempo lavorasse per lui.

Per la verità la magistratura inquirente allora si è tenuta anche alla larga dalla grande imprenditoria, evidentemente valutando vitale per portare avanti la sua opera di “moralizzazione” il costante sostegno della grande stampa guarda caso posseduta da quella grande industria.

Memorabile nel libro la descrizione del passaggio di Romiti ,capo operativo della Fiat che si trattiene non più di tre ore nella Questura di Milano per una dichiarazione spontanea dopo essere arrivato in elicottero, mentre una folla di piccoli imprenditori languiva nelle patrie galere fino a “confessione completa” secondo le collaudate procedure del metodo Di Pietro.

Noto ora che la Colarizi nemmeno fa menzione della componente cattolico sociale del PDS e poi Pd.

Questa esclusione è ancora peggio di una condanna, significa che per l’analisi politologica questa componente era del tutto insignificante.

Ottimo libro ben argomentato e lontanissimo da pregiudizi ideologici come si conviene a un autore di provenienza accademica.










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