Finalmente ho potuto mettere le mani e leggermi attentamente il libro più chiacchierato del momento.
Appena uscito in libreria è diventato best seller e ci è rimasto ,mentre scrivo siamo alla seconda settimana abbondante ed è rimasto il numero uno, hanno dovuto scriverlo anche i suoi feroci detrattori del Corriere della Sera, la Stampa e Repubblica, che lo hanno attaccato con una violenza e un livore sicuramente degni di miglior causa che non ricordo di avere mai visto in passato.
Come molti davo per scontato che nella così detta stampa generalista e sopratutto fra le testate tradizionalmente meno inclini a schierarsi ideologicamente come il Corriere la linea fosse quella di non farsi prendere la mano “populisticamente” da atteggiamenti emotivi e prendere posizioni meditate fondate anche sempre sull’analisi di tesi contrapposte.
Ora no, non più, la con la guerra in Ucraina i principali media hanno deciso che una e una sola linea , quella governativa – atlantica è quella da seguire e che il punto di vista di chi non condivide la linea governativa non può essere pubblicato perché se lo fosse si oltrepasserebbe la linea rossa della fedeltà alle idee liberal-democratiche e quindi si metterebbe in pericolo la società.
Mai in passato la stampa, pur avendo anche troppo spesso fatto da altoparlante del potere, aveva osato tanto, cioè non ha mai preteso di essere una specie di Sant’Uffizio laico in grado di imporre a tutti la morale che sottintende a una linea politica.
E’ una situazione spiacevolissima.
Cosa ha fatto il Prof. Orsini di così grave da rischiare di essere additato come il reprobo e proscritto da ogni talk show, rischiando perfino il licenziamento dalla propria università, il tutto si ricava dal libro su autorevolissimo impulso delle ambasciata americana?
Ma non eravamo un paese indipendente libero nelle proprie scelte?
Il Prof. Orsini ha fatto il proprio mestiere di Professore di Sociologia del terrorismo internazionale e di Direttore dell’Osservatorio della LUIS sul medesimo argomento (che ora gli hanno chiuso).
Seguiva la situazione di ben 147 paesi con un gruppo di giovani laureati ci dice nel libro che dovevano avere avere conseguito la laurea con il massimo punteggio possibile 110 e lode.
Se dovevano studiare le possibili mosse dei terroristi ovviamente Orsini per fare un esempio riferito al terrorismo islamico doveva andare a scandagliare il pensiero più o meno piacevole che fosse dei vari mullah e associati e sostenitori.
Nel libro l’autore ci spiega in modo molto chiaro e trasparente che questo tipo di lavoro è essenziale, cioè essenziale mettere insieme più tasselli possibili per chiarirsi le idee sulla personalità del personaggio che si studia per arrivare a capire come la pensa, su quali elementi di riferimento si forma il suo pensiero.
E’ così che si lavora nelle relazioni internazionali, è così che lavorano aggiungo io tutte le diplomazie e tutti i servizi di sicurezza di tutti i paesi.
E’ così che lavora tanto per fare un esempio Limes da vent’anni.
Ma quando il Prof Orsini è andato in televisione a dire che per dare un giudizio sulla guerra in Ucraina occorre esaminare bene i precedenti storici per capire bene le ragioni che hanno spinto Vladimir Putin ad attaccare l’Ucraina è successo il finimondo perché l’unica tesi ammessa era quella governativa e cioè che Putin aveva attaccato perché è matto e che ragioni e strategie razionali non ne aveva.
Versione puerile e infondata da ogni punto di vista ma estremamente di comodo perché esclude l’analisi di qualsiasi responsabilità degli Usa e dei governi Occidentali dei paesi satelliti degli Usa.
Oddio non mi dilungo sui principi basilari della geopolitica che vede come elementi chiave gli imperi e i satelliti, se il lettore non fosse a suo agio con questo tipo di analisi politica si può vedere i tre numeri di Limes dedicati alla guerra tutti recensiti.
Il Prof. Orsini è stato trattato in modo indegno e orrendo dal mondo dei media e dalla sua Università, ma se posso permettermi una impressione personale gli direi che probabilmente nel contrastare i suoi oppositori nei concorsi universitari ai quali ha partecipato ha forse peccato di eccesso di fiducia nella magistratura, infatti il nostro professore quando faceva un concorso e lo perdeva poi denunciava la commissione.
Non voglio certo ripetere la famosa e raggelante battuta di quel Richelieu italiano che è stato Giulio Andreotti :”però se l’è cercata”, anche se immagino che fra portare sistematicamente in tribunale un sistema probabilmente corrotto da sempre senza ricavarne alcun risultato, e sottomettersi a un barone ritenuto del tutto indegno del posto ricoperto, probabilmente un ulteriore via avrebbe potuto trovarla.
Il Professore dedica parecchio spazio nel libro a descrivere la sua sfortunata vicenda personale relativamente a concorsi universitari e a ospitate televisive e la cosa di per sé non è simpatica, ma le vicende delle quali è stato protagonista sono state talmente pesanti che forse ha fatto bene a rendere edotto il lettore.
Detto tutto questo invito senz’altro a leggere questo libro perché Orsini ha dovuto fare il polemista per difendersi ma è prima di tutto uno scienziato sociale al massimo livello internazionale come risulta dall’accoglienza avuta dalle sue pubblicazioni a livello internazionale e secondo i criteri internazionalmente accettati per valutare il lavoro scientifico.
Il vero cuore dell’opera ovviamente sta nella precisa e pacata ricostruzione della sua analisi che riguarda questi temi a mio avviso essenziali :
-la strategia degli Usa diretta al così detto “dissanguamento” della Russia in atto da un bel pezzo prima che scoppiasse la guerra d’Ucraina;
-le manovre occidentali dirette ad allargare la Nato fino a circondare la Russia da tutte le parti a partire dalla guerra alla Serbia in poi che hanno creato col tempo un senso di umiliazione di rabbia e di crescente sfiducia verso l’Occidente stesso nel popolo russo
-il pensiero di Vladimir Putin in proposito fondato su una strategia precisa e coerente.
-l’inutilità di armare l’Ucraina destinata comunque a soccombere stante la palese superiorità delle forze russe.
-la priorità assoluta da dare a mettere insieme un tavolo di negoziato
-l’insensatezza della linea dei paesi satelliti Usa a seguire una strategia militare che li danneggia fortemente nei loro interessi nazionali