giovedì 5 giugno 2025

Luigi Contu Domani sarà tardi Romanzo Il 25 aprile di un fascista salvato dai partigiani Solferino Editore – recensione

 





Se avete voglia di leggere una storia di buona gente che riesce a comportarsi all’altezza della loro formazione anche nelle circostanze più avverse, questo libro fa per voi.

L’autore, omonimo del protagonista ,essendone il nipote ( figlio del fratello del nonno), è giornalista di lungo corso e attualmente direttore dell’Ansa.

A me il libro è piaciuto tantissimo perché tratta uno degli argomenti tuttora più delicati e “divisivi” per il nostro paese : fascismo e antifascismo, veleggiandoci sopra come un aliante.

I protagonisti sono sì fascisti e partigiani, anzi arci-fascisti e arci-partigiani nelle convinzioni, ma nei rapporti sociali che si svolgono in un paese della Val Brembana ,sono prima uomini ,che rispondono alle loro coscienze ed ai loro sentimenti profondi, in base ai quali se uno è una brava persona ,lo giudichi per quello, non per la tessera di partito, anche nelle circostanze storiche più pericolose.

Figuriamoci ! La narrazione parte dal 23 aprile 1945, repubblica sociale ancora formalmente in carica, soldati tedeschi ancora presenti, brigate partigiane in piena attività, Mussolini ancora vivo e vegeto, che non sa cosa fare, nemmeno di fronte alla autorevole mediazione del Cardinale Shuster, arcivescovo di Milano, che gli offre la sua ultima opportunità di salvare almeno la pelle.

Il protagonista è un servitore dello stato, dirigente dell’ufficio agricoltura della zona.

Fascista della prima ora, ma distinguiamo.

Chissà se le prime guerre che ci coinvolgono ,se pure indirettamente per la prima volta dopo quel 1945, e il diffondersi della geopolitica ,come modo efficace per interpretare gli eventi, sono riusciti a convincerci ,che per guardare a fatti storici occorre prima di tutto contestualizzare, cioè non giudicare in modo affrettato, usando i parametri di oggi, ma studiandosi i parametri di allora.

Se usassimo questi parametri metodologici essenziali verremmo a sapere che esistevano cento e oltre modi, per essere fascisti, e altrettanti, per essere partigiani.

Luigi Contu era un fascista singolare, che avendo preso sul serio il manifesto di San Sepolcro (come sarebbe utile che quelli che tanto blaterano di qui e di la ,l’avessero almeno letto) credeva nei valori del socialismo ,che il primo fascismo proponeva scritti nero su bianco, e che si illuse che quel movimento li avrebbe veramente messi in pratica.

Certo che quel Contu, come tanti e tanti altri come lui ,fece ripetuti errori di valutazione ,continuando a credere nel fascismo primitivo, anche dopo il delitto Matteotti eccetera eccetera.

Ma la sua posizione al momento degli eventi ,che entrano nel romanzo, non va oltre quella di capo ufficio statale con una manciata di dipendenti.

I tempi sono quelli che sono e quando avvengono fatti che portano i locali responsabili della repubblica sociale a catturare e condannare a morte alcuni capi partigiani, Contu si attiva per salvare dalla fucilazione quante più persone può.

Nel suo ufficio e nel paese è molto ben voluto anche a causa di questo suo agire ispirato a valori umani e non a fanatismi ideologici.

E’ interessante vedere come quei tempi fossero difficili, perché anche in quel piccolo ufficio di montagna, c’erano gli infiltrati partigiani, che riferivano e uno di questi era l’impiegato di Conti che ostentava la fede fascista più becera.

Ma non sto a riassumere la storia che è interessantissima e coinvolgente.

Ancora più coinvolgente è la vicenda sentimentale di Congiu, separato dalla sua amata dagli avvenimenti bellici e dall’influenza, che nella vicenda assume il fatto che lui fosse fascista e la sua fidanzata di famiglia rigorosamente socialista.

Dico solo ,che ci sono figure che dopo aver letto il libro difficilmente si dimenticheranno, dal parroco del paese che era riuscito a nascondere brillantemente il fatto di essere membro addirittura del comitato del CLN locale, all’autista che diventa amico e confidente di Contu ma che è anche membro della locale brigata partigina.

Nella timeline della narrazione del libro, il bello ovviamente deve ancora venire dopo la presa del potere da parte del CLN e della condanna a morte del medesimo Contu.

Ma mi guardo bene dall’anticiparlo.




Nessun commento: