lunedì 2 novembre 2009

El comandante Silvio?

Leggendo il numero di Newsweek di questa settimana mi sono trovato davanti a un articolo sul Comandante Chavez e il suo uso del cinema a favore del regime.
Alcune cose erano tipiche di quel paese, ma il senso del discorso e la descrizione di molte situazioni mi hanno fatto sobbalzare sulla sedia perché sembravano riferirsi all'Italia berlusconiana. Possibile, mi sono chiesto, che in così poso tempo il nostro paese sia potuto deteriorarsi tanto, passo dopo passo tanto da non farci nemmeno percepire come siamo finiti male? Inutile dirlo il tono dell'articolo è di deplorazione e di non celato disprezzo per il fatto che il Venezuaela di Chavez si è messo nel solco delle ben note dittature del novecento. Può darsi che mi sbagli ,o che esageri nella valutazione ,ma riporto di seguito i passi di quell'articolo che mi hanno colpito. Deciderà il lettore se le analogie col regime berlusconiano esistono o se sono incubi solo miei.

“Avendo intimidito..... parte della stampa indipendente, riscritta la costituzione, ….Chavez è riuscito a dominare la vita di milioni di Venezuelani......il cinema è la sua scommessa per controllare anche la loro immaginazione......con le telenovelas un genere nel quale i Venezuelani eccellono.........Chavez ha poca dimestichezza con gli intellettuali e gli artisti, e gli studenti sono i suoi nemici giurati........l'unico obbiettivo di Chavez è quello di stare al potere a vita” (Newsweek 2 novembre 2009 pagg. 62-64).

Mi pare che occorrono pochissime indicazioni per tradurre quanto sopra nella situazione italiana.
Basta tradurre cinema con televisione e il gioco è fatto.

Intimidire la stampa indipendente

Ci sono state le cause civili intentate dal nostro “comandante”all'Unità e a Repubblica indicando cifre volutamente astronomiche a puro scopo intimidatorio. Ci sono stati gli attacchi a Boffo, direttore di tutto il sistema dei media cattolici che l'hanno costretto a lasciare, c'è stato l'attacco ad Augias accusato di essere stato in contatto coi servizi cecoslovacchi quando era poco più che studente, non parliamo degli attacchi sistematici dopo ogni trasmissione televisiva non allineata, c'è stato il sistematico e reiterato invito agli industriali a ritirare la pubblicità dai tre giornali non controllati dal regime.

La Costituzione fatta a pezzi

La Costituzione è fatta a pezzi quotidianamente con una propaganda martellante di disinformazione approfittando dell'ignoranza giuridica degli italiani, dato che nelle scuole superiori italiane non si insegnano i rudimenti del diritto se non nel corso per ragionieri, tra l'altro poco frequentato, il tutto per prepararsi il campo ad interventi diretti a stravolgerla a colpi di maggioranza. Sono anni che la propaganda di regime ripete la balla colossale che il “comandante” è stato eletto dal popolo, in modo da convincere la gente che l'Italia sarebbe una repubblica presidenziale e non una repubblica parlamentare nella quale il popolo elegge il parlamento e non il presidente del consiglio dei ministri In qualsiasi testo di diritto costituzionale si spiega che in Italia non esiste la figura del Capo del Governo o premier, ma quella ben diversa del Presidente del Consiglio dei ministri, “primus inter pares,” come figura di coordinamento di un organo collegiale. Tutto il sistema del complesso bilanciamento dei poteri fra organi costituzionali diversi ,che rende l'Italia una democrazia occidentale e non una repubblica delle banane , viene denigrato quotidianamente per appiattire tutto sulla persona del “comandante”, che non ha alcuna veste costituzionale nel sistema esistente.

Le televisioni usate per spostare l'attenzione dal senso critico al puro intrattenimento meglio se volgare e categoricamente lontano da ogni riferimento culturale

Inutile illustrare quello che tutti sappiamo e possiamo verificare accendendo la televisione su un canale italiano. Sembra una banalità, ma può essere una banalità che uccide la democrazia se ripetuta per anni cancellando l'opinione pubblica ,drogando il senso critico e abituando sistematicamente la gente a una adesione conformistica al livello più basso. Il trucco del “panis et circences” era noto da millenni a qualsiasi dittatore o aspirante tale.

L'incultura al potere

Inutile spendere delle parole per illustrare le fini disquisizioni di ministri della repubblica sugli “intellettuali di merda” della sinistra (sinistra : categoria politica che a detta di qualsiasi osservatore in Italia al momento presente semplicemente non esiste più ). Il comandante Silvio non è un militare come Chavez ma le sue categorie mentali sono notoriamente da caserma, sopratutto nella valutazione dell'altra metà della umanità, cioè del mondo femminile.

La “vision” del “comandante”: stare al potere a vita

Stare al potere a vita a qualsiasi costo, la prospettiva del berlusconismo è questa. “Se mi condannassero non mi dimetterei” dice il “comandante” e questo basta per valutare il regime. I distributori di camomilla dal Corriere della sera a Rutelli , Casini e compagni che si scandalizzano a sentire parlare di fascismo ,che si sta materializzando di giorno in giorno non vogliono vedere una realtà sempre più preoccupante, perché come in Venezuela esiste anche l'altra metà del paese che non è per niente favorevole al regime e che si carica di puro odio verso chi maltratta in questo modo le istituzioni.
C'è una sola differenza effettiva fra Chavez e il “comandante” Silvio. Chavez ha nazionalizzato centinaia di industrie e privilegia il pubblico rispetto al privato.
Però il “core business” del “comandante” Silvio, le televisioni, è quello di un concessionario di pubblico servizio , le frequenze televisive, cosa che in Italia si finge di non conoscere bene e della quale non si parla mai e che sarebbe invece bene tenere in primo piano.

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