giovedì 9 febbraio 2012

Vent’anni di guardie e ladri. Hanno vinto i ladri

Si celebra in questi giorni il ventennale di mani pulite e a detta dei medesimi magistrati del famoso pool di Milano la partita è stata persa dallo stato.
Alla distanza hanno vinto i ladri.
Questa è probabilmente la causa vera del famoso “spread” fra noi e la Germania, la Francia,l’Inghilterra, la Svizzera, i paesi nordici ecc.
Lo spread nel senso etimologicio di distacco è molto di più che la differenza fra indicatori finanziari, è un indicatore di civiltà, di cultura prima ancora che di economia.
Siamo culturalmente indietro e questo significa che colmare il distacco richiederà una rivoluzione culturale alla quale non siamo preparati anche perché non siamo ancora ben consapevoli dei guai nei quali ci siamo cacciati con vent’anni di pigrizia nei quali ci simo fatti governare dai dei dilettanti allo sbaraglio che non hanno fatto praticamente nulla di quello che era necessario fare ed ora il resto d’Europa ci chiede di fare i compiti a casa che prima abbiamo ignorato.
Prova ne è che il primo problema italiano oggi è la lotta ad una corruzione diffusissima, e che invece questo problema non è affatto nell’agenda politica né al primo, né al secondo , né al terzo posto, per la semplice ragione che i corrotti sono al governo o meglio sono la maggoranza politica che sostiene il governo.
L’articolo di fondo del “fatto quotidiano” di questa mattina parla del Senato della Repubblica in questi termini : “stiamo parlando di un edificio popolato da ladri, pregiudicati,inquisiti, imputati, prescritti, alcuni addirittura inseguiti da mandati di cattura” senza tema di essere querelato, perché la querela non avrebbe senso trattandosi di affermazioni gravisssime ma documentabili.
In Inghilterra la settimana scorsa Chris Huhne, ministro dell’Ambiente si è dimesso per essere stato beccato dall’autovelox in lieve eccesso di velocità ed aver cercato di cavarsela dicendo che a guidare era la moglie.
In Italia stando al medesimo editoriale del “fatto quotidiano” il presidente del Senato è “un signore indagato per mafia”, ma nessuno se ne preoccupa.
Altro che spread, qui il divario culturale e civile è eclatante.
Monti ci ha salvato la faccia in extremis, per nostra fortuna, ma il paese è in cancrena.
C’è una convenzione europea anticorruzione che l’Italia berlusconiana non ha mai firmato.
Ora sarebbe bene il momento di metterci mano cominciando a cassare tutta la serie di leggi che hanno stravolto i codici penali per dare l’impunità all’ex premier : falso in bilancio, falso ideologico, termini di prescrizione ridotti in modo ridicolo ecc, ecc.
Occorre una diversa disciplina degli appalti pubblici che abolisca la foglia di fico.
Chi conosce questa materia sa che tutto il sistema è basato sulla tipica furbata all’italiana : il principio dell’aggiudicazione al massimo ribasso. In apparenza quanto di più equo, in realtà la strada maestra per consentire ai politici disonesti di giocarsi gli appalti a piacere lasciando al cittadino contribuente la beffa di fruire di opere pubbliche o di servizi con un livello infimo di qualità, che è direttamente legata al massimo ribasso come criterio unico di giudizio.
La relazione che giustifichi l’aggiudicazione di un appalto (non al massimo ribasso) dovrebbe essere affidata ad autorità tecniche indipendenti che diano appunto un giudizio non solo economico ma anche e soprattutto tecnico ispirato al principio del rapporto prezzo – qualità dell’opera o del servizio.
Il perdurante consenso del quale gode il “governo tecnico” dovrebbe essere sfruttato per vere riforme di struttura che incidano veramente nella cancrena della così diffusa corruzione italiana.
I politici si devono limitare alle indicazioni, a formulare priorità, a controllare, ma la gestione deve spettare a manager giudicati dai risultati raggiunti nel perseguimento dei processi dei quali sono responsabili.
Facile no? Tutt’altro, si tratta di un impresa titanica perché consiste nel cambiare in modo radicale abitudini consolidate che si perdono negli aspetti meno felici della storia d’Italia.
Significa strappare il potere a consorterie, camarille, P2,P3, faccendieri e via di seguito.
Significa strappare il potere alle corporazioni medioevali che da sempre traggono un vantaggio competitivo che non ha più alcuna giustificazione nel mondo moderno.
Significa cacciare una intera classe politica che farà pazzie pur di rimanere attaccata al potere che come ben sappiamo significa soldi, una montagna di soldi pubblici, cioè usciti anche dalle nostre tasche.
Dipende da noi, non da loro, che ovviamente non saranno mai d’accordo.
Quando ci renderemo conto che siamo noi a mantenere i vizietti dei corrotti, saremo a buon punto, ma ora non ci siamo affatto.
E che possiamo fare noi? Prima di tutto essere cittadini e non sudditi.
Informarci, “studiare le carte”, perché se le lasciamo studiare, si fa per dire, solo a lor signori ci fregheranno in secula seculorum.
E quando saremo in grado di capire di cosa di sta parlando reagire, non subire.
Non è solo il problema di votare in modo consapevole, anche se questo non è per niente secondario, anzi questo risolverebbe non poco.
Al giorno d’oggi, ma anche al giorno di ieri è fondamentale “fare opinione”.
Ognuno di noi non vive su un’isola, ha contatti con diverse persone, parla, telefona, naviga in internet ecc e con chi ha contatti esprime il proprio parere.
Quando questo parere sarà diverso dai propri pregiudizi, dalle proprie pigrizie , dall’adesione alla squadra del cuore, ma sarà almeno un po’ documentato la battaglia sarà quasi vinta.

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