Ha abusato della nostra pazienza come cittadini da un pezzo.
Possiamo umanamente compiangere un personaggio pubblico che
si riduce come tutti vediamo.
Quando un personaggio si autodistrugge in questo modo così
caparbio e irritante lasciandosi divorare da un incontenibile narcisismo che si
traduce in arroganza offensiva, è però doveroso riconoscere che lo stesso lascia
la Regione Lombardia
con i conti in ordine e ha dimostrato
per anni una capacità organizzativa e di direzione non comuni.
Chiariamoci subito le idee però, quando Formigoni dice e
ripete ormai in modo meccanico che avrebbe ben governato, questa affermazione si
riferisce a tutt’altra cosa dall’aver lasciato i conti in ordine e non possiamo
assolutamente concedergliela, sarebbe addirittura ridicolo parlare di buon governo
per un esecutivo regionale che ha più uomini in galera o indagati di quelli che
rimangono fuori e puliti.
Non ho però nessuna intenzione di tediare il lettore con
le vicende politiche della Regione
Lombardia e del suo presidente.
Quello che più mi colpisce e mi irrita nella vicenda
personale e politica di Formigoni non è la sua veste pubblica, ma la sua posizione
nel mondo cattolico e il silenzio assordante e incomprensibile delle autorità
ecclesiastiche abitualmente così ciarliere, che su questo argomento non trovano
un momento per dire una parolina.
Con Berlusconi si è dovuto aspettare che i giornali e le
riviste di tutto il mondo fossero piene di foto e interviste che documentavano
l’impegno dell’allora premier in tutt’altre faccende che in quelle per le quali
era stato eletto e questo al di là di ogni decenza, per fare uscire da chi di
dovere parole di condanna dovute ma fuori tempo massimo.
Con Formigoni ci risiamo, verrebbe da dire.
Ma non è affatto la stessa cosa.
Berlusconi era un vecchio libertino impenitente che
rivendicava il suo stile di vita diciamo non proprio ispirato all’imitazione di
Cristo.
Con lui l’autorità
ecclesiastica era in dovere di eccepire sulla condotta indecorosa per un capo
di governo ma ben poco poteva andare a dire a quella persona come cristiano se
non di andare a confessarsi più spesso.
Formigoni invece è un laico cattolico che ha liberamente aderito
ad un movimento ecclesiale esplicitamente votato all’imitazione di Cristo.
Se si va a leggere sul sito web ufficiale di Cl cosa sia l’associazione
alla quale aderisce Formigoni, i Memores Domini, purtroppo viene da ridere e
questo non è né bello né edificante né per gli aderenti di Cl, né per il ben
più vasto mondo cattolico.
Memores Domini si definiscono come una associazione di
persone votate alla dedizione totale a Dio, però vivendo nel mondo, non in
convento.
Fattori portanti del loro impegno vocazionale sono indicati
come gli elementi indispensabili per vivere una vita di perfezione cristiana
praticando i consigli evangelici relativi all’imitazione di Cristo.
- 1) pratica della contemplazione.
Questo è un termine
di difficile comprensione per chi non abbia familiarità con il linguaggio
delle tradizioni religiose e del cattolicesimo in particolare.
Per farla breve la contemplazione consiste nel modo con il
quale una persona che intende mettersi in comunicazione con dio in modo
sistematico, sceglie la via dell’ascesi cioè della meditazione e della
privazione di quasi tutto per trovarsi solo e senza distrazioni nelle
condizioni per poter dialogare con l’interlocutore che ricerca. Esempi sono stati i Padri del Deserto e poi gli ordini
monastici più severi.
Non l’ho fatto con malizia, sto solo seguendo l’ordine col quale
questa associazione si definisce .
Ma qui appare a tutti evidente che quello che si vede e si sente di Formigoni, c’entra
come i cavoli a merenda con le alte cose delle quali stiamo parlando.
- 2) : missione. Qui
va bene siamo sempre sul piano ecclesiale ma più in termini terreni.
Cioè anche uno come Formigoni può dire che si impegna a fare
testimonianza cristiana nel mondo, tutt’al più poi può dire che non c’è
riuscito molto, ma siamo su un piano più opinabile e non si può fare il
processo alle intenzioni;
-3) obbedienza nel senso di sequela. Qui siamo in una
terminologia un po’ arcaica ed esoterica che però conosce bene chi sa cosa sia
la pedagogia di Don Giussani che in questa materia esponeva idee non certo moderne,
ma che affermava in poche parole che è un errore madornale quello della
modernità per la quale bisognerebbe lasciare che i giovani e le persone seguano le loro esperienze maturando così la
loro personalità e il loro senso critico, la via maestra sarebbe quella di
proporre loro, ma con decisione una scala di valori, un modo di vita e fare in
modo che li seguano.
Questa la veste teorica, la pratica consiste sostanzialmente
nell’imporre all’adepto un confessore che gli detti le sue direttive spirituali.
L’adepto di questo e di altri movimenti analoghi (Opus Dei ecc.) si ritrova quindi in un ambiente che gli
consente una forma di sostanziale “libertà vigilata” ed è controllato da molto
vicino;
-4) povertà nel senso di distacco dal possesso individuale del
denaro e delle cose.
E qui ognuno farà le
sue deduzioni;
- 5) verginità nel senso di rinuncia alla famiglia
Lascio anche qui il lettore libero di fare i commenti che
crederà di fare nella gamma dall’austero al goliardico.
Gli adepti non potendo essere detentori individuali di beni vivono in una casa comune in un ambiente di preghiera , condivisione,
fraternità.
Do ora alcune notizie di tecnica giuridica che ci
consentiranno di concludere il discorso sul ruolo in tutto questo dell’autorità
ecclesiastica e del suo assordante silenzio
in proposito.
I Memor4es Domini sono una associazione eretta canonicamente
nel 1981 e approvata dalla Santa Sede nel 1988.
Cioè la chiesa l’ha riconosciuta come “Associazione ecclesiale
privata di laici con personalità giuridica e con estensione universale”.
Che significano queste denominazioni?
Significano molto in quel librone che elenca i ben 1752
articoli del Diritto Canonico, del quale la quasi totalità dei cristiani ignora
l’esistenza, ma che ha grande rilievo per la pedanteria con la quale regola
tutto quello che c’è dentro la chiesa come istituzione.
In particolare stabilisce che non ostante le evidenti
ricercatezze terminologiche con le quali i capi di Cl hanno cercato di
svincolarsi dallo stretto controllo dei
Vescovi, questo controllo esiste ed è molto stretto.
Per esempio il Canone 301 stabilisce la esclusiva competenza
della gerarchia nell’istituire associazioni che si occupino di insegnamento della
dottrina cristiane ( e nel caso specifico lo hanno fatto concordando lo
statuto).
Al Canone 305 si
statuisce il diritto di vigilanza dell’autorità ecclesiastica su tali
associazioni; si stabilisce poi addirittura il diritto di visita cioè di
ispezione su tali associazioni e si afferma in modo perentorio che queste
sono soggette al governo dell’autorità
ecclesiastica
Canone 322 queste associazioni acquistano personalità
giuridica solo se l’autorità ecclesiastica approverà gli statuti
Canone 324 avranno un Consigliere ecclesiastico che dovrà
avere la conferma dell’autorità competente
Canone 325 potranno avere e gestire beni secondo gli statuti
ma salvo il diritto dell’autorità ecclesiastica di vigilare
Canone 326 .Qui arriva la bomba : l’autorità ecclesiastica
ha il diritto dovere di arrivare fino alla soppressione dell’associazione se ha
causato scandalo per i fedeli.
Mi sono dilungato per chiarire in modo evidente che quando
ad esempio l’Arcivescovo di Milano dice che si ha conosciuto Formigoni molti
anni fa, ma che ora l’ha perso di vista e che se fa cose non commendevoli non è
colpa sua, come per dire che non è affar suo, sbaglia di grosso, perché il diritto
canonico come abbiamo visto gli da esplicitamente il diritto dovere di “vigilare”
su attività, beni ed azioni di quella associazione avvalendosi addirittura del
diritto di “visita” nonché di valutare la rispondenza degli operati della
associazione e dei suoi aderenti fino al suo scioglimento nel caso di inosservanze
che diano scandalo.
Non parliamo poi del
controllo effettuabile tramite i chierici aderenti, dirigenti o confessori dell’associazione
medesima.
Di conseguenza se il
silenzio si protrae al di la del sensato senza che venga presa alcuna misura
quanto meno la gente ha il diritto di indignarsi con l’autorità ecclesiastica e
di pensare male.
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