A costo di alienarmi
lettori ed amici, continuo a considerare i Grillini l'unica novità e quindi
l'unica speranza della politica italiana.
Il pensiero unico ,con il quale i media televisivi e la
grande stampa, indottrinano gli italiani vuole annientare il peso politico dei
5Stelle, o ignorando sistematicamente le sue iniziative, o sbeffeggiando
sistematicamente i suoi parlamentari , o usando le proprie migliori penne per
analizzare i presunti errori fatali di questo movimento.
Su questa linea ,pochi giorni fa, il Corrierone ha dedicato un
articolo di approfondimento per illustrare il presunto anti- modernismo
ideologico ,del quale soffrirebbe il 5 Stelle.
L'articolo in questione era di Daniele Manca e partiva
stigmatizzando il fatto che l'Italia, a differenza degli altri paesi di grande
civiltà è pervasa tutt'ora largamente da
una cultura, che nutre un istintivo
pregiudizio e una altrettanto irrazionale diffidenza ,nei confronti della
scienza e del progresso, cioè in poche parole, della modernità.
L'articolista poi , in qualche modo, svicolava da quella
premessa allargando il discorso all' anti- industrialismo, osservando, che oggi
,in Italia, dietro a qualsiasi iniziativa diretta a costruire opere di un certo
respiro, la gente oppone subito il sospetto ,che queste nascondano trame corruttive
e che in realtà non abbiano alcuna utilità per il bene pubblico.
Ma procedendo con questa logica, sosteneva l'articolista, si
finisce per bloccare lo sviluppo economico del paese, facendo uscire l' Italia
dai paesi di un qualche interesse per l'economia mondiale, prova ne sia il
fatto che gli investimenti stranieri in Italia sono fra i più bassi dell'area
europea.
E fin qui non si può che concordare con l'esposizione di un
problema reale, che esiste e che costituisce in effetti uno dei punti di
debolezza e di inferiorità del nostro paese.
Ma se il discorso va bene, non va bene applicarlo all'Expo di Milano 2015 ed alle critiche che
il Mov. 5 Stelle sta facendo montare contro alla sua realizzazione, come fa
invece l'articolista, che evidentemente, aveva lo scopo dichiarato di esaltare
l'Expo, difendendola dall'attacco dei presunti anti- modernisti.
Ora, che la magistratura, come sempre, ha preceduto e
sostituito la politica, che non si accorge mai di niente, mettendo sotto accusa
tutto l' apparato degli affari logistico- immobiliari dell'era Formigoni, i
dubbi della gente sull'Expo appaiono forse un po' più fondati e un po' meno
anti- modernisti.
Una politica corrotta e da decenni incapace di comunicare con
la gente, non ha praticamente mai saputo spiegare cos'era l'Expo ed a che cosa
serviva.
L'unica cosa che la gente ha capito è che si trattava di una
specie di olimpiadi ,senza nemmeno gli atleti, per celebrare la quale, si
sarebbero allestite aree ed edifici, che passato l'evento, sarebbero stati
destinati alle ortiche, ma che ,intanto, avrebbero dovuto far girare un fiume
di danari.
Danari ,come sempre, vaganti nella nebbia padana, anche
perché nessuno ha ancora capito da dove verranno, se verranno, questi danari,
ma è indubbio che di soldi ne stiano già circolando parecchi , se la magistratura ha dovuto occuparsi di tangenti e di infiltrazioni dranghetiste o
mafiose, in appalti connessi all'Expo.
Ora, finito il movimento dei Verdi nella più completa
irrilevanza, in Italia, l'unica forza politica consistente, di comprovata
tradizione a favore della difesa dell'ambiente e contro la cementificazione
speculativa e senza alcuna utilità per il bene comune, è quella ispirata da
Grillo, che queste battaglie ha portato avanti da decenni, molto prima di entrare
in politica.
Diavolo, almeno questo merito, l'articolista, per obiettività
,avrebbe dovuto riconoscerlo a Grillo ed ai Grillini.
Vanno benissimo il Fai, la sempre battagliera Contessa
Crespi, eccetera, eccetera, ma se non ci fossero i Grillini ,con la loro
cospicua forza parlamentare , questi politici delle grandi intese si
venderebbero il Colosseo e costruirebbero anche sui fiumi, dopo avere ridotto
in modo abnorme le aree agricole.
Ma sarebbe riduttivo parlare dei 5 Stelle solo come i quasi
unici difensori dell'ambiente ,che sono rimasti, perché il discorso dei
Grillini, se pure saldamente fondato sulla tradizione ambientalista, si allarga
a quello di una economia che va ripensata.
E questa è quello che i poteri forti dell' economia e della
finanza temono come la peste.
Si può dire di tutto,
ma guai a parlar male del sistema capitalistico, così come è oggi o delle
presunte virtù salvifiche e autoregolantesi del mercato.
Se poi, a mettere in discussione queste istituzioni ,
equiparate ai clericali “principi non negoziabili” ,sono forze politiche, che
,come i Grillini, col comunismo o col
socialismo non hanno chiaramente nulla da spartire, per i difensori dell'esistente si accende l'allarme rosso e allora qualche
penna di prestigio, deve pur compiacere gli azionisti del Corriere e di
Repubblica.
Il discorso dei Grillini si allarga dalla difesa
dell'ambiente alla politica dell'energia ,nel senso di chiedere un superamento
totale in prospettiva della dipendenza dai combustibili fossili e non
rinnovabili.
Come si vede ,dietro a questi discorsi, non c'è solo la
filosofia dell'ecologismo e della salvaguardia della terra, bene di tutti, ma
c'è una vicinanza alle filosofie ed alle dottrine sociali ,come la cattolica,
che invitano a ripensare questo capitalismo finanziario, fondato sul
consumismo, volto come si sa, a precedere e fabbricare i desideri dei
consumatori, creandone di sempre più fittizi e spingendo la gente a credere nel
dogma o nel mito fasullo della crescita senza fine, come se le risorse non
fossero finite per definizione.
Che la si chiami invito alla sobrietà, moderazione, frugalità
o quello che si vuole, il concetto è questo.
Ma se qualcuno lo porta avanti, partono subito gli strali
contro gli anti-modernisti, o i lazzi contro la politica del favorire le merci
a kilometro zero, dello slow food eccetera, che mirano a difendere le
produzioni agricole o artigianali locali o le biodiversità dei prodotti locali,
come se tutte queste politiche fossero fossero in invito al ritorno al Medioevo
e non a costruirsi una vita più a misura d'uomo.
Sai possono fare questi discorsi, essendo animati da spirito
evangelico , come sta ricominciando a fare la chiesa cattolica guidata da papa
Francesco, o ispirati dalle filosofie orientali, da sempre attaccate al culto
della madre terra, o semplicemente ispirati alle filosofie laiche ,che
difendono il pensiero critico e la ricerca scientifica, che da tempo mette in
guardia contro lo sfruttamento scriteriato delle risorse e le sue deleterie
conseguenze sull'ambiente e di conseguenza sulla qualità della vita.
Ci sono diverse ispirazioni ed è bene che ci sia questa
diversità, perché questo serve a prevenire che queste idee cadano nel
dogmatismo o nel fondamentalismo o realmente nell'anti- modernismo.
Nessuno vuol tornare al Medioevo o alle distorsioni del
comunismo reale, o al pauperismo, che viene imputato sprezzantemente alla nuova
linea di Papa Francesco.
E' ora però che la gente cominci a ragionare sul fatto che
l'autogoverno è un concetto che appartiene non solo alla politica, dove si
chiama democrazia, ma anche all'economia e che di conseguenza la gente medesima
sarebbe ora che cominci a rivendicare il suo diritto- dovere di
autodeterminarsi anche nella costruzione di un sistema economico più adeguato.
Veniamo al dunque : è dimostrato che questo sistema economico
esistente ha anche consentito nel medio- lungo periodo a
masse sempre maggiori ,di uscire da una vita miserabile ed ha aumentato la
ricchezza non solo globale, ma anche dei singoli.
Ma è altrettanto assodato ,che il medesimo sistema economico
produce una forbice di disuguaglianze che si allarga costantemente, in modo che
i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, in
proporzione, anche se quelli che muoiono di fame ,sono globalmente sempre di
meno.
Questa situazione non può durare, perché l'aumento delle
disuguaglianze porta diritto a far saltare il patto sociale ed a creare sempre
maggiore instabilità politica.
Nessuno dovrebbe più credere al dogma del mercato come
divinità cieca, capace automaticamente di distribuire ricchezza, perché non è
vero, che i più ricchi, arricchendosi ulteriormente, contribuiscono
automaticamente col loro incremento di ricchezza, ad aumentare le condizioni
dei più poveri.
Le cifre testimoniano il contrario, la società non può
tollerare l'aumentare delle disuguaglianze senza sfasciarsi.
La difesa dei privilegiati si è sempre espressa nel presunto
assioma, che sembra così di buon senso, ma non lo è, secondo al quale non si
può dividere e distribuire ricchezza, se prima non la si crea.
Questo è in larga parte un inganno ed è precisamente su
quest'inganno che è fondata la presente politica dell'austerità.
In base a questa politica ad esempio in Grecia i conti stanno
tornando a posto.
Benissimo, ma chi se ne giova ?
La società o i banchieri e in genere i ricchi e i
privilegiati ,che vedono così salvaguardati i loro crediti, che coi conti a
posto avranno la garanzia di essere pagati fino all'ultimo centesimo coi dovuti
interessi (che in Grecia sono elevatissimi).
Ma che se ne fa la gente comune e la classe media della salvaguardia dei crediti
di banchieri e ricchi se deve pagare questa garanzia con una disoccupazione
crescente oggi oltre il 30% ?
Che se ne fa della salvaguardia dei crediti dei ricchi se la
deve pagare con riduzioni di stipendi, pensioni e servizi dello stato sociale?
Non sarebbe stato più sensato dichiarare il fallimento dello
stato greco, chiamandone a rispondere la classe politica ,che l'aveva provocato
e ricominciare da principio?
Tutte queste cose Grillo le dice e le ripete sul suo blog,
come le dicono i suoi parlamentari.
Capisco che ipotizzare una coppia ideale Papa Bergoglio –
Beppe Grillo sia un poco scioccante, ma la cosa nella sostanza è parecchio più
solida, di quello che può apparire in superficie.
Bergoglio e Grillo vogliono cambiare le cose realmente, gli altri no.