Hanno detto di lui:
Frivolo, superficiale, esuberante, incosciente, coraggioso,
fa sognare, pasticcione dinamico, il messaggio è lui stesso, grande venditore,
dilettante allo sbaraglio, incompetente , vanaglorioso, supponente, borioso,
tracotante, bombarolo fanfarone, decisionista arrogante, rappresentante delle lobbies, il rottamatore
che sdogana Berlusconi, tutto fumo e niente arrosto come al solito, c’è chi lo
paragona a Wanna Marchi con l’hashtag
#matteodonascimento,
tele-imbonitore, semplificatore, uomo dalla narrazione manichea il bene
è solo lui, riuscito come rottamatore di
“comunisti”, questo è peggio di Berlusconi, crede di essere Mandrake ma il
risveglio sarà amaro.
Della sua fantasmagorica conferenza stampa di mercoledì 12
marzo hanno detto:
Libro dei sogni, politica degli annunci, finanza creativa,
sembra il “contratto con gli italiani” di Berlusconi nel 2001 scritto sulla
lavagnetta a “porta a porta” di Bruno Vespa, solo recitato in modo più moderno
con gli slides (diapositive e lucidi) al posto della lavagna; sembrava uno spot
della Lidl; volantino del discount; logica da oratorio salesiano educare spiegando
è meglio che imporre; dalle “cene eleganti” all’Happy hour (spuntino da bar); parlare semplice e puntare al “prodotto
civetta”; invenzioni inverosimili ma chi
crede di prendere in giro; tutto esagerato; clima da meetng aziendale vecchio
stile.
Dal fiume di commenti scritti in questi giorni su
Renzi è ben visibile lo sconcerto, che ha suscitato.
Sembra che in fondo nessuno lo voglia giudicare, perché
nessuno ha la sensazione di aver capito chi è Renzi e cosa voglia realmente.
E’ la stessa reazione che ho avuto io quando ho
ascoltato il suo comizio nel suo giro per l’Italia col camper per le primarie
che poi aveva vinto Bersani.
Si capiva che la comunicazione era del tutto
nuova.
Si capiva che il ragazzo era il maschio Alfa, che
mancava alla mandria della politica italiana, per sostituire un
Berlusconi, diventato troppo vecchio per
sostenere ancora quel ruolo.
Il suo uso fin troppo accentuato delle nuove tecnologie dava a vedere che ci si
trovava di fronte realmente ad una nuova specie di politico, che con lui ci
sarebbe stata veramente una cesura
rispetto alle logore liturgie della vecchia politica.
In quella sua campagna elettorale il continuo
riferimento ad Obama, dava a vedere che il ragazzo aveva posto l’asticella
della politica ad un livello nettamente più alto di quello abituale.
Anche per chi
non aveva il master nella oggi gettonatissima scienza della comunicazione era evidente
quanto fosse nuovo il “format” delle sue esibizioni, studiate e preparate bene
in ogni particolare :
la narrazione diretta e semplice, ma non banale,
il ricorso costante all’assistenza degli slides per confermare il discorso con
grafici e dati, brevi filmati per alleggerire l’atmosfera.
Il tutto per fare passare innanzitutto questo
messaggio : io sono una nuova razza di politico , mi sono preparato alla
bisogna e so bene come vendere questo prodotto nuovo sul mercato della politica
e della comunicazione.
Già allora era chiaro che il ragazzo si ispirava
chiaramente e direttamente al “grande comunicatore” per antonomasia, che aveva
occupato il ventennio precedente, con l’ambizione
di sostituirlo in modo più credibile e moderno.
E questo veniva percepito come il suo massimo pregio, ma anche come il suo limite, perché, coloro che avevano sempre avuto il più cordiale disprezzo
per il berlusconismo, e non erano pochi, rimanevano molto, ma molto perplessi
per quelle evidenti similitudini e vicinanze.
Immaginiamoci oggi, quando il grande comunicatore
è diventato ufficialmente un pregiudicato per evasione fiscale, in attesa di
assegnazione della pena.
Oggi, con Renzi in sella e lanciato al galoppo, la
situazione di fondo sembra dare le stesse sensazioni.
A favore di Renzi c’è la percezione, che il nuovo
che questo ragazzo vuole esprimere, sia comunque una cesura col passato e che
quindi sia autentico.
Vuole essere il nuovo ,vuole apparire come
decisionista , vuole correre fuori dalla palude.
Se lo si giudicasse solo per queste evidenti
aspirazioni, dovrebbe riscuotere il pieno sostegno, di chi non ne poteva più
dell’eterno impasse della politica italiana.
Il problemino però è che non basta volere per
essere.
Volere veramente il rinnovamento è l’indispensabile
primo passo.
Poi però ci vogliono i fatti.
Per fare i fatti ci vorrebbe una maggioranza coesa
e convinta ,disposta a battersi per un sogno di ideali alti, da tradursi in un
programma chiaro e coerente, indirizzato alla realizzazione del bene comune.
Purtroppo, siamo talmente lontani da questi
obiettivi, che mentre li mettevo per iscritto, mi veniva da
ridere, se pure contro voglia.
Se si guarda alla situazione con fredda ragione, diciamolo
pure chiaramente, Renzi è fregato, non ha scampo.
Ma noi, come italiani, messi male come siamo, non
abbiamo al momento alcun interesse a che anche Renzi fallisca, dopo il sobrio
luminare Monti e il soporifero ultimo rampollo della dinastia democristiana
Letta.
In lizza, con la reale facoltà di giocarsi la
partita, mi sembra che siano solamente in due : Renzi e Grillo.
Le prossime europee, con relativa campagna
elettorale, sembrano fatte apposta per favorire Grillo, perché la gente è
esasperata da un Europa declinata, come è stata declinata fino ad oggi.
Renzi, (che, pare sia stato definito, come del tutto impreparato in
politica estera, proprio da colei, che lui poi avrebbe imposto come ministro
degli esteri, qualche mese fa, quando nemmeno si poteva sognare il ministero)
dovrà giocarsi quindi la sua partita più importante a Bruxelles, come se le
partite in casa fossero uno scherzo.
Se ci riuscisse dovrebbe essere un fenomeno.
A noi converrebbe che ci riuscisse, anche se non
vedo proprio come possa farcela.
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