venerdì 14 marzo 2014

Questo Renzi sempre più sconcertante





Hanno detto di lui:
Frivolo, superficiale, esuberante, incosciente, coraggioso, fa sognare, pasticcione dinamico, il messaggio è lui stesso, grande venditore, dilettante allo sbaraglio, incompetente , vanaglorioso, supponente, borioso, tracotante, bombarolo fanfarone, decisionista arrogante,  rappresentante delle lobbies, il rottamatore che sdogana Berlusconi, tutto fumo e niente arrosto come al solito, c’è chi lo paragona a Wanna Marchi con l’hashtag  #matteodonascimento,  tele-imbonitore, semplificatore, uomo dalla narrazione manichea il bene è solo lui, riuscito come  rottamatore di “comunisti”, questo è peggio di Berlusconi, crede di essere Mandrake ma il risveglio sarà amaro.
Della sua fantasmagorica conferenza stampa di mercoledì 12 marzo hanno detto:
Libro dei sogni, politica degli annunci, finanza creativa, sembra il “contratto con gli italiani” di Berlusconi nel 2001 scritto sulla lavagnetta a “porta a porta” di Bruno Vespa, solo recitato in modo più moderno con gli slides (diapositive e lucidi) al posto della lavagna; sembrava uno spot della Lidl; volantino del discount; logica da oratorio salesiano educare spiegando è meglio che imporre; dalle “cene eleganti” all’Happy hour (spuntino da bar);  parlare semplice e puntare al “prodotto civetta”;  invenzioni inverosimili ma chi crede di prendere in giro; tutto esagerato; clima da meetng aziendale vecchio stile.
Dal fiume di commenti scritti in questi giorni su Renzi è ben visibile lo sconcerto, che ha suscitato.
Sembra che in fondo nessuno lo voglia giudicare, perché nessuno ha la sensazione di aver capito chi è Renzi e cosa voglia realmente.
E’ la stessa reazione che ho avuto io quando ho ascoltato il suo comizio nel suo giro per l’Italia col camper per le primarie che poi aveva vinto Bersani.
Si capiva che la comunicazione era del tutto nuova.
Si capiva che il ragazzo era il maschio Alfa, che mancava alla mandria della politica italiana, per sostituire   un Berlusconi, diventato  troppo vecchio per sostenere ancora quel ruolo.
Il suo uso fin troppo accentuato  delle nuove tecnologie dava a vedere che ci si trovava di fronte realmente ad una nuova specie di politico, che con lui ci sarebbe stata veramente  una cesura rispetto alle logore liturgie della vecchia politica.
In quella sua campagna elettorale il continuo riferimento ad Obama, dava a vedere che il ragazzo aveva posto l’asticella della politica ad un livello nettamente più alto di quello abituale.
Anche per chi  non aveva il master nella oggi gettonatissima  scienza della comunicazione era evidente quanto fosse nuovo il “format” delle sue esibizioni, studiate e preparate bene in ogni particolare :
la narrazione diretta e semplice, ma non banale, il ricorso costante all’assistenza degli slides per confermare il discorso con grafici e dati, brevi filmati per alleggerire l’atmosfera.
Il tutto per fare passare innanzitutto questo messaggio : io sono una nuova razza di politico , mi sono preparato alla bisogna e so bene come vendere questo prodotto nuovo sul mercato della politica e della comunicazione.
Già allora era chiaro che il ragazzo si ispirava chiaramente e direttamente al “grande comunicatore” per antonomasia, che aveva occupato il ventennio precedente,  con l’ambizione di sostituirlo in modo più credibile e moderno.
E questo veniva percepito come  il suo massimo pregio, ma anche come  il suo limite, perché, coloro che  avevano sempre avuto il più cordiale disprezzo per il berlusconismo, e non erano pochi, rimanevano molto, ma molto perplessi per quelle evidenti similitudini e vicinanze.
Immaginiamoci oggi, quando il grande comunicatore è diventato ufficialmente un pregiudicato per evasione fiscale, in attesa di assegnazione della pena.
Oggi, con Renzi in sella e lanciato al galoppo, la situazione di fondo sembra dare le stesse sensazioni.
A favore di Renzi c’è la percezione, che il nuovo che questo ragazzo vuole esprimere, sia comunque una cesura col passato e che quindi sia autentico.
Vuole essere il nuovo ,vuole apparire come decisionista , vuole correre fuori dalla palude.
Se lo si giudicasse solo per queste evidenti aspirazioni, dovrebbe riscuotere il pieno sostegno, di chi non ne poteva più dell’eterno impasse della politica italiana.
Il problemino però è che non basta volere per essere.
Volere veramente il rinnovamento è l’indispensabile primo passo.
Poi però ci vogliono i fatti.
Per fare i fatti ci vorrebbe una maggioranza coesa e convinta ,disposta a battersi per un sogno di ideali alti, da tradursi in un programma chiaro e coerente, indirizzato alla realizzazione del bene comune.
Purtroppo, siamo talmente lontani da questi obiettivi, che mentre li mettevo per iscritto,  mi veniva   da ridere, se pure contro voglia.
Se si guarda alla situazione con fredda ragione, diciamolo pure chiaramente, Renzi è fregato, non ha scampo.
Ma noi, come italiani, messi male come siamo, non abbiamo al momento alcun interesse a che anche Renzi fallisca, dopo il sobrio luminare Monti e il soporifero ultimo rampollo della dinastia democristiana Letta.
In lizza, con la reale facoltà di giocarsi la partita, mi sembra che siano solamente in due : Renzi e Grillo.
Le prossime europee, con relativa campagna elettorale, sembrano fatte apposta per favorire Grillo, perché la gente è esasperata da un Europa declinata, come è stata declinata fino ad oggi.
Renzi, (che, pare sia stato  definito, come del tutto impreparato in politica estera, proprio da colei, che lui poi avrebbe imposto come ministro degli esteri, qualche mese fa, quando nemmeno si poteva sognare il ministero) dovrà giocarsi quindi la sua partita più importante a Bruxelles, come se le partite in casa fossero uno scherzo.
Se ci riuscisse dovrebbe essere un fenomeno.
A noi converrebbe che ci riuscisse, anche se non vedo proprio come possa farcela.




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