venerdì 22 maggio 2015

I politici non hanno la minima idea di come affrontare il problema dei migranti



Chiudiamo le frontiere.
Questa è di fatto l’unica proposta di senso compiuto che una forza politica (la Lega) avanza.
Fratelli d’Italia, Forza Italia e il resto della destra con probabilmente anche una parte dei 5Stelle, hanno posizioni ambigue, ma in sostanza molto vicine a quella drastica della Lega.
Gli altri balbettano proposte confuse, dimostrando solo di non avere elaborato alcuna soluzione seria e compiuta.
Tutti sanno che la gran parte degli italiani, lungi da essere quei buonisti , animati da elevati ideali evangelici, che esistono solo nella fantasia, non hanno affatto un atteggiamento positivo ed aperto nei confronti degli immigrati e ne farebbero volentieri a meno.
Questo almeno è quello che emerge da tempo dai sondaggi di opinione in proposito.
Non stupisce quindi che i partiti più abituati a solleticare le scelte politiche “di pancia” o populiste, siano impegnati, almeno a parole, ad ostacolare il flusso dei migranti, che con la stagione estiva rischia di diventare di proporzioni ingestibili.
Non stupisce pure il fatto che le medesime forze politiche, diciamo “anti- immigrati”, siano le medesime che si proclamano anti Euro o perlomeno Euro scettiche.
E questo perché c’è un problemino che molti esponenti politici di destra fanno finta di non vedere, e che consiste nel fatto che quei medesimi politici oggi anti- euro , euro-scettici ed anti- immigrati, ieri, quando erano al governo con Berlusconi, avevano sottoscritto trattati capestro proprio in materia di immigrazione come il regolamento di Dublino, che impone al paese che accoglie lo sbarco di “richiedenti asilo” di tenerseli, puramente e semplicemente.
C’è poi il vincolo della Convenzione di Ginevra del 1951 che definisce il diritto di chiunque di emigrare e chiedere che gli sia riconosciuto lo status di richiedente asilo, se proviene da un paese nel quale i diritti umani non sono anche parzialmente riconosciuti e il medesimo soggetto può dimostrare di avere subito discriminazioni.
Quindi ,in poche parole, chi proviene da un paese retto da una dittatura o in guerra può emigrare e chiedere asilo.
E va bene quanto stabilito dalla Convenzione di Ginevra, costituendo di fatto niente di più che una specificazione dei diritti umani.
Va bene cioè che sia riconosciuto il diritto per chi si trova discriminato o sottoposto a violazioni dei suoi sacrosanti diritti umani ad emigrare liberamente nel resto del mondo.
Non va invece affatto bene quanto stabilito in sede Unione Europea a Dublino, che accolla al paese ricevente l’onere di tenersi i richiedenti asilo, perché questo penalizza in modo folle l’Italia, che a causa della sua posizione geografica costituisce di fatto la porta di ingresso dell’Unione Europea.
La Spagna, senza dare nell’occhio, di fatto ha praticamente chiuso le frontiere con ostacoli fisici a Gibilterra e nelle sue enclaves di Ceuta e Melilla, sulla costa Marocchina.
La Grecia, nelle condizioni in cui versa non viene certo biasimata se non riceve un gran che, Malta e Cipro, sono troppo piccole per incidere sul problema e la Francia ha coste troppo lontane dal Nord Africa per essere cercata dai migranti.
Recentissimamente, la Francia, il paese che vanta l’eredità culturale dei diritti umani, elaborati dalla rivoluzione del 1789, ha per la prima volta, prima per bocca del primo Ministro Valls , poi confermata dal presidente Hollande, fatto esplicitamente una distinzione fra migranti per ragioni economiche e migranti richiedenti asilo, facendo capire che il loro paese tende ad orientarsi verso il respingimento almeno di una parte dei migranti per sole ragioni economiche.
La Germania ,come al solito, ha già fatto abbondantemente la sua parte, ospitando il maggior numero di migranti e quindi non può certo essere biasimata di nicchiare sulle quote.
I sordi della situazione sono i paesi dell’Est e parte dei nordici.
E’ anche vero che un trattato internazionale è simile a un contratto, soggetto, come tutti i contratti a modifiche, ma in questo caso stiamo parlando non di due contraenti ma di 27 contraenti, e quindi modificare il regolamento di Dublino non sarà uno scherzo.
La verità è che siamo in un bel pasticcio.
Se poi aggiungiamo il fatto che proposte serie e articolate per affrontare il problema dalle forze politiche non escono proprio, salvo il “chiudiamo le frontiere” della Lega, che finge di ignorare le ritorsioni devastanti che gli stati nostri partners, ci scaglierebbero contro se lo facessimo, e che quindi è una pura presa per i fondelli dei suoi elettori, perché assolutamente impraticabile.
Ma ancora peggio è dover rilevare che i singoli esponenti politici, sembrano ignorare del tutto i dati di fatto.
E un dato di fatto pesante come un macigno è il fatto secondo il quale, oltre la metà dei migranti tutt’ora non sono affatto identificati e quindi potrebbero essere chiunque, compresi i peggiori terroristi.
E qui non si capisce fin dove c’entri l’ignoranza e l’impreparazione, di questa classe politica, e dove cominci invece l’atavica furbizia italica forse usata a ragion veduta da qualcuno, per far finta di non sapere e di non vedere, lasciando che buona parte degli ospiti dei centri di accoglienza- detenzione- identificazione, se ne vada dove gli pare (Germania e Nord Europa), senza essere identificati.
Se uno si rifiuta di porgere il ditino sullo scanner per rilevare le impronte digitali, lo può fare e quindi lo fa, punto e basta.
Se è verosimilmente vero che i terroristi non arrivano nei barconi, mischiati agli altri, lo è solo perché la tattica attuale del califfato non contempla per ora tali infiltrazioni, essendo altre le loro priorità.
Ma che il sistema in vigore permetterebbe l’ingresso in Europa di decine o centinaia di terroristi camuffati è altrettanto del tutto evidente.
Se poi si tiene conto della situazione di caos assoluto presente in Libia, il quadro già fosco, diventa veramente preoccupante.
Occorrerebbe una qualche politica.
Ma per elaborare una qualche politica, occorrerebbe una classe politica almeno un po’ informata e capace di farsi venire una qualche idea.
E’ qualche decennio che manca proprio questo : un po’ di idee nuove per affrontare i tempi nuovi.

Speriamo bene.

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