Chiudiamo le frontiere.
Questa è di fatto l’unica proposta
di senso compiuto che una forza politica (la Lega) avanza.
Fratelli d’Italia, Forza Italia e il
resto della destra con probabilmente anche una parte dei 5Stelle,
hanno posizioni ambigue, ma in sostanza molto vicine a quella
drastica della Lega.
Gli altri balbettano proposte confuse,
dimostrando solo di non avere elaborato alcuna soluzione seria e
compiuta.
Tutti sanno che la gran parte degli
italiani, lungi da essere quei buonisti , animati da elevati ideali
evangelici, che esistono solo nella fantasia, non hanno affatto un
atteggiamento positivo ed aperto nei confronti degli immigrati e ne
farebbero volentieri a meno.
Questo almeno è quello che emerge da
tempo dai sondaggi di opinione in proposito.
Non stupisce quindi che i partiti più
abituati a solleticare le scelte politiche “di pancia” o
populiste, siano impegnati, almeno a parole, ad ostacolare il flusso
dei migranti, che con la stagione estiva rischia di diventare di
proporzioni ingestibili.
Non stupisce pure il fatto che le
medesime forze politiche, diciamo “anti- immigrati”, siano le
medesime che si proclamano anti Euro o perlomeno Euro scettiche.
E questo perché c’è un problemino
che molti esponenti politici di destra fanno finta di non vedere, e
che consiste nel fatto che quei medesimi politici oggi anti- euro ,
euro-scettici ed anti- immigrati, ieri, quando erano al governo con
Berlusconi, avevano sottoscritto trattati capestro proprio in materia
di immigrazione come il regolamento di Dublino, che impone al paese
che accoglie lo sbarco di “richiedenti asilo” di tenerseli,
puramente e semplicemente.
C’è poi il vincolo della Convenzione
di Ginevra del 1951 che definisce il diritto di chiunque di emigrare
e chiedere che gli sia riconosciuto lo status di richiedente asilo,
se proviene da un paese nel quale i diritti umani non sono anche
parzialmente riconosciuti e il medesimo soggetto può dimostrare di
avere subito discriminazioni.
Quindi ,in poche parole, chi proviene
da un paese retto da una dittatura o in guerra può emigrare e
chiedere asilo.
E va bene quanto stabilito dalla
Convenzione di Ginevra, costituendo di fatto niente di più che una
specificazione dei diritti umani.
Va bene cioè che sia riconosciuto il
diritto per chi si trova discriminato o sottoposto a violazioni dei
suoi sacrosanti diritti umani ad emigrare liberamente nel resto del
mondo.
Non va invece affatto bene quanto
stabilito in sede Unione Europea a Dublino, che accolla al paese
ricevente l’onere di tenersi i richiedenti asilo, perché questo
penalizza in modo folle l’Italia, che a causa della sua posizione
geografica costituisce di fatto la porta di ingresso dell’Unione
Europea.
La Spagna, senza dare nell’occhio, di
fatto ha praticamente chiuso le frontiere con ostacoli fisici a
Gibilterra e nelle sue enclaves di Ceuta e Melilla, sulla costa
Marocchina.
La Grecia, nelle condizioni in cui
versa non viene certo biasimata se non riceve un gran che, Malta e
Cipro, sono troppo piccole per incidere sul problema e la Francia ha
coste troppo lontane dal Nord Africa per essere cercata dai migranti.
Recentissimamente, la Francia, il paese
che vanta l’eredità culturale dei diritti umani, elaborati dalla
rivoluzione del 1789, ha per la prima volta, prima per bocca del
primo Ministro Valls , poi confermata dal presidente Hollande, fatto
esplicitamente una distinzione fra migranti per ragioni economiche e
migranti richiedenti asilo, facendo capire che il loro paese tende ad
orientarsi verso il respingimento almeno di una parte dei migranti
per sole ragioni economiche.
La Germania ,come al solito, ha già
fatto abbondantemente la sua parte, ospitando il maggior numero di
migranti e quindi non può certo essere biasimata di nicchiare sulle
quote.
I sordi della situazione sono i paesi
dell’Est e parte dei nordici.
E’ anche vero che un trattato
internazionale è simile a un contratto, soggetto, come tutti i
contratti a modifiche, ma in questo caso stiamo parlando non di due
contraenti ma di 27 contraenti, e quindi modificare il regolamento di
Dublino non sarà uno scherzo.
La verità è che siamo in un bel
pasticcio.
Se poi aggiungiamo il fatto che
proposte serie e articolate per affrontare il problema dalle forze
politiche non escono proprio, salvo il “chiudiamo le frontiere”
della Lega, che finge di ignorare le ritorsioni devastanti che gli
stati nostri partners, ci scaglierebbero contro se lo facessimo, e
che quindi è una pura presa per i fondelli dei suoi elettori, perché
assolutamente impraticabile.
Ma ancora peggio è dover rilevare che
i singoli esponenti politici, sembrano ignorare del tutto i dati di
fatto.
E un dato di fatto pesante come un
macigno è il fatto secondo il quale, oltre la metà dei migranti
tutt’ora non sono affatto identificati e quindi potrebbero essere
chiunque, compresi i peggiori terroristi.
E qui non si capisce fin dove c’entri
l’ignoranza e l’impreparazione, di questa classe politica, e dove
cominci invece l’atavica furbizia italica forse usata a ragion
veduta da qualcuno, per far finta di non sapere e di non vedere,
lasciando che buona parte degli ospiti dei centri di accoglienza-
detenzione- identificazione, se ne vada dove gli pare (Germania e
Nord Europa), senza essere identificati.
Se uno si rifiuta di porgere il ditino
sullo scanner per rilevare le impronte digitali, lo può fare e
quindi lo fa, punto e basta.
Se è verosimilmente vero che i
terroristi non arrivano nei barconi, mischiati agli altri, lo è solo
perché la tattica attuale del califfato non contempla per ora tali
infiltrazioni, essendo altre le loro priorità.
Ma che il sistema in vigore
permetterebbe l’ingresso in Europa di decine o centinaia di
terroristi camuffati è altrettanto del tutto evidente.
Se poi si tiene conto della situazione
di caos assoluto presente in Libia, il quadro già fosco, diventa
veramente preoccupante.
Occorrerebbe una qualche politica.
Ma per elaborare una qualche politica,
occorrerebbe una classe politica almeno un po’ informata e capace
di farsi venire una qualche idea.
E’ qualche decennio che manca proprio
questo : un po’ di idee nuove per affrontare i tempi nuovi.
Speriamo bene.
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