Visto che si parla
del Vaticano è appropriato ricorrere a una espressione latina presa
dalle reminiscenze scolastiche : attenzione alla “consecutio
temporum”.
Prima hanno
cominciato a lanciare contro la crescente popolarità del nuovo Papa
l'accusa di “populista a buon mercato”.
Poi hanno cominciato
a sperimentare forme di “resistenza passiva” : lasciamolo
parlare, così la gente si accorgerà ben presto che sa solo parlare
bene, ma che non combina nulla.
Poi si sono accorti
che man mano che il tempo passava la partita era tutta nelle loro
mani perché dalla loro erano i numeri, nel senso che gli apparati
centrali di curia e delle conferenze episcopali erano in larga
maggioranza con loro.
Poi ancora si
accorsero di recente che addirittura perfino la periferia, cioè
nelle singole parrocchie, i parroci, nei pochi casi nei quali si
impegnavano a mettere in pratica le esortazioni del Papa ad
accogliere i migranti almeno per venire incontro alle emergenze più
immediate, i pii fedeli più assidui erano i primi a ragionare alla
“leghista” : il parroco prima pensi a noi e poi agli altri.
Lo si era segnalato
proprio nell'articolo precedente del 26 ottobre scorso e prima ancora
in quello del 10 settembre.
Poi, visto che il
terreno era favorevole, sono cominciate ad arrivare le cannonate, per
sabotare al Sinodo la linea, per altro, solo timidamente aperturista
del Papa.
Ed è venuta quella
conferenza stampa col coming out omosessuale del monsignore polacco
addirittura dell'ex Sant'Uffizio proprio alla vigila del Sinodo, come
dire : ecco dove porterebbero le aperture papali, se gliele
lasciassimo fare.
Poi la bordata
micidiale della lettera di tredici autorevoli Cardinali che
contestava apertamente le procedure scelte per arrivare ad assumere
decisioni al Sinodo, sostenendo in poche parole che quelle procedure
erano fatte apposta per consentire alla minoranza degli aperturisti
di decidere in contrasto con la grande maggioranza dei contrari alle
aperture.
Poi, per chiarire le
idee anche a chi non avesse ancora capito bene sono venuti a raffica
gli articoli di Socci su Libero che riportavano veementi filippiche
antipapali.
Vi si diceva :questo
Papa non rappresenta più la Chiesa perché sta contraddicendo
elementi fondamentali della dottrina dogmatica cattolica, che sarebbe
fondata sulla Scrittura e se un papa contraddice la Scrittura, senza
averne l'autorità decade automaticamente (si era parlato delle tesi
di Socci più diffusamente nell'articolo del 14 ottobre).
Morale della favola
: la “consecutio temporum” è troppo bene organizzata per essere
casuale e invece appare sempre più che verosimile che tutto sia bene
pianificato da potenti burattinai dall'interno del Vaticano che
vogliono fare passare alla gente questo messaggio : Papa Francesco è
un buon uomo, ma è un parolaio, prigioniero di vecchie ideologie di
sinistra, che non sa combinare nulla e che di fatto non è capace di
governare, combina guai e basta.
Ed alla fine la
bordata più pesante di tutte le precedenti : i due libri :”Avarizia”
di Fittipaldi dell'Espresso e “Via Crucis” di Nuzzi, zeppi di
documenti riservati originali del Vaticano e quindi inconfutabili,
non ancora usciti in libreria quando le Guardie Svizzere sono andate
ad arrestare due delle presunte talpe, tutte e due membri della
Commissione Vaticana istituita dal Papa stesso a suo tempo per
prospettargli la situazione della gestione finanziaria del Vaticano.
Non mi trattengo sui
disgustosi casi di corruzione ad altissimo livello elencati e
documentati da questi due libri, perché i lettori sono già
informati.
Invece trovo
necessario commentare l'insensatezza logica della gestione vaticana
di questa vicenda.
Ma quando mai in un
qualunque stato moderno, dopo avere appreso di casi di corruzione
eclatanti, documentati da precisi documenti, l'autorità giudiziaria
penserebbe di arrestare chi a fornito quei documenti, che dovrebbero
servire per perseguire i corrotti e che quindi tutt'al più
andrebbero ringraziati , invece che perseguire penalmente coloro che
sono indicati come gli autori della corruzione?
Ma entriamo poi, se
pure a malincuore nelle responsabilità di questo Papa nella materia.
Purtroppo Papa
Francesco si è mosso malissimo dimostrando di capire ancora meno di
economia, di finanza e di gestione aziendale, dei suoi predecessori,
che già capivano poco e che per questa ragione erano incorsi i
clamorosi infortuni.
Paolo VI fidandosi
ciecamente di un Marcinkus, che ne ha fatte di tutti i colori.
Il presunto santo
Giovanni Paolo II ,che pur di procurare soldi a Solidarnosh lasciò
fare sempre a Marcinkus le cose più turche.
Benedetto XVI che si
tenne nella massima carica, che è quella di Segretario di Stato,
quel Cardinale Bertone, che ora i suoi amici hanno scaricato,
lasciando uscire i documenti dei quali stiamo parlando, che lo
incastrano in modo brutale.
Ma come è possibile
anche solo ipotizzare il fatto che il Vaticano sia in possesso di una
banca ,come lo IOR, quando come qualsiasi istituzione anche molto più
grossa, potrebbe e dovrebbe avvalersi per usufruire dei servizi
finanziari di una qualunque grossa banca italiana o internazionale?
Fatto il primo
madornale errore che è quello strategico di non lavorare per la
chiusura dello Ior, ma solo per una sua ristrutturazione, perchè mai
il Papa ha nominato una commissione interna (alla quale appartenevano
i due arrestati, il che solo dimostra l'ulteriore errore compiuto
scegliendo persone inaffidabili) per riferirgli sulla situazione
esistente invece di fare quello che avrebbe fatto qualsiasi
governante nel mondo moderno.
Cioè ricorrere
esclusivamente ad uno qualunque degli istituti internazionali di
consulenza per farsi analizzare i bilanci da personale competente al
massimo livello per riferire solo a lui?
Invece ha fatto la
pasticciata, evidentemente preparatagli dai medesimi burattinai di
oggi, di nominare una specie di amministratore delegato con
qualifiche nelle grandi banche di affari, come foglia di fico, ma
all'interno di una struttura con alti prelati esattamente come prima.
Se questo Papa
continua a predicare bene, ma poi non sa proprio incidere nel marcio
della gestione economico- finanziaria-aziendale, è destinato a
finire malamente.
Sta dimostrando di
non avere una vera strategia in queste materie.
Non basta proprio
dire che i preti dovrebbero uscire dalle proprie parrocchie.
Non basta proprio
che lui vesta i vecchi calzonacci neri con annesse vecchie scarpacce
nere e porti una modestissima croce pastorale di metallo ed abiti in
50 metri quadri, se gli altri, quasi tutti gli altri, che sarebbero
in teoria suoi sottoposti annegano in un lusso sfrenato, che cercano
solo di ostentare, ma non sempre, il meno possibile.
O è in grado di
imporre una linea di serietà nella vita dei prelati e dei preti,
come in parte era riuscito a fare perfino il Concilio di Trento, in
pieno Rinascimento delle Signorie, o la sua predicazione perde
completamente di credibilità, esattamente come vogliono far rilevare
i burattinai del Vaticano, aiutati nella loro opera distruttiva dagli
errori dello stesso Papa Francesco.
E' un errore
madornale arrestare i presunti corvi, che però operano comunque al
di la delle loro intenzioni a favore di una nuova trasparenza, e
dimostrare di non avere il coraggio di arrestare i corrotti.
Non serve, lo
ripeto, dire ai parroci che bisogna aprire le porte e uscire dalle
parrocchie, se non comincia lui, il Papa ad aprire le porte
pubblicando i bilanci del Vaticano, tanto per cominciare.
Sinceramente se
continua ad andare a sbattere a destra e a sinistra senza avere una
strategia precisa ed efficace in materia, credo che sia destinato a
dare ragione ai suoi oppositori.
Mi fanno più
tenerezza che rabbia i giornalisti di Avvenire che hanno accolto i
due libri in questione come un “attacco alla Chiesa”.
Se Papa Francesco si
trova schierati come suoi difensori in completa buona fede, gente che
straparla in questo modo, povero lui.
Capisco benissimo
che ad Avvenire reagiscono in modo così irrazionale perché
vogliono esternare il fatto che dietro a quei libri in realtà ci
sono i burattinai del Vaticano che stanno cercando di scaricare Papa
Bergoglio, anche se ritengono di non poterlo dire se non in modo così
contorto.
Il problema è che
così sragionando non aiutano nessuno ed anzi confondono le idee.
I burattinai sono
potenti.
Ormai i più
autorevoli esponenti che sono rimasti spiazzati e sconfitti nel
Conclave che ha eletto Papa Bergoglio, che sono Scola e compagni,
hanno perso l'autobus per ragioni anagrafiche.
Ma il loro
schieramento è ancora fortissimo e maggioritario.
A titolo di
documentazione riporto i nomi di alcuni dei 13, come è stato dato
dal vaticanista Sandro Magister:
-
Carlo Caffarra, ex arcivescovo di Bologna,
- Thomas C. Collins, arcivescovo di Toronto, Canada;
- Timothy M. Dolan, arcivescovo di New York, Stati Uniti;
- Willem J. Eijk, arcivescovo di Utrecht, Olanda;
- Gerhard L. Müller, già vescovo di Ratisbona, Germania, dal 2012 addirittura il prefetto della congregazione per la dottrina della fede;
- Wilfrid Fox Napier, arcivescovo di Durban, Sudafrica,
- George Pell, arcivescovo emerito di Sydney, Australia, dal 2014 prefetto in Vaticano della segreteria per l'economia;
- Robert Sarah, già arcivescovo di Konakry, Guinea, dal 2014 prefetto della congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti;
- Jorge L. Urosa Savino, arcivescovo di Caracas, Venezuela.
- Thomas C. Collins, arcivescovo di Toronto, Canada;
- Timothy M. Dolan, arcivescovo di New York, Stati Uniti;
- Willem J. Eijk, arcivescovo di Utrecht, Olanda;
- Gerhard L. Müller, già vescovo di Ratisbona, Germania, dal 2012 addirittura il prefetto della congregazione per la dottrina della fede;
- Wilfrid Fox Napier, arcivescovo di Durban, Sudafrica,
- George Pell, arcivescovo emerito di Sydney, Australia, dal 2014 prefetto in Vaticano della segreteria per l'economia;
- Robert Sarah, già arcivescovo di Konakry, Guinea, dal 2014 prefetto della congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti;
- Jorge L. Urosa Savino, arcivescovo di Caracas, Venezuela.
E' stato detto che
ci fosse anche Scola, che però ha tenuto a pubblicamente dissociarsi
in un secondo tempo.
Il giovane virgulto
del gruppo, al quale secondo Socci, si aprirebbe una luminosa
carriera è il Cardinale africano Roberth Sarah.
Quindi per Papa
Francesco c'è già pronto il sostituto che si sta scaldando a bordo
campo.
Questo Papa ha
dimostrato di avere un carattere forte, e questo gioca a suo favore.
La sua strategia
pastorale di fondo : riproporre il messaggio evangelico originario è
quello che desidera la maggior parte della gente, fedeli e no.
Ha dalla sua il
fatto di poter contare almeno formalmente su una struttura giuridica
che lo riconosce praticamente come sovrano assoluto.
Ha dalla sua il
favore del popolo e delle piazze.
Ma ha contro i 2/3
dell'apparato.
Se non riuscirà
velocemente ad assestare colpacci contro i burattinai con la stessa
veemenza e cattiveria con la quale loro lo stanno combattendo, il
popolo gli si girerà contro, perché chiaramente siamo solo
all'inizio della lotta e gli errori madornali che ha già fatto in
materia di gestione della baracca saranno enfatizzati e la sua
credibilità finirà per scemare.
Dopo le belle parole
ci vogliono atti di governo.
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