mercoledì 4 novembre 2015

Vogliono far fare a Papa Francesco la stessa fine che hanno fatto fare a Ignazio Marino E hanno i mezzi per farlo



Visto che si parla del Vaticano è appropriato ricorrere a una espressione latina presa dalle reminiscenze scolastiche : attenzione alla “consecutio temporum”.
Prima hanno cominciato a lanciare contro la crescente popolarità del nuovo Papa l'accusa di “populista a buon mercato”.
Poi hanno cominciato a sperimentare forme di “resistenza passiva” : lasciamolo parlare, così la gente si accorgerà ben presto che sa solo parlare bene, ma che non combina nulla.
Poi si sono accorti che man mano che il tempo passava la partita era tutta nelle loro mani perché dalla loro erano i numeri, nel senso che gli apparati centrali di curia e delle conferenze episcopali erano in larga maggioranza con loro.
Poi ancora si accorsero di recente che addirittura perfino la periferia, cioè nelle singole parrocchie, i parroci, nei pochi casi nei quali si impegnavano a mettere in pratica le esortazioni del Papa ad accogliere i migranti almeno per venire incontro alle emergenze più immediate, i pii fedeli più assidui erano i primi a ragionare alla “leghista” : il parroco prima pensi a noi e poi agli altri.
Lo si era segnalato proprio nell'articolo precedente del 26 ottobre scorso e prima ancora in quello del 10 settembre.
Poi, visto che il terreno era favorevole, sono cominciate ad arrivare le cannonate, per sabotare al Sinodo la linea, per altro, solo timidamente aperturista del Papa.
Ed è venuta quella conferenza stampa col coming out omosessuale del monsignore polacco addirittura dell'ex Sant'Uffizio proprio alla vigila del Sinodo, come dire : ecco dove porterebbero le aperture papali, se gliele lasciassimo fare.
Poi la bordata micidiale della lettera di tredici autorevoli Cardinali che contestava apertamente le procedure scelte per arrivare ad assumere decisioni al Sinodo, sostenendo in poche parole che quelle procedure erano fatte apposta per consentire alla minoranza degli aperturisti di decidere in contrasto con la grande maggioranza dei contrari alle aperture.
Poi, per chiarire le idee anche a chi non avesse ancora capito bene sono venuti a raffica gli articoli di Socci su Libero che riportavano veementi filippiche antipapali.
Vi si diceva :questo Papa non rappresenta più la Chiesa perché sta contraddicendo elementi fondamentali della dottrina dogmatica cattolica, che sarebbe fondata sulla Scrittura e se un papa contraddice la Scrittura, senza averne l'autorità decade automaticamente (si era parlato delle tesi di Socci più diffusamente nell'articolo del 14 ottobre).
Morale della favola : la “consecutio temporum” è troppo bene organizzata per essere casuale e invece appare sempre più che verosimile che tutto sia bene pianificato da potenti burattinai dall'interno del Vaticano che vogliono fare passare alla gente questo messaggio : Papa Francesco è un buon uomo, ma è un parolaio, prigioniero di vecchie ideologie di sinistra, che non sa combinare nulla e che di fatto non è capace di governare, combina guai e basta.
Ed alla fine la bordata più pesante di tutte le precedenti : i due libri :”Avarizia” di Fittipaldi dell'Espresso e “Via Crucis” di Nuzzi, zeppi di documenti riservati originali del Vaticano e quindi inconfutabili, non ancora usciti in libreria quando le Guardie Svizzere sono andate ad arrestare due delle presunte talpe, tutte e due membri della Commissione Vaticana istituita dal Papa stesso a suo tempo per prospettargli la situazione della gestione finanziaria del Vaticano.
Non mi trattengo sui disgustosi casi di corruzione ad altissimo livello elencati e documentati da questi due libri, perché i lettori sono già informati.
Invece trovo necessario commentare l'insensatezza logica della gestione vaticana di questa vicenda.
Ma quando mai in un qualunque stato moderno, dopo avere appreso di casi di corruzione eclatanti, documentati da precisi documenti, l'autorità giudiziaria penserebbe di arrestare chi a fornito quei documenti, che dovrebbero servire per perseguire i corrotti e che quindi tutt'al più andrebbero ringraziati , invece che perseguire penalmente coloro che sono indicati come gli autori della corruzione?
Ma entriamo poi, se pure a malincuore nelle responsabilità di questo Papa nella materia.
Purtroppo Papa Francesco si è mosso malissimo dimostrando di capire ancora meno di economia, di finanza e di gestione aziendale, dei suoi predecessori, che già capivano poco e che per questa ragione erano incorsi i clamorosi infortuni.
Paolo VI fidandosi ciecamente di un Marcinkus, che ne ha fatte di tutti i colori.
Il presunto santo Giovanni Paolo II ,che pur di procurare soldi a Solidarnosh lasciò fare sempre a Marcinkus le cose più turche.
Benedetto XVI che si tenne nella massima carica, che è quella di Segretario di Stato, quel Cardinale Bertone, che ora i suoi amici hanno scaricato, lasciando uscire i documenti dei quali stiamo parlando, che lo incastrano in modo brutale.
Ma come è possibile anche solo ipotizzare il fatto che il Vaticano sia in possesso di una banca ,come lo IOR, quando come qualsiasi istituzione anche molto più grossa, potrebbe e dovrebbe avvalersi per usufruire dei servizi finanziari di una qualunque grossa banca italiana o internazionale?
Fatto il primo madornale errore che è quello strategico di non lavorare per la chiusura dello Ior, ma solo per una sua ristrutturazione, perchè mai il Papa ha nominato una commissione interna (alla quale appartenevano i due arrestati, il che solo dimostra l'ulteriore errore compiuto scegliendo persone inaffidabili) per riferirgli sulla situazione esistente invece di fare quello che avrebbe fatto qualsiasi governante nel mondo moderno.
Cioè ricorrere esclusivamente ad uno qualunque degli istituti internazionali di consulenza per farsi analizzare i bilanci da personale competente al massimo livello per riferire solo a lui?
Invece ha fatto la pasticciata, evidentemente preparatagli dai medesimi burattinai di oggi, di nominare una specie di amministratore delegato con qualifiche nelle grandi banche di affari, come foglia di fico, ma all'interno di una struttura con alti prelati esattamente come prima.
Se questo Papa continua a predicare bene, ma poi non sa proprio incidere nel marcio della gestione economico- finanziaria-aziendale, è destinato a finire malamente.
Sta dimostrando di non avere una vera strategia in queste materie.
Non basta proprio dire che i preti dovrebbero uscire dalle proprie parrocchie.
Non basta proprio che lui vesta i vecchi calzonacci neri con annesse vecchie scarpacce nere e porti una modestissima croce pastorale di metallo ed abiti in 50 metri quadri, se gli altri, quasi tutti gli altri, che sarebbero in teoria suoi sottoposti annegano in un lusso sfrenato, che cercano solo di ostentare, ma non sempre, il meno possibile.
O è in grado di imporre una linea di serietà nella vita dei prelati e dei preti, come in parte era riuscito a fare perfino il Concilio di Trento, in pieno Rinascimento delle Signorie, o la sua predicazione perde completamente di credibilità, esattamente come vogliono far rilevare i burattinai del Vaticano, aiutati nella loro opera distruttiva dagli errori dello stesso Papa Francesco.
E' un errore madornale arrestare i presunti corvi, che però operano comunque al di la delle loro intenzioni a favore di una nuova trasparenza, e dimostrare di non avere il coraggio di arrestare i corrotti.
Non serve, lo ripeto, dire ai parroci che bisogna aprire le porte e uscire dalle parrocchie, se non comincia lui, il Papa ad aprire le porte pubblicando i bilanci del Vaticano, tanto per cominciare.
Sinceramente se continua ad andare a sbattere a destra e a sinistra senza avere una strategia precisa ed efficace in materia, credo che sia destinato a dare ragione ai suoi oppositori.
Mi fanno più tenerezza che rabbia i giornalisti di Avvenire che hanno accolto i due libri in questione come un “attacco alla Chiesa”.
Se Papa Francesco si trova schierati come suoi difensori in completa buona fede, gente che straparla in questo modo, povero lui.
Capisco benissimo che ad Avvenire reagiscono in modo così irrazionale perché vogliono esternare il fatto che dietro a quei libri in realtà ci sono i burattinai del Vaticano che stanno cercando di scaricare Papa Bergoglio, anche se ritengono di non poterlo dire se non in modo così contorto.
Il problema è che così sragionando non aiutano nessuno ed anzi confondono le idee.
I burattinai sono potenti.
Ormai i più autorevoli esponenti che sono rimasti spiazzati e sconfitti nel Conclave che ha eletto Papa Bergoglio, che sono Scola e compagni, hanno perso l'autobus per ragioni anagrafiche.
Ma il loro schieramento è ancora fortissimo e maggioritario.
A titolo di documentazione riporto i nomi di alcuni dei 13, come è stato dato dal vaticanista Sandro Magister:
- Carlo Caffarra, ex arcivescovo di Bologna,
- Thomas C. Collins, arcivescovo di Toronto, Canada;
- Timothy M. Dolan, arcivescovo di New York, Stati Uniti;
- Willem J. Eijk, arcivescovo di Utrecht, Olanda;
- Gerhard L. Müller, già vescovo di Ratisbona, Germania, dal 2012 addirittura il prefetto della congregazione per la dottrina della fede;
- Wilfrid Fox Napier, arcivescovo di Durban, Sudafrica,
- George Pell, arcivescovo emerito di Sydney, Australia, dal 2014 prefetto in Vaticano della segreteria per l'economia;
- Robert Sarah, già arcivescovo di Konakry, Guinea, dal 2014 prefetto della congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti;
- Jorge L. Urosa Savino, arcivescovo di Caracas, Venezuela.

E' stato detto che ci fosse anche Scola, che però ha tenuto a pubblicamente dissociarsi in un secondo tempo.
Il giovane virgulto del gruppo, al quale secondo Socci, si aprirebbe una luminosa carriera è il Cardinale africano Roberth Sarah.
Quindi per Papa Francesco c'è già pronto il sostituto che si sta scaldando a bordo campo.
Questo Papa ha dimostrato di avere un carattere forte, e questo gioca a suo favore.
La sua strategia pastorale di fondo : riproporre il messaggio evangelico originario è quello che desidera la maggior parte della gente, fedeli e no.
Ha dalla sua il fatto di poter contare almeno formalmente su una struttura giuridica che lo riconosce praticamente come sovrano assoluto.
Ha dalla sua il favore del popolo e delle piazze.
Ma ha contro i 2/3 dell'apparato.
Se non riuscirà velocemente ad assestare colpacci contro i burattinai con la stessa veemenza e cattiveria con la quale loro lo stanno combattendo, il popolo gli si girerà contro, perché chiaramente siamo solo all'inizio della lotta e gli errori madornali che ha già fatto in materia di gestione della baracca saranno enfatizzati e la sua credibilità finirà per scemare.

Dopo le belle parole ci vogliono atti di governo.

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