venerdì 13 novembre 2015

Scossa da scandali devastanti la Chiesa Cattolica rischia di andare in pezzi come fece l'Unione Sovietica 25 anni fa



Che c'entra l'Unione Sovietica con la Chiesa Cattolica?
Apparentemente nulla, l'una un impero politico-territoriale, l'altra un impero “spirituale”.
In teoria. Ma nella realtà storica la Chiesa Cattolica è stata portatrice di interessi politici e detentrice di potere temporale per gran parte della sua storia bimillenaria, in palese contraddizione con il messaggio del suo fondatore.
Quindi impero “spirituale”, ma da sempre con una salda presa sulla politica.
In Italia senza potere temporale da 145 anni ma con una forte influenza in politica e sopratutto col possesso e la gestione di ricchezze immobiliari e finanziarie impressionanti.
Governata da un sovrano assoluto, assistito da una “nomenclatura” (la Curia romana) come al tempo delle Signorie rinascimentali.
Ecco allora che le analogie con l'Unione Sovietica vengono fuori abbastanza nette.
Ve li ricordate i componenti di quella Nomenklatura del Politburo sovietico, tronfi e distanti in fila sul podio ad assistere alle loro liturgie laiche?
Quando vedo quella piccola folla di Cardinali, pure loro tronfi e largamente sovrappeso, distanti da qualsiasi realtà, mi tornano alla mente Breznief e compagni, impegnati ad auto celebrare il loro potere assoluto e insindacabile.
Dai documenti autentici finiti ormai stampati nei libri di Nuzzi e di Fittipaldi, per essere consultabili da chiunque, viene fuori una Nomenklatura di potenti intoccabili e insindacabili, che gestiscono potere e sopratutto grandi ricchezze con assoluta impreparazione e inadeguatezza tecnica, ma con l'improntitudine di chi sa di essere intoccabile, perché la sua casta è intoccabile da sempre e che quindi può mettere in atto qualsiasi tipo di malversazione e di spreco del danaro della Chiesa, compreso quello delle offerte di tutto il mondo “ad libitum”.
Sanno di potere farne quello che vogliono, perché non seguono alcuna regola né procedura di bilancio e di gestione aziendale comuni ormai nei tempi moderni a qualsiasi paese, salvo forse la Corea del Nord.
Ai tempi di Lutero, la fonte principale di scandalo era notoriamente la vendita delle indulgenze, cioè la messa sul mercato del loro presunto potere sacrale.
Oggi si è forse perfino riusciti ad andare oltre perché oltre alla abituale riscossione di danaro per la gestione dei “sacri misteri” (celebrazione di messe e sacramenti) per i quali esistono di fatto delle tariffe consuetudinarie, si fa mercato del sacro in assoluto : la gestione dei processi di beatificazione-santificazione, che procede solo dietro versamenti molto consistenti a consulenti e “propugnatori” per lo più professionisti del settore.
Uso dei soldi delle offerte per ripianare i debiti dei propri apparati ma anche per le proprie spese private e uso abietto anche di fondi della sanità vaticana per gli stessi scopi.
Nel precedente libro- documento di Nuzzi di pochi anni fa si documentava l'uso distorto e per fini illeciti delle finanze della banca vaticana al fine di ripulire i soldi dei narcotraffici della mafia.
Oltre alla mala e disastrosa gestione di appalti e quant'altro da parte della medesima nomenklatura vaticana.
Oggi dopo pochi anni e dopo solo un altro papa , ci troviamo davanti ad un ulteriore deterioramento.
Col che la credibilità della Chiesa si sta riducendo al lumicino.
Anche nell'Urss poco prima del disastro, c'era una nomenklatura che pensava solo alla propria sopravvivenza, che osteggiava ogni apertura e ogni riforma, che la privasse di una porzione di potere.
Anche la nomenklatura dell'Urss si manteneva al potere pretendendo di essere l'indispensabile gestore, non proprio del sacro ma certo degli alti ideali della ideologia di riferimento allora di mezzo mondo.
Questo punto è importante perché tutti i terremoti della storia sono avvenuti quando si è squarciato il velo.
La Rivoluzione Francese è riuscita quando la gente ha realizzato, non solo che il re “era nudo”, ma che tutto l'apparato dell'assolutismo che era durato per secoli e millenni, non aveva più alcuna giustificazione.
La nobiltà era una nomenklatura che non rispondeva più ad alcuna funzione che fosse di pratica utilità per la gente medesima, anche se aveva governato per millenni.
Qui in Vaticano si stanno avvicinando pericolosamente a una situazione dello stesso genere.
Se si squarcia il velo del sacro e la gente scopre che dietro non c'è nulla, casca tutto.
Un conto sarebbe poter addossare ogni colpa alla solita “mela marcia” che è pressochè ineliminabile in qualsiasi istituzione, ma cosa ben diversa è trovarsi documentato il fatto che tutta o la più parte della nomenklatura dell'istituzione si fa i fatti suoi e non quelli ai quali l'istituzione dovrebbe essere preposta.
A questo punto si metterebbe in atto il medesimo meccanismo che ha spazzato via l'assolutismo e poi l'impero sovietico.
Se si spezza il velo che ha giustificato fino ad allora la permanenza al potere di quella casta e la gente si chiede, ma quelli a che servono?
E' una costante della storia.
Chi ha preso quella decisione di portare alla luce alcuni verbali sui segreti del Vaticano, lo ha fatto per ovvie ragioni di potere, nelle sue intenzioni delle due l'una :
-o perché condivideva la linea riformatrice di Papa Francesco, ma era ormai disperato per il fatto che questo papa non riusciva proprio a imporre le sue riforme e quindi voleva con la pubblicazione costringerlo a muoversi;
-o al contrario perché avversa l'azione riformatrice di papa Francesco e vuole dimostrare che questo papa parla ma non sa proprio governare, perché gli è stato prospettato dai tecnici, da lui stesso nominati il disastro della situazione e cosa va fatto per uscirne, ma lui non sa decidere ed ancor meno sa governare il cambiamento.
Papa debole, pasticcione e quindi da sostituire nelle loro intenzioni.
Il guaio è che a questo punto ha poca importanza determinare se i documenti sono stati svelati dai filo papa Francesco o dai suoi nemici.
Ora il problema è che tutte e due le cordate sono apparse talmente prese nella lotta fra di loro da non rendersi conto che con la loro azione hanno stracciato una parte del velo del Tempio e che la gente non vi ha visto dietro nulla di sacro, ma al contrario lo scherno sistematico del sacro da parte dei responsabili della casta sacerdotale.
E questo ha potenzialità veramente letali, in un mondo moderno al quale la Chiesa cerca di avvicinarsi con sempre meno successo e che è portato a prendere sempre meno sul serio le varie mitologie religiose alla base delle grandi religioni del mondo.
Anche il Papa purtroppo ha reagito male e in modo irrazionale.
Arrivare all'arresto di due dei suoi referenti più significativi che lui stesso aveva scelto per portare a termine il lavoro della sua più importante commissione di inchiesta è stato un errore mediatico micidiale perché dimostra esattamente quello che gli avversari del papa voleva che la gente pensasse, cioè che il papa non sa governare, che la situazione gli sfugge di mano, che non è lui al comando, pur essendo sul trono di Pietro.
Ora andare avanti nella stessa direzione incriminando i due giornalisti è una follia, nella follia, perché dimostra che anche Papa Francesco ed il suo entourage non hanno idea di quello che si può fare e di quello che non si può proprio fare nel mondo moderno.
Una volta che i documenti sono divenuti di dominio pubblico si può fare una cosa sola per non disgustare ulteriormente la gente : cacciare i mercanti dal tempio.
Se il papa non lo sa fare è la fine per la sua credibilità.
Sulla credibilità della chiesa poi, siamo al limite.

A questo punto che vinca una fazione o l'altra conta poco, per la gente in grado di ragionare con senso critico e senza essere vittima di una fede fondamentalista e superstiziosa, viene il tempo di scelte difficili.

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