Che c'entra l'Unione
Sovietica con la Chiesa Cattolica?
Apparentemente
nulla, l'una un impero politico-territoriale, l'altra un impero
“spirituale”.
In teoria. Ma nella
realtà storica la Chiesa Cattolica è stata portatrice di interessi
politici e detentrice di potere temporale per gran parte della sua
storia bimillenaria, in palese contraddizione con il messaggio del
suo fondatore.
Quindi impero
“spirituale”, ma da sempre con una salda presa sulla politica.
In Italia senza
potere temporale da 145 anni ma con una forte influenza in politica e
sopratutto col possesso e la gestione di ricchezze immobiliari e
finanziarie impressionanti.
Governata da un
sovrano assoluto, assistito da una “nomenclatura” (la Curia
romana) come al tempo delle Signorie rinascimentali.
Ecco allora che le
analogie con l'Unione Sovietica vengono fuori abbastanza nette.
Ve li ricordate i
componenti di quella Nomenklatura del Politburo sovietico, tronfi e
distanti in fila sul podio ad assistere alle loro liturgie laiche?
Quando vedo quella
piccola folla di Cardinali, pure loro tronfi e largamente sovrappeso,
distanti da qualsiasi realtà, mi tornano alla mente Breznief e
compagni, impegnati ad auto celebrare il loro potere assoluto e
insindacabile.
Dai documenti
autentici finiti ormai stampati nei libri di Nuzzi e di Fittipaldi,
per essere consultabili da chiunque, viene fuori una Nomenklatura di
potenti intoccabili e insindacabili, che gestiscono potere e
sopratutto grandi ricchezze con assoluta impreparazione e
inadeguatezza tecnica, ma con l'improntitudine di chi sa di essere
intoccabile, perché la sua casta è intoccabile da sempre e che
quindi può mettere in atto qualsiasi tipo di malversazione e di
spreco del danaro della Chiesa, compreso quello delle offerte di
tutto il mondo “ad libitum”.
Sanno di potere
farne quello che vogliono, perché non seguono alcuna regola né
procedura di bilancio e di gestione aziendale comuni ormai nei tempi
moderni a qualsiasi paese, salvo forse la Corea del Nord.
Ai tempi di Lutero,
la fonte principale di scandalo era notoriamente la vendita delle
indulgenze, cioè la messa sul mercato del loro presunto potere
sacrale.
Oggi si è forse
perfino riusciti ad andare oltre perché oltre alla abituale
riscossione di danaro per la gestione dei “sacri misteri”
(celebrazione di messe e sacramenti) per i quali esistono di fatto
delle tariffe consuetudinarie, si fa mercato del sacro in assoluto :
la gestione dei processi di beatificazione-santificazione, che
procede solo dietro versamenti molto consistenti a consulenti e
“propugnatori” per lo più professionisti del settore.
Uso dei soldi delle
offerte per ripianare i debiti dei propri apparati ma anche per le
proprie spese private e uso abietto anche di fondi della sanità
vaticana per gli stessi scopi.
Nel precedente
libro- documento di Nuzzi di pochi anni fa si documentava l'uso
distorto e per fini illeciti delle finanze della banca vaticana al
fine di ripulire i soldi dei narcotraffici della mafia.
Oltre alla mala e
disastrosa gestione di appalti e quant'altro da parte della medesima
nomenklatura vaticana.
Oggi dopo pochi anni
e dopo solo un altro papa , ci troviamo davanti ad un ulteriore
deterioramento.
Col che la
credibilità della Chiesa si sta riducendo al lumicino.
Anche nell'Urss poco
prima del disastro, c'era una nomenklatura che pensava solo alla
propria sopravvivenza, che osteggiava ogni apertura e ogni riforma,
che la privasse di una porzione di potere.
Anche la
nomenklatura dell'Urss si manteneva al potere pretendendo di essere
l'indispensabile gestore, non proprio del sacro ma certo degli alti
ideali della ideologia di riferimento allora di mezzo mondo.
Questo punto è
importante perché tutti i terremoti della storia sono avvenuti
quando si è squarciato il velo.
La Rivoluzione
Francese è riuscita quando la gente ha realizzato, non solo che il
re “era nudo”, ma che tutto l'apparato dell'assolutismo che era
durato per secoli e millenni, non aveva più alcuna giustificazione.
La nobiltà era una
nomenklatura che non rispondeva più ad alcuna funzione che fosse di
pratica utilità per la gente medesima, anche se aveva governato per
millenni.
Qui in Vaticano si
stanno avvicinando pericolosamente a una situazione dello stesso
genere.
Se si squarcia il
velo del sacro e la gente scopre che dietro non c'è nulla, casca
tutto.
Un conto sarebbe
poter addossare ogni colpa alla solita “mela marcia” che è
pressochè ineliminabile in qualsiasi istituzione, ma cosa ben
diversa è trovarsi documentato il fatto che tutta o la più parte
della nomenklatura dell'istituzione si fa i fatti suoi e non quelli
ai quali l'istituzione dovrebbe essere preposta.
A questo punto si
metterebbe in atto il medesimo meccanismo che ha spazzato via
l'assolutismo e poi l'impero sovietico.
Se si spezza il velo
che ha giustificato fino ad allora la permanenza al potere di quella
casta e la gente si chiede, ma quelli a che servono?
E' una costante
della storia.
Chi ha preso quella
decisione di portare alla luce alcuni verbali sui segreti del
Vaticano, lo ha fatto per ovvie ragioni di potere, nelle sue
intenzioni delle due l'una :
-o perché
condivideva la linea riformatrice di Papa Francesco, ma era ormai
disperato per il fatto che questo papa non riusciva proprio a imporre
le sue riforme e quindi voleva con la pubblicazione costringerlo a
muoversi;
-o al contrario
perché avversa l'azione riformatrice di papa Francesco e vuole
dimostrare che questo papa parla ma non sa proprio governare, perché
gli è stato prospettato dai tecnici, da lui stesso nominati il
disastro della situazione e cosa va fatto per uscirne, ma lui non sa
decidere ed ancor meno sa governare il cambiamento.
Papa debole,
pasticcione e quindi da sostituire nelle loro intenzioni.
Il guaio è che a
questo punto ha poca importanza determinare se i documenti sono stati
svelati dai filo papa Francesco o dai suoi nemici.
Ora il problema è
che tutte e due le cordate sono apparse talmente prese nella lotta
fra di loro da non rendersi conto che con la loro azione hanno
stracciato una parte del velo del Tempio e che la gente non vi ha
visto dietro nulla di sacro, ma al contrario lo scherno sistematico
del sacro da parte dei responsabili della casta sacerdotale.
E questo ha
potenzialità veramente letali, in un mondo moderno al quale la
Chiesa cerca di avvicinarsi con sempre meno successo e che è portato
a prendere sempre meno sul serio le varie mitologie religiose alla
base delle grandi religioni del mondo.
Anche il Papa
purtroppo ha reagito male e in modo irrazionale.
Arrivare all'arresto
di due dei suoi referenti più significativi che lui stesso aveva
scelto per portare a termine il lavoro della sua più importante
commissione di inchiesta è stato un errore mediatico micidiale
perché dimostra esattamente quello che gli avversari del papa
voleva che la gente pensasse, cioè che il papa non sa governare, che
la situazione gli sfugge di mano, che non è lui al comando, pur
essendo sul trono di Pietro.
Ora andare avanti
nella stessa direzione incriminando i due giornalisti è una follia,
nella follia, perché dimostra che anche Papa Francesco ed il suo
entourage non hanno idea di quello che si può fare e di quello che
non si può proprio fare nel mondo moderno.
Una volta che i
documenti sono divenuti di dominio pubblico si può fare una cosa
sola per non disgustare ulteriormente la gente : cacciare i mercanti
dal tempio.
Se il papa non lo sa
fare è la fine per la sua credibilità.
Sulla credibilità
della chiesa poi, siamo al limite.
A questo punto che
vinca una fazione o l'altra conta poco, per la gente in grado di
ragionare con senso critico e senza essere vittima di una fede
fondamentalista e superstiziosa, viene il tempo di scelte difficili.
Nessun commento:
Posta un commento