venerdì 9 settembre 2016

Il Movimento 5 Stelle non riesce nemmeno a suicidarsi con la vacua incapacità della sindaca di Roma, talmente è essenziale il suo ruolo di “sfogatoio” per gli elettori disgustati da “destra” e “sinistra” tradizionali




Sono fra coloro che nei 5Stelle avevano riposto la speranza di un rinnovamento possibile della politica italiana e a tutt'oggi un'ultima opportunità di riscatto gliela darei , non perchè se la siano meritata, ma per demerito degli altri, che stanno girando a vuoto recitando uno spettacolo sconfortante.
I 5Stelle, lo si era detto più e più volte su questo blog, si portano dietro il “vizio d'origine” costituito da una serie troppo lunga di problemi irrisolti nel loro interno.

- primo fra tutti la “governance” la catena di comando, che a volte sembra addirittura non esserci, a volte sembra essere in mano a “estranei non eletti” che sono i fondatori, a volte sembra in mano a organi cervellotici e non trasparenti come alcuni “direttòri”, a volte “addetti alla comunicazione” , a volte in mano ai fantasmi della “rete”.

-poi il ricorso infantile al “referendum on line” fra gli iscritti
va benissimo sperimentare cose nuove, compreso l'uso della rete in politica, ma data la delicatezza della scelta addirittura di una classe dirigente, andrebbe fatta in via sperimentale e non con valore deliberativo, per non incorrere nel guaio macrosopico al quale può portare il ricorso a un numero troppo basso di partecipanti-decisori, si veda l'esempio emblematico della scelta sul web della candidata sindaco di Milano e dicesi Milano non Gorgonzola, dove era risultato scelto via web un personaggio spaventosamente inadeguato.
Giocarsi l'espansione del Movimento a Milano pur di essere fedeli a uno dei principi -bandiera del Movimento ha fruttato una bella testata contro il muro, che però non ha prodotto un'autocritica efficace.
Il principio di usare il web va benissimo, ma va modulato usando il buon senso e non la Casaleggio Associati, la cui posizione andrebbe pure ridiscussa dopo la scomparsa prematura del secondo fondatore del Movimento, la Casaleggio è una ditta privata e con tutta la buona volontà non vedo come possa avere un ruolo in un partito che veleggia da mesi fra secondo e primo partito italiano, una ditta privata.

-poi c'è proprio il problema dei “fondatori” ,non eletti.
Cosa abbiamo tuonato a fare in molti, 5Stelle in testa contro Forza Italia eterodiretta da Fininvest, se i 5Stelle ogni tanto viene fuori che gli eletti del 5Stelle debbono sottomettersi a al verbo dei guru che rispondono alla Casaleggio?
I rapporti con la Casaleggio andrebbero di molto ridimensionati.
Quanto a Grillo è fuori discussione che sia utile al Movimento come padre nobile e può diventare indispensabile quando come in questi giorni a Roma il Movimento fa tante ma tante cavolate consecutive, che deve intervenire lui col suo prestigio per rimettere “i ragazzi” in carreggiata, ma credo sia il primo ad aver capito che la sua posizione è quella di garanzia che gli richiede di comparire il meno possibile.

-poi c'è la assoluta necessità di sbarazzarsi di slogan e obiettivi che sono nati col movimento, ma che non possono essere mantenuti con connotazioni fra il fondamentalismo e il paranoico.
Mi riferisco prima di tutto alla cura prestata alla riduzione degli stipendi degli eletti, degenerata nelle indagini paradossali sugli scontrini.
E' talmente vasta l'area della corruzione in Italia, che a voler dimostrare la propria “diversità” assoluta o il fatto di essere per definizione gli “incorruttibili”,andrebbe rivista con un po di buon senso.
Chi lavora in posizioni “apicali” o “manageriali” ai massimi livelli va pagato a prezzi di mercato facendola finita con penosi piagnistei.
Se si erano abituati i militanti a discorsi pauperisti si era sbagliato e basta, questi discorsi e questi slogan non pagano più, hanno stancato la gente.
Si riducano gli stipendi se vogliono, ma in modo simbolico.
Il loro ruolo non è quello di recitare la parte dei Robespierre, che serve a ben poco, ma di acquisire la forza politica per ridurre gli sprechi del Parlamento e del paese, diversamente la loro battaglia per gli stipendi più bassi ai parlamentari diventa stucchevole come quella per la diminuzione delle auto blu.

- che la finiscano anche con “l'ognuno conta 1”,” noi siamo portavoce e non parlamentari”, lo “statuto non statuto” sembra di risentire gli sragionamenti meno riusciti di Pannella sul “partito non partito transnazionale” finiti a quattro gatti litiganti fra loro.
Lo statuto lo devono fare appena gli altri avranno la dignità di mettere giù una legge come richiesto dalla costituzione e quello statuto non potrà contenere alcuna clausola contraria al non vincolo di mandato, che è una prescrizione costituzionale esplicita.
Si diano delle regole non infantili e non risibili per garantire una dialettica interna, cioè una voce a chi non la pensa come i “fondatori” o come i direttori.
Si diano delle regole per nominare la loro classe dirigente per votazione segreta.

Detto tutto questo, ci si rende conto che se la incredibile serie di cavolate inanellate dalla Raggi non hanno ancora affondato il movimento perchè la gente cerca disperatamente un'alternativa all'ultra mediocrità del resto della politica italiana, i 5Stelle hanno su di loro uno responsabilità enorme della quale devono divenire degni.

Non ci sono parole per definire la serie degli errori commessi.
Ma se andassimo ad esaminarli uno per uno, verrebbero fuori tutti i problemi non risolti colpevolmente trascurati dai 5Stelle per tutti questi anni, che sopra abbiamo elencato.
Se invece di nominare direttòri, controllori eccetera, si avesse avuto la consapevolezza del fatto che Roma valeva un ministero di peso, controllando tra l'altro delle municipalizzate delle dimensioni di industrie, si sarebbero evitate tutte quelle letali convulsioni interne con relative figuracce, concordando che si sarebbe ricorsi a società di consulenza al massimo livello per commissionare loro il lavoro di “cacciatori di teste” per individuare una rosa di figure apicali per le municipalizzate e perché no anche per gli assessorati maggiori.
La trasparenza e la meritocrazia pagano sempre.
Si sono invece impantanati in giochini da asilo infantile, ancora più penosi e oscuri di quelli della partitocrazia.
Adesso risalire la china non sarà così facile.
Se si pensa che tutti quei danni se li sono fatti proprio quando Renzi si trovava al livello più basso di credibilità e di apprezzamento della sua carriera, non basta chiedere scusa come hanno fatto Di Maio e Grillo, ma non la Raggi, ma bisogna dimostrare in poco tempo la capacità di governare che finora non c'è stata.

Sarebbe imperdonabile se si giocassero la fiducia dei tanti e a volte tantissimi che hanno riposto in loro grandi speranze.

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