Sono fra coloro che nei 5Stelle avevano
riposto la speranza di un rinnovamento possibile della politica
italiana e a tutt'oggi un'ultima opportunità di riscatto gliela
darei , non perchè se la siano meritata, ma per demerito degli
altri, che stanno girando a vuoto recitando uno spettacolo
sconfortante.
I 5Stelle, lo si era detto più e più
volte su questo blog, si portano dietro il “vizio d'origine”
costituito da una serie troppo lunga di problemi irrisolti nel loro
interno.
- primo fra tutti la “governance”
la catena di comando, che a volte sembra addirittura non esserci, a
volte sembra essere in mano a “estranei non eletti” che sono i
fondatori, a volte sembra in mano a organi cervellotici e non
trasparenti come alcuni “direttòri”, a volte “addetti alla
comunicazione” , a volte in mano ai fantasmi della “rete”.
-poi il ricorso infantile al
“referendum on line” fra gli iscritti
va benissimo sperimentare cose nuove,
compreso l'uso della rete in politica, ma data la delicatezza della
scelta addirittura di una classe dirigente, andrebbe fatta in via
sperimentale e non con valore deliberativo, per non incorrere nel
guaio macrosopico al quale può portare il ricorso a un numero troppo
basso di partecipanti-decisori, si veda l'esempio emblematico della
scelta sul web della candidata sindaco di Milano e dicesi Milano
non Gorgonzola, dove era risultato scelto via web un personaggio
spaventosamente inadeguato.
Giocarsi l'espansione del Movimento a
Milano pur di essere fedeli a uno dei principi -bandiera del
Movimento ha fruttato una bella testata contro il muro, che però non
ha prodotto un'autocritica efficace.
Il principio di usare il web va
benissimo, ma va modulato usando il buon senso e non la Casaleggio
Associati, la cui posizione andrebbe pure ridiscussa dopo la
scomparsa prematura del secondo fondatore del Movimento, la
Casaleggio è una ditta privata e con tutta la buona volontà non
vedo come possa avere un ruolo in un partito che veleggia da mesi fra
secondo e primo partito italiano, una ditta privata.
-poi c'è proprio il problema dei
“fondatori” ,non eletti.
Cosa abbiamo tuonato a fare in molti,
5Stelle in testa contro Forza Italia eterodiretta da Fininvest, se i
5Stelle ogni tanto viene fuori che gli eletti del 5Stelle debbono
sottomettersi a al verbo dei guru che rispondono alla Casaleggio?
I rapporti con la Casaleggio andrebbero
di molto ridimensionati.
Quanto a Grillo è fuori discussione
che sia utile al Movimento come padre nobile e può diventare
indispensabile quando come in questi giorni a Roma il Movimento fa
tante ma tante cavolate consecutive, che deve intervenire lui col suo
prestigio per rimettere “i ragazzi” in carreggiata, ma credo sia
il primo ad aver capito che la sua posizione è quella di garanzia
che gli richiede di comparire il meno possibile.
-poi c'è la assoluta necessità di
sbarazzarsi di slogan e obiettivi che sono nati col movimento, ma che
non possono essere mantenuti con connotazioni fra il fondamentalismo
e il paranoico.
Mi riferisco prima di tutto alla cura
prestata alla riduzione degli stipendi degli eletti, degenerata nelle
indagini paradossali sugli scontrini.
E' talmente vasta l'area della
corruzione in Italia, che a voler dimostrare la propria “diversità”
assoluta o il fatto di essere per definizione gli
“incorruttibili”,andrebbe rivista con un po di buon senso.
Chi lavora in posizioni “apicali” o
“manageriali” ai massimi livelli va pagato a prezzi di mercato
facendola finita con penosi piagnistei.
Se si erano abituati i militanti a
discorsi pauperisti si era sbagliato e basta, questi discorsi e
questi slogan non pagano più, hanno stancato la gente.
Si riducano gli stipendi se vogliono,
ma in modo simbolico.
Il loro ruolo non è quello di recitare
la parte dei Robespierre, che serve a ben poco, ma di acquisire la
forza politica per ridurre gli sprechi del Parlamento e del paese,
diversamente la loro battaglia per gli stipendi più bassi ai
parlamentari diventa stucchevole come quella per la diminuzione delle
auto blu.
- che la finiscano anche con “l'ognuno
conta 1”,” noi siamo portavoce e non parlamentari”, lo “statuto
non statuto” sembra di risentire gli sragionamenti meno riusciti di
Pannella sul “partito non partito transnazionale” finiti a
quattro gatti litiganti fra loro.
Lo statuto lo devono fare appena gli
altri avranno la dignità di mettere giù una legge come richiesto
dalla costituzione e quello statuto non potrà contenere alcuna
clausola contraria al non vincolo di mandato, che è una prescrizione
costituzionale esplicita.
Si diano delle regole non infantili e
non risibili per garantire una dialettica interna, cioè una voce a
chi non la pensa come i “fondatori” o come i direttori.
Si diano delle regole per nominare la
loro classe dirigente per votazione segreta.
Detto tutto questo, ci si rende conto
che se la incredibile serie di cavolate inanellate dalla Raggi non
hanno ancora affondato il movimento perchè la gente cerca
disperatamente un'alternativa all'ultra mediocrità del resto della
politica italiana, i 5Stelle hanno su di loro uno responsabilità
enorme della quale devono divenire degni.
Non ci sono parole per definire la
serie degli errori commessi.
Ma se andassimo ad esaminarli uno per
uno, verrebbero fuori tutti i problemi non risolti colpevolmente
trascurati dai 5Stelle per tutti questi anni, che sopra abbiamo
elencato.
Se invece di nominare direttòri,
controllori eccetera, si avesse avuto la consapevolezza del fatto
che Roma valeva un ministero di peso, controllando tra l'altro delle
municipalizzate delle dimensioni di industrie, si sarebbero evitate
tutte quelle letali convulsioni interne con relative figuracce,
concordando che si sarebbe ricorsi a società di consulenza al
massimo livello per commissionare loro il lavoro di “cacciatori di
teste” per individuare una rosa di figure apicali per le
municipalizzate e perché no anche per gli assessorati maggiori.
La trasparenza e la meritocrazia pagano
sempre.
Si sono invece impantanati in giochini
da asilo infantile, ancora più penosi e oscuri di quelli della
partitocrazia.
Adesso risalire la china non sarà così
facile.
Se si pensa che tutti quei danni se li
sono fatti proprio quando Renzi si trovava al livello più basso di
credibilità e di apprezzamento della sua carriera, non basta
chiedere scusa come hanno fatto Di Maio e Grillo, ma non la Raggi, ma
bisogna dimostrare in poco tempo la capacità di governare che finora
non c'è stata.
Sarebbe imperdonabile se si giocassero
la fiducia dei tanti e a volte tantissimi che hanno riposto in loro
grandi speranze.
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