giovedì 1 settembre 2016

Terremoti e post terremoti i governi italiani non hanno mai avuto una politica per la tutela del territorio, ma ora forse si mette in atto un piano pluriennale per la prevenzione




Gli stati meridionali dell'Europa sono tutti soggetti al rischio di terremoti anche di grado elevato, ma tutti quanti si affidano alla sorte e non fanno pressoché nulla per realizzare un serio piano di prevenzione che salverebbe un gran numero di vite umane.
Colpa certo di classi politiche più che mediocri che non sono capaci di guardare oltre al proprio naso.

Se non si fa nulla per prevenire è colpa di politici incapaci, ma anche di cittadini che dormono quando non se lo possono permettere
Ma anche i cittadini non è che siano molto impegnati.
Quando oramai è in via di superamento l'ondata emotiva conseguente al disastro di Amatrice e degli altri paesi colpiti dal recente sisma ora si ragioni a mente fredda.
Si sono viste cose turche, e di queste inevitabilmente dovranno rispondere oltre che i costruttori anche e si spera prima di tutto le classi politiche locali che dovevano essere cieche sorde a mute, se non si accorgevano che gli edifici pubblici dei loro paesi venivano ristrutturati guardando alla facciata e non alla sostanza.
Il sindaco di un paese di quelle dimensioni e relativi assessori non è che rischiano lo stress per seguire decentemente gli adempimenti richiesti dalle loro deleghe, e quindi possibile che non siano andati a metterci il naso mentre quei lavori venivano eseguiti quando si preparano i tondini e si assemblano a torretta per essere posati nella sagoma di legno preparata dai carpentieri, prima della colata di cemento, chiunque ha modo di vedere benissimo sia le dimensioni che verrà ad assumere la colonna di cemento armato in costruzione sia se la maglia di ferro è appena accennata o comunque quanto è abbastanza fitta.

In quanti nel paesi colpiti dal sisma non hanno visto e non hanno capito, quando ancora c’era il tempo per prevenire?
Lasciamo perdere il tecnico comunale, che è la parte più debole della catena di comando perché è il primo che il costruttore poco onesto cercherà di “ammorbidire” perché non veda e non senta, ma i politici locali anche se non tecnicamente preparati gli occhi ce li hanno.
Quei pilastrini caduti che si vedono dalle foto del disastro sono tagliati di netto, non si vede fuoruscire l'intrico di tondini che ci dovrebbe essere.
Quando si vedono i tondini, come in alcune foto delle macerie di Amatrice, se ne vedono tre per lato di ogni colonna, un’insensatezza.
Questo per gli amministratori locali.
Ma in qualsiasi consiglio comunale anche di paese piccolo siedono i consiglieri di opposizione.
Colpiti da cecità anche loro? Non vedevano?
E le famiglie nelle quali c'erano i bambini che sarebbero andati in quella scuola di Amatrice, magari un'occhiatina non alla vernice ed all'aspetto esteriore, ma alla sostanza, non potevano darcela?
Possibile che in paese non ci fosse un ingegnere e qualche geometra, in grado di capire al volo quello che c'era da capire?
E i proprietari di casa o di seconda casa, dopo lo scrollone disastroso avvenuto all'Aquila nel 2009, solo a pochi kilometri di distanza non vedevano che le loro case fatte con muri di pietra e materiale assortito, come si vede dalle foto, non garantivano nulla a nessuno?

Non è necessario essere ingegneri o geometri per vedere che i pilastri di cemento non sono armati a sufficienza, che i vecchi muri medioevali fatti di pietra e mista a sassi e qualche mattone stanno in piedi perché non tira vento.
Quanti in quei paesi avevano speso soldi per rifarsi il tetto in cemento armato, considerato dai tecnici una pietra tombale per il peso eccessivo assolutamente inadatto a quelle case.
Qui non parliamo di politici ma di gente comune, magari consultare più di un tecnico prima di imbarcarsi in una spesa consistente?
D'accordo politici inadeguati o peggio, che avevano i soldi per la messa in sicurezza e nulla hanno fatto per adire e sfruttare i finanziamenti, ma c'è anche un problema di cittadini che facevano finta di non sapere e di non vedere.
Non avevano un reddito adeguato per fare nulla? Può anche essere, ma allora per responsabilità verso sé stessi e la famiglia, almeno quando è andata giù l'Aquila, sarebbe stato meglio per loro andare ad abitare in un fienile basso e col tetto di legno, adattabile con quattro soldi, piuttosto che rimanere dov'erano.
Primum vivere!
Questa è una società malata, non è solo una classe politica non all'altezza.
Si è detto che l'analogo disastro di Aquila è di sette anni fa.

Abbiamo la Protezione Civile migliore del mondo , tecnici ai massimi livelli e siamo nelle condizioni di reperire i finanziamenti, manca solo la volontà politica e uno stimolo da parte dei cittadini
Da allora abbiamo acquisito un Corpo di Protezione Civile che già esisteva, ma che è divenuto sempre più capace di intervenire con formidabile prontezza, organizzazione e mezzi.
Una volta tanto all'estero invidiano la nostra capacità acquisita ad intervenire in zone disastrate.
Ma i tecnici ci dicono, e sono in grado di dimostrarlo, che i disastri si possono prevenire.
Mons.Pompili, Vescovo di Rieti, nell'omelia funebre, invece di ripetere le solite trite tiri tele, ha detto fuori dai denti che i terremoti sono fenomeni endemici della natura e che senza di loro non ci sarebbe nemmeno il pianeta come lo conosciamo, che però i morti non li fanno i terremoti, ma le opere dell'uomo, malfatte.
Un vescovo che sa di scienza e ne parla : che bel sentire, era ora.
I media televisivi e della carta stampata ci hanno riferito che chi ha fatto i conti ha rilevato che negli anni per ricostruire i danni materiali dei terremoti nel nostro paese si spendono mediamente 3 miliardi all'anno.
Non è vero che mettere in sicurezza (relativa perché tutto è relativo) più di mezza Italia sia economicamente insostenibile.
I tecnici hanno quantificato in 200 € a metro quadro il costo da sostenere su edifici già costruiti e in solo il 2% in più il costo per costruire a nuovo seguendo le norme anti-sismiche.
Pare che perfino il governo Renzi, che non è composto propriamente da premi Nobel, abbia sentito questa notizia e si stia orientando a mettere in cantiere un programma di spesa pluriennale di investimenti per una cifra analoga al fine di realizzare finalmente, sia pure con colpevole ritardo, una operazione strutturale di messa a norma antisismica del nostro paese.
Fosse vero! Staremo a vedere.
E fare diventare obbligatorio il libretto di fabbricato?
E' mai possibile che un proprietario di casa debba spendere migliaia di Euro per procurarsi un certificato di messa a norma dell'impianto elettrico, uno di congruità energetica e debba mettere ai radiatori le famose valvoline, con relativo adeguamento caldaie, (quest'ultima operazione delle valvoline ,giudicata dai tecnici del tutto inutile se non per esigenze particolari) per poter fare dal Notaio un rogito, ma che lo stesso proprietario non sia tenuto a far dichiarare da un tecnico qualificato se la casa che vende è nelle condizioni di stare in piedi se viene un terremoto?
Per accontentare le lobby i nostri governi fanno e non fanno cose in modo veramente indecente.
Ma sopratutto mancano totalmente di senso dello stato, nel senso che quello che fanno lo fanno solo se è popolare e se vede bene e quindi è utile per portare voti subito.
Mettere in sicurezza il territorio è una politica di lungo respiro che produce risultati ben visibili più per i figli e i nipot che per le presenti generazioni adulte.
E vedere così lontano non è cosa per questi politici, che di statisti non hanno quasi nulla, ma non si sa mai.
Su terremoti e post terremoti i governi italiani non hanno mai avuto una politica per la tutela del territorio, ma ora forse si mette in cantiere un piano pluriennale per la prevenzione.
E rendere obbligatoria la stipulazione di una assicurazione sui danni eventuali dei terremoti, che abbatterebbe i costi, non sarebbe un cosa doverosa in un paese col livello di rischio sismico che conosciamo in Italia?
Oggi fare un’assicurazione sulla casa che contenga anche la clausola del rischio terremoto non costa quasi nulla, ma nessuno o quasi la fa.
Che almeno il cittadino, che per pigrizia o anche per motivi comprensibili (anziano invalido o non abbiente) fa finta di non sapere, sia costretto ad avere in mano un certificato che gli dice che la sua casa gli può crollare in testa, in caso di terremoto, a garanzia sua e dei futuri acquirenti.
Poi decida lui.
Ma fino ad un certo punto, perché se una casa è accostata ad altre, nell'intrico che abbiamo visto ad Amatrice, questo (di lasciare libertà di scelta ai singoli, se pure informati) è un lusso che i pubblici poteri non possono permettersi, perché se una casa cade in quelle condizioni, cade sulle altre, e quindi i medesimi pubblici poteri avrebbero il dovere di prendere il coraggio a quattro mani e ritirare le licenze di abitabilità alle case a rischio assoluto, per tutelare la comunità.
Si possono costruire case anti- sismiche?
Sappiamo benissimo che è possibilissimo, vedi Giappone e quella California, che deve convivere nientemeno che con la faglia di Sant'Andrea.
E vedi anche in Italia dove si è ricostruito a regola d’arte come in Friuli ed in Emilia.
Ma anche nel Centro-Meridione, vedi Norcia eccetera.
Si possono eseguire lavori su case esistenti per limitare il danno al massimo?
I tecnici dicono di sì se si “mettono catene” ,che cerchino i muri perimetrali per tenere insieme il tutto, o costruire un paio di contrafforti, vedi grattacelo Pirelli, vecchio, ma fatto con edilizia di avanguardia, eccetera.
La tecnica c'è.
Addirittura dicono sempre i tecnici, e le nostre università ne hanno di prim’ordine, è possibile azzardarsi a dire che è possibile con la tecnologia di oggi costruire case assolutamente anti- sismiche che avrebbero però un grosso difetto, in quanto sarebbero piuttosto costose, ma sopratutto ,sarebbero bruttissime, perché assomiglierebbero più a bunker che a case.
Quindi quello che manca è solo la volontà politica e una presa di responsabilità da parte dei cittadini.
E’ ora che tutti noi si capisca che se ci comportiamo come in passato, una settimana,quindici giorni di copertura e poi tanti saluti, i politici saranno ben lieti di cancellare l’argomento dalla loro agenda.


Se invece si cominciasse ad usare di più la ragione e meno la pancia ci si dovrebbe impegnare per esempio in questo modo : alle prossime elezioni prenderò in considerazione per il mio voto solo i partiti che hanno messo nel loro programma l’impegno a realizzare una politica pluriennale di interventi di messa in sicurezza del territorio.

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