Gli stati
meridionali dell'Europa sono tutti soggetti al rischio di terremoti
anche di grado elevato, ma tutti quanti si affidano alla sorte e non
fanno pressoché nulla per realizzare un serio piano di prevenzione
che salverebbe un gran numero di vite umane.
Colpa certo di
classi politiche più che mediocri che non sono capaci di guardare
oltre al proprio naso.
Se non si fa
nulla per prevenire è colpa di politici incapaci, ma anche di
cittadini che dormono quando non se lo possono permettere
Ma anche i cittadini
non è che siano molto impegnati.
Quando oramai è in
via di superamento l'ondata emotiva conseguente al disastro di
Amatrice e degli altri paesi colpiti dal recente sisma ora si ragioni
a mente fredda.
Si sono viste cose
turche, e di queste inevitabilmente dovranno rispondere oltre che i
costruttori anche e si spera prima di tutto le classi politiche
locali che dovevano essere cieche sorde a mute, se non si accorgevano
che gli edifici pubblici dei loro paesi venivano ristrutturati
guardando alla facciata e non alla sostanza.
Il sindaco di un
paese di quelle dimensioni e relativi assessori non è che rischiano
lo stress per seguire decentemente gli adempimenti richiesti dalle
loro deleghe, e quindi possibile che non siano andati a metterci il
naso mentre quei lavori venivano eseguiti quando si preparano i
tondini e si assemblano a torretta per essere posati nella sagoma di
legno preparata dai carpentieri, prima della colata di cemento,
chiunque ha modo di vedere benissimo sia le dimensioni che verrà ad
assumere la colonna di cemento armato in costruzione sia se la maglia
di ferro è appena accennata o comunque quanto è abbastanza fitta.
In quanti nel
paesi colpiti dal sisma non hanno visto e non hanno capito, quando
ancora c’era il tempo per prevenire?
Lasciamo perdere il
tecnico comunale, che è la parte più debole della catena di comando
perché è il primo che il costruttore poco onesto cercherà di
“ammorbidire” perché non veda e non senta, ma i politici locali
anche se non tecnicamente preparati gli occhi ce li hanno.
Quei pilastrini
caduti che si vedono dalle foto del disastro sono tagliati di netto,
non si vede fuoruscire l'intrico di tondini che ci dovrebbe essere.
Quando si vedono i
tondini, come in alcune foto delle macerie di Amatrice, se ne vedono
tre per lato di ogni colonna, un’insensatezza.
Questo per gli
amministratori locali.
Ma in qualsiasi
consiglio comunale anche di paese piccolo siedono i consiglieri di
opposizione.
Colpiti da cecità
anche loro? Non vedevano?
E le famiglie nelle
quali c'erano i bambini che sarebbero andati in quella scuola di
Amatrice, magari un'occhiatina non alla vernice ed all'aspetto
esteriore, ma alla sostanza, non potevano darcela?
Possibile che in
paese non ci fosse un ingegnere e qualche geometra, in grado di
capire al volo quello che c'era da capire?
E i proprietari di
casa o di seconda casa, dopo lo scrollone disastroso avvenuto
all'Aquila nel 2009, solo a pochi kilometri di distanza non vedevano
che le loro case fatte con muri di pietra e materiale assortito, come
si vede dalle foto, non garantivano nulla a nessuno?
Non è
necessario essere ingegneri o geometri per vedere che i pilastri di
cemento non sono armati a sufficienza, che i vecchi muri medioevali
fatti di pietra e mista a sassi e qualche mattone stanno in piedi
perché non tira vento.
Quanti in quei paesi
avevano speso soldi per rifarsi il tetto in cemento armato,
considerato dai tecnici una pietra tombale per il peso eccessivo
assolutamente inadatto a quelle case.
Qui non parliamo di
politici ma di gente comune, magari consultare più di un tecnico
prima di imbarcarsi in una spesa consistente?
D'accordo politici
inadeguati o peggio, che avevano i soldi per la messa in sicurezza e
nulla hanno fatto per adire e sfruttare i finanziamenti, ma c'è
anche un problema di cittadini che facevano finta di non sapere e di
non vedere.
Non avevano un
reddito adeguato per fare nulla? Può anche essere, ma allora per
responsabilità verso sé stessi e la famiglia, almeno quando è
andata giù l'Aquila, sarebbe stato meglio per loro andare ad abitare
in un fienile basso e col tetto di legno, adattabile con quattro
soldi, piuttosto che rimanere dov'erano.
Primum vivere!
Questa è una
società malata, non è solo una classe politica non all'altezza.
Si è detto che
l'analogo disastro di Aquila è di sette anni fa.
Abbiamo la
Protezione Civile migliore del mondo , tecnici ai massimi livelli e
siamo nelle condizioni di reperire i finanziamenti, manca solo la
volontà politica e uno stimolo da parte dei cittadini
Da allora abbiamo
acquisito un Corpo di Protezione Civile che già esisteva, ma che è
divenuto sempre più capace di intervenire con formidabile prontezza,
organizzazione e mezzi.
Una volta tanto
all'estero invidiano la nostra capacità acquisita ad intervenire in
zone disastrate.
Ma i tecnici ci
dicono, e sono in grado di dimostrarlo, che i disastri si possono
prevenire.
Mons.Pompili,
Vescovo di Rieti, nell'omelia funebre, invece di ripetere le solite
trite tiri tele, ha detto fuori dai denti che i terremoti sono
fenomeni endemici della natura e che senza di loro non ci sarebbe
nemmeno il pianeta come lo conosciamo, che però i morti non li fanno
i terremoti, ma le opere dell'uomo, malfatte.
Un vescovo che sa di
scienza e ne parla : che bel sentire, era ora.
I media televisivi e
della carta stampata ci hanno riferito che chi ha fatto i conti ha
rilevato che negli anni per ricostruire i danni materiali dei
terremoti nel nostro paese si spendono mediamente 3 miliardi
all'anno.
Non è vero che
mettere in sicurezza (relativa perché tutto è relativo) più di
mezza Italia sia economicamente insostenibile.
I tecnici hanno
quantificato in 200 € a metro quadro il costo da sostenere su
edifici già costruiti e in solo il 2% in più il costo per costruire
a nuovo seguendo le norme anti-sismiche.
Pare che perfino il
governo Renzi, che non è composto propriamente da premi Nobel, abbia
sentito questa notizia e si stia orientando a mettere in cantiere un
programma di spesa pluriennale di investimenti per una cifra analoga
al fine di realizzare finalmente, sia pure con colpevole ritardo, una
operazione strutturale di messa a norma antisismica del nostro paese.
Fosse vero! Staremo
a vedere.
E fare diventare
obbligatorio il libretto di fabbricato?
E' mai possibile che
un proprietario di casa debba spendere migliaia di Euro per
procurarsi un certificato di messa a norma dell'impianto elettrico,
uno di congruità energetica e debba mettere ai radiatori le famose
valvoline, con relativo adeguamento caldaie, (quest'ultima operazione
delle valvoline ,giudicata dai tecnici del tutto inutile se non per
esigenze particolari) per poter fare dal Notaio un rogito, ma che lo
stesso proprietario non sia tenuto a far dichiarare da un tecnico
qualificato se la casa che vende è nelle condizioni di stare in
piedi se viene un terremoto?
Per accontentare le
lobby i nostri governi fanno e non fanno cose in modo veramente
indecente.
Ma sopratutto
mancano totalmente di senso dello stato, nel senso che quello che
fanno lo fanno solo se è popolare e se vede bene e quindi è utile
per portare voti subito.
Mettere in sicurezza
il territorio è una politica di lungo respiro che produce risultati
ben visibili più per i figli e i nipot che per le presenti
generazioni adulte.
E vedere così
lontano non è cosa per questi politici, che di statisti non hanno
quasi nulla, ma non si sa mai.
Su terremoti e post
terremoti i governi italiani non hanno mai avuto una politica per la
tutela del territorio, ma ora forse si mette in cantiere un piano
pluriennale per la prevenzione.
E rendere
obbligatoria la stipulazione di una assicurazione sui danni eventuali
dei terremoti, che abbatterebbe i costi, non sarebbe un cosa doverosa
in un paese col livello di rischio sismico che conosciamo in Italia?
Oggi fare
un’assicurazione sulla casa che contenga anche la clausola del
rischio terremoto non costa quasi nulla, ma nessuno o quasi la fa.
Che almeno il
cittadino, che per pigrizia o anche per motivi comprensibili (anziano
invalido o non abbiente) fa finta di non sapere, sia costretto ad
avere in mano un certificato che gli dice che la sua casa gli può
crollare in testa, in caso di terremoto, a garanzia sua e dei futuri
acquirenti.
Poi decida lui.
Ma fino ad un certo
punto, perché se una casa è accostata ad altre, nell'intrico che
abbiamo visto ad Amatrice, questo (di lasciare libertà di scelta ai
singoli, se pure informati) è un lusso che i pubblici poteri non
possono permettersi, perché se una casa cade in quelle condizioni,
cade sulle altre, e quindi i medesimi pubblici poteri avrebbero il
dovere di prendere il coraggio a quattro mani e ritirare le licenze
di abitabilità alle case a rischio assoluto, per tutelare la
comunità.
Si possono costruire
case anti- sismiche?
Sappiamo benissimo
che è possibilissimo, vedi Giappone e quella California, che deve
convivere nientemeno che con la faglia di Sant'Andrea.
E vedi anche in
Italia dove si è ricostruito a regola d’arte come in Friuli ed in
Emilia.
Ma anche nel
Centro-Meridione, vedi Norcia eccetera.
Si possono eseguire
lavori su case esistenti per limitare il danno al massimo?
I tecnici dicono di
sì se si “mettono catene” ,che cerchino i muri perimetrali per
tenere insieme il tutto, o costruire un paio di contrafforti, vedi
grattacelo Pirelli, vecchio, ma fatto con edilizia di avanguardia,
eccetera.
La tecnica c'è.
Addirittura dicono
sempre i tecnici, e le nostre università ne hanno di prim’ordine,
è possibile azzardarsi a dire che è possibile con la tecnologia di
oggi costruire case assolutamente anti- sismiche che avrebbero però
un grosso difetto, in quanto sarebbero piuttosto costose, ma
sopratutto ,sarebbero bruttissime, perché assomiglierebbero più a
bunker che a case.
Quindi quello che
manca è solo la volontà politica e una presa di responsabilità da
parte dei cittadini.
E’ ora che tutti
noi si capisca che se ci comportiamo come in passato, una
settimana,quindici giorni di copertura e poi tanti saluti, i politici
saranno ben lieti di cancellare l’argomento dalla loro agenda.
Se invece si
cominciasse ad usare di più la ragione e meno la pancia ci si
dovrebbe impegnare per esempio in questo modo : alle prossime
elezioni prenderò in considerazione per il mio voto solo i partiti
che hanno messo nel loro programma l’impegno a realizzare una
politica pluriennale di interventi di messa in sicurezza del
territorio.
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