venerdì 14 aprile 2017

Un nuovo potere controlla il mondo a nostra insaputa : quello dei gestori dei dati raccolti dai “social media”





Il linguaggio poliziesco che intimorisce solo a causa della sua burocratica brutalità e dalla sua anacronistica arcaicità della forma, direbbe che siamo tutti schedati, o meglio “attenzionati”.
Come dire,attenti che vi teniamo d’occhio, provate a sgarrare e vi mettiamo dentro.
Stiamo parlando ovviamente non della situazione italiana dove impera da anni una prassi e una interpretazione lassista e garantista dell’ordinamento, in base alla quale ognuno può fare quel cavolo che gli pare anche a danno del prossimo che tanto difficilmente verrà sanzionato, sopratutto se ha santi in paradiso o meglio se dispone di un bel gruzzoletto in banca, ma da quello che succede nei paesi nei quali l’autorità è temuta, o perché la gestione del potere è più seria che da noi, o perché il regime tende o è autoritario.
Ebbene, oggi è venuto per tutti il momento di darci una scossa e di cercare di capire in quale pasticcio più grande di noi ci siamo cacciati.

Praticamente tutti o quasi oggi usiamo i computer o almeno un telefonino, che è uno smartphone, cioè in pratica è un computer sotto mentite spoglie.
Per uno strano scherzo che ci combina la nostra mente, siamo portati a credere in una leggenda metropolitana in base alla quale questi aggeggi sarebbero per definizione neutri e innocui, perché li riteniamo falsamente poco più che giochini, che ci intestardiremmo ad usare portandoli via ai nostri figli e nipoti “nativi digitali” e quindi unici maghi e legittimi detentori delle abilità necessarie ad usarli.
Si tratta di una autentica bestialità della quale però è convinto mezzo mondo e infatti lasciamo i mano senza controllo né educazione specifica a bambini, bambinetti e ragazzini mezzi potentissimi, che sono ben lungi dal sapere identificare e ancor meno dominare.
Fatto sta che giovani e meno giovani più volte al giorno si servono di Facebook, Whatsapp, la galassia dei servizi di Google, Spotify, eccetera e comperano su Amazon, cercano l’albergo su Tripadvisor eccetera, eccetera o si servono di applicazioni analoghe.

Con il che prestano il loro consenso esattamente ad essere “schedati e attenzionati”.
In inglese si usa un termine più specifico, che non esiste in italiano con i medesimi significati e che è il verbo “profile”, che non significa solo descrivere ma anche e sopratutto incasellare in una precisa tipologia, definita dalle neuroscienze e dalla psicologia.
Siamo in un campo modernissimo, che può esistere solo grazie all’uso di procedure e acquisizioni scientifiche molto recenti, anche se il risultato è allarmante e allucinante perché richiama da vicino il mondo di “1984” e il “grande Fratello” di George Orwell.

Il potere che deriva dal possesso e dall’uso di questa enormità di informazioni, è immenso, ma è stato acquisito di fatto a nostra insaputa, perché mai nessuno quando scarica queste applicazioni si prende la briga di leggere le paginate di norme che autorizzano i gestori di quelle app ad usare i nostri dati, se non gli avvocati delle associazioni di difesa dei consumatori.
Intendiamoci l’errore è nostro, ma lo abbiamo fatto proprio tutti.
Per avere un’idea di cosa stiamo parlando diciamo che Facebook ha 1,65 miliardi di utenti, il 66% dei quali usa l’applicazione tutti i giorni.
Google ha 1 miliardo di utenti attivi, ma gli utilizzatori della intera galassia dei servizi targati Google porterebbe ad aumentare di molto quella cifra, se si pensa che solo gli utilizzatori del sistema operativo Android di Google sui telefonini sono 1,4 miliardi.
Sono cifre impressionanti.
L’uso di queste app da parte nostra fa si che di fatto autorizziamo i gestori di queste aziende a sapere praticamente tutto di noi : dati anagrafici, studi fatti, professione, interessi , tipo di acquisti.

Detto questo attenzione a non sottovalutare la valenza di queste informazioni :
non si tratta affatto solo di violazione della privacy o dall’avere offerto ai compagni di classe o ai colleghi di ufficio, che abbiano le abilità necessarie di fare gli hackers e quindi di entrare in possesso di questi dati, di fare un goloso “gossip” su di noi.
Per capirci qualcosa consideriamo una notizia significativa e inquietante che hanno riportato i media specializzati su queste materie : ai piani alti delle aziende produttrici e gestrici di queste app non si assumono più i migliori cervelli che escono dalle facoltà di economia o solo genietti dell’informatica, ma si vanno a cercare i migliori laureati nelle materie delle neuroscienze e di psicologia per farne dei “profiler” al massimo livello.

Perchè di quei dati bisogna sapere cosa farsene ai fini non solo di ricavarne maggiore guadagno, ma per gestirli al fine di “potere” nudo e crudo.
Mettiamoci insieme un’altra notizia di cronaca recente dotata dello stesso peso.
Pochi giorni prima dell’insediamento , Donald Trump ha ricevuto al 25° piano nella sua Trump Tower, sulla Fifth Avenue di New York, il fior fiore degli ex ragazzini che partendo da comuni garage hanno messo in piedi l’informatica moderna.
I media avevano commentato quell’incontro accentuando il fatto singolare che su quegli ascensori in pochi minuti erano passati i detentori di una tale ricchezza complessiva da essere superiore al PIL di molti stati messi insieme.
Ma avevano trascurato il discorso scomodo sul “potere” gestito da quelle persone, discorso nel caso specifico da tenersi in primo piano più per gli assenti o meglio per l’assente, che non per i presenti.
Infatti si era stra-notata l’assenza pesantissima di Mark Zuckerberg, l’inventore e padrone di Facebook, non tanto per il peso finanziario già enorme di quell’azienda ,250 miliardi di dollari di capitalizzazione di borsa, ma per il suo “peso politico”, tanto che sui media, da allora, si è cominciato a dire che lo stesso Zuckerberg con quell’assenza aveva di fatto lanciato la sua candidatura per le presidenziali americane da qui a quattro anni.

La cosa sarebbe tutt’altro che inverosimile per la semplice ragione che oggi, Zuckerberg possiede e gestisce dati, che opportunamente “profilati” gli danno un potere immenso, che se non è già superiore a quello di molti stati, lo mettono comunque a pari peso con i governati del mondo.
Perchè? Perchè chi lo sa fare da quei dati ricava tanto per capirci, le intenzioni di voto, le convinzioni religiose o filosofiche, i comportamenti sul mercato nel senso di consumi e sul mercato dei capitali.
Gli studiosi di geopolitica hanno già appurato che la società di consulenza che ha guidato la campagna elettorale dei pro-Brexit in Inghilterra ha vinto la partita perché dalle analisi dei suoi “ profiler” ha saputo determinare quali erano le cose che spingevano la gente per la scelta pro-Brexit ed infatti facendole sostenere hanno fatto vincere i loro clienti.
Ma non basta.
Questa società che ha un nome e un cognome ,che è Cambridge Analytica, (da Limes 2/2017, pag. 217) guarda caso, è la stessa alla quale si era rivolto per orientare la sua campagna elettorale, Donald Trump ,che a vinto contro ogni aspettativa, proprio come i pro-Brexit in Inghilterra.
Tutto questo significa che già oggi esiste un potere immenso in mano ad alcune persone che non sono i gestori della finanza globale, come spesso si ipotizzava alla George Soros e compagni o i CEO delle grandi banche di affari, ma sono i gestori dei dati su di noi.

Questo potere non è affatto neutro, ma come tutti i poteri è una cosa che mette da una parte i vinti e dall’altra i vincitori, da una parte chi comanda e dall’altra chi ubbidisce.
Forse è il caso di riandare a rileggersi i testi chiave della scienza politica : il Principe di Macchiavelli o il Leviatano di Thomas Hobbes.
Ed allora facciamo finta di non sapere niente e andiamo avanti come se niente fosse o prendiamo atto di una situazione nuova che ha scardinato tutte le precedenti visioni della politica ?
Chi paga questi abilissimi profiler potrebbe farci fare quello che vuole lui e non quello che vogliamo noi.
La trasmissione radiofonica che ascolto all’alba su Radio 24, condotta da Alessandro Milan, con un tono abilmente e apparentemente scanzonato si presenta più o meno così : noi non vi diremo mai la verità, ma vi faremo sentire tutte le cazzate che volete sentire.

Ebbene questo mondo di profiler e di algoritmi del quale abbiamo parlato fino adesso è proprio con questa procedura che potrebbe “fregarci”.
Perchè loro sanno con precisione cosa vogliamo e cosa pensiamo e quindi sono in gradi di dirci proprio quello che vogliamo sentire per farci comprare la tal cosa invece della tal altra e farci votare il tale partito invece che il tal altro.
Ma sarebbe una macchinazione, una manipolazione, un modo oscuro per alterare la nostra libertà di scelta, facendoci fare quello che vogliono loro, facendoci credere di averlo scelto noi.
Occorre pensarci su molto seriamente.







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