venerdì 28 aprile 2017

Marine Lepen non ci tocca votarla, ma anche per noi le urne sono dietro l'angolo






Siamo troppo vicini alla Francia in senso territoriale e culturale per non sentire come nostra la pesante scelta elettorale che dovranno fare i cugini d’oltralpe fra poco più di una settimana. Prendiamola come una simulazione della scelta che dovremo fare nella primavera dell'anno prossimo.
Del resto è chiaro a tutti che basta sostituire il cognome Lepen con Grillo e Salvini e la simulazione diventa realtà anche per noi. Purtroppo o non purtroppo sono finiti i tempi dei partitoni storici.
Destra e sinistra vogliono dire sempre meno.
Per esempio dire che il Pd rappresenti lo schieramento della sinistra fa solo ridere, se si è informati anche solo a livello minimale.
Attenzione però che da noi ,a differenza della Francia ,dire che Forza Italia e soci se pur litigiosi, rappresenti la destra, questo affermazione rimane verosimile e questo dato di fatto avrà  il suo peso
Difficile però se non impossibile qualificare in termini di sinistra o di destra i 5Stelle e in buona parte nemmeno la Lega come la vuole Salvini, che se è vero che pende più a destra che a sinistra però è chiaro che si qualifica per temi trasversali : immigrazione, sicurezza, messa in discussione di questa Europa ed Euro, lavoro per i giovani, apertura a Putin e Trump eccetera.
Ed ecco che trascinati dal discorso siamo stati costretti a entrare nel vivo delle argomentazioni sul merito. Cioè siamo stati costretti a elencare i temi sui quali andremo a votare.
E questo è il senso del completamente nuovo, che forse non tutti riescono ad avvertire.
Per la prima volta andremo a votare, quando e se la nostra disastrosa classe politica ci consentirà di farlo, ma quasi sicuramente nella primavera del 2018, che è la data di normale scadenza della Legislatura e che solo per questo diventa quasi sicura, dovendo fare riferimento a criteri di riferimento diversi da quelli che abbiamo adottato  nelle tornate precedenti.
Non c'è niente da fare, lo dicono i neuroscienziati, la nostra mente è organizzata in modo da proporci come prima scelta "l'usato sicuro", cioè quella che abbiamo già fatto in passato, e quindi siamo  per "natura" portati ad essere conservatori.
La scelta a favore della continuità, della stabilità, ci viene proposta dalla nostra mente in prima battuta perchè ci viene presentata come quella che ci dovrebbe procurare meno problemi.
Oggi però questa prima scelta è diventata inadeguata per definizione per il semplice fatto che non possiamo non renderci conto che il mondo nel quale viviamo oggi va a una velocità alla quale facciamo fatica a tenerle dietro e quindi è giocoforza riconoscere che i criteri di giudizio ai quali facevamo riferimento ieri è molto probabile che non abbiano più senso oggi.
Infatti, che senso avrebbe per un cittadini "di sinistra" o comunque con vocazione a privilegiare una forte sensibilità ai temi "sociali"  votare per un partito come il Pd che è diventato tutt'altro e che in ogni caso è un partito "personale" di Renzi e che quindi non dichiara di essere legato ad alcu decalogo ideologico ?
Salta quindi il criterio di riferimento alle propensioni ideologiche.
Come si diceva sopra però in Italia da parecchio tempo, andiamo avanti ma sempre un passo indietro agli altri e quindi se il discorso che stiamo facendo fila liscio a proposito del PD, lo stesso non può ripetersi pari pari per lo scheramento di destra, perchè sarebbe difficile sostenere che Forza Italia, la Lega in buona parte  e Fratelli d'Italia della Meloni non facciano riferimento chiaramente ai tradizionali temi ideologici che qualificano la destra.
Per questo schieramento, ma anche per gli altri, tuttal più va fatto un altro discorso e cioè se il capo riconosciuto che rimane Silvio Berlusconi è credibile ed è in grado di realizzare quello che promette o se è tutto un blà blà, perchè il punto debole di questo schieramento è proprio la figura del capo, che è logorato dall'età anagrafica avanzata e dall'inefficenza dimostrata dal medesimo nel corso della sua ormai lunga carriera politica, nonchè dal fatto di essere esplicitamente il fondatore di un partito "personale" che per definizione rifiuta di giurare fedeltà al solito decalogo ideologico per lasciarsi le mani libere.
Come dire : grosso modo sono l'uomo della destra, ma farò quello che mi parrà opportuno di volta in volta. Non è una grande garanzia per l'elettore. Finora però abbiamo parlato dei partiti che rappresentano l' "establishment", la "casta" le "elites", i responsabili dell'esistente, che in continuità hanno governato degli scorsi decenni.
Solo per questo è difficile pensare che questi farebbero qualcosa di diverso se dovessero essere riconfermati al potere.
Il nuovo per governare le nuove situazioni ben difficilmente potrebbero essere loro.
Il nuovo, piaccia o non piaccia sono gli altri, i "trasversali", nè destra nè sinistra, ma che si definiscono per le soluzioni che propongono sul merito dei problemi e che comunque giurano che se al potere farebbero cose del tutto diverse da quelle che fanno coloro che hanno gestito il potere in questi anni.
Gli elettori lo sanno, ma sanno anche che questo ,cioè il nuovo, è sia la carta vincente, sia il problema dei 5Stelle e della Lega di Salvini.
Per i "moderati" andare a votare per il nuovo richiama da sempre il terrore del "salto nel buio", giratelo come volete, ma siamo sempre alle reazioni ancestrali.
Per fare il "salto nel buio" bisogna essere alle strette o usando una terminologia più popolare bisogna essere molto incazzati. Nella società di oggi, intorno a noi ci sono categorie sociali riconoscibili che sono e che hanno ragione di essere abbastanza incazzati da rischiare il "salto nel buio"? Penso proprio di sì.
Tanto per cominciare i giovani disoccupati o quelli che il lavoro non lo cercano nemmeno più, perchè comunque non c'è, e poi i giovani occupati nelle condizioni penose del lavoro precario, delle finte cooperative e nella posizione di finte partite Iva, per figurare non come dipendenti ma come professionisti autonomi.
Poi c'è quel vasto ceto, vicino ad una posizione maggioritaria che è il "ceto medio", che sta da tempo rotolando giù dalla scala sociale e che di questo se ne accorge sempre di più.
Un ceto medio di ex operai un tempo agiati, di partite Iva tendenti al rosso e che faticano a pagare le tasse, di ex privilegiati dipendenti pubblici, considerati ora poco più che parassiti a causa dei loro privilegi, di ex privilegiati bancari che vedono la mannaia dello "sfoltimento" degli sportelli sempre più minaccioso eccetera, eccetera.
Poi ci sono i milioni di cittadini ufficialmente qualificati dall'Istat come poveri. Basterebbe tutto questo elenco per raggiungere una maggioranza di elettori disposti a fare il "salto nel buio".
Penso proprio di si. Ma non è detto, perchè se i "moderati" finiranno per essere nuovamente tentati di dare retta per pigrizia o per conformismo o per paura, alla prima scelta della loro mente per l'usato sicuro, ci sarà anche e questo sarebbe anche peggio, una parte dei giustamente "incazzati" che cederà alla rassegnazione ed alla sfiducia e che non andranno a votare.
Vedremo come andrà in Francia e poi le schede arriveranno anche nelle nostre mani.
Ma da noi potrebbe anche andare peggio, perchè il nostro sistema elettorale ,tra l'altro ancora in fieri nelle manacce dei nostri attuali parlamentari potrebbe condurci diritto ad un nulla di fatto, magari già programmato nelle menti malate dei possessori di quelle manacce.
Non sarà mica perchè coloro sono tanto cinici da programmarsi l'allargamento dell'area degli sfiduciati inducendoli a starsene a casa per lasciare la politica agli "addetti ai lavori" e basta con partiti solo personali che alla fine coopteranno tutti o quasi a dividersi il potere e più nessuno o quasi che va a votare?
Sarebbe un bel fascismo bianco soporifero e apparentemente indolore, ma sempre fascismo.



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