Siamo troppo vicini alla Francia in
senso territoriale e culturale per non sentire come nostra la pesante
scelta elettorale che dovranno fare i cugini d’oltralpe fra poco
più di una settimana. Prendiamola come una simulazione della scelta
che dovremo fare nella primavera dell'anno prossimo.
Del resto è chiaro a tutti che basta
sostituire il cognome Lepen con Grillo e Salvini e la simulazione
diventa realtà anche per noi. Purtroppo o non purtroppo sono finiti
i tempi dei partitoni storici.
Destra e sinistra vogliono dire
sempre meno.
Per esempio dire che il Pd rappresenti
lo schieramento della sinistra fa solo ridere, se si è informati
anche solo a livello minimale.
Attenzione però che da noi ,a
differenza della Francia ,dire che Forza Italia e soci se pur
litigiosi, rappresenti la destra, questo affermazione rimane
verosimile e questo dato di fatto avrà il suo peso
Difficile però se non impossibile
qualificare in termini di sinistra o di destra i 5Stelle e in buona
parte nemmeno la Lega come la vuole Salvini, che se è vero che pende
più a destra che a sinistra però è chiaro che si qualifica per
temi trasversali : immigrazione, sicurezza, messa in discussione di
questa Europa ed Euro, lavoro per i giovani, apertura a Putin e Trump
eccetera.
Ed ecco che trascinati dal discorso
siamo stati costretti a entrare nel vivo delle argomentazioni sul
merito. Cioè siamo stati costretti a elencare i temi sui quali
andremo a votare.
E questo è il senso del
completamente nuovo, che forse non tutti riescono ad avvertire.
Per la prima volta andremo a votare,
quando e se la nostra disastrosa classe politica ci consentirà di
farlo, ma quasi sicuramente nella primavera del 2018, che è la data
di normale scadenza della Legislatura e che solo per questo diventa
quasi sicura, dovendo fare riferimento a criteri di riferimento
diversi da quelli che abbiamo adottato nelle tornate
precedenti.
Non c'è niente da fare, lo dicono i
neuroscienziati, la nostra mente è organizzata in modo da proporci
come prima scelta "l'usato sicuro", cioè quella che
abbiamo già fatto in passato, e quindi siamo per "natura"
portati ad essere conservatori.
La scelta a favore della
continuità, della stabilità, ci viene proposta dalla nostra mente
in prima battuta perchè ci viene presentata come quella che
ci dovrebbe procurare meno problemi.
Oggi però questa prima scelta è
diventata inadeguata per definizione per il semplice fatto che non
possiamo non renderci conto che il mondo nel quale viviamo oggi va a
una velocità alla quale facciamo fatica a tenerle dietro e quindi è
giocoforza riconoscere che i criteri di giudizio ai quali facevamo
riferimento ieri è molto probabile che non abbiano più senso oggi.
Infatti, che senso avrebbe per un
cittadini "di sinistra" o comunque con vocazione a
privilegiare una forte sensibilità ai temi "sociali"
votare per un partito come il Pd che è diventato tutt'altro e che in
ogni caso è un partito "personale" di Renzi e che quindi
non dichiara di essere legato ad alcu decalogo ideologico ?
Salta quindi il criterio di
riferimento alle propensioni ideologiche.
Come si diceva sopra però in Italia da
parecchio tempo, andiamo avanti ma sempre un passo indietro agli
altri e quindi se il discorso che stiamo facendo fila liscio a
proposito del PD, lo stesso non può ripetersi pari pari per lo
scheramento di destra, perchè sarebbe difficile sostenere che Forza
Italia, la Lega in buona parte e Fratelli d'Italia della Meloni
non facciano riferimento chiaramente ai tradizionali temi ideologici
che qualificano la destra.
Per questo schieramento, ma anche per
gli altri, tuttal più va fatto un altro discorso e cioè se il capo
riconosciuto che rimane Silvio Berlusconi è credibile ed è in grado
di realizzare quello che promette o se è tutto un blà blà, perchè
il punto debole di questo schieramento è proprio la figura del capo,
che è logorato dall'età anagrafica avanzata e dall'inefficenza
dimostrata dal medesimo nel corso della sua ormai lunga carriera
politica, nonchè dal fatto di essere esplicitamente il fondatore di
un partito "personale" che per definizione rifiuta di
giurare fedeltà al solito decalogo ideologico per lasciarsi le mani
libere.
Come dire : grosso modo sono l'uomo
della destra, ma farò quello che mi parrà opportuno di volta in
volta. Non è una grande garanzia per l'elettore. Finora però
abbiamo parlato dei partiti che rappresentano l' "establishment",
la "casta" le "elites", i responsabili
dell'esistente, che in continuità hanno governato degli scorsi
decenni.
Solo per questo è difficile
pensare che questi farebbero qualcosa di diverso se dovessero essere
riconfermati al potere.
Il nuovo per governare le nuove
situazioni ben difficilmente potrebbero essere loro.
Il nuovo, piaccia o non piaccia sono gli
altri, i "trasversali", nè destra nè sinistra, ma che si
definiscono per le soluzioni che propongono sul merito dei problemi e
che comunque giurano che se al potere farebbero cose del tutto
diverse da quelle che fanno coloro che hanno gestito il potere in
questi anni.
Gli elettori lo sanno, ma sanno anche
che questo ,cioè il nuovo, è sia la carta vincente, sia il problema
dei 5Stelle e della Lega di Salvini.
Per i "moderati" andare
a votare per il nuovo richiama da sempre il terrore del "salto
nel buio", giratelo come volete, ma siamo sempre alle reazioni
ancestrali.
Per fare il "salto nel buio"
bisogna essere alle strette o usando una terminologia più popolare
bisogna essere molto incazzati. Nella società di oggi, intorno a noi
ci sono categorie sociali riconoscibili che sono e che hanno ragione
di essere abbastanza incazzati da rischiare il "salto nel buio"?
Penso proprio di sì.
Tanto per cominciare i giovani
disoccupati o quelli che il lavoro non lo cercano nemmeno più,
perchè comunque non c'è, e poi i giovani occupati nelle condizioni
penose del lavoro precario, delle finte cooperative e nella posizione
di finte partite Iva, per figurare non come dipendenti ma come
professionisti autonomi.
Poi c'è quel vasto ceto, vicino ad una
posizione maggioritaria che è il "ceto medio", che sta da
tempo rotolando giù dalla scala sociale e che di questo se ne
accorge sempre di più.
Un ceto medio di ex operai un tempo
agiati, di partite Iva tendenti al rosso e che faticano a pagare le
tasse, di ex privilegiati dipendenti pubblici, considerati ora poco
più che parassiti a causa dei loro privilegi, di ex privilegiati
bancari che vedono la mannaia dello "sfoltimento" degli
sportelli sempre più minaccioso eccetera, eccetera.
Poi ci sono i milioni di cittadini
ufficialmente qualificati dall'Istat come poveri. Basterebbe tutto
questo elenco per raggiungere una maggioranza di elettori disposti a
fare il "salto nel buio".
Penso proprio di si. Ma non è detto,
perchè se i "moderati" finiranno per essere nuovamente
tentati di dare retta per pigrizia o per conformismo o per paura,
alla prima scelta della loro mente per l'usato sicuro, ci sarà anche
e questo sarebbe anche peggio, una parte dei giustamente
"incazzati" che cederà alla rassegnazione ed alla sfiducia
e che non andranno a votare.
Vedremo come andrà in Francia e poi le
schede arriveranno anche nelle nostre mani.
Ma da noi potrebbe anche andare
peggio, perchè il nostro sistema elettorale ,tra
l'altro ancora in fieri nelle manacce dei nostri attuali parlamentari
potrebbe condurci diritto ad un nulla di fatto, magari già
programmato nelle menti malate dei possessori di quelle manacce.
Non sarà mica perchè coloro sono tanto
cinici da programmarsi l'allargamento dell'area degli sfiduciati
inducendoli a starsene a casa per lasciare la politica agli "addetti
ai lavori" e basta con partiti solo personali che alla fine
coopteranno tutti o quasi a dividersi il potere e più nessuno o
quasi che va a votare?
Sarebbe un bel fascismo bianco
soporifero e apparentemente indolore, ma sempre fascismo.
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