venerdì 7 aprile 2017

L’attacco missilistico di Trump a una base di Assad : tutto teatro, nessun significato militare e una situazione peggiore di prima



Che Trump non ci capisse un accidente di politica estera lo si era capito subito per la leggerezza e il semplicismo con i quali affrontava problemi complessi, di quella materia.
Ma consoliamoci, Trump è alla Casa Bianca da due mesi, il suo predecessore ci era stato due mandati 4+4 anni e se ne è andato avendoci capito altrettanto, non lo dico io, ma lo riconoscono anche i commentatori di provata fede democratica ,oltre ovviamente ai repubblicani.
Obama aveva ostentatamente tolto il Medio Oriente dalle priorità della politica estera americana e non aveva mantenuto la parola data relativamente all’impegno a un intervento diretto in Siria nel caso nel quale Assad avesse superato la “linea rossa” dei crimini contro l’umanità, cosa che ha fatto più volte.

Forse nella mente di Trump, i cui meccanismi ancora ci sfuggono, è questo desiderio di rivalsa, diretto a sbugiardare Obama e amici, e a dimostrare agli americani e sopratutto ai suoi elettori che invece lui le promesse le mantiene la molla principale che lo ha spinto psicologicamente a usare per la prima volta una piccola parte dell’immenso potere militare che possiede l’America.
Ha ordinato di sparare 60 missili Cruise da mezzi navali nel Mediterraneo su una base aerea di Assad.
Con la prevedibile perfidia i tecnici militari russi hanno commentato che meno della metà di quei hanno colpito il bersaglio, gli altri sarebbero stati abbattuti ovviamente dai potenti mezzi di difesa antiaerea forniti ad Assad dalla Russia medesima.
Questo il “teatro” da offrire in pasto ai popoli per consentire a Trump di far vedere che lui è ben diverso dal suo predecessore e che se ce da usare le mani non si farà riguardo ad usarle, ed alla Russia di servirsi subito della mossa avventata di Trump per dire che quello di Trump consisteva in un attacco a uno stato sovrano, ovviamente per dire che se Trump può permetterselo, allora anche la Russia è legittimata a usare le mani in Ucraina, se gli altri a suo giudizio non si comportano bene.
Fra i comprimari, Erdogan ne ha subito approfittato per dire la sua contro Assad cambiando orientamento in proposito per l’ennesima volta.
La nazione egemone in Europa la Germania si è immediatamente allineata agli Usa per potere finalmente dare una stoccata alla non amata Russia, raccogliendo subito la firma di un Holland che non è mai contato gran che, ma che ora fa veramente pena.
Sul governo Italiano, lasciamo pure perdere, esprime una linea : né con Trump, né con la Russia, linea che sarebbe anche intelligente in mano a statisti e non a mestieranti di terza fila.
Immagino che molti nei Bar Sport di tutta Italia, fra una lite e l’altra sulla Juve che gioca appena, ma va avanti lo stesso, abbiano commentato generalmente con favore il piglio decisionista di questo Trump, che parla poco, ma non esita a fare sputare fuoco dalle sue flotte (che sono ben 7e coprono tutto il pianeta, altro che la invincibile flotta imperiale della Regina Vittoria dei tempi coloniali).
Ammetto che è umano reagire in questo modo in prima approssimazione.
La nostra specie è riuscita ad evolversi fino a noi e a non estinguersi ,come è invece capitato a tante altre specie, proprio perché quando i nostri antenati incrociavano il famoso mammut, non perdevano tempo a leggergli i suoi diritti, ma avevano imparato che dovevano reagire nel minor tempo possibile per affrontare quella fiera, con la forza e con intelligenza anche se era tanto più grossa di loro.
Ecco , tornando a noi, questo è il problema.

Trump ha reagito usando la forza, ma non l’intelligenza.
Prima di tutto è improbabile che militari e servizi siano riusciti a fornire a Trump delle prove sicure atte a documentare l’evidenza della responsabilità di Assad nell’ attacco chimico che ha indignato il mondo.
L’unica cosa sicura è che di attacco chimico si era trattato, ma non c’è affatto nemmeno certezza sul tipo di sostanza chimica usata ed anzi la maggior parte dei tecnici sostengono che difficilmente si potesse trattare di altro che non fosse cloro e non il più micidiale e sofisticato sarin.

Gli esperti di geopolitica di quel settore geografico poi sono rimasti molto prudenti, ricordando che ci sono prove dell’uso di armi chimiche anche da parte dei così detti ribelli anti-Assad.
Di conseguenza per essere sicuri della responsabilità di Assad bisognerebbe essere sicurissimi sugli orari del bombardamento, cosa che non pare per niente accertata.
Gli aerei di Assad avrebbero potuto colpire depositi di ordigni al cloro o altro in mano ai “ribelli” che controllano quella zona, o questi stessi avrebbero potuto averne fatto usa per addossare la responsabilità al regime che combattono.

Del resto il ragionamento più calzante a favore della non responsabilità di Assad sta nel fatto semplicissimo che se c’era uno che non aveva assolutamente alcun interesse a bombardare quella zona con armi chimiche, questi era proprio Assad, che era indirettamente riuscito a fare schierare per interesse dalla sua parte sia gli Usa che la Turchia, l’una potenza globale ,l’altra potenza regionale, che erano stati molto riluttanti a digerirsi una alleanza con Assad in funzione anti Isis, e quindi, dato che si trattava di una alleanza “obtorto collo”, avrebbe dovuto essere deficiente per andare a provocarli con un crimine di guerra, per di più senza riceverne alcun vantaggio di tipo militare.
Ma come si dice la mente umana è insondabile, anche se appare inverosimile che quel dittatore con le mani pluri- insanguinate si possa essere convinto della necessità di usare “l’atomica dei poveri” ,come viene chiamata l’arma chimica, per intimorire i ribelli.
Pura follia, ma non escludibile a priori.

Ma quand’anche Assad avesse agito da pazzo, che senso poteva assumere la “rappresaglia” di Trump?
Se è vero che ha dovuto tirare 60 missili per farne andare a bersaglio meno della metà, militarmente avrebbe fatto una terribile figuraccia.
In ogni caso i danni arrecati a quell’aeroporto siriano pare siano di poco conto e quindi che rappresaglia è?
Quando il prode Netanyahu, per rimanere in zona, decide di dare una scoppola ai palestinesi per rappresaglia al loro lancio di missili agisce con ben altra efficacia, lo abbiamo visto mille volte.

Ma politicamente è ancora peggio, cosa voleva ottenere Trump?
Va bene compiacere la maggioranza del Pentagono che si dice sia pregiudizialmente e visceralmente anti- russa, ma a che scopo? Lui in campagna elettorale aveva detto proprio l’esatto contrario a proposito della Russia e cioè che desiderava trovare un terreno di incontro e di collaborazione sopratutto in funzione anti Isis.
Questo si dice al popolo ma in realtà trattandosi poi di un grosso imprenditore come Trump è verosimile che lo stesso sia più interessato alle opportunità economiche legate all’abolizione dell’embargo vigente contro la Russia.
Sui rapporti con la Russia,Trump è ancora una sfinge difficile da decifrare.

Vedremo, ma forse il ragazzo è più intelligente e lucido di quello che sembra ed ordinando quel tipo di rappresaglia avrà fatto i conti in modo da architettare una cosa poco più che simbolica in modo da lasciare impregiudicati i futuri rapporti con Putin.
Ma dove la medesima rappresaglia lascia trapelare la parte più sballata e pericolosa è il fatto che Trump pare essere ricaduto nella solita procedura adottata con conseguenze disastrose da tutti i suoi predecessori e cioè quello di colpire un regime senza avere idea di come rimpiazzarlo.
Nel caso della Siria ci risiamo nel modo peggiore, perché non c’è regione al mondo dove le trame delle forze in campo è più complessa e difficile da decifrare, anche perché le forze medesime cambiano casacca e campo in continuazione.
Ed allora se Trump vuole fare fuori Assad con chi e con cosa pensa di rimpiazzarlo?
Si spera non con il sedicente Califfato.
Ed allora con quale milizia della galassia dei così detti “ribelli anti- Assad”, dove c’è di tutto dai salafiti che sono tanto come i Jihadisti di Al Baghdadi, a quelli foraggiati dai Sauditi a quelli foraggiati dagli sceicchi del golfo, a quelli foraggiati dalla Turchia in funzione anti- Curdi a cento altri in tutte le sfumature, a quelli di AlQuaida che hanno cambiato nome ma non idee, ai Fratelli Musulmani delle diverse denominazioni finanziati dai Quatarini.
Anche gli Americani hanno finanziato e abbondantemente e improvvidamente presunti ribelli “democratici” solo nella loro mente distorta, l’indecenza in questa regione è senza limiti.
Nessuno che c’entri qualcosa con la nostra cultura e il nostro mondo.

Nessuno ha spiegato ancora a Trump che in quella parte del mondo si combatte da decenni la versione medio orientale delle nostre guerre di religione venute dopo la riforma di Lutero?
Sunniti contro Sciiti all’ultimo sangue?
Assad è un dittatore impresentabile, ma è un Alewita, cioè è il rappresentante di una setta vicina all’universo sciita e in una visione di ricerca di equilibrio fra quelle forze, non sarebbe conveniente scommettere sulla minoranza sciita ,giocandosela contro una maggioranza sunnita, che non è nell’interesse del nostro Occidente che diventi troppo forte, anche perché le correnti ideologiche jihadiste vengono tutte dalla parte sunnita?
Questo ragionamento elementare è essenziale che Trump se lo faccia, diversamente non vedo come possa capire qualcosa di quella regione.
Di conseguenza ,non si vede come si possa prescindere dal prevedere la conservazione del potere da parte delle tribù Alewite, necessariamente con Assad in sella almeno fino alla distruzione definitiva del presunto califfato e poi con la sua sostituzione con personalità più presentabili, ma sempre in quell’ambito e senza farsi soverchie illusioni.

Pensare di sferrare l’offensiva definitiva ora contro il Califfato senza Assad e Putin, è un nonsenso assoluto.
In politica non ci possono essere situazioni di vuoto di potere e quindi prima di muoversi è imperativo definire quale assetto si vuole realizzare, diversamente è meglio stare fermi.
In questo senso Trump ha fatto un azzardo, per di più ricadendo nei peggiori errori dei suoi predecessori che aveva tanto deprecato in campagna elettorale.
Si spera che se ne renda conto.
Non vorrei essere cinico, ma mi chiedo se questa della “rappresaglia” di Trump non sia stata tutta una montatura teatrale, dato che è noto che militari di grado elevato russi,americani,siriani, turchi e iraniani si trovano da tempo ,si parlano e mettono in campo sostanzialmente strategie comuni contro l’Isis.
Peccato che la gente innocente muoia con numeri insopportabili.

Ma per chi fa il gioco, quelle sono pedine non sono persone e questa considerazione è angosciante.

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