Che Trump non ci
capisse un accidente di politica estera lo si era capito subito per
la leggerezza e il semplicismo con i quali affrontava problemi
complessi, di quella materia.
Ma consoliamoci,
Trump è alla Casa Bianca da due mesi, il suo predecessore ci era
stato due mandati 4+4 anni e se ne è andato avendoci capito
altrettanto, non lo dico io, ma lo riconoscono anche i commentatori
di provata fede democratica ,oltre ovviamente ai repubblicani.
Obama aveva
ostentatamente tolto il Medio Oriente dalle priorità della politica
estera americana e non aveva mantenuto la parola data relativamente
all’impegno a un intervento diretto in Siria nel caso nel quale
Assad avesse superato la “linea rossa” dei crimini contro
l’umanità, cosa che ha fatto più volte.
Forse nella
mente di Trump, i cui meccanismi ancora ci sfuggono, è questo
desiderio di rivalsa, diretto a sbugiardare Obama e amici, e a
dimostrare agli americani e sopratutto ai suoi elettori che invece
lui le promesse le mantiene la molla principale che lo ha spinto
psicologicamente a usare per la prima volta una piccola parte
dell’immenso potere militare che possiede l’America.
Ha ordinato di
sparare 60 missili Cruise da mezzi navali nel Mediterraneo su una
base aerea di Assad.
Con la prevedibile
perfidia i tecnici militari russi hanno commentato che meno della
metà di quei hanno colpito il bersaglio, gli altri sarebbero stati
abbattuti ovviamente dai potenti mezzi di difesa antiaerea forniti ad
Assad dalla Russia medesima.
Questo il “teatro”
da offrire in pasto ai popoli per consentire a Trump di far vedere
che lui è ben diverso dal suo predecessore e che se ce da usare le
mani non si farà riguardo ad usarle, ed alla Russia di servirsi
subito della mossa avventata di Trump per dire che quello di Trump
consisteva in un attacco a uno stato sovrano, ovviamente per dire
che se Trump può permetterselo, allora anche la Russia è
legittimata a usare le mani in Ucraina, se gli altri a suo giudizio
non si comportano bene.
Fra i comprimari,
Erdogan ne ha subito approfittato per dire la sua contro Assad
cambiando orientamento in proposito per l’ennesima volta.
La nazione egemone
in Europa la Germania si è immediatamente allineata agli Usa per
potere finalmente dare una stoccata alla non amata Russia,
raccogliendo subito la firma di un Holland che non è mai contato
gran che, ma che ora fa veramente pena.
Sul governo
Italiano, lasciamo pure perdere, esprime una linea : né con Trump,
né con la Russia, linea che sarebbe anche intelligente in mano a
statisti e non a mestieranti di terza fila.
Immagino che molti
nei Bar Sport di tutta Italia, fra una lite e l’altra sulla Juve
che gioca appena, ma va avanti lo stesso, abbiano commentato
generalmente con favore il piglio decisionista di questo Trump, che
parla poco, ma non esita a fare sputare fuoco dalle sue flotte (che
sono ben 7e coprono tutto il pianeta, altro che la invincibile flotta
imperiale della Regina Vittoria dei tempi coloniali).
Ammetto che è umano
reagire in questo modo in prima approssimazione.
La nostra specie è
riuscita ad evolversi fino a noi e a non estinguersi ,come è invece
capitato a tante altre specie, proprio perché quando i nostri
antenati incrociavano il famoso mammut, non perdevano tempo a
leggergli i suoi diritti, ma avevano imparato che dovevano reagire
nel minor tempo possibile per affrontare quella fiera, con la forza e
con intelligenza anche se era tanto più grossa di loro.
Ecco , tornando a
noi, questo è il problema.
Trump ha
reagito usando la forza, ma non l’intelligenza.
Prima di tutto
è improbabile che militari e servizi siano riusciti a fornire a
Trump delle prove sicure atte a documentare l’evidenza
della responsabilità di Assad nell’ attacco chimico che ha
indignato il mondo.
L’unica cosa
sicura è che di attacco chimico si era trattato, ma non c’è
affatto nemmeno certezza sul tipo di sostanza chimica usata ed anzi
la maggior parte dei tecnici sostengono che difficilmente si potesse
trattare di altro che non fosse cloro e non il più micidiale e
sofisticato sarin.
Gli esperti di
geopolitica di quel settore geografico poi sono rimasti molto
prudenti, ricordando che ci sono prove dell’uso di armi chimiche
anche da parte dei così detti ribelli anti-Assad.
Di conseguenza per
essere sicuri della responsabilità di Assad bisognerebbe essere
sicurissimi sugli orari del bombardamento, cosa che non pare per
niente accertata.
Gli aerei di Assad
avrebbero potuto colpire depositi di ordigni al cloro o altro in
mano ai “ribelli” che controllano quella zona, o questi stessi
avrebbero potuto averne fatto usa per addossare la responsabilità
al regime che combattono.
Del resto il
ragionamento più calzante a favore della non responsabilità di
Assad sta nel fatto semplicissimo che se c’era uno che non aveva
assolutamente alcun interesse a bombardare quella zona con armi
chimiche, questi era proprio Assad, che era indirettamente
riuscito a fare schierare per interesse dalla sua parte sia gli Usa
che la Turchia, l’una potenza globale ,l’altra potenza regionale,
che erano stati molto riluttanti a digerirsi una alleanza con Assad
in funzione anti Isis, e quindi, dato che si trattava di una alleanza
“obtorto collo”, avrebbe dovuto essere deficiente per andare a
provocarli con un crimine di guerra, per di più senza riceverne
alcun vantaggio di tipo militare.
Ma come si dice la
mente umana è insondabile, anche se appare inverosimile che quel
dittatore con le mani pluri- insanguinate si possa essere convinto
della necessità di usare “l’atomica dei poveri” ,come viene
chiamata l’arma chimica, per intimorire i ribelli.
Pura follia, ma non
escludibile a priori.
Ma quand’anche
Assad avesse agito da pazzo, che senso poteva assumere la
“rappresaglia” di Trump?
Se è vero che ha
dovuto tirare 60 missili per farne andare a bersaglio meno della
metà, militarmente avrebbe fatto una terribile figuraccia.
In ogni caso i danni
arrecati a quell’aeroporto siriano pare siano di poco conto e
quindi che rappresaglia è?
Quando il prode
Netanyahu, per rimanere in zona, decide di dare una scoppola ai
palestinesi per rappresaglia al loro lancio di missili agisce con ben
altra efficacia, lo abbiamo visto mille volte.
Ma
politicamente è ancora peggio, cosa voleva ottenere Trump?
Va bene compiacere
la maggioranza del Pentagono che si dice sia pregiudizialmente e
visceralmente anti- russa, ma a che scopo? Lui in campagna
elettorale aveva detto proprio l’esatto contrario a proposito della
Russia e cioè che desiderava trovare un terreno di incontro e di
collaborazione sopratutto in funzione anti Isis.
Questo si dice al
popolo ma in realtà trattandosi poi di un grosso imprenditore come
Trump è verosimile che lo stesso sia più interessato alle
opportunità economiche legate all’abolizione dell’embargo
vigente contro la Russia.
Sui rapporti con la
Russia,Trump è ancora una sfinge difficile da decifrare.
Vedremo, ma
forse il ragazzo è più intelligente e lucido di quello che sembra
ed ordinando quel tipo di rappresaglia avrà fatto i conti in
modo da architettare una cosa poco più che simbolica in modo da
lasciare impregiudicati i futuri rapporti con Putin.
Ma dove la medesima
rappresaglia lascia trapelare la parte più sballata e pericolosa è
il fatto che Trump pare essere ricaduto nella solita procedura
adottata con conseguenze disastrose da tutti i suoi predecessori e
cioè quello di colpire un regime senza avere idea di come
rimpiazzarlo.
Nel caso della Siria
ci risiamo nel modo peggiore, perché non c’è regione al mondo
dove le trame delle forze in campo è più complessa e difficile da
decifrare, anche perché le forze medesime cambiano casacca e campo
in continuazione.
Ed allora se
Trump vuole fare fuori Assad con chi e con cosa pensa di
rimpiazzarlo?
Si spera non con il
sedicente Califfato.
Ed allora con quale
milizia della galassia dei così detti “ribelli anti- Assad”,
dove c’è di tutto dai salafiti che sono tanto come i Jihadisti di
Al Baghdadi, a quelli foraggiati dai Sauditi a quelli foraggiati
dagli sceicchi del golfo, a quelli foraggiati dalla Turchia in
funzione anti- Curdi a cento altri in tutte le sfumature, a quelli di
AlQuaida che hanno cambiato nome ma non idee, ai Fratelli Musulmani
delle diverse denominazioni finanziati dai Quatarini.
Anche gli Americani
hanno finanziato e abbondantemente e improvvidamente presunti ribelli
“democratici” solo nella loro mente distorta, l’indecenza in
questa regione è senza limiti.
Nessuno che c’entri
qualcosa con la nostra cultura e il nostro mondo.
Nessuno ha
spiegato ancora a Trump che in quella parte del mondo si combatte da
decenni la versione medio orientale delle nostre guerre di religione
venute dopo la riforma di Lutero?
Sunniti contro
Sciiti all’ultimo sangue?
Assad è un
dittatore impresentabile, ma è un Alewita, cioè è il
rappresentante di una setta vicina all’universo sciita e in una
visione di ricerca di equilibrio fra quelle forze, non sarebbe
conveniente scommettere sulla minoranza sciita ,giocandosela contro
una maggioranza sunnita, che non è nell’interesse del nostro
Occidente che diventi troppo forte, anche perché le correnti
ideologiche jihadiste vengono tutte dalla parte sunnita?
Questo ragionamento
elementare è essenziale che Trump se lo faccia, diversamente non
vedo come possa capire qualcosa di quella regione.
Di conseguenza ,non
si vede come si possa prescindere dal prevedere la conservazione del
potere da parte delle tribù Alewite, necessariamente con Assad in
sella almeno fino alla distruzione definitiva del presunto califfato
e poi con la sua sostituzione con personalità più presentabili, ma
sempre in quell’ambito e senza farsi soverchie illusioni.
Pensare di
sferrare l’offensiva definitiva ora contro il Califfato senza Assad
e Putin, è un nonsenso assoluto.
In politica non ci
possono essere situazioni di vuoto di potere e quindi prima di
muoversi è imperativo definire quale assetto si vuole realizzare,
diversamente è meglio stare fermi.
In questo senso
Trump ha fatto un azzardo, per di più ricadendo nei peggiori errori
dei suoi predecessori che aveva tanto deprecato in campagna
elettorale.
Si spera che se ne
renda conto.
Non vorrei essere
cinico, ma mi chiedo se questa della “rappresaglia” di Trump non
sia stata tutta una montatura teatrale, dato che è noto che militari
di grado elevato russi,americani,siriani, turchi e iraniani si
trovano da tempo ,si parlano e mettono in campo sostanzialmente
strategie comuni contro l’Isis.
Peccato che la gente
innocente muoia con numeri insopportabili.
Ma per chi fa il
gioco, quelle sono pedine non sono persone e questa considerazione è
angosciante.
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