I nostri media della carta
stampata e delle Tv sempre più proni a chi è al potere e al modesto
pensiero unico del capetto di turno, hanno ridotto la politica ad una
recita continua, nella quale viene data visibilità solo agli aspetti
teatrali ed alla narrazione che conviene a chi è al potere.
Guardate per esempio al
modo caricaturale col quale fin da principio è stato descritto il
fenomeno Donald Trump.
Forse perchè gran parte dei
nostri inviati si sono dimostrati non troppo informati al punto da
non mettere nemmeno fra le cose possibili e verosimili una vittoria
di Trump, essendo tutti schierati di fatto col clan Clinton quando
poi è stata dimostrata la loro scarsa conoscenza dell'america
profonda e Trump è diventato presidente si sono vendicati come
bambini scrivendo solo peste e corna del nuovo presidente,
descrivendolo come un mezzo pazzo, contornato da una banda di
avventurieri.
Ovviamente col passare del
tempo sono stati costretti ad aggiustare il tiro ed a riconoscere che
sì in effetti The Donald non veniva da Marte ma dalla "rusting
belt", da sempre denominata anche "Bible belt", cioè
quella cintura di stati mediani fra la costa Est e quella Ovest,
abitata da ceti popolari ma sopratutto da ceto medio impoverito dagli
effetti di una globalizzazione selvaggia subita e non governata da
quell'arrogante buono a poco del predecessore Obama e compagni, finto
uomo di sinistra, in realtà espressione dei poteri forti della
finanza ,dell'industria bellica e degli interessi perenni dello stato
imperiale americano.
E così negli Usa è successo
quello che si sta verificando qua e là in Europa e nel resto del
mondo e cioè che chi rimane fregato dalla fiducia data a presunte
forze progressiste, macina rabbia per anni e poi si trova costretto a
ribellarsi votando per un campione della destra che però vince le
elezioni perchè si presenta con un programma scioccante che
rappresenta e difende anche e sopratutto gli interessi dei ceti medi
impoveriti, dei giovani che non trovano più lavoro eccetera.
Trump ha scompaginato le
carte della vecchia politica, perchè ha trovato seguito fra
chi dalla vecchia politica aveva visto peggiorare di molto la
propria posizione sociale, e finalmente ha trovato il coraggio di
reagire, questa è la realtà.
La politica ha connatrurato
nel suo essere anche la teatralità.
Se uno non sa recitare sè
stesso in modo convincente, non è adatto a far politica.
Ma non è solo questo.
Sapete che il vecchio
sociologo Vince Packard si era allargato fino a dire che la potenza
dei soldi e dei media moderni era tale da poter fare eleggere
presidente anche uno scimmione, se i manovratori avessero giocata
bene la partita elettorale.
C'è anche questo aspetto, ma
in somma, salvaguardiamo la nostra cultura e la nostra intelligenza,
non c'è solo questo, se come cittadini ci facciamo carico di
informarci quel minimo che è indispensabile è possibile
autogovernarsi in modo decente.
Però occorre
informazione ,senso critico, apertura al nuovo e coraggio di
rischiare di partire per lidi sconosciuti.
Se andiamo avanti impedendoci
di uscire da vecchi schemi ideologici di fede o coltivando vecchi
pregiudizi non vagliati criticamente allora vincerebbero sempre i
Clinton che dicono di rappresentare il nuovo e gli interessi del
popolo, ma che invece difendono solo gli interessi dei ristretti ceti
che al potere già ci sono, cioè l'establishment.
Se vogliamo prepararci al
futuro o almeno cercare di esplorare cosa potrebbe essere il cambiare
veramente, volgiamoci a guardare non ai partiti ed alle persone dei
loro capi, ma ai problemi.
E' una rivoluzione copernicana
di metodo, ma bisogna farla per vivere nel mondo di oggi.
Guardiamo ai problemi ed alla
real politique e non alle sensazioni di pancia o ai pregiudizi
maturati.
Se lo facessimo sarebbe
"la caduta degli dei", nel senso che cadrebbero quasi tutti
i nostri riferimenti precedenti.
Per esempio l'America e la
narrazione che ci siamo fatta dell'America da decenni.
Abbiamo da decenni fatta
nostra la narrazione che gli americani si sono costruita per coprire
i loro puri e semplici interessi imperiali.
Loro hanno la forza militare
di gran lunga prevalente sul nostro pianeta e la usano da decenni per
salvaguardare la loro totale signoria sui mari e sulle rotte
marittime coperte con flotte dedicate ad ogni area geografica, nè
più nè meno di come aveva fatto la Regina Vittoria per
salvaguardare l'Impero Britannico con le cannoniere.
Hanno combattuto due guerre
mondiali per impedire alla Germania di divenire potenza egemone in
Europa e poi in Eurasia, in grado di insidiare il loro primato.
Poi hanno combattuto una lunga
guerra fredda per impedire sempre il formarsi di una potenza egemone
mirante alla leadership dell'Eurasia e hanno stravinto con
l'implodere su sè stesso dell'impero sovietico.
Forse presi dall’ebrezza di
chi vince sempre si sono infine cacciati in una serie di guerrette
anche sanguinose ma totalmente inutili e gestite talmente male da
averle perse alla fin fine tutte : Vietnam, guerre del Golfo (Iraq) ,
Afganistan, ex Iugoslavia, intervento maldestro in Libia, ora
presunta guerra all'Isis che era stata un'invenzione americana in
funzione anti Iran, nè più nè meno di come erano stati i Taliban e
al Qiaida in funzione antirussa.
Tutto coperto dalla narrazione
della nazione che sente la responsabilità unica di difendere ed
esportare la democrazia in ogni parte del mondo, tutto per puro
idealismo umanitario.
Ma se ragioniamo in
termini di realpolitique, la narrazione va tutta riscritta.
Prima ci sono gli
interessi di una nazione ancora imperiale che ha tenuto per esempio
nientemeno che la Germania (anche quella unificata dopo la caduta del
muro) in condizioni di sudditanza e di sovranità limitata,
mantenendo sul suolo tedesco ampie truppe americane e grandi basi
sempre sul suolo tedesco, dove la loro presenza non ha più alcun
senso da decenni, imponendo alla Bundesweher cioè all'esercito
tedesco di rimanere in condizioni di deplorevole debolezza.
A casa nostra non è che
le cose vadano diversamente quanto a presenza di militari
americani non soggetti alle leggi italiane, basi logistiche,
installazioni varie e depositi di bombe atomiche, dei quali
ovviamente non abbiamo e non abbiamo avuto mai le chiavi.
Trump fa il pazzo?
Ma no, Trump depurato dal
folklore del quale è deplorevolmente maestro, fa il suo mestiere di
imperatore, come avevano fatto tutti i suoi predecessori.
Ma attenzione le cose
stanno cambiando.
La stessa America non ha più
abbastanza soldi da poter permettersi di sperperarli nelle guerre dei
Bush, e Clinton, deve stare più cauta pur continuando ad avere
totale supremazia dei mari.
Ma anche le formiche nel
loro piccolo si incazzano, sopratutto se non sono formiche, come la
apparentemente mansueta Merkel si sta incazzando non perchè
Trump è un mezzo matto, ma perchè vuole far giocare appieno
all'Europa della quale è leader indiscussa ed egemone la sua partita
per la supremazia guardando lontano fino all'Eurasia, essendo la
Russia un naturale alleato e non un nemico, come vorrebbero gli Usa.
E oltre fino alla Cina.
E qui è dove salta la
cistifellea per la rabbia ai poteri forti dell'America profonda, ai
manovratori delle potentissime agenzie governative ,perchè sanno che
è su questo terreno che l'America è destinata a perdere la sua
battaglia strategica e lasciare ad altri la sua ambizione imperiale.
La Cina ha le dimensioni
e i mezzi per crescere più dell'America, molto più dell'America
e gli analisti americani sanno
fare quello che in statistica si chiama calcolo di inferenza, cioè
se le cifre dell'economia cinese incrementano con la cifra data in
quanti anni superereanno gli Usa?
Si sono ovviamente già data
la risposta e sono tutti impegnati a mettere fra le ruote cinesi
tutti bastoni possibili immaginabili.
Ma anche i cinesi sanno fare i
conti e hanno enormi surplus commerciali da investire.
L'America ha nel suo
immaginario colletivo l'dea della "nuova frontiera" quando
conquistò il famoso West.
Ebbene i Cinesi hanno
lanciato anche loro il loro programma storico di nuova frontiera che
si chiama "One Belt,One Road", cioè la moderna nuova "via
della seta", marittima e terrestre (via treno) di
dimensioni mai viste prima per costruire di fatto l'Eurasia.
Vedete che siamo già nel
futuro se solo lo vogliamo, altro che Renzi ed altri attoruncoli di
spalla.
E i Cinesi guardano
insistentemente a Trieste come possibile formidabile e colossale hub.
I nostri attoruncoli
lasceranno passare questa occasione storica senza decidere nulla come
è loro costante abitudine?
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