domenica 18 giugno 2017

I nostri riferimenti esterni stanno cambiando radicalmente In futuro parleremo molto più cinese e sempre meno americano






I nostri media della carta stampata e delle Tv sempre più proni a chi è al potere e al modesto pensiero unico del capetto di turno, hanno ridotto la politica ad una recita continua, nella quale viene data visibilità solo agli aspetti teatrali ed alla narrazione che conviene a chi è al potere.
Guardate per esempio al modo caricaturale col quale fin da principio è stato descritto il fenomeno Donald Trump.
Forse perchè gran parte dei nostri inviati si sono dimostrati non troppo informati al punto da non mettere nemmeno fra le cose possibili e verosimili una vittoria di Trump, essendo tutti schierati di fatto col clan Clinton quando poi è stata dimostrata la loro scarsa conoscenza dell'america profonda e Trump è diventato presidente si sono vendicati come bambini scrivendo solo peste e corna del nuovo presidente, descrivendolo come un mezzo pazzo, contornato da una banda di avventurieri.
Ovviamente col passare del tempo sono stati costretti ad aggiustare il tiro ed a riconoscere che sì in effetti The Donald non veniva da Marte ma dalla "rusting belt", da sempre denominata anche "Bible belt", cioè quella cintura di stati mediani fra la costa Est e quella Ovest, abitata da ceti popolari ma sopratutto da ceto medio impoverito dagli effetti di una globalizzazione selvaggia subita e non governata da quell'arrogante buono a poco del predecessore Obama e compagni, finto uomo di sinistra, in realtà espressione dei poteri forti della finanza ,dell'industria bellica e degli interessi perenni dello stato imperiale americano.
E così negli Usa è successo quello che si sta verificando qua e là in Europa e nel resto del mondo e cioè che chi rimane fregato dalla fiducia data a presunte forze progressiste, macina rabbia per anni e poi si trova costretto a ribellarsi votando per un campione della destra che però vince le elezioni perchè si presenta con un programma scioccante che rappresenta e difende anche e sopratutto gli interessi dei ceti medi impoveriti, dei giovani che non trovano più lavoro eccetera.
Trump ha scompaginato le carte della vecchia politica, perchè ha trovato seguito fra chi dalla vecchia politica aveva visto peggiorare di molto la propria posizione sociale, e finalmente ha trovato il coraggio di reagire, questa è la realtà.
La politica ha connatrurato nel suo essere anche la teatralità.
Se uno non sa recitare sè stesso in modo convincente, non è adatto a far politica.
Ma non è solo questo.
Sapete che il vecchio sociologo Vince Packard si era allargato fino a dire che la potenza dei soldi e dei media moderni era tale da poter fare eleggere presidente anche uno scimmione, se i manovratori avessero giocata bene la partita elettorale.
C'è anche questo aspetto, ma in somma, salvaguardiamo la nostra cultura e la nostra intelligenza, non c'è solo questo, se come cittadini ci facciamo carico di informarci quel minimo che è indispensabile è possibile autogovernarsi in modo decente.
Però occorre informazione ,senso critico, apertura al nuovo e coraggio di rischiare di partire per lidi sconosciuti.
Se andiamo avanti impedendoci di uscire da vecchi schemi ideologici di fede o coltivando vecchi pregiudizi non vagliati criticamente allora vincerebbero sempre i Clinton che dicono di rappresentare il nuovo e gli interessi del popolo, ma che invece difendono solo gli interessi dei ristretti ceti che al potere già ci sono, cioè l'establishment.
Se vogliamo prepararci al futuro o almeno cercare di esplorare cosa potrebbe essere il cambiare veramente, volgiamoci a guardare non ai partiti ed alle persone dei loro capi, ma ai problemi.
E' una rivoluzione copernicana di metodo, ma bisogna farla per vivere nel mondo di oggi.
Guardiamo ai problemi ed alla real politique e non alle sensazioni di pancia o ai pregiudizi maturati.
Se lo facessimo sarebbe "la caduta degli dei", nel senso che cadrebbero quasi tutti i nostri riferimenti precedenti.
Per esempio l'America e la narrazione che ci siamo fatta dell'America da decenni.
Abbiamo da decenni fatta nostra la narrazione che gli americani si sono costruita per coprire i loro puri e semplici interessi imperiali.
Loro hanno la forza militare di gran lunga prevalente sul nostro pianeta e la usano da decenni per salvaguardare la loro totale signoria sui mari e sulle rotte marittime coperte con flotte dedicate ad ogni area geografica, nè più nè meno di come aveva fatto la Regina Vittoria per salvaguardare l'Impero Britannico con le cannoniere.
Hanno combattuto due guerre mondiali per impedire alla Germania di divenire potenza egemone in Europa e poi in Eurasia, in grado di insidiare il loro primato.
Poi hanno combattuto una lunga guerra fredda per impedire sempre il formarsi di una potenza egemone mirante alla leadership dell'Eurasia e hanno stravinto con l'implodere su sè stesso dell'impero sovietico.
Forse presi dall’ebrezza di chi vince sempre si sono infine cacciati in una serie di guerrette anche sanguinose ma totalmente inutili e gestite talmente male da averle perse alla fin fine tutte : Vietnam, guerre del Golfo (Iraq) , Afganistan, ex Iugoslavia, intervento maldestro in Libia, ora presunta guerra all'Isis che era stata un'invenzione americana in funzione anti Iran, nè più nè meno di come erano stati i Taliban e al Qiaida in funzione antirussa.
Tutto coperto dalla narrazione della nazione che sente la responsabilità unica di difendere ed esportare la democrazia in ogni parte del mondo, tutto per puro idealismo umanitario.
Ma se ragioniamo in termini di realpolitique, la narrazione va tutta riscritta.
Prima ci sono gli interessi di una nazione ancora imperiale che ha tenuto per esempio nientemeno che la Germania (anche quella unificata dopo la caduta del muro) in condizioni di sudditanza e di sovranità limitata, mantenendo sul suolo tedesco ampie truppe americane e grandi basi sempre sul suolo tedesco, dove la loro presenza non ha più alcun senso da decenni, imponendo alla Bundesweher cioè all'esercito tedesco di rimanere in condizioni di deplorevole debolezza.
A casa nostra non è che le cose vadano diversamente quanto a presenza di militari americani non soggetti alle leggi italiane, basi logistiche, installazioni varie e depositi di bombe atomiche, dei quali ovviamente non abbiamo e non abbiamo avuto mai le chiavi.
Trump fa il pazzo?
Ma no, Trump depurato dal folklore del quale è deplorevolmente maestro, fa il suo mestiere di imperatore, come avevano fatto tutti i suoi predecessori.
Ma attenzione le cose stanno cambiando.
La stessa America non ha più abbastanza soldi da poter permettersi di sperperarli nelle guerre dei Bush, e Clinton, deve stare più cauta pur continuando ad avere totale supremazia dei mari.
Ma anche le formiche nel loro piccolo si incazzano, sopratutto se non sono formiche, come la apparentemente mansueta Merkel si sta incazzando non perchè Trump è un mezzo matto, ma perchè vuole far giocare appieno all'Europa della quale è leader indiscussa ed egemone la sua partita per la supremazia guardando lontano fino all'Eurasia, essendo la Russia un naturale alleato e non un nemico, come vorrebbero gli Usa.
E oltre fino alla Cina.
E qui è dove salta la cistifellea per la rabbia ai poteri forti dell'America profonda, ai manovratori delle potentissime agenzie governative ,perchè sanno che è su questo terreno che l'America è destinata a perdere la sua battaglia strategica e lasciare ad altri la sua ambizione imperiale.
La Cina ha le dimensioni e i mezzi per crescere più dell'America, molto più dell'America
e gli analisti americani sanno fare quello che in statistica si chiama calcolo di inferenza, cioè se le cifre dell'economia cinese incrementano con la cifra data in quanti anni superereanno gli Usa?
Si sono ovviamente già data la risposta e sono tutti impegnati a mettere fra le ruote cinesi tutti bastoni possibili immaginabili.
Ma anche i cinesi sanno fare i conti e hanno enormi surplus commerciali da investire.
L'America ha nel suo immaginario colletivo l'dea della "nuova frontiera" quando conquistò il famoso West.
Ebbene i Cinesi hanno lanciato anche loro il loro programma storico di nuova frontiera che si chiama "One Belt,One Road", cioè la moderna nuova "via della seta", marittima e terrestre (via treno) di dimensioni mai viste prima per costruire di fatto l'Eurasia.
Vedete che siamo già nel futuro se solo lo vogliamo, altro che Renzi ed altri attoruncoli di spalla.
E i Cinesi guardano insistentemente a Trieste come possibile formidabile e colossale hub.
I nostri attoruncoli lasceranno passare questa occasione storica senza decidere nulla come è loro costante abitudine?






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