martedì 18 luglio 2017

L'Italia è veramente un paese ormai allo sbando come dice Galli della Loggia?



Ernesto Galli della Loggia è da decenni probabilmente il più autorevole commentatore del Corriere della Sera e quindi il fatto che sul numero del 14 luglio di quel giornale abbia scritto un articolo pesantissimo e sconsolato sulle condizioni di questo paese ha lasciato tutti di stucco, perchè si era abituati al garbo e alla misura che ha sempre usato per i suoi commenti.
Incredibile ma vero, questo personaggio, che è anche un accreditato accademico, è apprezzato per la capacità che ha sempre dimostrato nel rimanere, per quanto possibile, obiettivo, senza indulgere in entusiasmi verso questo o quel capo politico in auge a un certo momento.

Di conseguenza, il fatto che abbia deciso di usare la frusta verso una classe politica inetta e incapace e parole di fuoco per una situazione generale del paese, che definisce fuori controllo, colpisce parecchio.
Siamo abituati a leggere, se ci piace questo genere giornalistico, le sferzate polemiche quasi quotidiane di abili e puntuti polemisti come Travaglio e Feltri, ma il loro è un altro stile, sono giornalisti da battaglia, che da sempre hanno sposato una parte politica apertamente, e per quella si battono.
Il lavoro dei commentatori alla Galli della Loggia è di tutt'altro genere ed è molto più difficile perchè non mira a solleticare sentimenti ,ideologie , appartenenze, insomma non vuole parlare alla pancia ma alla ragione e la gente non sempre è disposta a mettersi tranquilla e dedicare il tempo dovuto per seguire analisi e ragionamenti, invece che battutacce d'effetto.
Questa volta, però, l'articolo di Galli, che ,come sempre, è strutturato più nello stile del saggio che dell'articolo, verrà ricordato per il fatto che può essere riassunto proprio con uno slogan di effetto :

"questo paese è fuori controllo" da parte della classe politica, che dovrebbe governarlo, e che invece non ci riesce, perchè in questo paese ormai ognuno fa quello che gli pare, violando le leggi come se nulla fosse in modo abituale.
L'autore argomenta elencando alcune vistose "abitudini" di questo tipo :
-gli incendi che dilagano
-le "movide" notturne con ubriacature e vetri rotti
-periferie ma non solo non più attraversabili di notte perchè in mano a gang criminali
-stazioni e mezzi pubblici che di notte divengono ad alto rischio
-l'allarme sicurezza che incute la presenza sempre più massiccia di immigrati non gestiti in alcun modo, ciodolanti per città e paesi.
Galli da questi esempi, che ovviamente sono solo una parte di un ben più lungo possibile elenco delle cose che non vanno, trae la conclusione che i poteri pubblici hanno perso, o rinunciato, al controllo del territorio e delle varie situazioni sociali conflittuali.
Perchè chi fa politica pare disinteressato a governare veramente le situazioni sociali, cioè la realtà vera.
Come mai?

Galli sembra rispondere: perchè la politica sembra essersi strutturata per capire solamente quello che sarebbe di destra o di sinistra ,mentre questa dura realtà di illegalità e di degrado non è nè di destra nè di sinistra è solo la realtà sociale esistente, della quale occorre prendere conoscenza e coscienza per approntare programmi, cioè misure politiche coordinate per porre rimedio ai problemi gravi esistenti.
Cioè bisogna che i politici per governare si facciano un’idea di futuro.
Ma la classe politica vede solo sè stessa allo specchio e quindi è interessata solo alle elezioni , cioè all'eterno presente, per conservarsi le poltrone, mentre i gravi problemi del paese richiedono gente capace di guardare al domani e di programmare il futuro, per non subirlo.
Difficile dare torto all'analisi impietosa di Galli della Loggia.

Poco prima dell'articolo di Galli del quale si è parlato, lo stesso giornale, il Corriere, aveva pubblicato una intervista a Piero Angela di estremo interesse, sostanzialmente sullo stesso tema, ma visto da una angolazione diversa.
Il quasi novantenne personaggio, notissimo come efficace divulgatore scientifico, diceva di essere onorato dalla petizione lanciata dal Fatto Quotidiano" e diretta a nominare lo stesso Piero Angela Senatore a vita, ma di non essere interessato a entrare a far parte di un consesso politico.
Nel corso dell'intervista, Angela ribadisce quanto aveva scritto in un libro ben documentato alcuni anni fa intitolato : "a cosa serve la politica".
E' chiaro che dall'alto della sua formazione culturale di chiara ispirazione illuminista e dal grandissimo amore che lo stesso ha coltivato per la scienza, la sua considerazione per la classe politica che ci governa è talmente bassa che a una domanda diretta che gli chiedeva un giudizio sui personaggi politici del momento, Angela ha risposto deciso di non voler rispondere.
Citando quanto scritto in quel libro,

Angela "relativizza" in modo radicale il ruolo avuto della politica nello sviluppo positivo dell'umanità, verso condizioni di valorizzazione dei diritti umani e di miglioramento generalizzato delle condizioni di vita, affermando senza mezzi termini che a suo avviso non è la politica che ha condotto l'umanità al progresso ed alla modernità, ma lo sviluppo della scienza e della tecnologia, che hanno fornito all'uomo sempre maggiori quantità di energia.
Scienza, macchine ed energia, questi sono gli "dei" che dobbiamo ringraziare, non i politici.


Giudizio sferzante e pesantissimo, fortemente controintuitivo e per questo scioccante, per chi, cioè quasi tutti noi, è abituato da sempre a pensare il contrario.
Non è casuale però che a giudizi molto vicini a queste conclusioni sono arrivate le opere, parecchio ponderose, che a questo stesso argomento hanno dedicato due dei più eminenti filosofi italiani contemporanei : Emanuele Severino e Umberto Galimberti.
Ma allora la politica non serve a nulla?
Evidentemente non è così, ma, secondo Angela, il suo ruolo è quello di inserirsi nei processi di crescita ed evoluzione della tecnologia per facilitare lo sviluppo armonico della società che di quei progressi deve essere la beneficiaria e quindi : scuola, educazione, merito, innovazione.
Angela non ha affatto una visione pessimistica del futuro, perchè nel suo lungo lavoro di ricerca ha conosciuto un sacco di giovani e meno giovani impegnati e capaci e quindi sa che basta cercarli e metterli insieme, per fare progredire il paese.
Per far che cosa?
Ci risiamo : per costruire il futuro, non per giocare le elezioni a proprio vantaggio, senza sapere elaborare altre idee.

Cosa pensa lei del fututo? Impariamo a chiedere questo ai politici che ci si propongono su media e social.
E poi giudichiamoli su quello che sanno o non sanno rispondere a quella domanda specifica.

Il resto è puro bla bla ,lasciamolo ai perditempo di destra e di sinistra.

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