Ernesto Galli della Loggia è da decenni probabilmente il più
autorevole commentatore del Corriere della Sera e quindi il fatto che
sul numero del 14 luglio di quel giornale abbia scritto un articolo
pesantissimo e sconsolato sulle condizioni di questo paese ha
lasciato tutti di stucco, perchè si era abituati al garbo e alla
misura che ha sempre usato per i suoi commenti.
Incredibile ma vero, questo personaggio, che è anche un accreditato
accademico, è apprezzato per la capacità che ha sempre dimostrato
nel rimanere, per quanto possibile, obiettivo, senza indulgere in
entusiasmi verso questo o quel capo politico in auge a un certo
momento.
Di conseguenza, il fatto che abbia deciso di usare la frusta
verso una classe politica inetta e incapace e parole di fuoco per una
situazione generale del paese, che definisce fuori controllo,
colpisce parecchio.
Siamo abituati a leggere, se ci piace questo genere giornalistico, le
sferzate polemiche quasi quotidiane di abili e puntuti polemisti come
Travaglio e Feltri, ma il loro è un altro stile, sono giornalisti da
battaglia, che da sempre hanno sposato una parte politica
apertamente, e per quella si battono.
Il lavoro dei commentatori alla Galli della Loggia è di tutt'altro
genere ed è molto più difficile perchè non mira a solleticare
sentimenti ,ideologie , appartenenze, insomma non vuole parlare alla
pancia ma alla ragione e la gente non sempre è disposta a mettersi
tranquilla e dedicare il tempo dovuto per seguire analisi e
ragionamenti, invece che battutacce d'effetto.
Questa volta, però, l'articolo di Galli, che ,come sempre, è
strutturato più nello stile del saggio che dell'articolo, verrà
ricordato per il fatto che può essere riassunto proprio con uno
slogan di effetto :
"questo paese è fuori controllo" da
parte della classe politica, che dovrebbe governarlo, e
che invece non ci riesce, perchè in
questo paese ormai ognuno fa quello che gli pare,
violando le leggi come se nulla fosse in modo abituale.
L'autore argomenta elencando alcune vistose "abitudini" di
questo tipo :
-gli incendi che dilagano
-le "movide" notturne con ubriacature e vetri rotti
-periferie ma non solo non più attraversabili di notte perchè in
mano a gang criminali
-stazioni e mezzi pubblici che di notte divengono ad alto rischio
-l'allarme sicurezza che incute la presenza sempre più massiccia di
immigrati non gestiti in alcun modo, ciodolanti per città e paesi.
Galli da questi esempi, che ovviamente sono solo una parte di un ben
più lungo possibile elenco delle cose che non vanno, trae la
conclusione che i poteri pubblici hanno perso, o rinunciato, al
controllo del territorio e delle varie situazioni sociali
conflittuali.
Perchè chi fa politica pare disinteressato a governare veramente le
situazioni sociali, cioè la realtà vera.
Come mai?
Galli sembra rispondere: perchè la politica sembra essersi
strutturata per capire solamente quello che sarebbe
di destra o di sinistra ,mentre
questa dura realtà di illegalità e di degrado non è nè di destra
nè di sinistra è solo la realtà sociale esistente, della
quale occorre prendere conoscenza e coscienza per approntare
programmi, cioè misure politiche coordinate per porre rimedio ai
problemi gravi esistenti.
Cioè bisogna che i politici per governare si facciano un’idea di
futuro.
Ma la classe politica vede solo sè stessa allo specchio e quindi è
interessata solo alle elezioni , cioè all'eterno presente, per
conservarsi le poltrone, mentre i gravi problemi del paese richiedono
gente capace di guardare al domani e di programmare il futuro, per
non subirlo.
Difficile dare torto all'analisi impietosa di Galli della Loggia.
Poco prima dell'articolo di Galli del quale si è parlato, lo
stesso giornale, il Corriere, aveva pubblicato una intervista a Piero
Angela di estremo interesse, sostanzialmente sullo stesso tema, ma
visto da una angolazione diversa.
Il quasi novantenne personaggio, notissimo come efficace divulgatore
scientifico, diceva di essere onorato dalla petizione lanciata dal
Fatto Quotidiano" e diretta a nominare lo stesso Piero Angela
Senatore a vita, ma di non essere interessato a entrare a far parte
di un consesso politico.
Nel corso dell'intervista, Angela ribadisce quanto aveva scritto in
un libro ben documentato alcuni anni fa intitolato : "a cosa
serve la politica".
E' chiaro che dall'alto della sua formazione culturale di chiara
ispirazione illuminista e dal grandissimo amore che lo stesso ha
coltivato per la scienza, la sua considerazione per la classe
politica che ci governa è talmente bassa che a una domanda diretta
che gli chiedeva un giudizio sui personaggi politici del momento,
Angela ha risposto deciso di non voler rispondere.
Citando quanto scritto in quel libro,
Angela "relativizza" in modo radicale il ruolo avuto
della politica nello sviluppo positivo dell'umanità,
verso condizioni di valorizzazione dei diritti umani e di
miglioramento generalizzato delle condizioni di vita, affermando
senza mezzi termini che a suo avviso non
è la politica che ha condotto l'umanità al progresso ed alla
modernità, ma lo sviluppo della scienza e della tecnologia, che
hanno fornito all'uomo sempre maggiori quantità di energia.
Scienza, macchine ed energia, questi sono gli "dei"
che dobbiamo ringraziare, non i politici.
Giudizio sferzante e pesantissimo, fortemente controintuitivo e per
questo scioccante, per chi, cioè quasi tutti noi, è abituato da
sempre a pensare il contrario.
Non è casuale però che a giudizi molto vicini a queste conclusioni
sono arrivate le opere, parecchio ponderose, che a questo stesso
argomento hanno dedicato due dei più eminenti filosofi italiani
contemporanei : Emanuele Severino e Umberto Galimberti.
Ma allora la politica non serve a nulla?
Evidentemente non è così, ma, secondo Angela, il suo ruolo è
quello di inserirsi nei processi di crescita ed evoluzione della
tecnologia per facilitare lo sviluppo armonico della società che di
quei progressi deve essere la beneficiaria e quindi : scuola,
educazione, merito, innovazione.
Angela non ha affatto una visione pessimistica del futuro, perchè
nel suo lungo lavoro di ricerca ha conosciuto un sacco di giovani e
meno giovani impegnati e capaci e quindi sa che basta cercarli e
metterli insieme, per fare progredire il paese.
Per far che cosa?
Ci risiamo : per costruire il futuro, non per giocare le elezioni a
proprio vantaggio, senza sapere elaborare altre idee.
Cosa pensa lei del fututo? Impariamo a chiedere questo ai
politici che ci si propongono su media e social.
E poi giudichiamoli su quello che sanno o non sanno rispondere a
quella domanda specifica.
Il resto è puro bla bla ,lasciamolo ai perditempo di destra e di
sinistra.
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