Matteo Renzi,come
segretario del PD, nell’atto di prendere il treno che lo porterà
in giro per tutte le province italiane, aprendo di fatto la campagna
elettorale, cerca di acquistare crediti sparando una cannonata contro
il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, il cui incarico
è in scadenza per fine mese.
Perchè lo fa?
Ovvio, per scaricare su quell’istituto la responsabilità della
peggiore crisi bancaria che questo paese abbia dovuto subire.
Ce ne era bisogno?
Certo che ce ne era bisogno, il Governatore può scrivere come ha
fatto anche 4.000 pagine di documentazione per cercare di dimostrare
di avere agito correttamente, ma nessuno può negare che l’azione
di vigilanza, che è il principale compito istituzionale
dell’istituzione che dirige, ha fallito completamente nei riguardi
delle banche che il governo è stato costretto a “salvare”
lasciando comunque a bagno quei poveri risparmiatori che hanno perso
tutti i loro risparmi a causa della mala gestione di quelle banche
medesime.
Santo cielo, viviamo
su Marte o sulla Terra?
E’ mai possibile
che venga vilipeso nei fatti costantemente il principio elementare
che recita : chi rompe paga?
Quest’ultima
considerazione mi è venuta spontanea leggendo i giornali di ieri,
il giorno dopo la sparata di Renzi.
Personalmente sono
sempre stato lontanissimo dalle teorie complottiste, che quando
succede qualcosa cercano di dare una risposta- spiegazione invocando
appunto “il complotto”, messo in atto da una perversa mente
geniale tipo “grande vecchio” che dominerebbe il mondo tramite
“quelli di Aspen” o roba del genere.
Cioè c’è chi si
mette l’anima in pace attribuendo tutti i mali a chi dirigerebbe la
grande finanza, la globalizzazione eccetera.
Non è così
che va il mondo, però quando si vedono tutti i “giornaloni”
italiani ,nessuno escluso ,che all’unanimità danno veementemente
contro allo stesso Renzi che fino al giorno prima era il loro
beniamino, viene da pensar male.
Possibile che in
Italia non si possano toccare le banche, anche quando sono
visibilmente inefficienti, fanno tranquillamente cose turche a danno
dei loro clienti e sono spesso state governate da incompetenti?
Si fa peccato in
questa situazione pensar male e cioè ricordarsi che le medesime
banche sono quasi sempre azioniste dei più grandi giornali italiani
e che quindi le grandi e meno grandi firme di quei giornali abbiano
difficoltà a dimostrare il coraggio di Riccardo Cuor di Leone
parlando male dei loro azionisti, quando proprio non se ne potrebbe
fare a meno?
Detto questo
non si può negare che Renzi è Renzi, cioè è uno che ha dimostrato
di avere nel suo dna una serie di difetti che proprio non vanno bene
in un politico, aspirante statista.
Oggi Scalfari arriva
addirittura a scrivere su Repubblica, che dovrebbe recarsi con
urgenza da uno psichiatra per cercare di rimediarvi.
E’ tipico di Renzi
fare di queste cose, cioè studiarsi la mossa da fare deflagrare il
giorno di inizio della campagna elettorale.
Mi spiace per
i direttoroni dei giornaloni ,ma non si può negare che la mossa per
quanto spregiudicata abbia una sua forte valenza e capacità di presa
sulla gente.
Renzi doveva uscire
dall’angolo, sapeva benissimo che in campagna elettorale gli
avrebbero tutti lanciato contro il facile argomento secondo il quale
il PD aveva taciuto sulla crisi della banche e sulla necessità di
far pagare il conto a chi quei disastri aveva causato, sottintendendo
il Pd medesimo.
C’era e c’è di
mezzo il coinvolgimento, se pure indiretto e per legami familiari,
del personaggio politico di maggior peso addirittura del “giglio
magico” quella Maria Elena Boschi che ne esce sempre più come
l’ape regina in quel giglio.
Per Renzi la cosa
era ed è più che imbarazzante e quindi come si può bastonarlo per
aver tirato il colpo più eclatante appena ne ha avuto l’occasione?
E poi, quando
la finiranno i medesimi “giornaloni” di scassarci ...tirando
regolarmente in ballo la solita menata della necessità prioritaria
di salvaguardare la continuità, la stabilità e via delirando?
Questo è sempre il
solito mantra del vecchio Presidente emerito Giorgio Napolitano, che
ha costretto gli italiani a non potere più esprimersi col voto,
perché bisognava prima di tutto salvaguardare la stabilità.
Bel servizio che ha
reso al paese! E non contento insiste e trova più seguaci di prima.
Secondo il mantra di
Napolitano e seguaci all’estero ci considererebbero inaffidabili se
cambiamo governi, governanti e governatori.
Questa è bella!
Quegli stessi
tecnocrati di Bruxelles che quasi tutti hanno imparato il mestiere
lavorando nelle grandi banche d’affari internazionali, e che quindi
sono tecnici della materia, ci considererebbero inaffidabili quando
decidessimo di non rinnovare l’incarico a quel governatore di
Banchitalia che non è riuscito a cacciare gli amministratori delle
banche che stavano facendo fallire i loro istituti sotto il suo naso.
Non ne aveva i
mezzi, dice lui e ribadiscono i suoi sostenitori?
Non conosco
sinceramente la macchinosa legislazione e regolamentazione della
materia, ma se fosse vero che non avrebbe avuto i mezzi, allora è
evidente che avrebbe dovuto dimettersi di sua iniziativa,invece di
prendersi di fatto la responsabilità del disastro, che è sotto gli
occhi di tutti.
La teoria
napolatiniana dell’Europa che ci chiederebbe stabilità e
continuità non sta in piedi.
A Renzi non si può
imputare di essere Renzi e cioè un politico che non ha mai avuto una
visione di medio-lungo periodo e che quindi riesce ad essere efficace
solo in campagna elettorale, quando si pensa solo all’immediato ed
alla sedia per sé e per i propri fedelissimi.
Dicono i
giornaloni, così non sta bene, questo non è il modo di fare, non si
licenzia di fatto uno del calibro di Visco, il giorno prima, Renzi
avrebbe dovuto parlarne per tempo, coinvolgere chi di dovere, cercare
consensi e cercarsi il successore parecchio tempo prima.
In linea teorica il
ragionamento tiene,ma in pratica come si fa a promuovere
rinnovandogli l’incarico, il “vigilante” che lasciato “andare
a schifio” coloro sui quali esercitava la sua vigilanza?
In un caso del
genere riproviamo pure la mala educazione nell’agire di Renzi, ma
nella sostanza vale il principio : meglio tardi che mai.
Ma forse anche
questa sorprendente levata di scudi anti-Renzi ,operata dalla grande
stampa ha una sua ragione che non sta solo nella difesa della
stabilità ad oltranza o negli interessi delle banche, ben
rappresentati nei consigli di amministrazioni della grande stampa
medesima.
Forse c’è in
ballo qualcosa più, perché sotto sotto la medesima grande stampa
lancia anche lei la sua bomba, in modo velato, ma non tanto, quando
lascia capire che Renzi si sta dimostrando sempre più debole e più
solo, là dove avrebbe dovuto poter dormire fra due guanciali, cioè
in sella al suo partito, che riuscirebbe a controllare sempre di
meno.
Che
l’establishment stia elaborando la sua scelta e che intenda aprire
la sua campagna elettorale a favore del felpato conte Paolo
Gentiloni, che obiettivamente sembra fatto apposta per piacere a
quegli ambienti che gratta gratta vogliono una cosa sola : lasciare
le cose come stanno e stoppare quei maleducati “populisti” che
vorrebbero invece le cose cambiarle veramente?
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