giovedì 19 ottobre 2017

Renzi, una volta che ne fa una giusta, recusando Ignazio Visco se li trova tutti contro




Matteo Renzi,come segretario del PD, nell’atto di prendere il treno che lo porterà in giro per tutte le province italiane, aprendo di fatto la campagna elettorale, cerca di acquistare crediti sparando una cannonata contro il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, il cui incarico è in scadenza per fine mese.

Perchè lo fa? Ovvio, per scaricare su quell’istituto la responsabilità della peggiore crisi bancaria che questo paese abbia dovuto subire.
Ce ne era bisogno? Certo che ce ne era bisogno, il Governatore può scrivere come ha fatto anche 4.000 pagine di documentazione per cercare di dimostrare di avere agito correttamente, ma nessuno può negare che l’azione di vigilanza, che è il principale compito istituzionale dell’istituzione che dirige, ha fallito completamente nei riguardi delle banche che il governo è stato costretto a “salvare” lasciando comunque a bagno quei poveri risparmiatori che hanno perso tutti i loro risparmi a causa della mala gestione di quelle banche medesime.
Santo cielo, viviamo su Marte o sulla Terra?
E’ mai possibile che venga vilipeso nei fatti costantemente il principio elementare che recita : chi rompe paga?
Quest’ultima considerazione mi è venuta spontanea leggendo i giornali di ieri, il giorno dopo la sparata di Renzi.
Personalmente sono sempre stato lontanissimo dalle teorie complottiste, che quando succede qualcosa cercano di dare una risposta- spiegazione invocando appunto “il complotto”, messo in atto da una perversa mente geniale tipo “grande vecchio” che dominerebbe il mondo tramite “quelli di Aspen” o roba del genere.
Cioè c’è chi si mette l’anima in pace attribuendo tutti i mali a chi dirigerebbe la grande finanza, la globalizzazione eccetera.

Non è così che va il mondo, però quando si vedono tutti i “giornaloni” italiani ,nessuno escluso ,che all’unanimità danno veementemente contro allo stesso Renzi che fino al giorno prima era il loro beniamino, viene da pensar male.
Possibile che in Italia non si possano toccare le banche, anche quando sono visibilmente inefficienti, fanno tranquillamente cose turche a danno dei loro clienti e sono spesso state governate da incompetenti?
Si fa peccato in questa situazione pensar male e cioè ricordarsi che le medesime banche sono quasi sempre azioniste dei più grandi giornali italiani e che quindi le grandi e meno grandi firme di quei giornali abbiano difficoltà a dimostrare il coraggio di Riccardo Cuor di Leone parlando male dei loro azionisti, quando proprio non se ne potrebbe fare a meno?

Detto questo non si può negare che Renzi è Renzi, cioè è uno che ha dimostrato di avere nel suo dna una serie di difetti che proprio non vanno bene in un politico, aspirante statista.
Oggi Scalfari arriva addirittura a scrivere su Repubblica, che dovrebbe recarsi con urgenza da uno psichiatra per cercare di rimediarvi.
E’ tipico di Renzi fare di queste cose, cioè studiarsi la mossa da fare deflagrare il giorno di inizio della campagna elettorale.

Mi spiace per i direttoroni dei giornaloni ,ma non si può negare che la mossa per quanto spregiudicata abbia una sua forte valenza e capacità di presa sulla gente.
Renzi doveva uscire dall’angolo, sapeva benissimo che in campagna elettorale gli avrebbero tutti lanciato contro il facile argomento secondo il quale il PD aveva taciuto sulla crisi della banche e sulla necessità di far pagare il conto a chi quei disastri aveva causato, sottintendendo il Pd medesimo.
C’era e c’è di mezzo il coinvolgimento, se pure indiretto e per legami familiari, del personaggio politico di maggior peso addirittura del “giglio magico” quella Maria Elena Boschi che ne esce sempre più come l’ape regina in quel giglio.
Per Renzi la cosa era ed è più che imbarazzante e quindi come si può bastonarlo per aver tirato il colpo più eclatante appena ne ha avuto l’occasione?

E poi, quando la finiranno i medesimi “giornaloni” di scassarci ...tirando regolarmente in ballo la solita menata della necessità prioritaria di salvaguardare la continuità, la stabilità e via delirando?
Questo è sempre il solito mantra del vecchio Presidente emerito Giorgio Napolitano, che ha costretto gli italiani a non potere più esprimersi col voto, perché bisognava prima di tutto salvaguardare la stabilità.
Bel servizio che ha reso al paese! E non contento insiste e trova più seguaci di prima.
Secondo il mantra di Napolitano e seguaci all’estero ci considererebbero inaffidabili se cambiamo governi, governanti e governatori.
Questa è bella!
Quegli stessi tecnocrati di Bruxelles che quasi tutti hanno imparato il mestiere lavorando nelle grandi banche d’affari internazionali, e che quindi sono tecnici della materia, ci considererebbero inaffidabili quando decidessimo di non rinnovare l’incarico a quel governatore di Banchitalia che non è riuscito a cacciare gli amministratori delle banche che stavano facendo fallire i loro istituti sotto il suo naso.
Non ne aveva i mezzi, dice lui e ribadiscono i suoi sostenitori?
Non conosco sinceramente la macchinosa legislazione e regolamentazione della materia, ma se fosse vero che non avrebbe avuto i mezzi, allora è evidente che avrebbe dovuto dimettersi di sua iniziativa,invece di prendersi di fatto la responsabilità del disastro, che è sotto gli occhi di tutti.
La teoria napolatiniana dell’Europa che ci chiederebbe stabilità e continuità non sta in piedi.
A Renzi non si può imputare di essere Renzi e cioè un politico che non ha mai avuto una visione di medio-lungo periodo e che quindi riesce ad essere efficace solo in campagna elettorale, quando si pensa solo all’immediato ed alla sedia per sé e per i propri fedelissimi.

Dicono i giornaloni, così non sta bene, questo non è il modo di fare, non si licenzia di fatto uno del calibro di Visco, il giorno prima, Renzi avrebbe dovuto parlarne per tempo, coinvolgere chi di dovere, cercare consensi e cercarsi il successore parecchio tempo prima.
In linea teorica il ragionamento tiene,ma in pratica come si fa a promuovere rinnovandogli l’incarico, il “vigilante” che lasciato “andare a schifio” coloro sui quali esercitava la sua vigilanza?
In un caso del genere riproviamo pure la mala educazione nell’agire di Renzi, ma nella sostanza vale il principio : meglio tardi che mai.

Ma forse anche questa sorprendente levata di scudi anti-Renzi ,operata dalla grande stampa ha una sua ragione che non sta solo nella difesa della stabilità ad oltranza o negli interessi delle banche, ben rappresentati nei consigli di amministrazioni della grande stampa medesima.
Forse c’è in ballo qualcosa più, perché sotto sotto la medesima grande stampa lancia anche lei la sua bomba, in modo velato, ma non tanto, quando lascia capire che Renzi si sta dimostrando sempre più debole e più solo, là dove avrebbe dovuto poter dormire fra due guanciali, cioè in sella al suo partito, che riuscirebbe a controllare sempre di meno.

Che l’establishment stia elaborando la sua scelta e che intenda aprire la sua campagna elettorale a favore del felpato conte Paolo Gentiloni, che obiettivamente sembra fatto apposta per piacere a quegli ambienti che gratta gratta vogliono una cosa sola : lasciare le cose come stanno e stoppare quei maleducati “populisti” che vorrebbero invece le cose cambiarle veramente?


Nessun commento: