E’ ancora lecito
sognare?
Spero di si e spero
di conseguenza che Thor ,Odino o chi per loro realizzino il mio
sogno.
So che alcuni dei
miei affezionati lettori e addirittura alcuni dei miei amici saranno
tutt’altro che entusiasti dell’orientamento del mio sogno, ma
questo fa parte delle regole del gioco, perchè fortunatamente non la
pensiamo tutti allo stesso modo.
Alcuni leggono e
ascoltano di più, altri di meno e quindi hanno più o meno elementi
sui quali basare i propri ragionamenti politici ;alcuni sono più
sensibili al rassicurante senso della continuità e della stabilità
e quindi temono gli scossoni; alcuni sono più sensibili ai pulpiti
delle nostre tradizioni culturali, altri meno.
Così è la vita e
ritengo che occorra assolutamente rispettare il modo col quale ognuno
di noi elabora i propri giudizi.
Da quando è
nato il Movimento 5Stelle su questo blog ne abbiamo parlato più e
più volte.
Alcune volte,
lo riconosco, sono stato preso da un forte
entusiasmo per le novità che obiettivamente questo
Movimento portava con sé, e che costituivano
un unicum nel nostro panorama politico.
Tutti giovani, tutti
alle prime esperienze politiche e quindi per forza di cose tutti
senza scheletri nell’armadio e quindi tutti col certificato di
“carichi pendenti” immacolato.
Movimento e non
partito per sottolineare il fatto di una sperimentazione
continuamente “in progress” sopratutto nell’uso delle enormi
potenzialità del web per fare comunicare fra di loro iscritti e
simpatizzanti.
Praticamente primo
esperimento al mondo nell’ uso di interpellare la gente con gli
strumenti del web, con i vantaggi, ma anche i rischi della
sperimentazione, appunto, di un software che andava inventato ex novo
e che è tuttì’altro che facile mettere a punto.
Poi è venuta la
prima partecipazione alle elezioni e così sono comparsi i primi
amministratori locali e ad un certo punto una schiera vistosa di
parlamentari.
E’ chiaro
che non tutte le ciambelle riescono col buco e quindi nei primi mesi
e poi nei primi anni di lavoro politico di questo movimento si sono
materializzati prima alcuni e poi anche troppi difetti di origine
come l’insistenza a mio avviso eccessivo in alcuni
fondamentalismi nel volere essere intransigenti nel mantenere in vita
alcune regole originarie, alcune discutibili, altre francamente
strampalate.
Non sto a elencarle
perché su questo blog se ne è parlato a lungo e questi difetti sono
stati elencarti e analizzati più volte.
Va
riconosciuto però obiettivamente che alcune intransigenze sono state
conservate in senso positvo.
Prima di tutto
il fatto di richiedere ai potenziali iscritti ed a maggior ragione ai
potenziali candidati la presentazione di un certificato penale
intonso non è cosa da poco.
Poi l’avere
resistito a spingere gli eletti ad autoridursi pesantemente lo
stipendio per finanziare un fondo destinato a fornire credito alla
piccola e media industria.
Solo con queste non
piccole cose cose siamo su Marte a confronto del panorama che c’è
nella palude politica circostante, col suo penoso livello morale
medio.
Poi, lo
ribadisco, l’avere resistito a sperimentare un modo per fare
partecipare gli iscritti alla scelta dei candidati tramite web, a dar
modo con lo stesso sistema a iscritti e militanti di esprimere i
propri orientamenti.
Demagogia populista?
No, solo più democrazia per i tempi nuovi.
Certo che il nuovo è
un rischio perché è tutto da sperimentare, però se mai si parte
non si andrà mai da nessuna parte.
Meglio le poche
migliaia di iscritti certificati che hanno validato le candidature di
D Maio e soci o i plebisciti delle centinaia di migliaia di
“simpatizzanti” che alle primarie che hanno incoronato Renzi
segretario inamovibile del PDI?
Il Pdi ha a mio
avviso ha clamorosamente sbagliato a scegliersi un segretario
inefficace e inefficiente come Renzi, però almeno ha dato uno
strumento di democrazia ai propri iscritti e simpatizzanti.
Berlusconi di è
guardato bene dal farlo, Forza Italia è nata ed è rimasta una
monarchia ormai senile.
Non così per
Salvini che il suo bravo congresso l’ha fatto rischiando l’osso
del collo, perché detronizzare il fondatore Umberto Bossi non era
certo un gioco da bambini.
Poi c’è ed
ancora non è poco la presentazione della “squadra di governo”
prima delle elezioni, con nomi e curricula di livello del tutto
superiore a quelli degli altri partiti in lizza.
Quanta ironia
si è fatta su tutte le mosse del movimento!
Non so se la gente
si rende conto di cosa vuol dire avere contro tutto l’apparato
mediatico al giorno d’oggi.
Ebbene è
incontestabile che i 5Stelle hanno fatto tutta la loro campagna
elettorale con tutti canali televisivi di Berlusconi e tutti a canali
televisivi Rai di Renzi-Berlusconi impegnati allo spasimo per fare
loro le pulci e sparare contro di loro, con tutte le armi più o meno
pulite.
Solo Mentana e il Tg
di Sky hanno fatto uno sforzo di obiettività.
I giornaloni che
purtroppo armai leggono in pochi, sono stati tutti schierati contro
al presunto pericolo di una vittoria dei “populisti” 5Stelle,
salvo l’isolato Fatto Quotidiano di Travaglio.
Eppure non ostante
l’obsoleta regola del silenzio dei sondaggi prima del voto pare che
il vento continui a soffiare impetuoso a favore proprio dei 5Stelle.
E’ noto che
lo sconforto la delusione e la mancanza di fiducia attanagliano gran
parte delle giovani generazioni che sembrano poco propense a
utilizzare lo strumento del voto.
Peccato,
perché se c’è una forza politica che ha sempre concretamente
pensato a loro ai loro problemi ed al loro sentire, questi sono
praticamente solo i 5Stelle anche per evidente vicinanza di età.
E’ noto
ancora che gran parte delle sempre più numerose schiere delle
“pantere grigie”, termine simpatico usato per nascondere quelle
che Manzoni definiva sagge canizie non sono certo fra i più
entusiasti sostenitori dei 5Stelle, perché per mille ragioni temono
i cambiamenti.
Per le pantere
grigie si ripete quello che le “neuroscienze” descriverebbero
come l’ennesimo “scherzo da prete” che ci fa la nostra mente,
quando tende a fornirci come prima risposta quella che trovano più
radicata nel “data base” cioè nell’archivio delle nostre
esperienze, per fornirci un metro di giudizio il più veloce
possibile.
Peccato però che
oggi vada tutto velocemente se non velocissimamente e che quindi
essere portati dai nostri vecchi ed a volte arrugginiti meccanismi
mentali a giudicare le sempre più numerose cose nuove con attrezzi
vecchi ci porti naturalmente a sbagliare la bracciata.
Spero quindi che di
fronte all’opportunità di recarsi nella cabina elettorale i
giovani sappiano fare i giovani e che quindi sappiano guardano più
avanti che indietro e che le tante vecchie canizie sappiano
orientarsi guardando più al mondo che aspetta i loro figli e nipoti
che a loro stessi.
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