venerdì 2 marzo 2018

Ho fatto un sogno : 5Stelle sensibilmente sopra al 30%; PDI sotto al 20%; Salvini al 15%; Berlusconi al 14%






E’ ancora lecito sognare?
Spero di si e spero di conseguenza che Thor ,Odino o chi per loro realizzino il mio sogno.
So che alcuni dei miei affezionati lettori e addirittura alcuni dei miei amici saranno tutt’altro che entusiasti dell’orientamento del mio sogno, ma questo fa parte delle regole del gioco, perchè fortunatamente non la pensiamo tutti allo stesso modo.
Alcuni leggono e ascoltano di più, altri di meno e quindi hanno più o meno elementi sui quali basare i propri ragionamenti politici ;alcuni sono più sensibili al rassicurante senso della continuità e della stabilità e quindi temono gli scossoni; alcuni sono più sensibili ai pulpiti delle nostre tradizioni culturali, altri meno.
Così è la vita e ritengo che occorra assolutamente rispettare il modo col quale ognuno di noi elabora i propri giudizi.

Da quando è nato il Movimento 5Stelle su questo blog ne abbiamo parlato più e più volte.
Alcune volte, lo riconosco, sono stato preso da un forte entusiasmo per le novità che obiettivamente questo Movimento portava con sé, e che costituivano un unicum nel nostro panorama politico.
Tutti giovani, tutti alle prime esperienze politiche e quindi per forza di cose tutti senza scheletri nell’armadio e quindi tutti col certificato di “carichi pendenti” immacolato.
Movimento e non partito per sottolineare il fatto di una sperimentazione continuamente “in progress” sopratutto nell’uso delle enormi potenzialità del web per fare comunicare fra di loro iscritti e simpatizzanti.
Praticamente primo esperimento al mondo nell’ uso di interpellare la gente con gli strumenti del web, con i vantaggi, ma anche i rischi della sperimentazione, appunto, di un software che andava inventato ex novo e che è tuttì’altro che facile mettere a punto.
Poi è venuta la prima partecipazione alle elezioni e così sono comparsi i primi amministratori locali e ad un certo punto una schiera vistosa di parlamentari.

E’ chiaro che non tutte le ciambelle riescono col buco e quindi nei primi mesi e poi nei primi anni di lavoro politico di questo movimento si sono materializzati prima alcuni e poi anche troppi difetti di origine come l’insistenza a mio avviso eccessivo in alcuni fondamentalismi nel volere essere intransigenti nel mantenere in vita alcune regole originarie, alcune discutibili, altre francamente strampalate.
Non sto a elencarle perché su questo blog se ne è parlato a lungo e questi difetti sono stati elencarti e analizzati più volte.

Va riconosciuto però obiettivamente che alcune intransigenze sono state conservate in senso positvo.
Prima di tutto il fatto di richiedere ai potenziali iscritti ed a maggior ragione ai potenziali candidati la presentazione di un certificato penale intonso non è cosa da poco.

Poi l’avere resistito a spingere gli eletti ad autoridursi pesantemente lo stipendio per finanziare un fondo destinato a fornire credito alla piccola e media industria.
Solo con queste non piccole cose cose siamo su Marte a confronto del panorama che c’è nella palude politica circostante, col suo penoso livello morale medio.

Poi, lo ribadisco, l’avere resistito a sperimentare un modo per fare partecipare gli iscritti alla scelta dei candidati tramite web, a dar modo con lo stesso sistema a iscritti e militanti di esprimere i propri orientamenti.
Demagogia populista? No, solo più democrazia per i tempi nuovi.
Certo che il nuovo è un rischio perché è tutto da sperimentare, però se mai si parte non si andrà mai da nessuna parte.
Meglio le poche migliaia di iscritti certificati che hanno validato le candidature di D Maio e soci o i plebisciti delle centinaia di migliaia di “simpatizzanti” che alle primarie che hanno incoronato Renzi segretario inamovibile del PDI?
Il Pdi ha a mio avviso ha clamorosamente sbagliato a scegliersi un segretario inefficace e inefficiente come Renzi, però almeno ha dato uno strumento di democrazia ai propri iscritti e simpatizzanti.
Berlusconi di è guardato bene dal farlo, Forza Italia è nata ed è rimasta una monarchia ormai senile.
Non così per Salvini che il suo bravo congresso l’ha fatto rischiando l’osso del collo, perché detronizzare il fondatore Umberto Bossi non era certo un gioco da bambini.

Poi c’è ed ancora non è poco la presentazione della “squadra di governo” prima delle elezioni, con nomi e curricula di livello del tutto superiore a quelli degli altri partiti in lizza.

Quanta ironia si è fatta su tutte le mosse del movimento!
Non so se la gente si rende conto di cosa vuol dire avere contro tutto l’apparato mediatico al giorno d’oggi.
Ebbene è incontestabile che i 5Stelle hanno fatto tutta la loro campagna elettorale con tutti canali televisivi di Berlusconi e tutti a canali televisivi Rai di Renzi-Berlusconi impegnati allo spasimo per fare loro le pulci e sparare contro di loro, con tutte le armi più o meno pulite.
Solo Mentana e il Tg di Sky hanno fatto uno sforzo di obiettività.
I giornaloni che purtroppo armai leggono in pochi, sono stati tutti schierati contro al presunto pericolo di una vittoria dei “populisti” 5Stelle, salvo l’isolato Fatto Quotidiano di Travaglio.
Eppure non ostante l’obsoleta regola del silenzio dei sondaggi prima del voto pare che il vento continui a soffiare impetuoso a favore proprio dei 5Stelle.

E’ noto che lo sconforto la delusione e la mancanza di fiducia attanagliano gran parte delle giovani generazioni che sembrano poco propense a utilizzare lo strumento del voto.
Peccato, perché se c’è una forza politica che ha sempre concretamente pensato a loro ai loro problemi ed al loro sentire, questi sono praticamente solo i 5Stelle anche per evidente vicinanza di età.

E’ noto ancora che gran parte delle sempre più numerose schiere delle “pantere grigie”, termine simpatico usato per nascondere quelle che Manzoni definiva sagge canizie non sono certo fra i più entusiasti sostenitori dei 5Stelle, perché per mille ragioni temono i cambiamenti.
Per le pantere grigie si ripete quello che le “neuroscienze” descriverebbero come l’ennesimo “scherzo da prete” che ci fa la nostra mente, quando tende a fornirci come prima risposta quella che trovano più radicata nel “data base” cioè nell’archivio delle nostre esperienze, per fornirci un metro di giudizio il più veloce possibile.
Peccato però che oggi vada tutto velocemente se non velocissimamente e che quindi essere portati dai nostri vecchi ed a volte arrugginiti meccanismi mentali a giudicare le sempre più numerose cose nuove con attrezzi vecchi ci porti naturalmente a sbagliare la bracciata.
Spero quindi che di fronte all’opportunità di recarsi nella cabina elettorale i giovani sappiano fare i giovani e che quindi sappiano guardano più avanti che indietro e che le tante vecchie canizie sappiano orientarsi guardando più al mondo che aspetta i loro figli e nipoti che a loro stessi.


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