Come mi ero
scervellato per vent’anni, dal ‘94 in avanti, per riuscire a
capire come mai tante persone perbene si fossero incapricciate del
fascino seduttivo di un Berlusconi, che ovviamente non era il mio
tipo, per la qual cosa non riuscivo proprio a trovare in lui nulla di
attraente, mi sono poi ritrovato a ri- scervellarmi per cercare di
capire come mai altrettante persone per bene avessero preso per buone
le vuote promesse le misere riforme e i pessimi ministri del
rampantissimo e arrogante fiorentino Matteo Renzi.
Finita
finalmente l’era del buon Napolitano che ha impedito al popolo
italiano di andare a votare le più volte che sarebbero state
necessarie in nome della stabilità del nulla eretta a supremo
paradigma,quando finalmente ci è stato concesso di votare, due mesi
fa, ho ritenuto ragionevole sostenere l’idea di dare fiducia ai due
giovani leader Luigi Di Maio e Matteo Salvini, che parevano essere
l’incarnazione di un vero rinnovamento della politica italiana.
Chiaramente la
stessa idea l’ha avuta la maggioranza degli italiani che hanno
largamente dato fiducia ai due giovani leader.
I suddetti giovani
leader hanno avuto la bellezza di due mesi di tempo per mettersi d’
accordo, ma non c’è stato verso, ambedue sono andati a sbattere
contro difficoltà largamente prevedibili che non sono stati capaci
di superare e che hanno tradotto in veti che ne avrebbero tarpato le
possibili scelte.
Che delusione!
Che pena quel
Di Maio che ha scoperto improvvisamente che Salvini era inserito
nello schieramento di centro-destra e che in quello schieramento
c’era anche la vistosa presenza di un Silvio Berlusconi che ormai
non è niente di più di una ruota di scorta, ma che rimarrà dov’è
per chissà quanto tempo ancora.
Era il caso di
sorprendersi e di farne un elemento di rottura insanabile con la
Lega?
Era il caso di
dimostrare a tutti quanti che il giovane aspirante statista non aveva
alcuna idea di come superare l’ostacolo se non dicendo che lui,
Berlusconi che schifo, il pregiudicato, non l’avrebbe mai preso
come compagno di viaggio e che il problema avrebbe dovuto risolverlo
Salvini abbandonando Berlusconi a sé stesso?
Non riusciva il
sunnominato Di Maio a pensare a quasi tutte le regioni del Nord
governate da Lega-Forza Italia?
Santo cielo,
ma questa gente sembra che non sia mai stata sui banchi di una
qualche scuola, viene da chiedersi?
Va bene che la
storia si dice che non riesca ad essere maestra di vita, ma un
minimo di riflessione come mai non riescono a farla questi giovani
politici alla Di Maio?
Per esempio questa :
la più solida e duratura istituzione di potere e di governo che
esiste sulla faccia della terra è la chiesa cattolica,che proprio in
ragione di questa sua solidità nel tempo dovrebbe essere studiata
per capire come si fa a fare politica.
Ebbene,tanto
per fare un esempio,piccolo ma estremamente significativo all’ultimo
Concilio Ecumenico del 1964 i padri conciliari per votare sulle varie
proposte non avevano solo la possibilità di esprimere un volgare si
o no, come succede nei parlamenti laici, ma avevano se non ricordo
male la possibilità di scegliere fra cinque modi di esprimere
approvazione ed altrettanti per esprimere contrarietà.
Questo fanno ed
hanno sempre fatto coloro che sanno fare politica.
In politica il
bianco e il nero sono per gli incapaci, gli statisti si giocano la
loro carriera scegliendo fra le migliaia di gradazioni di grigio.
Ma quanti modi
c’erano per fare un governo fra 5Stelle e centro-destra prendendosi
beninteso la fiducia da Forza Italia ma facendo la fatica di
contrattare il minimo possibile da dare al vecchietto Berlusca per
salvargli la faccia ?
E’ così che fanno
politica quelli che sono capaci di farla.
Quando Andreotti
dopo avere fatto il Presidente del Consiglioper un po di anni,
scivolava su una delle innumerevoli bucce di banana che si incontrano
nel cammino di qualsiasi politico, che faceva? andava sull’Aventino,
si ritirava a fare il Cincinnato, o proclamava veti e fulmini dicendo
o io o nessuno?
Mai e poi mai, lui
che la politica l’aveva appresa frequentando assiduamente gli
istruttivi corridoi del Vaticano, trattava da posizioni di debolezza
e piuttosto che niente entrava tranquillo nel governo successivo
accontentandosi del Ministero della Marina Mercantile, anche se nella
lista questo occupava l’ultimo o il penultimo posto.
La politica si sa è
l’arte del possibile e comunque del compromesso non dei proclami e
dei veti.
J.F.Kennedy la persistente icona numero uno dei “liberal” di
qualsiasi parte del mondo, uomo di grande visione ed emblema di
moralità politica (donne come sempre a parte) diceva che in
politica i rapporti anche con il peggiore degli avversari e con il
più antipatico degli oppositori, devono sempre essere cortesi e
sfumati, perché nessuno può escludere che per realizzare la
propria visione politica, in un domani quell’avversario feroce si
potrebbe essere costretti a prenderselo come indispensabile alleato.
Ecco un’altra
pagina di storia politica che il giovane Di Maio si dovrebbe
studiare.
E’ chiaro però
che tutti questi ragionamenti valgono solo se uno la visione ce l’ha.
Se invece un leader
politico ha il potere, ingrediente necessario, ma non sufficiente,
manca però di una strategia, cioè diun progetto di paese da
costruire a lungo periodo,allora meglio sarebbe che si dedicasse
all’ippica come si diceva un tempo.
Come i lettori di
questo blog ben sanno chi scrive pensa da tempo che l’icona del
politico che ha il potere ma non ha alcuna visione e che quindi
meglio sarebbe che si dedicasse all’ippica è Matteo Renzi.
Ci sarebbe
ovviamente affiancato con lui Silvio Berlusconi, ma ormai l’anagrafe
e i voti calanti hanno già risolto il problema, anche se il buon Di
Maio non l’ha ancora capito.
Che dire di Salvini?
Il sociologo Di
Masi, che in frequenti apparizioni nei talk show televisivi ha
sostenuto spesso idee molto simili alle mie, ha provato come me una
forte delusione nel vedere che i due giovani leader Di Maio e Salvini
sembrano avviati a sprecare un incredibile occasione storica per
dimostrare di essere capaci di far politica ed ha cercato di
spiegarsi come mai alla prova del fatti i due stiano andando a
sbattere senza combinare nulla.
Ha trovato una sua
spiegazione dicendo che i due giovani hanno il difetto di non avere
dietro un adeguato background, una storia politica che avevano invece
i “cavalli di razza” della prima repubblica ed ha fatto
l’esempio di Adreotti che a suo dire aveva dietro addirittura due
millenni di cristianesimo.
Vero, ma fino a un
certo punto.
Come non ricordare
infatti la singolare e scioccante apparizione di Salvini sul palco in
un luogo simbolo e cioè davanti al duomo di Milano,in chiusura di
campagna elettorale, agitante un rosario e un Vangelo ?
E Di Maio
insistentemente sostenuto con paterne ed affettuose parole dal
parroco del suo paese di origine, che diceva di stravedere per lui?
Ma torniamo a
Salvini.
Personalmente
avrei preferito vedere emergere Di Maio, perché la folla di
popolo che sta dietro a Di Maio la sento più simile alle mie radici
culturali , cioè per farla breve Di Maio sembrava destinato a
guidare il popolo dei giovani dei lavoratori dei pensionati che una
volta avevano per riferimento il cattolicesimo sociale e la parte più
pulita del socialismo e che il PDI renziano a tradito.
Salvini mi va
bene in quanto, sempre per farla breve, rappresenta decisamente
quell’”uomo forte” del quale la palude politica italiana non
può fare a meno di ricorrere per non affondare.
Si porta
dietro però un sacco di ciarpame di incultura.
Fosse solo
Berlusconi andrebbe ancora bene, ma dietro alla Lega c’è quel
disastro culturale dell’ oscurantismo cattolico , Radio Maria e i
vaneggiamenti di Padre Livio Falzaga, tanto per intendersi, madonne
che appaiono ovunque e via di questo passo.
Le corazzate della
sanità privata che spingono per il restringimento del welfare
pubblico e spero non ci siano anche i palazzinari, ma non sono
sicuro.
Temo però che
la mala prova di capacità e fantasia politica evidenziata da Di Maio
abbia contribuito a incoronare Salvini come l’unico leader
affidabile per il futuro.
Non ha mollato
Berlusconi?
E’ un peccato
mortale?
Ne dubito.
Berlusconi può
essere ridimensionato usufruendo dei suoi voti rimasti ma sopratutto
dei suoi soldi e se Salvini ha pensato a questo forse è stato molto
più furbo di Di Maio, non mi sento di condannarlo per questo.
Fare accettare a
Berlusconi di non essere più i lleader del centro-destra era già un
grosso risultato che Salvini ha conseguito pienamente.
Era il caso di
accontentarsi, tanto elezione per elezioni i voti degli ex
berlusconiani si travaseranno nella Lega inevitabilmente.
Perchè Di Maio si è
incaponito ad uccidere un uomo politicamente niente affatto morto, ma
nemmeno in grado più di correre, come l’odierno Berlusconi?
La sorte gli offrirà
un’altra chance?
Forse si, ma forse
anche no.
La gente non perdona
i perditempo e coloro che non parlano di cose concrete.
Che gliene
fregherebbe all’operaio dell’Italsider se al governo ci fossero
un paio di ministri fra i berlusconiani più seri e meno mondaioli?
Non parliamo nemmeno
di Renzi che con la sua chiusura contemporaneamente ai 5 Stelle ed al
centro-destra diventa un inclassificabile caso da neuropsichiatra.
Nessun commento:
Posta un commento