Facciamola breve, la
Germania fa i suoi interessi come qualsiasi paese è giusto che
faccia nei confronti dei propri cittadini.
Quali sono i suoi
interessi? Rimanere il primo paese manifatturiero d’Europa, con
meno concorrenza possibile.
Il caso vuole che
l’Italia sia il secondo paese manifatturiero d’Europa e quindi il
principale concorrente della Germania medesima.
E allora? E allora
la Germania fa e farà di tutto per “fare le scarpe” come si suol
dire all’Italia, mettendola in difficoltà in tutti i modi per
cercare di ridurre la sua economia a turismo ed agricoltura,
esattamente come già fatto con la Grecia.
Noi siamo molto più
grossi, ma la politica tedesca è la stessa.
Poi per ragioni sue,
complici pare un complesso quasi paranoico di terrore per
l’inflazione incontrollabile al tempo della Repubblica di Weimar, è
portata a sostenere qualsiasi politica che minimizzi l’inflazione ,
da qui : il rigore,il rigore, naturalmente per gli altri, più che
per sé, tanto che le loro Sparkassen, che sarebbero le casse di
risparmio locali sono da sempre tenute in una zona grigia nella quale
nessuno sia in grado di capire bene quale sia la loro reale
situazione, ma sono essenziali per finanziare il diffuso clientelismo
tutto all’italiana a vantaggio dei due principali partiti.
L’Europa in realtà
in tutti questi anni è stata la Germania che imponeva i suoi
interessi nazionali.
C’erano diversi
modi per consentire all’Italia di “ridiventare normale”
liberandosi di una parte del suo assurdo pesantissimo debito
pubblico.
Per esempio
emettendo bond europei, o calcolando debito pubblico sommato al
debito privato (molto più alto in Germania) per far quadrare i
nostri conti, ma anche quelli francesi e spagnoli, per esempio.
La la Germania si è
sempre tenacemente opposta.
In questi giorni di
trattative di governo in Italia, nelle quali l’atteggiamento verso
l’Europa era l’argomento principale, tutto l’establishment
guidato dalle banche, piene di BTP e quindi sensibilissime allo
spread, erano rigidamente schierati contro al nascente governo perché
questi era chiaramente in posizione critica verso questa finta
Europa.
Basta un piccolo
aumento dello spread che aumenta il tasso dei BTP e corrispondemente
diminuisce il valore dei medesimi BTP che di conseguenza porta le
nostre banche ad essere meno ricche.
I media italiani
sono tutti grossi debitori delle banche che in alcuni casi sono
addirittura loro azioniste e quindi la musica che suonano è
obbligatoriamente quella che è in consonanza con le banche.
Ma guarda un po’
nelle elezioni di marzo il popolo italiano si è espresso a
maggioranza bulgara in favore di partiti “euroscettici”.
Non si può hanno
detto le banche e quindi immediatamente non si può hanno detto i
media dipendenti dalle banche per le ragioni elementari elencate
sopra.
Va bene,
comprendiamo il loro punto di vista, cioè l’interesse economico
elementare delle aziende-banche che tengono giustamente a fare i loro
profitti.
Ma noi cosa siamo
andati a votare a fare?
La stragrande
maggioranza degli italiani si è espressa. Punto, questo è
incontestabile.
Nessuno è tanto
ingenuo da pensare che si possa andare a Bruxelles a “picchiare i
pugni sul tavolo”, perché non siampo abbastanza su posizioni di
forza per poterlo fare, ma almeno che non si vada a sparare con
pistole ad acqua.
In altre parole se
chi è “euroscettico”, pur lavorando per rimanere in Europa non è
in grado di minacciare : o accettate almeno in parte quello che vi
chiediamo o ce ne andiamo, è chiaro che non otterremo mai nulla.
Ma allora com’è
che il Presidente della Repubblica si mette per traverso e dice che
quelle che gli hanno proposto i due partiti che insieme passano
abbondantemente la maggioranza ,ma ai quali sarebbe corretto e
doveroso aggiungere anche i partiti della Meloni e di Berlusconi pure
euroscettici, raggiungendo una maggioranza bulgara sono idee
contrarie all’interesse degli italiani?
Ma da quando in qua
il Presidente si mette a esternare sue idee di politica economica?
Lui è il garante
della Costituzione.
Per chi non lo
sapesse la Costituzione gli vieta espressamente di fare politica per
ragioni ovvie.
Il garante è
l’arbitro e quindi se si mette a enunciare delle sue politiche è
come se in una partita un arbitro si mettesse a tirare il pallone
dove gli pare.
Tanto che l’art.90
della medesima Costituzione prevede che in caso di alto tradimento o
di sconfinamento del Presidente in politica, la maggioranza assoluta
del Parlamento lo può mettere in stato d’accusa.
Come mai una
personalità navigata come Mattarella si sia messo in questo guaio è
inverosimile.
Forse i politici
della vecchia guardia non riescono proprio a realizzare che da tempo
è cambiato tutto e che le meline formali delle consultazioni non
sono il meglio per esprimere il proprio ruolo istituzionale.
Adesso che fa? Non
starà ad aspettare che gli venga comunicato ufficialmente da un voto
del parlamento che non gode più della fiducia degli eletti dal
popolo?
Francamente mi sarei
aspettato che invece di nominare un nuovo presidente incaricato
questa sera, avrebbe capito che l’unico modo per uscirne con meno
danni per lui e per noi sarebbe stato di dimettersi subito.
Non l’ha capito e
si è lasciato trascinare in una crisi istituzionale senza
precedenti, con danni e rischi che avrebbe potuto e dovuto evitare.
Ma a questo punto è
comunque bruciato.
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