mercoledì 4 luglio 2018

Difficilissimo primo mese per il “governo del cambiamento”






Opinione pubblica e media erano stati abituati dal mantra cantato per anni se non per decenni da personaggi come l’ex Presidente Napolitano a considerare “la stabilità” , traducibile con l’eterna conservazione dello status quo, come il primo obiettivo di un qualunque governo.

Non dovrebbe sorprendere di conseguenza il fatto che di fronte al primo governo realmente espressione di un radicale cambiamento di umore e di sentire da parte dei cittadini elettori, si manifesti un forte disorientamento di chi per natura o per scelta aborre il cambiamento, perché lo sente come una minaccia alla propria tranquillità.
Ognuno ha evidentemente il diritto di pensarla come vuole.

Probabilmente il disorientamento del quale parliamo risulta amplificato dal fatto anomalo che di fronte a un governo che stante ai sondaggi conta su una base che va ben oltre il 60% dei consensi, non esista di fatto una opposizione strutturata in grado di fare il suo mestiere indispensabile in democrazia.
Renzi probabilmente ha fatto più danni di quello che sembrava al PDI senon altro per il semplice fatto che i gruppi parlamentari del PDI sono costituiti solo da renziani e quindi non si vede come quel partito possa non precipitare dall’irrilevanza politica allo sfascio vero e proprio.
Forza Italia forse è messa anche peggio, perché la sindrome narcisistica del vecchio capo-padrone sta operando in quel partito né più né meno di come opera Renzi nel PDI, con la differenza che il Pdi riesce non so come a farsi percepire come l’unico “partito d’ordine” rimasto e non scende dal 18%,che è una cifra insensatamente alta stante la modestissima offerta politica che presenta, mentre Forza Italia non rappresenta più nulla,vedi i fischi che al convegno di Pontida ha suscitato l’incauto Governatore del Molise che l’ha nominato.

Matteo Salvini viene deriso dai benpensanti per non essere riuscito a laurearsi, ma da come si è mosso fin’ora meriterebbe una laurea Honoris causa, che il vecchio ideologo della Lega, Gianfranco Miglio ex Preside di Scienze Politiche gli tributerebbe senz’altro.
Limitiamoci un testo base della scienza politica ,la “psicologia delle folle” di LeBon.
Salvini lo tiene di sicuro sul comodino perché lo sta seguendo con vera maestria.
Nell’uso spregiudicato fin che si vuole ma fondamentale dei simboli a cominciare da quelli religiosi, vedi crocefisso e rosario esibiti dal palco in chiusura di campagna elettorale in piazza del duomo a Milano.
Nell’uso opportunamente ripetuto non di vuoti slogan ma di parole simbolicamente molto pesanti :
sovranità che evoca patria, confini, sacrificio, identità di gruppo, territorio, campanile, prima gli Italiani.

Non so chi ultimamente gli ha suggerito di pronunciare il nuovo motto :”abbatteremo il muro di Bruxelles”, ma chiunque sia deve essere un mago della comunicazione politica perché è tecnicamente qualcosa di formidabile.
Bruxelles ,l’UE è un qualcosa di lontano, di grigio, di burocratico, le leggi e i regolamenti che misurano le banane e simili amenità, cioè è qualcosa che non smuove i sentimenti di nessuno.
E sì, ma se l’associamo all’avvenimento principe del secolo scorso cioè all’abbattimento del muro di Berlino, che era stato definito addirittura come simbolo della “fine della storia” da un personaggio del peso di Francis Fukyama, cambia tutto.
Perchè questo avvenimento frusta il nostro inconscio insinuando contemporaneamente una serie di connotazioni positive a favore di quell’evento, operando quindi un transfer subliminale di quelle connotazioni positive sopra a un possibile futuro evento , (il superamento dell’attuale struttura della UE) temutissimo dal nostra establishment.
Geniale.

Povero “Giggino” DiMaio.
Lui temo che LeBon non l’abbia proprio letto, perché dimostra una capacità di lavoro encomiabile.
C’è sempre, è dappertutto e sa usare i “social” con disinvoltura come Salvini, ma “non buca” come si dice tecnicamente nei media.
Non basta esserci e comunicare, conta di più la forza del messaggio.
Giggino non fa sognare nessuno, non riesce a esaltare nessuno.
Salvini solo parlando furbamente di immigrazione almeno una volta al giorno sa di far passare una serie di messaggi simbolo che fanno sussultare la famosa pancia degli elettori .
DiMaio appare sempre grigio e burocratico anche quando annuncia provvedimenti sul lavoro che mandano in sollucchero la CGIL che non crede alle proprie orecchie, e mandano in besta la Confindustria che equivocando gli slogan prevenuti e superficiali media si era a torto convinta che questo fosse un governo di destra per definizione.
Bravissimo DiMaio ad avere preteso che il Consiglio dei Ministri varasse il così’ detto “Decreto dignità”.
Ma se io fossi una “tuta blu” sarei più interessato alla sorte dell’Ilva , dell’Alitalia, della Tim, del Mose, dell’Alta Velocità eccetera eccetera.
Ma non è finita per il povero Giggino.
Salvini ha da fare i conti con il proprio ego non proprio piccolo al momento sovraeccitato da un successo galoppante che potrebbe indurlo in errore.

Ma il povero Giggino ha da sopportare le esternazioni di un Grillo che ormai non fa ridere più nessuno, personaggio anomalo e sopratutto non eletto, ingombrante che come al solito dice di essersene andato dalla politica ma che è sempre lì sull’angolo pronto a comparire.
Purtroppo i 5Stelle non diventeranno mai grandi se non si sapranno sbarazzare di Grillo e Casaleggio a meno che questi due personaggi non decidano di farsi giudicare dagli elettori.
Peccato perché si tratta di due personaggi tutt’altro che banali, si tratta di due visionari, preparati e “pensanti” come tali merce rarissima.
Capisco che l’uomo del “Bar Sport” faccia fatica a capire che “un comico” sia un fior di intellettuale di primo piano.
Purtroppo il Blog di Beppe Grillo ha esercitato una formidabile funzione di informazione e di didattica, per chi lo seguiva prima che il suo autore entrasse in politica.
Ma per chi non l’ha mai letto non esisteva.
Voglio dire che il loro ruolo per essere utile doverebbe essere nell’ambito dei pensatori, che fanno convegni ed esternano in libri o nei blog.
Non nella politica di tutti i giorni.
E’ utilissimo nella nostra modestissima politica la presenza di chi studia, pensa, parla con scienziati e artisti e che quindi si abitua a pensare a cosa sarà il domani ed il dopodomani per mettere sull’avviso chi in politica si occupa dell’oggi, perché impari a guardare più in là del proprio naso.
Ad esempio il famoso “reddito di cittadinanza” è stato pensato in un ambito che non ha nulla da spartire con i vari “redditi di inclusione” , perché è nato in ambito prevalentemente accademico fra “futurologhi” come una misura proposta per contrastare la “macelleria sociale” che produrrà l’ormai imminente “rivoluzione dei robot”, alla quale la politica -politicante che vive di un orizzonte troppo ristretto non aveva nemmeno pensato.
Servono, anzi sono indispensabili i visionari, ma fanno un altro mestiere.
Benissimo che diano la sveglia, ma delle buche di Roma deve occuparsi se ne è capace la Raggi e compagni, non Grillo e Casaleggio.
Salvini di questi problemi non ne ha e si vede.


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