Opinione pubblica e
media erano stati abituati dal mantra cantato per anni se non per
decenni da personaggi come l’ex Presidente Napolitano a considerare
“la stabilità” ,
traducibile con
l’eterna conservazione dello status quo, come il primo obiettivo di
un qualunque governo.
Non dovrebbe
sorprendere di conseguenza il fatto che di fronte al primo governo
realmente espressione di un radicale cambiamento di umore e di
sentire da parte dei cittadini elettori, si manifesti un forte
disorientamento di chi per natura o per scelta aborre il cambiamento,
perché lo sente come una minaccia alla propria tranquillità.
Ognuno ha
evidentemente il diritto di pensarla come vuole.
Probabilmente
il disorientamento del quale parliamo risulta amplificato dal fatto
anomalo che di fronte a un governo che stante ai sondaggi conta su
una base che va ben oltre il 60% dei consensi, non esista di fatto
una opposizione strutturata in grado di fare il suo mestiere
indispensabile in democrazia.
Renzi probabilmente
ha fatto più danni di quello che sembrava al PDI senon altro per il
semplice fatto che i gruppi parlamentari del PDI sono costituiti
solo da renziani e quindi non si vede come quel partito possa non
precipitare dall’irrilevanza politica allo sfascio vero e proprio.
Forza Italia forse è
messa anche peggio, perché la sindrome narcisistica del vecchio
capo-padrone sta operando in quel partito né più né meno di come
opera Renzi nel PDI, con la differenza che il Pdi riesce non so come
a farsi percepire come l’unico “partito d’ordine” rimasto e
non scende dal 18%,che è una cifra insensatamente alta stante la
modestissima offerta politica che presenta, mentre Forza Italia non
rappresenta più nulla,vedi i fischi che al convegno di Pontida ha
suscitato l’incauto Governatore del Molise che l’ha nominato.
Matteo Salvini
viene deriso dai benpensanti per non essere riuscito a laurearsi, ma
da come si è mosso fin’ora meriterebbe una laurea Honoris causa,
che il vecchio ideologo della Lega, Gianfranco Miglio ex Preside di
Scienze Politiche gli tributerebbe senz’altro.
Limitiamoci un testo
base della scienza politica ,la “psicologia delle folle” di
LeBon.
Salvini lo tiene di
sicuro sul comodino perché lo sta seguendo con vera maestria.
Nell’uso
spregiudicato fin che si vuole ma fondamentale dei simboli a
cominciare da quelli religiosi, vedi crocefisso e rosario esibiti dal
palco in chiusura di campagna elettorale in piazza del duomo a
Milano.
Nell’uso
opportunamente ripetuto non di vuoti slogan ma di parole
simbolicamente molto pesanti :
sovranità che evoca
patria, confini, sacrificio, identità di gruppo, territorio,
campanile, prima gli Italiani.
Non so chi
ultimamente gli ha suggerito di pronunciare il nuovo motto
:”abbatteremo il muro di Bruxelles”, ma chiunque sia deve essere
un mago della comunicazione politica perché è tecnicamente qualcosa
di formidabile.
Bruxelles ,l’UE è
un qualcosa di lontano, di grigio, di burocratico, le leggi e i
regolamenti che misurano le banane e simili amenità, cioè è
qualcosa che non smuove i sentimenti di nessuno.
E sì, ma se
l’associamo all’avvenimento principe del secolo scorso cioè
all’abbattimento del muro di Berlino, che era stato definito
addirittura come simbolo della “fine della storia” da un
personaggio del peso di Francis Fukyama, cambia tutto.
Perchè questo
avvenimento frusta il nostro inconscio insinuando contemporaneamente
una serie di connotazioni positive a favore di quell’evento,
operando quindi un transfer subliminale di quelle connotazioni
positive sopra a un possibile futuro evento , (il superamento
dell’attuale struttura della UE) temutissimo dal nostra
establishment.
Geniale.
Povero
“Giggino” DiMaio.
Lui temo che
LeBon non l’abbia proprio letto, perché dimostra una capacità di
lavoro encomiabile.
C’è sempre,
è dappertutto e sa usare i “social” con disinvoltura come
Salvini, ma “non buca” come si dice tecnicamente nei media.
Non basta esserci e
comunicare, conta di più la forza del messaggio.
Giggino non fa
sognare nessuno, non riesce a esaltare nessuno.
Salvini solo
parlando furbamente di immigrazione almeno una volta al giorno sa di
far passare una serie di messaggi simbolo che fanno sussultare la
famosa pancia degli elettori .
DiMaio appare sempre
grigio e burocratico anche quando annuncia provvedimenti sul lavoro
che mandano in sollucchero la CGIL che non crede alle proprie
orecchie, e mandano in besta la Confindustria che equivocando gli
slogan prevenuti e superficiali media si era a torto convinta che
questo fosse un governo di destra per definizione.
Bravissimo DiMaio ad
avere preteso che il Consiglio dei Ministri varasse il così’ detto
“Decreto dignità”.
Ma se io fossi una
“tuta blu” sarei più interessato alla sorte dell’Ilva ,
dell’Alitalia, della Tim, del Mose, dell’Alta Velocità eccetera
eccetera.
Ma non è finita per
il povero Giggino.
Salvini ha da fare i
conti con il proprio ego non proprio piccolo al momento sovraeccitato
da un successo galoppante che potrebbe indurlo in errore.
Ma il povero
Giggino ha da sopportare le esternazioni di un Grillo che ormai non
fa ridere più nessuno, personaggio anomalo e sopratutto non eletto,
ingombrante che come al solito dice di essersene andato dalla
politica ma che è sempre lì sull’angolo pronto a comparire.
Purtroppo i 5Stelle
non diventeranno mai grandi se non si sapranno sbarazzare di Grillo e
Casaleggio a meno che questi due personaggi non decidano di farsi
giudicare dagli elettori.
Peccato perché si
tratta di due personaggi tutt’altro che banali, si tratta di due
visionari, preparati e “pensanti” come tali merce rarissima.
Capisco che l’uomo
del “Bar Sport” faccia fatica a capire che “un comico” sia un
fior di intellettuale di primo piano.
Purtroppo il Blog di
Beppe Grillo ha esercitato una formidabile funzione di informazione e
di didattica, per chi lo seguiva prima che il suo autore entrasse in
politica.
Ma per chi non l’ha
mai letto non esisteva.
Voglio dire che il
loro ruolo per essere utile doverebbe essere nell’ambito dei
pensatori, che fanno convegni ed esternano in libri o nei blog.
Non nella politica
di tutti i giorni.
E’ utilissimo
nella nostra modestissima politica la presenza di chi studia, pensa,
parla con scienziati e artisti e che quindi si abitua a pensare a
cosa sarà il domani ed il dopodomani per mettere sull’avviso chi
in politica si occupa dell’oggi, perché impari a guardare più in
là del proprio naso.
Ad esempio il famoso
“reddito di cittadinanza” è stato pensato in un ambito che non
ha nulla da spartire con i vari “redditi di inclusione” , perché
è nato in ambito prevalentemente accademico fra “futurologhi”
come una misura proposta per contrastare la “macelleria sociale”
che produrrà l’ormai imminente “rivoluzione dei robot”, alla
quale la politica -politicante che vive di un orizzonte troppo
ristretto non aveva nemmeno pensato.
Servono, anzi sono
indispensabili i visionari, ma fanno un altro mestiere.
Benissimo che diano
la sveglia, ma delle buche di Roma deve occuparsi se ne è capace la
Raggi e compagni, non Grillo e Casaleggio.
Salvini di questi
problemi non ne ha e si vede.
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