Questo libro
,scritto da un noto giornalista e divulgatore scientifico è apparso
per la prima volta nel 1994.
Fortunatamente
l’editore italiano lo ha ristampato nel 2015 ed ora è disponibile
sia in italiano sia in inglese su Amazon e non solo ovviamente.
Richard Preston,
appunto l’autore, chiarisce subito che non si tratta di un lavoro
di fiction, cioè non si tratta di un romanzo ma della puntuale
ricostruzione di un fatto storico attraverso quello che i
protagonisti di quei fatti hanno riportato all’autore o hanno a suo
tempo e successivamente reso pubblico autonomamente.
E’ però
scritto da un abile divulgatore che induce il lettore a rimanere
attaccato alla lettura come se si trattasse di un romanzo e questo
rende più agevole affrontare le oltre quattrocento pagine del libro,
che chiaramente a causa dell’argomento è altamente drammatico.
C’è poco da
divertirsi, diciamolo subito.
In questi giorni ci
arrivano notizie (poche purtroppo dai nostri media che sembrano non
considerare politicamente corretto parlare di cose serie)
preoccupanti su focolai di Ebola riapparsi in Centro Africa e della
febbre Dengue apparsa nelle Filippine.
Sono proprio questi
fatti di assoluta attualità che mi hanno indotto a prendere in mano
questo libro che avevo comprato quando è uscito, ma che poi avevo
trascurato di leggere.
E’ invece
estremamente interessante dedicargli il tempo che merita, perché
convivere coi virus fa parte della nostra vita e quindi non è male
apprendere con sufficiente precisione di cosa si tratta.
Oggi che un
approssimativo pensiero unico, ben foraggiato da una massa di
venditori di “prodotti naturali” fa a gara nel voler nascondere
il fatto elementare che la natura è la maggiore fonte di assassini
coi quali siamo destinati a convivere, non guasta il realismo a volte
perfino brutale di libri come questo.
Si arriva perfino a
leggere che le epidemie di HIV ,di Ebola eccetera potrebbero non
essere altro che la reazione evolutiva del nostro pianeta che
individuando la nostra specie come una forma di parassiti, reagisce
al fatto che ci siamo moltiplicati al di là di ogni ragionevolezza
depredando le risorse e mettendo a rischio gli equilibri, che tengono
il sistema in equilibrio e che quindi produce forme di contrasto alla
nostra specie.
E’ un po duro il
discorso ma non è certo senza basi.
Al di là di
questo è di estremo interesse vedere come la storia di uno dei più
micidiali virus se non del peggiore conosciuto, si sia sviluppata.
Come specie siamo
stati abili a individuarne la pericolosità, a riconoscerla, a
circoscriverne i focolai ed a superare le epidemie.
Ma ricordiamoci dei
limiti.
Oggi è in uso un
vaccino sperimentale contro Ebola, ritenuto altamente efficace anche
se per l’appunto è ancora in fase sperimentale.
Ma il decorso
della malattia è forse il più orribile mai visto prima sulla faccia
della terra.
Terribili mal
di testa, febbre altissima, perdita di liquidi e sanguinamento
generalizzato, i soggetti affetti raggiungono fasi assimilabili alla
demenza e tutto si conclude in un paio di settimane.
Bene, ora c’è il
vaccino ma il virus è fra i più altamente infettivi e quindi per
contrastarlo occorrono misure sanitarie di isolamento drastiche,
spesso difficili da mettere in atto in paesi poco scolarizzati e
presso popolazioni spesso vittime di usi e pregiudizi ancestrali non
ancora toccati a sufficienza dalla modernità, che se anteposti a
tutto possono essere letali per chi non riesce a superarli.
La fama di
peggiore dei virus Ebola se la è meritata perché la percentuale di
decessi fra gli ammalati era del 90%.
Peggio di così non
so cosa ci possa essere.
Gli operatori
sanitari devono usare delle specie di scafandri non certo agevoli,
tanto più in paesi caldi.
Mettendo
insieme il vaccino abbiamo evitato la paura di finire vittime della
“peste nera” dei tempi moderni, ma non sottovalutiamo le
potentissime armi delle quali si avvalgono queste “creature
naturali”, enormemente più “vecchie” e longeve di noi, come
presenza sulla terra.
I virus sono
formidabili nel cambiare continuamente per sopravvivere in situazioni
mutate.
Sono dei mutanti per
definizione e questo rende ovviamente ancora più difficile
combatterli.
Un’altro
problema è che a tuttoggi non siamo riusciti a scoprire con certezza
da dove Ebola è comparsa e da quale essere vivente è stata
trasmessa all’uomo.
Come vi sarete
accorti è lo stesso discorso che si è fatto e che si potrebbe
rifare a proposito dell’HIV.
E come l’HIV
è difficile capire perché a contatto col virus certe persone si
ammalano e certe altre non contraggono la malattia anche se diventano
portatori sani.
Tutta la storia si
svolge in Africa dove il virus pare sia sorto, ma la cosa non è
sicurissima perché è presente anche in Asia, e nei laboratori delle
forze armate statunitensi.
Il fatto che le
epidemie più eclatanti di Ebola che si sono verificate abbiano
costretto a mettere in atto l’intervento delle forze armate la dice
lunga sulla pericolosità di questo virus.
C’è stato è
chiaro allora e in occasione di tutti i focolai venuti alla luce un
deciso intervento da parte delle istituzioni a tutti i livelli per
evitare il dilagare del panico fra le popolazioni interessate.
Questo è un fatto
altamente positivo e responsabile.
Ma ciò non toglie
che è pure indispensabile fare aprire gli occhi alla gente perché
ognuno sviluppi un certo livello di educazione sanitaria e di
prudenza nel recarsi in paesi dove le condizioni sanitarie non sono
al massimo, diciamo così.
Idem come sopra
nell’accogliere persone provenienti da zone potenzialmente
pericolose, con tutto il rispetto, ma usando la testa e la prudenza.
Siamo molto bravi a
difenderci, prova ne è che siamo sopravvissuti, quando altre specie
non ce l’hanno fatta.
Venire a
sapere da libri come questo che non siamo affatto i signori e padroni
dell’universo, ma che invece nell’immensità dell’universo
contiamo come piccole formichine, è una doccia fredda che occorre
ammetterlo, doccia fredda che però può farci bene.
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