lunedì 12 agosto 2019

Area di contagio,la vera storia del virus Ebola






Questo libro ,scritto da un noto giornalista e divulgatore scientifico è apparso per la prima volta nel 1994.
Fortunatamente l’editore italiano lo ha ristampato nel 2015 ed ora è disponibile sia in italiano sia in inglese su Amazon e non solo ovviamente.
Richard Preston, appunto l’autore, chiarisce subito che non si tratta di un lavoro di fiction, cioè non si tratta di un romanzo ma della puntuale ricostruzione di un fatto storico attraverso quello che i protagonisti di quei fatti hanno riportato all’autore o hanno a suo tempo e successivamente reso pubblico autonomamente.
E’ però scritto da un abile divulgatore che induce il lettore a rimanere attaccato alla lettura come se si trattasse di un romanzo e questo rende più agevole affrontare le oltre quattrocento pagine del libro, che chiaramente a causa dell’argomento è altamente drammatico.
C’è poco da divertirsi, diciamolo subito.
In questi giorni ci arrivano notizie (poche purtroppo dai nostri media che sembrano non considerare politicamente corretto parlare di cose serie) preoccupanti su focolai di Ebola riapparsi in Centro Africa e della febbre Dengue apparsa nelle Filippine.
Sono proprio questi fatti di assoluta attualità che mi hanno indotto a prendere in mano questo libro che avevo comprato quando è uscito, ma che poi avevo trascurato di leggere.
E’ invece estremamente interessante dedicargli il tempo che merita, perché convivere coi virus fa parte della nostra vita e quindi non è male apprendere con sufficiente precisione di cosa si tratta.
Oggi che un approssimativo pensiero unico, ben foraggiato da una massa di venditori di “prodotti naturali” fa a gara nel voler nascondere il fatto elementare che la natura è la maggiore fonte di assassini coi quali siamo destinati a convivere, non guasta il realismo a volte perfino brutale di libri come questo.
Si arriva perfino a leggere che le epidemie di HIV ,di Ebola eccetera potrebbero non essere altro che la reazione evolutiva del nostro pianeta che individuando la nostra specie come una forma di parassiti, reagisce al fatto che ci siamo moltiplicati al di là di ogni ragionevolezza depredando le risorse e mettendo a rischio gli equilibri, che tengono il sistema in equilibrio e che quindi produce forme di contrasto alla nostra specie.
E’ un po duro il discorso ma non è certo senza basi.
Al di là di questo è di estremo interesse vedere come la storia di uno dei più micidiali virus se non del peggiore conosciuto, si sia sviluppata.
Come specie siamo stati abili a individuarne la pericolosità, a riconoscerla, a circoscriverne i focolai ed a superare le epidemie.
Ma ricordiamoci dei limiti.
Oggi è in uso un vaccino sperimentale contro Ebola, ritenuto altamente efficace anche se per l’appunto è ancora in fase sperimentale.
Ma il decorso della malattia è forse il più orribile mai visto prima sulla faccia della terra.
Terribili mal di testa, febbre altissima, perdita di liquidi e sanguinamento generalizzato, i soggetti affetti raggiungono fasi assimilabili alla demenza e tutto si conclude in un paio di settimane.
Bene, ora c’è il vaccino ma il virus è fra i più altamente infettivi e quindi per contrastarlo occorrono misure sanitarie di isolamento drastiche, spesso difficili da mettere in atto in paesi poco scolarizzati e presso popolazioni spesso vittime di usi e pregiudizi ancestrali non ancora toccati a sufficienza dalla modernità, che se anteposti a tutto possono essere letali per chi non riesce a superarli.
La fama di peggiore dei virus Ebola se la è meritata perché la percentuale di decessi fra gli ammalati era del 90%.
Peggio di così non so cosa ci possa essere.
Gli operatori sanitari devono usare delle specie di scafandri non certo agevoli, tanto più in paesi caldi.
Mettendo insieme il vaccino abbiamo evitato la paura di finire vittime della “peste nera” dei tempi moderni, ma non sottovalutiamo le potentissime armi delle quali si avvalgono queste “creature naturali”, enormemente più “vecchie” e longeve di noi, come presenza sulla terra.
I virus sono formidabili nel cambiare continuamente per sopravvivere in situazioni mutate.
Sono dei mutanti per definizione e questo rende ovviamente ancora più difficile combatterli.
Un’altro problema è che a tuttoggi non siamo riusciti a scoprire con certezza da dove Ebola è comparsa e da quale essere vivente è stata trasmessa all’uomo.
Come vi sarete accorti è lo stesso discorso che si è fatto e che si potrebbe rifare a proposito dell’HIV.
E come l’HIV è difficile capire perché a contatto col virus certe persone si ammalano e certe altre non contraggono la malattia anche se diventano portatori sani.
Tutta la storia si svolge in Africa dove il virus pare sia sorto, ma la cosa non è sicurissima perché è presente anche in Asia, e nei laboratori delle forze armate statunitensi.
Il fatto che le epidemie più eclatanti di Ebola che si sono verificate abbiano costretto a mettere in atto l’intervento delle forze armate la dice lunga sulla pericolosità di questo virus.
C’è stato è chiaro allora e in occasione di tutti i focolai venuti alla luce un deciso intervento da parte delle istituzioni a tutti i livelli per evitare il dilagare del panico fra le popolazioni interessate.
Questo è un fatto altamente positivo e responsabile.
Ma ciò non toglie che è pure indispensabile fare aprire gli occhi alla gente perché ognuno sviluppi un certo livello di educazione sanitaria e di prudenza nel recarsi in paesi dove le condizioni sanitarie non sono al massimo, diciamo così.
Idem come sopra nell’accogliere persone provenienti da zone potenzialmente pericolose, con tutto il rispetto, ma usando la testa e la prudenza.
Siamo molto bravi a difenderci, prova ne è che siamo sopravvissuti, quando altre specie non ce l’hanno fatta.
Venire a sapere da libri come questo che non siamo affatto i signori e padroni dell’universo, ma che invece nell’immensità dell’universo contiamo come piccole formichine, è una doccia fredda che occorre ammetterlo, doccia fredda che però può farci bene.





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