venerdì 6 novembre 2020

“Eretici ed eresie medioevali” di Grado Giovanni Merlo recensione

 




testo inglese alla fine


Dopo avere suggerito la lettura del saggio del Prof Merlo, storico medievalista della Statale di Milano, sulle streghe era giocoforza allargare il campo visuale all’altro saggio che il medesimo autore ha dedicato ad un argomento collegato strettamente col primo e cioè quello delle eresie medievali.

E’ noto che in Italia ma non solo i fedeli cattolici rimasti da sempre non sentono alcuna necessità di approfondire le basi teorico – culturali della loro religione e quindi sanno poco o niente di storia della chiesa.

Di conseguenza sarebbe sorprendente per loro scoprire che quello che loro pensano quando riflettono un po sui mali e le magagne della chiesa di oggi, coincide spesso perfettamente con quello che otto o nove secoli fa i così detti “eretici” pensavano con tanta convinzione da scegliere di finire sul rogo piuttosto che abiurare a quelle loro medesime idee, che chiaramente prendevano maledettamente sul serio.

Probabilmente chi non ha mai studiato nulla sull’argomento è convinto che le eresie consistessero in accese discussioni su alcuni dogmi adducendo argomentazioni astruse.

Non è così, anche se qualcosa del genere c’era ma non era quello che contava, cioè non era questa la ragione vera per la quale gli eretici erano qualificati come tali.

Il Prof. Merlo in questo libro come in quello sulle streghe chiarisce che la lotta feroce che la Chiesa ha condotto contro i presunti eretici era basata su molto più concrete ragioni di potere , cioè di politica e non di pensiero o di religione e non da dispute teologiche.

Queste c’erano ma erano la foglia di fico che nascondeva una realtà che era altra.

Ancora e sempre da allora ad oggi a guidare il gioco erano soldi sesso e potere, altro che la Santissima Trinità.

Belle le storie che ci vengono narrate in questo agile libretto ,quelle di Pierre de Bruis, del Monaco Enrico. di Arnaldo da Brescia, dei Catari o Albigesi, di Pietro Valdo di Lione, di Ugo Speroni, degli amalriciani, di Giovanni di Ronco, di Gherardo Segarelli, Armanno Pungilupo, Guglielma la Boema per finire con Fra Dolcino da Novara.

Tutti nomi finiti purtroppo nel dimenticatoio salvo i due movimenti presunti ereticali che hanno più attecchito e che si sono più diffusi nel 1100 e nel secolo successivo cioè quelli dei Catari e quello dei Valdesi, durati questi ultimi abbastanza da poter confluire secoli dopo nella Riforma Protestante e tuttora vivo e vegeto se pure nei limiti che nei quali la secolarizzazione ha ridimensionato le religioni.

A chi volesse approfondire l’argomento sopratutto sui Catari o Albigesi, consiglierei la lettura illuminante del libro che ha portato finalmente a un successo anche di vendite il nuovo modo di scrivere la storia di storici come il francese Jaques Le Goff a cominciare da “Montaillou Catari e cattolici in un villaggio francese” ma poi tutta la produzione dello stesso autore.

Tutti questi movimenti dal più minuto al più consistente come seguito, rappresentavano un po' l’esplosione del malcontento nei confronti di un clero che non si mostrava per niente degno, e comunque lontanissimo dal messaggio evangelico.

Insomma il popolo cristiano aveva già formulato dentro di sé gran parte delle famose 95 tesi che Lutero apporrà ben quattro secoli dopo sulla porta della cattedrale di Wittemberg dando vita alla Riforma Protestante.

Comportamenti simoniaci,vita nel lusso guidati dalla ricerca di denari, sfruttamento delle funzioni ecclesiastiche per far soldi, vita privata dissoluta da parte di gran parte dei chierici, nessun a poco interesse per l’espletamento della loro missione eccetera eccetera.

Dalla reazione alla vita indegna di gran parte del clero incompatibile con la loro missione e i loro voti, si arrivava a sognare il ritorno ai tempi dei primi cristiani, quando la chiesa era una comunità di fratelli che si aiutavano fra di loro e le funzioni di guida erano poco o niente strutturate in gerarchie istituzionalizzate.

Dove la sorgente e il fondamento della fede era il messaggio lasciato da Gesù senza bisogno di dogmi e di interpretazioni, cioè quel modo di pensare e di essere cristiani che di lì a poco frate Francesco testimonierà : la ricerca del Vangelo “sine glossa”, senza interpretazioni più o meno capziose, per farlo girare dalla propria parte a difesa dei propri interessi e sopratutto degli interessi costituiti delle classi che detenevano il potere civile ed ecclesiastico.

Molti dei movimenti “ereticali” del Medioevo arrivavano a negare del tutto la necessità e l’utilità di una mediazione da parte di un qualsiasi sacerdozio, immaginiamoci poi da parte di una chiesa istituzionalizzata e gerarchizzata in combutta e a sostegno del potere politico.

A leggere di questi personaggi per lo più del tutti sconosciuti viene però da dirsi, ma questa è storia medievale lontana o è storia di oggi ?

Non siamo forse ancora più o meno sostanzialmente allo stesso punto se pensiamo all’esistenza dello IOR cioè una banca vaticana che non si capisce cosa centri mai col messaggio di Gesù.

Fosse solo quello, andrebbe ancora bene, ma poi simonia, carrierismo, pederastia, sesso soldi e potere sembrano essere le principali occupazioni di non pochi componenti della curia romana anche di primissimo piano, è cronaca quotidiana di oggi.

A quei poveri illusi fra i fedeli rimasti che si beano affermando, ma la chiesa è durata due mila anni,e questa sarebbe la prova della sua bontà e che non hanno il coraggio di farsi passare il libro nero della storia della chiesa, mi chiedo, ma chi sono i veri vincitori alla prova della storia della storia?

Dalla lettura di libri come questo del Prof.Merlo mi sembra che coloro le cui vite ci vengono narrate e che sono finiti sul rogo, sono stati quelli che il potere ha sopraffatto novecento anni fa pensando di averli condannati all’oblio.

Ma non è andata così.

I veri vincitori della storia sono loro perché le idee per le quali hanno addirittura sacrificato la vita, sono ancora le idee che sono alla base della nostra cultura della modernità e dei diritti umani e i veri perdenti sono quelli che allora formalmente hanno vinto.

La chiesa gerarchica e istituzionale che allora li ha mandati sul rogo perché non sapeva contrastare le loro idee in modi più civili e cioè contrapponendo ragionamento a ragionamento, oggi è ancora viva oggi formalmente è vero.

Ma in che condizioni ?

Se non si contano nemmeno più i casi di abusi sessuali da parte del clero e se l’Obolo di San Pietro viene usato per fare speculazioni finanziarie quando non è sperperato da faccendieri in gonnella?

E quel papa Francesco che si bea d’avere scelto perfino nel nome l’ideale di Frate Francesco e non sa o non vuole affatto liberarsi del potere temporale dei soldi e degli apparati di potere , non si renderà conto che anche uno dei più grandi santi della sua chiesa proprio Francesco d’Assisi al di là della retorica pauperistica che tutti conosciamo è proprio lui il grande perdente di questa storia?

San Francesco è una figura singolare perché pur non essendo affatto un santo che la gente invoca per andare a chiedergli favori e miracoli come capita quotidianamente al suo confratello Sant’Antonio da Padova che secondo le statistiche è in assoluto il più gettonato, è universalmente ritenuto forse l’unico santo autentico per la coerenza e la radicalità della sua vita.

Eppure Francesco è vero ha fatto di tutto per realizzare il suo sogno di testimoniare uno stile di vita autenticamente evangelico, ma poi alla fine si è lasciato irretire dalla tela tessuta dalla chiesa istituzionale che aveva il solo e solito scopo di “normalizzare” il movimento francescano, castrandone la spinta sperimentalista al di fuori delle gerarchie e istituzioni in gran pare corrotte ieri come oggi, è lui il simbolo dei veri sconfitti.

Gli storici lo sanno benissimo, come Francesco ha accettato l’imposizione della “regola” rivista e corretta dalle gerarchie papali il francescanesimo è diventato un’altra cosa e Francesco ha perso la sua battaglia.

Lo stesso ci racconta il Prof. Merlo è capitato con i movimenti presunti ereticali descritti nel libro del quale stiamo parlando.

La Chiesa ha fatto di tutto per “normalizzarli” inserendo i suoi membri ai quali riusciva a fare il lavaggio del cervello in uno dei due ordini mendicanti ufficiali del tempo Francescani e Domenicani.

Si poteva essere pauperisti per la gerarchia della chiesa, ma solo ben inquadrati nei movimenti pauperisti ufficiali, che accettavano la sottomissione alla gerarchia medesima, cioè rinunciavano a pensare con la loro testa.

E naturalmente dovevano far finta di non vedere le vergogne dell’alto clero.


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"Heretics and medieval heresies" of Grado Giovanni Merlo

review

After having suggested the reading of the essay by Prof Merlo, a medievalist historian of the State of Milan, on witches it was necessary to widen the field of vision to the other wise man than the same author dedicated to a topic closely connected with the first, namely that of heresies

medieval.

It is known that in Italy but not only the Catholic faithful who have always remained do not feel any need to deepen the theoretical - cultural foundations of their religion and therefore know little or nothing about history of the church.

Consequently it would be surprising for them to find out what they think when

reflect a little on the evils and flaws of the church today, often coincides perfectly with

what eight or nine centuries ago the so-called "heretics" thought with such conviction from

choose to end up at the stake rather than abjure their very ideas, which clearly

they took damn seriously.

Probably those who have never studied anything on the subject are convinced that the heresies consisted of heated discussions on some dogmas by giving abstruse arguments.

Not so, even if there was something like that but it wasn't what mattered, that is, it wasn't this

the real reason why heretics were qualified as such.

Prof. Merlo in this book as in the one on witches makes it clear that the fierce struggle that the

Church led against alleged heretics was based on much more concrete reasons than

power, that is, of politics and not of thought or religion and not of theological disputes.

These were there but they were the fig leaf that hid a reality that was another.

Again and always from then to today to guide the game was money, sex and power, other than the

Holy Trinity.

The stories that are told in this agile libretto, those of Pierre de Bruis, of Monaco, are beautiful

Enrico. by Arnaldo da Brescia, by the Cathars or Albigensians, by Pietro Valdo di Lione, by Ugo Speroni, by the amalriciani, by Giovanni di Ronco, by Gherardo Segarelli, Armanno Pungilupo, Guglielma la Boema to finish with Fra Dolcino da Novara.

All names unfortunately ended up in oblivion except for the two alleged heretical movements that they have taken root more and that they have spread more in 1100 and in the following century that is those of the Cathars and that of the Waldensians, the latter lasted long enough to be able to merge centuries later in the Protestant Reformation and still alive and well, albeit within the limits that the secularization has debunked religions.

For those wishing to deepen the subject especially on the Cathars or Albigensians, I would recommend reading illuminating the book that finally led to a sales success also the new way of

to write the history of historians such as the French Jaques Le Goff starting with “Montaillou Catari and Catholics in a French village ”but then all the production of the same author.

All these movements from the smallest to the most consistent as a sequel, represented a

little bit the explosion of discontent towards a clergy who did not show themselves at all

worthy, and in any case very far from the Gospel message.

In short, the Christian people had already formulated within themselves most of the famous 95 theses which Luther placed four centuries later on the door of the cathedral of Wittemberg giving life to the Protestant Reformation.

Simoniacal behaviors, life in luxury guided by the search for money, exploitation of functions

ecclesiastics to make money, dissolute private life on the part of most of the clerics, no by little

interest in carrying out their mission, etc., etc.

From the reaction to the unworthy life of a large part of the clergy incompatible with their mission and theirs votes, we came to dream of returning to the times of the first Christians, when the church was a community

of brothers who helped each other and the leadership functions were little or nothing structured in

institutionalized hierarchies.

Where the source and foundation of faith was the message left by Jesus without the need for

dogmas and interpretations, that is, that way of thinking and being Christians that a little later a brother Francis will testify: the search for the Gospel "sine glossa", without more or less interpretations specious, to make it turn on its side in defense of its interests and above all of the interests constituted of the classes that held the civil and ecclesiastical power.

Many of the "heretical" movements of the Middle Ages went so far as to deny the necessity altogether the usefulness of mediation on the part of any priesthood, let's imagine then on the part of an institutionalized and hierarchical church in league and in support of political power.

To read about these mostly unknown characters, however, one must say, but this is it

distant medieval history or is it today's history?

We are perhaps not even more or less substantially at the same point if we think about existence

of the IOR, that is a Vatican bank that does not understand what ever centers with the message of Jesus.

If only that, it would still be fine, but then simony, careerism, pederasty, money and sex

power seem to be the main occupations of quite a few components of the Roman curia too

of the highest order, it is daily news today.

To those poor deluded among the remaining faithful who blessed themselves by affirming, but the church lasted two thousand

years, and this would be proof of his goodness and that they do not have the courage to pass the book black history of the church, I wonder, but who are the real winners to the test of the history of

history?

From reading books like this by Prof. Merlo it seems to me that those whose lives come to us

narrated and who ended up at the stake, were the ones that power overwhelmed nine hundred years he does thinking he has condemned them to oblivion.

But it didn't happen that way.

The real winners of history are them because the ideas for which they even sacrificed the

life, are still the ideas that are the basis of our culture of modernity and human rights e

the real losers are those who then formally won.

The hierarchical and institutional church that then sent them to the stake because it did not know how to fight their ideas in more civilized ways, that is, by contrasting reasoning with reasoning, it still is today alive today formally it is true.

But under what conditions?

If the cases of sexual abuse by the clergy are no longer counted and if the Pence of St. Peter

is it used for financial speculation when not squandered by skirt-clad fixers?

And that Pope Francis who is happy to have chosen even in the name the ideal of Brother Francis and not he knows or doesn't want to get rid of the temporal power of money and power apparatuses at all, yes he will realize that even one of the greatest saints of his church is Francis of Assisi on the other side beyond the pauperistic rhetoric we all know, is he really the big loser of this story?

St. Francis is a singular figure because although he is not at all a saint that people invoke

to go and ask him for favors and miracles as happens every day to his brother

Sant'Antonio da Padova, who according to statistics is the most popular by far, is universally known

considered perhaps the only authentic saint for the coherence and radicality of his life.

Yet Francesco it is true he did everything to realize his dream of witnessing a style

authentically evangelical life, but then in the end he let himself be ensnared by the cloth woven by institutional church which had the sole and usual purpose of "normalizing" the movement Franciscan, castrating the experimentalist thrust outside the hierarchies and institutions in much seems corrupt yesterday as today, he is the symbol of the real losers.

Historians know this very well, as Francis accepted the imposition of the revised "rule" and

corrected by the papal hierarchies, Franciscanism has become something else and Francis has lost his battle.

Prof. Merlo tells us the same happened with the alleged heretical movements described in the book

we are talking about.

The Church did everything to normalize them by including its members to whom il was able to do the brainwashing in one of the two official Franciscan mendicant orders of the time

Dominicans.

One could be pauperistic for the church hierarchy, but only well framed in the movements

official pauperists, who accepted submission to the hierarchy itself, that is, they renounced

think for themselves.

And of course they had to pretend not to see the shame of the high clergy.








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