martedì 1 marzo 2022

Alessandra Paola Ghisleri : La repubblica dei sondaggi – L’Italia raccontata attraverso i numeri – Piemme Editore – recensione

 




L’autrice si presenta nella introduzione del libro come fondatrice di Euromedia Research, e come “nota sondaggista di Porta a Porta” da anni.

Ma forse si rivela veramente quando poche righe dopo dice di descrivere il passaggio dalla prima alla seconda Repubblica attraverso le strategie e gli errori dei leader – da Berlusconi (che dice di conosce molto bene) a Renzi eccetera.

Ecco siamo sinceri immagino che la maggior parte dei lettori siano portati ad associare il nome della Ghisleri proprio a Berlusconi, perché tutti l’abbiamo conosciuta appunto come la “sondaggista di Berlusconi”.

E Berlusconi è un mondo a sé, fatto di tante cose.

Fra le tante cose buone o meno buone riferibili alla sua esperienza politica che ha diviso l’Italia per anni fra suoi tifosi e suoi feroci detrattori, c’è proprio per la prima volta l’esplodere dell’uso delle moderne tecnologie come potentissimo strumento di comunicazione.

La Ghisleri tiene a precisare di avere lavorato per pressoché tutto la schieramento politico italiano e per molti personaggi stranieri, ma non nasconde affatto di essersi fatte le ossa professionalmente con quel personaggio dalla prorompente personalità che dell’uso degli strumenti di comunicazione è sempre stato riconosciuto come un grande ed abile esperto lui stesso.

Il compito dell’autrice di conseguenza non deve essere stato facile, ma se Berlusconi l’ha confermata nel suo incarico per decenni è ovviamente perché ne aveva avuto modo di apprezzarne la professionalità.

Mi è capitato di sentire in una tavola rotonda la Ghisleri che parlava di questo argomento dicendo in sostanza : non dovete pensare che Berlusconi fosse ossessionato dai sondaggi, come si diceva comunemente, dovete invece capire che un personaggio come lui non aveva praticamente mai preso un autobus né era mai salito su un treno della metropolitana, non era mai andato al supermercato,insomma non avendo avuto modo di fare quello che fa quotidianamente l’elettore medio, quando era “sceso in politica” aveva la assoluta necessità di conoscere chi era questo elettore, cosa pensava e cosa sentiva, per capire come parlargli.

Ecco perché aveva assoluto bisogno dei servizi di una società di sondaggi.

Berlusconi nella sua attività viene descritto come un meticoloso, un precisino, che non lascia molto al caso, ma che prepara tutto con cura, il resto è ovviamente teatro.

Per poter dire quel famoso “sono uno di voi”, aveva assoluto bisogno di conoscere bene quei “voi”.

Ecco ben spiegato a cosa servono i sondaggi.

Andando più a fondo la Ghisleri spiega che il suo lavoro è ben più complesso dal presentare che so io la percentuale dei favorevoli e dei contrari a una dato provvedimento.

Le percentuali riassuntive di un lavoro sono quel poco che compare sui giornali, ma un “report” medio confezionato da una società e consegnato al cliente consiste in un fascicolo di circa 50 pagine di statistiche organizzate per dettagli progressivi.

Tanto per dare un idea qualsiasi rapporto per descrivere l’opinione degli elettori su un dato argomento analizza la situazione disaggregando i dati generali riferendoli ai simpatizzanti dei diversi partiti ,ai vari settori geografici,alle fasce per titolo di studio, per professioni, per orientamento ideologico ,per classe di reddito eccetera eccetera.

Magari anche si analizzano i flussi di opinione nella loro variazione temporale mettendo in evidenza i passaggi nel tempo da un opinione a un’altra.

Si dà una valutazione di quanto avvenimenti recenti abbiano potuto influire sull’orientamento che emerge dal sondaggio.

L’abilità di chi fa il sondaggio sta poi anche nel verificare per quanto possibile l’attendibilità delle risposte magari con domande trabocchetto atte a individuare contraddizioni che non dovrebbero esserci nelle risposte degli intervistati.

Infatti uno degli ostacoli che incontrano i sondaggisti sta nella reticenza del pubblico a parlare di certi argomenti o di certi personaggi, rischiando quindi di fornire risposte non veritiere.

Proprio a proposito di Berlusconi i lettori ricorderanno che nel periodo in cui quel personaggio ha avuto il massimo successo i sondaggi tendevano a sottostimare la percentuale di consenso, segno che parecchi intervistati non ci tenevano a far sapere che erano fan di Berlusconi ,anche se i sondaggi sono ovviamente anonimi per definizione.

Dal libro l’elevata professionalità della Ghisleri trova una forte conferma.

Devo dire che nel libro si parla parecchio di Berlusconi della sua ascesa politica del suo entourage politico e inevitabilmente da questo viene fuori una qualche forma di ritratto di quel personaggio.

Ecco, da come lo descrive la Ghisleri che indubbiamente ha avuto modo di conoscerlo bene proprio nei momenti in cui questi “studiava” il suo elettorato ed elaborava le sue mosse mi è venuto da pensare che probabilmente l’atteggiamento di violento rifiuto preconcetto che gli era stato opposto dallo schieramento di centro-sinistra ,passati ormai decenni, si possa considerare un errore di valutazione come in questi giorni sta emergendo un ampio riconoscimento di quanto sia stato erroneamente esaltato il Pool di Mani Pulite che a conti fatti ha lasciato più danni (la distruzione del sistema politico-partitico) che risultati positivi.

Voglio dire che Berlusconi non era il male assoluto come veniva descritto.

Non avrà combinato poi molto per modernizzare e sviluppare l’Italia, ma non ne ha neanche minato la dignità e i riferimenti valoriali come si diceva allora.

Questa mia osservazione dimostra che il libro è utile per capire nei dettagli a cosa servono le società di sondaggi, che la Ghisleri in quel campo è una pietra miliare e magari anche che Berlusconi è un personaggio che ha molto lavorato e qualcosa ha anche portato a casa.

Purtroppo lui stesso con le sue chiamiamole stravaganze nel gestire le serate di un riccone e le sue impuntature ideologiche anticomuniste, quando il comunismo era ormai scomparso dal pianeta ha contribuito ad alimentare la narrativa a lui avversa ,come del resto è ben noto.

Questo libro è senz’altro una lettura utile e interessante, anche per richiamarci alla memoria gli anni del passaggio dalla prima alla seconda Repubblica.






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