venerdì 8 aprile 2022

Stefano Mancuso . L’incredibile viaggio delle piante – Editore Laterza – recensione

 



Dopo tanti libri di geopolitica o di politica estera e per di più dopo oltre un mese di guerra ci voleva un momento di riflessione e prima di tutto di distensione.

Mi sono scelto allora natura full immersion con particolare riferimento al mondo delle piante.

L’autore del libro che propongo alla lettura è uno scienziato con un curriculum accademico impressionante che è riuscito a scrivere un libro intrigante per chiunque dato che tutti siamo figli della natura.

Nel nostro universo culturale però c’è una propensione innata a stabilire un feeling particolare col mondo animale ,anche se solo di recente si è trovato scientificamente fondato giudicare appunto gli animali come esseri senzienti.

L’autore si risente per questa universale propensione a pensare prima agli animali quando ci si rapporta con la natura e porta anche in questo libro una bella messe di “prove” per dimostrare quanto sia ingiustificato mettere le piante in serie B.

Ci dice innanzitutto che le piante non solo sono in grado di percepire l’ambiente che le circonda, ma sono addirittura più sensibili degli animali.

Sono silenziose ma sono grandi comunicatrici, sono organismi sociali.

Le piante non ostante le nostre credenze non sono affatto immobili, sanno muoversi ma solo sui tempi lunghi, intendiamoci si muovono ma non si spostano, per il fatto che sono radicate.

Bisogna intendersi, non si sposta la singola pianta individuale ma si spostano per tutto l’orbe come specie.

Hanno una capacità di adattamento ai climi più diversi e inospitali assolutamente straordinaria e questa è la loro forza.

A differenza degli animali hanno molteplici centri di comando ,hanno organi diffusi.

Negli animali conta di più il singolo, nelle piante conta di più il gruppo, la colonia, cioè in conclusione sono una forma di vita molto diversa da quella degli animali e quindi vanno osservati correttamente a sé, senza cercare similitudini fuorvianti col regno animale.

Utilizzando spore e semi si spostano per la terra usando le strategie più diverse : vento ,acqua, ingoiate e restituite alla terra da animali.

Sono bravissime a difendersi, basti dire che hanno resistito alla bomba atomica.

Tanto per dare un’idea dello stile diretto e tutt’altro che scolastico usato dal Prof. Mancuso la narrazione inizia dall’esperienza diretta che l’autore ha fatto nell’osservare un terreno confinante con il laboratorio universitario dove lavorava.

Un terreno occupato in parte da un deposito militare dismesso e lasciato poi a sé stesso per lungo tempo.

L’autore ci dice che pur dovendo essere avvezzo a rilevare la straordinaria capacità delle piante di colonizzare qualsiasi luogo è rimasto sorpreso dalla velocità imprevista con la quale forme di vita vegetale a lui ben note sono apparse e si sono sviluppate in quel terreno abbandonato.

A cominciare dall’alianto una pianta che nelle nostre città cresce ovunque e in poco tempo raggiunge altezze considerevoli (https://www.google.com/search?q=alianto+immagini&rlz=1C1CHBF_itIT876IT876&oq=alianto+immagini&aqs=chrome..69i57j0i13.7824j0j1&sourceid=chrome&ie=UTF-8) al comunissimo convolvulus (https://www.google.com/search?q=convolvulus&rlz=1C1CHBF_itIT876IT876&sxsrf=APq-WBs7hlT9QwhIZ0NCYdYSQ9X4onUFNw:1649411236036&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=2ahUKEwjEyr_Wl4T3AhVE6aQKHUOdAJ4Q_AUoAXoECAIQAw&biw=1526&bih=700&dpr=1.25) all’ancora comunissima bardana (https://www.google.com/search?gs_ssp=eJzj4tTP1TewMDUpzzVg9BJISixKScxLVMhNTE_PzC9KBQB92glT&q=bardana+maggiore&rlz=1C1CHBF_itIT876IT876&oq=bardana+maggiore&aqs=chrome.1.69i57j46i512j0i512j0i22i30l7.11627j0j1&sourceid=chrome&ie=UTF-8).

Il Prof. Mancuso conduce il lettore per storie di piante veramente incredibili.

Fra queste non poteva mancare un suo racconto sulle piante di Cernobil, esposte alla più forte polluzione di isotopi radioattivi dopo le esplosioni atomiche di Hiroshima e Nagasaky.

350.000 persone allora dovettero lasciare le loro case e reinsediarsi altrove.

E le piante? Il 70% degli isotopi rilasciati si calcola che finirono assorbiti dalla foresta circostante all’impianto. Gran parte dei pini morirono dopo essere virati dal verde al rosso, ma poi le piante rimaste trovarono il modo di adattarsi ed alla grande.

Merito delle loro facoltà certo ma anche al fatto che essendo cessato di colpo l’insediamento umano, quelle stesse piante hanno conosciuto trent’anni senza l’uomo per i piedi e sono rinate in modo sorprendente.

Le piante decontaminano l’ambiente inquinato stoccando nel loro nucleo i radionuclei.

Benissimo ma attenzione agli incendi in quella zona che avrebbero l’effetto di aprire il vaso di Pandora.

Rimanendo in tema di contaminazione atomica non posso non citare la storia del diplomatico in pensione che il Prof. Mancuso ha conosciuto per caso in uno dei suoi viaggi di studio in Giappone.

Leggetela questa storia perché anche da sola vale tutto il libro e la filosofia che vi è contenuta.

Ci vuole forse la millenaria saggezza della cultura shintoista per interpretare al meglio la simbiosi uomo-natura.

Dico solo che la lettura di quella storia sul rapporto uomini-alberi, se pure particolari, mi ha fortemente commosso, come non prevedevo potesse succedere.(https://www.focus.it/cultura/storia/hibaku-jumoku-gli-alberi-sopravvissuti-alla-bomba-atomica#:~:text=Hibaku%20jumoku.,170%20di%2032%20differenti%20specie.).

Mi fermo qui perché non avrebbe senso riassumere storie che vanno gustate nella loro interezza.

Dal giaguaro che è stato determinante nel diffondere per il mondo l’avogado, incredibile da credere.

Alla bellissima pennisetum setaceus (https://www.purpurea.it/graminacee-ornamentali/781-pennisetum-alopecuroides.html), migrante dall’Abissinia.

All’ultra invasivo giacinto d’acqua (https://www.google.com/search?gs_ssp=eJzj4tLP1TcwMi1Pt8wxYPQSSM9MTM7MK8lXSFFPTC4sTQQAiN4JiQ&q=giacinto+d%27acqua&rlz=1C1CHBF_itIT876IT876&oq=giacin&aqs=chrome.1.0i355i512j46i512j46i433i512j69i57j46i433i512j46i512l2j0i512j46i512l2.6296j0j1&sourceid=chrome&ie=UTF-8) per il contenimento del quale era stato addirittura ipotizzato il trapianto di ippopotami il Lousina.

Alla pianta più oscena del mondo la palma callipigia (http://www.ascuoladaglialberi.net/frutti-e-semi-giganteschi/) dotata di enormi semi femminili e inflorescenze maschili, guardare per credere.

Ottimo libro che è anche di formato opportunamente slim.

Una attenta lettrice, che mi ha proposto la lettura di questo libro, commentandolo mi ha fatto presente che è difficile capire come uno specialista del calibro del nostro autore non abbia dedicato dello spazio all’opera unica di conservazione della biodiversità operato dai popoli indigeni sopratutto dell’Amazzonia, ma non solo.

In effetti non so spiegarmelo nemmeno io, ma forse leggendo altre opere del Prof. Mancuso troveremo una trattazione adeguata.














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