venerdì 1 aprile 2022

Limes rivista italiana di geopolitica – La Russia cambia il mondo – Perchè Putin ha aggredito l’Ucraina : Lo spazio russo diventerà un buco nero? La guerra ridisegna la carta d’Eurasia -n.2/2022 Editore Gedi

 



E’ un grande lavoro quello che è riuscito al gruppo degli analisti di Limes guidati da Lucio Caracciolo che hanno mandato in edicola (nelle librerie e sul Web) un numero dedicato alla guerra in Ucraina solo una settimana dopo da quando la medesima è scoppiata.

Sono stati giustamente premiati da un successo inatteso ma meritato superando le 150.000 copie in pochi giorni.

Mettere insieme in così poco tempo un fascicolo di quasi 300 pagine non era uno scherzo e poteva riuscire solo a collaudati specialisti di geopolitica.

Finite le lodi non posso esimermi dal chiedermi se ne valeva la pena, visto il perdurante panorama a mio giudizio desolante dei media italiani , tutti con l’elmetto in testa, pressoché tutti schierati con un pensiero unico sconcertante,che tollera solo chi schiera o di qui o di là.

Chi dissente sull’argomento base dell’opportunità di inviare armi in Ucraina non solo non viene preso in considerazione nelle sue argomentazioni ma viene immediatamente messo alla berlina come fosse lo scemo del villaggio.

Ma forse proprio per contrastare questo pigro conformismo l’ ultimo lavoro di Limes riveste una importanza particolare.

Con i media che non ci risparmiano proprio nulla nel documentare con agghiaccianti servizi fotografici gli orrori della guerra in corso è fuori discussione per qualunque persona sensata condannare senza esitazione gli errori di Putin e la sua proterva e arrogante incapacità di osservare le più elementari regole della civiltà, che anche in caso di guerra impediscono di infierire sulla popolazione civile.

Ma anche e proprio partendo da queste affermazioni non è affatto disdicevole cercare di capire quale sono le ragioni che hanno spinto lo stesso Putin a un passo tanto estremo, proprio perché è estremo e quindi in ogni caso rischioso e costoso per chiunque compreso per chi lo ha voluto e messo in atto.

Ecco questo è il nocciolo della geopolitica, staccare l’occhio dall’immediato,dalla cronaca, per dirigerlo ad una analisi di molto più lungo periodo sollevandosi alla ricerca di diversi punti di vista.

Come tutte le cose umane : “panta rei”, tutto cambia e niente dura, cioè anche questa guerra finirà non possiamo ora predire come e si stabiliranno assetti geopolitici che questa guerra cambierà, ma cambierà davvero e in che senso?

I fattori che valgono per analizzare le cose sui tempi lunghi della storia come saranno influenzati?

Cioè gli Usa, la Russia e la Cina rimarranno grandi potenze?

La geopolitica serve a questo, non a dire se Putin è buono o cattivo, perché questo essendo un giudizio scontato ha una rilevanza relativa e quindi per capirci veramente qualcosa su questa guerra e poter azzardare previsioni verosimili sul futuro non immediato ma in tendenza, occorsi farsi altre domande.

Dopo aver letto il fascicolo di Limes ,sto chiedendo a mè stesso, ho acquisito veramente dei punti di vista più utili a capire in profondità rispetto a quelli che l’enorme selva di news mi offre ogni giorno?

Proviamoci.

Se il lettore concentrasse la lettura sulla parte seconda del volume da pag 161 in avanti sotto il titolo “Zelenskyj e il peso degli oligarchi” incontrerebbe personaggi essenziali per capire concretamente cos’è l’Ucraina nella realtà, anche se i media difficilmente nominano questi personaggi.

Perchè è facile, anzi è facilissimo lasciarsi trascinare dalla forte emozione che a ragione della nostra educazione e formazione culturale ci spinge a simpatizzare immediatamente per gli Ucraini che materialmente si giocano la vita per difendere il loro paese.

Come non pensare agli eroi del nostro Risorgimento e poi della Resistenza non a caso definita secondo Risorgimento?

E’ l’anno delle celebrazioni dantesche, onoriamo quindi la nostra icona culturale con la ovvia citazione “libertà va cercando ch’è si cara come sa chi per lei vita rifiuta”.

Qui ci simo noi ,nel senso che qui ci sono le nostre radici e quindi come non fraternizzare con gli Ucraini che si difendono dai Russi invasori per difendere i nostri stessi principi?

Benissimo ma facciamo allora l’esercizio di geopolitica che si è sopra indicato portandoci sopra alla cronaca e guardando tutto da una dimensione temporale diversa e seguiamo il ragionamento che si fa nel capitolo sopra indicato che dice questo.

Oggi l’Ucraina non è un paese di stabile democrazia come Italia,Francia,Spagna,Germania eccetera.

Prima di tutto è un paese molto vasto nel quale abitano popolazioni che hanno avuto culture non proprio omogenee : dalle influenze mongole,alla nascita della cultura russa, alle influenze turche ,dal mondo austro ungarico all’assimilazione nell’Urss staliniana, al liberi tutti dopo il crollo del comunismo sovietico.

Differenze che si riverberano nell’uso di lingue simili ,ma non identiche il russo e l’ucraino e nell’adesione a religioni vicine ma in contrasto quando non in lotta fra di loro : ortodossi di denominazione russa ,di denominazione greca, cattolici.

Politicamente c’è quindi un Ovest dell’Ucraina in maggioranza filo-occidentale e un Est se non in maggioranza ma certo con forti minoranze nettamente filo russe.

Ma non siamo ancora al nocciolo del problema che sta nel fatto che il paese è di fatto dominato da potentati economici che si sottomettono e rispettano l’autorità dello stato solo quando ritengono che faccia comodo ai loro affari.

Oggi in Ucraina comanda Zelensky ma anche se costui è stato eletto con voto plebiscitario ha dovuto ,deve e dovrà barcamenarsi fra questi potentati che sono certo tutt’altro che contenti del fatto che l’Ucraina sia stata costretta a fare la guerra, ma che hanno asset ed affari che vagano fra Ucraina e Russia, e che sono, se pure con il paese in guerra, un po’ di qui e un po’ di la’.

Non a caso miniere, acciaierie impianti di gestione dell’energia sono in buona parte nel Donbas, e guarda caso sono rimasti pressoché intatti.

Nel settembre dell’anno scorso e quindi pochi mesi fa il più vicino collaboratore e amico personale di Zelensky Serhyi Shefir è uscito incredibilmente illeso dopo che la sua auto è stata raggiunta da una raffica di Kalasnikov, avvertimento chiarissimo che ci fa capire come sia la politica reale in Ucraina.

Shefir è considerato l’ufficiale di collegamento fra Zelensky e gli oligarchi.

Zelensky ha presentato leggi anti-corruzione ma poi ha dovuto stare ben attento a non schiacciare i piedi di chi era più potente di lui e che ovviamente non siedeva in Parlamento.

Andiamo al personaggio chiave : Rinat Akhmetov è descritto dal saggio un po come il “mammasantissima” di quel mondo, è ritenuto l’uomo più ricco del paese,origini del Donbas e industrie ivi stabili, tra l’altro indicato come finanziatore del partito di Zelensky, e tanto per complicare un po’ di più le cose questo personaggio è musulmano sunnita praticante.

Poi ci si parla di Ihor Kolomojsky magnate televisivo datore di lavoro del nostro Zelensky, indicato come grande finanziatore delle milizie popolari contro gli indipendentisti del Donbas.

Victor Medvedcuk e l’ex eroina Juljia Timosenko ,Victor Pincuk altri pezzi da novanta indicati dal medesimo articolo come buoni clienti delle banche cipriote.

Ci viene detto che anche Zelensky deve aver imparato come mettere al riparo dalle tasse i suoi proventi di attore utilizzando le medesime banche cipriote.

Predecessore di Zelensky era stato Petro Porosenko , che ci viene indicato come re del cioccolato,e che si era costruita una immagine di anti-russo al punto da accusare lo stesso Zelensky di essere troppo tiepido coi Russi.

Mi fermo qui perché mi pare che sia sufficiente per capirsi, ovviamente il lettore potrà avere il quadro completo andando a leggersi tutto il saggio.

Quello che voglio dire ovviamente concordando con l’autore dell’articolo sugli oligarchi ucraini e con la logica dell’intero volume è questo.

Pro patria mori dulcis est, dicevano i nostri antenati romani e va bene.

Un po’ meno bene è andare al macello per poi tornare a lavorare per i vari Akhmetov e soci.

Un po’ meno bene è non calcolare prima l’azzardo di rischiare la terza guerra mondiale senza ricordarsi in tempo che quella precedente è costata 30 o 40 milioni di morti.

Ancora meno bene far finta che la Russia non sia la seconda potenza nucleare del pianeta.

Cercare di capire le ragioni della controparte non è un lusso del quale si possa fare a meno, ma è cosa assolutamente essenziale tra l’altro per prendere atto che dall’inizio della guerra il consenso per Putin in Russia è aumentato e non diminuito e che quindi fra noi e loro c’è un modo di ragionare notevolmente diverso,che sarebbe bene chiarirci.

Perchè appurato che viviamo sullo stesso pianeta e loro sono il paese più esteso del nostro unico mondo, sembra sensato sforzarsi di comprenderne il punto di vista perché siamo condannati a conviverci comunque.

Magari pensare prima che per quanto sia nobile e dolce morire per la patria lasciare ai figli un mucchio di rovine fumanti non sembra il massimo della sensatezza.

Putin si è guadagnato sul campo meritatamente tutti gli appellativi insultanti che abbiamo sentito ripetere in questi giorni, ma siamo sicuri che quand’anche si riuscisse nel “regime change “ che tanto esalta gli americani al posto di Putin ci sarebbe un personaggio migliore?

Ricordiamoci il caso Gheddafi.

E magari pensare prima se provocare una dissoluzione della Federazione Russa sarebbe cosa utile e conveniente per noi occidentali, regalando così tra l’altro l’enorme e ricchissima Siberia ai Cinesi che non aspettano altro?

Queste domande è ovvio non me le faccio io ma ce le fa fare la geopolitica così bene coltivata dal volume del quale stiamo parlando.

Credetemi si tratta di una lettura molto ma molto istruttiva.










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