Dopo aver provato grandissimo piacere nel leggere il libro che il Prof. Mancuso ha dedicato all’ ”Incredibile viaggio delle piante” ,come resistere a non avventarsi subito sul lavoro che il medesimo autore ha dedicato alla vita di alcuni fra i più importanti scienziati che delle piante si sono occupati.
Così facendo si incappa nella chicca del libro che consiste nell’apprendere che fra costoro ci sono illustrissimi personaggi del passato che non hanno bisogno di presentazione perché sono riconosciuti menti geniali in campi ben diversi dalla botanica, e questo va ovviamente ad ulteriore merito dell’opera di Mancuso.
Rispetto al primo libro sopra citato c’è forse un sottofondo che rivela il fatto che l’autore è un accademico di professione, ma non fino al punto di essere scolastico nella trattazione.
Anzi spesso e volentieri riappare il carattere di Mancuso la cui curiosità lo spinge così spesso a individuare gli aspetti curiosi se non singolari o bizzarri tipici dei personaggi descritti nei suoi libri non resistendo a parlarne con aperta ironia , cosa che non dispiace di certo al lettore.
Come nel libro precedente troviamo tutto contenuto in un agile volumetto di poco più di 150 pagine, questa volta con un se pur piccolo corredo fotografico a colori alla fine, che non sarebbe stato male allegare anche al medesimo primo libro, data la natura della materia trattata nella quale gli aspetti illustrativi visuali sono essenziali.
Ma veniamo al nostro nuovo libro.
Il personaggio descritto al primo posto è veramente rimarchevole.
Io sarò ignorante ma di tale George Washington Carver non avevo mai sentito parlare.
Uno schiavo ,considerato non essere umano ma semplice proprietà del suo padrone come succedeva mille anni prima sembra una storia difficile da metabolizzare nell’America dell’ Ottocento.
Che poi questo personaggio che oggi si indica come afro-americano sia potuto assurgere addirittura a dignità accademica essendo dotato di una intelligenza, passione e volontà eccezionali ci porta a meravigliarci per l’ennesima volta delle incredibili contraddizioni con le quali nel bene e nel male è costruito il “sogno americano”.
Leggetela questa storia perché ne vale la pena.
Volutamente quindi non vi anticipo il fatto che questo straordinario scienziato tra le altre cose ha creato una delle abitudini alimentari più iconiche della società americana, per non togliervi il piacere della scoperta.
Così come mi guardo bene dall’anticiparvi i nomi dei sopra citati illustrissimi geni che mai avrei pensato potessero centrare alcunché con la botanica e che invece ne erano appassionatissimi cultori fino a inventare alcune delle leggi basilari di quella materia.
Per anticiparvi però almeno qualcosa scelgo la scoperta del fiore più grande del mondo.
Udite udite : l’Amorphophallus Titanum (https://it.wikipedia.org/wiki/Amorphophallus_titanum) più alto di un essere umano è una specie originaria dell’isola di Sumatra.
E’ una delle attrazioni principali dei giardini botanici del mondo ma non è indicato da coltivare in giardino o tanto meno sul balcone di casa non solo per le dimensioni abnormi per l’insopportabile odoraccio di carne marcia col quale si ammanta.
Interessantissimo ho trovato anche il capitolo sull’abate agostiniano Gregor Johann Mendel, il padre della genetica, che almeno questo ,penso conserviamo tutti nella memoria dai tempi di scuola e ce lo immaginiamo chino in un orto di piselli a incrociare piantine su piantine.
Vedrete che il numero delle piantine su cui ha lavorato è addirittura inimmaginabile.
Come pure a mè è sembrato inimmaginabile la ragione per la quale un personaggio così geniale che ha fatto una delle scoperte più importanti nella storia dell’umanità non fosse stato capito dagli accademici suoi contemporanei.
La scoperta risale agli anni dell’unità d’Italia e quindi è relativamente recente.
Ma quello che oggi appare inverosimile è che allora non sia stato capito e quindi nemmeno preso sul serio da coloro che rappresentavano la scienza ufficiale in quelle materie per la semplice e banale ragione che quegli accademici non avevano una sufficiente preparazione in matematica per seguire e verificare appunto le procedure matematiche che sono alla base delle tre leggi di Mendel.
Stupefacente!
Vi accenno solo all’incredibile personaggio la cui storia chiude il libro del quale stiamo parlando.
Si tratta di Charles Harrison Blackley.
Questa storia è interessante non solo per il fatto che questo scienziato ha scoperto la causa della febbre da fieno come allergia da pollini, ma è super interessante per il modo col quale è arrivato alla scoperta ed alla dimostrazione della medesima.
Non par vero ma il personaggio è andato avanti per anni a infliggersi supplizi indicibili sperimentando su sé stesso e sopratutto sulle sue membrane nasali e sulla sua sua congiuntiva oculare preparati micidiali spesso in dosi insensate da cavallo per essere sicuro di quello che intuiva ma che doveva dimostrare scientificamente.
Beh a mio modesto parere ce n’è abbastanza per mettersi a leggere questo libro.
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