mercoledì 2 novembre 2022

Maria Turchetto : “666 recensioni diaboliche a cardinali, papi ,teologi e dei “ Ed. Formamentis -recensione

 



Sono sorpreso, molto sorpreso perché non mi capita praticamente mai di pentirmi di avere speso tempo per leggere un libro.

Purtroppo questa volta è andata così, per colpa mia intendiamoci, dato che do ovviamente per scontato che l’autore, in questo caso l’autrice sia liberissima di scrivere quello di vuole e di praticare il pensiero che più le aggrada.

Quindi mi sono irritato più con mè stesso che con l’autrice.

Perchè allora mi sono imbarcato nella lettura di questo libro e per di più sono andato fino alla fine nella lettura?

Perchè mi è capitato di ascoltare su YouTube una interessantissima conferenza di Telmo Pievani dal titolo niente meno che :“Darwin credeva in dio?” e al medesimo tavolo di Pievani sedeva appunto anche l’Autrice di questo libro tra l’altro più volte citata dal conferenziere.

Di conseguenza ho fatto una breve ricerca e ho appurato che Maria Turchetto è un’accademica, che ha insegnato economia all’università che ha scritto alcuni libri su Rosa Luxemburg e altri ancora di argomento economico , che aveva collaborato al “Vernacoliere” e diretto l’”Ateo”.

Fra le sue pubblicazioni vedo segnalato questo libretto e mi aspetto di trovarvi una raccolta di gustose satire anticlericali.

Del resto io stesso sul mio blog non ho risparmiato insieme alle critiche non poche battutacce su alcuni degli esponenti del cattolicesimo più tradizionalista dei quali parla anche la Turchetto e quindi figuriamoci se potevo immaginare che i suoi articoli potessero scandalizzarmi.

Quello che mi irrita molto e forse anche mi scandalizza è invece trovare in questo libretto una assoluta mancanza di rispetto per chi d’accordo ha fatto parte del mondo clericale come il Cardinal Martini, ma che ritengo semplicemente offensivo per il più elementare buon senso e un minimo di onestà intellettuale possa essere equiparato a suoi colleghi ultra-tradizionalisti.

Conterà bene la cattedra per i non credenti che Martini aveva inventato e tenuto per anni riempendo regolarmente il Duomo di Milano non certo di beghine e beghini assortiti, ma sicuramente anche di una buona parte di atei agnostici e razionalisti, come penso si definisca la Prof. Turchetto.

Conterà bene la sottigliezza di pensiero e la sensibilità umana di un intellettuale che anche se portava la tonaca e e le insegne cardinalizie diceva per esempio grosso modo : non ho difficoltà a dialogare con un non credente, ho difficoltà a dialogare con chi non pensa o con chi ha la fede ma non sa usare il discernimento.

Non era un oscurantista dogmatico Martini, anche se sinceramente non ho mai capito come riuscisse a conciliare il suo pensiero umanista e razionale con l’indefesso studio di una Bibbia alla quale personalmente non ritengo si possa in alcun modo dare la dignità di libro rivelato, che riporta alcune tradizioni di antica saggezza insieme a una grossa quantità di sciocchezze.

Ma fare della satira su arroganti e supponenti reazionari in abito curiale è facilissimo e ce n’è una bella fila coi quali cimentarsi da Ruini a Biffi; da Scola a Bagnasco; da Caffarra a Fisichella e chi più ne ha più ne metta.

Ma Martini cosa c’entra con costoro,quando ha in comune con loro solo la veste, e mi sembra un po poco.

Peggio ancora mi chiedo come faccia la Turchetto a cercare di ridicolizzare il lavoro di un teologo diventato filosofo come Vito Mancuso, fingendo di ignorare il suo lungo e travagliato percorso intellettuale dal seminario al rifiuto della veste fino al riscrivere con grandissimo impegno la teologia cattolica cercando di liberarla dal peso di una dogmatica ormai fuori dal tempo e dal mondo ,per sposare una nuova forma di spiritualità razionale, contro ogni dogmatismo e presunte verità fondate su autorità esterne.

Trovo veramente inspiegabile che questo modo di ragionare provenga da una intellettuale qualificata.

Se penso alla costante considerazione e rispetto che Vito Mancuso manifesta per i non credenti e gli atei non vedo come sia possibile per una intellettuale atea farsi beffe di uno che ha dedicato una vita per consentire di parlarsi in nome della condivisa umanità ad atei e credenti semplicemente nella spiritualità non istituzionalizzata in alcuna religione, ma anche con quelli se almeno disposti a uscire dai dogmatismi autoritari.

Alla fin fine mi sembra che questo libretto dedicato a far satira non riesca a far ridere proprio perché alla fin fine contrappone al dogmatismo clericale un’altra forma uguale e contraria di dogmatismo anche se declinato come ateismo.

Ma lo ripeto l’autrice ha tutti i diritti di esprimere il suo punto di vista, sono io che ho sbagliato libro da leggere.










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