giovedì 15 dicembre 2022

Alba Donati : la libreria sulla collina -Editore Einaudi - recensione

 




Avevo quasi perso il piacere di affrontare libri di narrativa, abituato come sono a leggere prevalentemente saggistica.

Mi ci sono avventurato e non mi sono pentito perchè questo è un libro molto particolare, provenendo da un personaggio veramente singolare.

Da Wikipedia apprendiamo che Alba Donati è lo pseudonimo di Alba Franceschini, poetessa e critica letteraria italiana,ha lavorato per la Rai ha pubblicato diverse raccolte ,presidente del Gabinetto Vieusseux, a un certo momento ha lasciato Firenze per vivere a Lucignana di Lucca,paesino abitato da 170 persona dove apre una libreria/cottage con giardino.

Ma usciamo da Wikipedia e andiamo direttamente al libro.

Lo dico subito, il primo impatto può lasciare perplessi perchè va bene la sperimentazione ma il lettore  medio non c'è abituato e si aspetterebbe un racconto con un capo e una coda.

Ebbene questo non è il caso.

Ma dopo qualche istante nel quale si boccheggia si sale ben presto in superficie e si scopre che l'autrice ci sa fare eccome e che la scelta formale del diario è il perfetto pretesto per parlare a ruota libera dei mille personaggi fotografati nella sua memoria in quel paesello dalle mille risorse.

Devo dire anche questo, mi è capitato nella vita di fare esperienza di un piccolo paese pure di appennino appunto come il Lucignana del nostro libro e conseguentemente ho vissuto nel mio immaginario l'esperienza della scoperta e della sorpresa.

La sorpresa di capire a poco a poco che quel piccolo mondo è in realtà un piccolo universo rappresentativo concedetemi la parolona "dell'universo mondo".

E che la scoperta e la sorpresa procurano soddisfazione ed appagamento a chi si trova a condividerle nella misura in cui si è più o meno ricchi di umanità.

L'autrice dimostra di possedere una cultura di livello e ampiezza invidiabili e questo può intimidire ma anche rischiare di colpirci come una non voluta forma di arroganza intellettuale se non fosse brillantemente superata proprio dalla continua dimostrazione di una grande sensibilità umana capace di relazionarsi con l'umanità degli altri che come sempre nella vita si presenta anche sotto la forma della sofferenza degli altri.

Sembra un paradosso ma questi altri, che giorno per giorno ci vengono presentati ,sono talmente tanti che alla fine ci possono risultare anche troppi per potere serbarcene la memoria.

Difficilmente però ci dimenticheremo delle figure che ci vengono descritte in modo estremamente vivido direi proprio per la loro singolare umanità a cominciare dalle persone dei familiari dell'autrice, madre, padre,fratello etc. che diventano personaggi.

Sarà eccesso di abilità da scrittrice o semplice caso ma ogni tanto nel libro viene citato il compagno dell'autrice ma di lui non ci viene detto incredibilmente assolutamente nulla al di là del nome di battesimo ,eppure ne esce come un comprimario.

Ho lodato la grande umanità dell'autrice ma non posso tacere anche che essendo un figura che si è trovata un posto non trascurabile nel panorama culturale ed editoriale italiano si permette anche qualche vezzo che del resto dimostra benissimo di sapere di avere e di non farsene alcun cruccio.

Per l'autrice tanto per cominciare essere una maschio e non una femmina per un autore è un bel guaio dato che lei è chiaramente portata a preferire di gran lunga le autrici rispetto agli autori.

Appena dopo non si può non osservare che gli autori, o meglio le autrici se parlano di argomenti legati alla natura declinata soprattutto nel settore piante e giardini sono destinate a giocare in serie A solo per questo.

Del resto lei stessa non nasconde il fatto che se i clienti-visitatori escono con i libri delle autrici da lei preferite prova un particolare piacere.

Singolarmente l'autrice non ritiene di far valutare la propria cultura facendo citazioni di classici, che anzi nomina con perfino eccessiva parsimonia.

Ognuno ha i propri "pallini" intellettuali e siccome anch'io come tutti ne ho ,mi sono trovato ad apprezzare particolarmente la sua vigorosa rivalutazione di Giovanni Pascoli così male interpretato in genere nei percorsi scolastici.

Per la stessa ragione ho condiviso l'amore per "la pioggia nel pineto" di D’Annunzio per la quale ho grandissima considerazione pur sapendo che non so per quale maledizione fa parte a quanto pare dei non buoni ricordi scolastici di molti.

Mi ha stupito invece che una una così raffinata cultrice di letture di paesaggi botanici non abbia citato le incredibili pagine che Marcel Proust dedica ai "myosotis" in "Du cotè de chez Swann".

Saggi, mi pare che non ne venga citato neanche mezzo ad eccezione ovviamente di un testo di Mancuso il botanico.

Di filosofia nulla.

La cosa mi lascia un po’ perplesso ma rispetto la scelta.

Libro singolare questa libreria sulla collina, ma che lascia il segno, e solo per questo vale la pena di leggerlo.





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